10 RIVISTA POPOLARE tico e cosi aprire a benefizio del mondo, senza privilegio per alcuna nazione e colla pace assicurata per tutte, le ricchezze dell' Impero Cinese. Non e' è un disegno più ideale e più grande di quello che spera di realizzare il Giappone, e se la fortuna non lo abbandonerà, esso non sarà contento se non quando lo avrà raggiunto. Perciò per quanto si detto; l' allarme del Pericolo giallo prenderà il carattere di una fortunata occasione per l'Europa e per l'America, che coinciderà coll' ambizione reale del Giappone. Lo stesso grido, quindi, lanciato come una ingiuria ed una minaccia, fornirà al Giappone la fortunata occasione di mostrare al mondo che le ambizioni egoistiche non trovano pt,sto tra le aspirazioni del suo popolo. BARONE KENTARO KATENO llllt 111111111111111111111111111111 IIIII 1111111111 IU 11111111111111111 ttlll 11111111111111 Il Congresso di Genova ----~--- Il Congresso delle organizzazioni della Resistenza e delle Camere del Lavoro, tenuto a Genova, è non solo il più importante avvenimento della politica operaia, in questo principio di anno, ma è ancora destinato a segnare una traccia profonda sul movimento socialista italiano. Il congresso si è proposto tre scopi pr,incipali: in primo luogo, la divisione del lavoro tra federazioni di resistenza e Camere del Lavoro e il conseguente disciplinamento degli scioperi , due questioni tecniche della organizzazione operaia di capitale importanza! la terza questione, destinata a riflettersi su tutta la nostra vita politica, e a creare in essa un nuovo, distinto, potentissimo fattore si riassume nella domanda : devono le organizzioni operaie avere una funzione polit~ca., e qua.le deve essere questa funzione? Alle due prime il Congresso ha risposto forse imperfettamente, con lo stabilire la iscrizione dei soci delle Camere nelle Federazioni, e viceversa, e con lo avocare alle federazioni la proclamazione degli scioperi: dell'u]fama è stata vibrante tutta l'anima del Congresso, e se le risoluzioni in. proposito non hanno avuto tutta l'ampiezza e la decisione che poteva desiderarsi, ma che forse sarebbero state ancora premature, pure esse ci indicano chiaramente quale sia la via nella quale oramai si è messo il proletariato italiano. E, alla prova del fatto, quello che ha dimostrato quale sia lo spirito politico del proletariato, è stato l'approvazione incondizionata dell'ultimo sciopero generale e la dichiarazione che si sarebbe pronti a ripeterlo, qualora i supremi interessi della classe lavotratrice fossero minacciati, non solo, ma che lo sciopero ganerale politico va considerato come arma appropriata e normale del movimento proletario. Quello che da tutto il Congresso risalta evidente, è la nessuna corrispondenza fra ciò che pensa e ciò che vuole la classe lavoratrice, e quello che fanno coloro i quali si assumono il titolo e il còmpito di esserne i rapppresentanti ufficiali, nella vita politica italiana. Discrepanza non soltanto dall'azione dei parlamentari socialisti, ma anche dal modo di pensare e di sentire degli elementi borghesi i quali i,arte cosi predonderante sono nel movimento ufficiale del socialismo italiano. Molti segni se ne sono avuti, dall'ordine del giorno della Camera di Lavoro ài Milano, sonante biasimo aperto ai deputati socialisti, fino alle critiche vivaci a qnell' Ufficio del Lavoro, del quale sono stati e sono così teneri gli « intellettuali » del socialismo nel nostro paese. Ed è cosi che, di froute a questa sfiducia nelle rappresentanze 11:fficialdiei partiti e in tutta l'azione dello Stato, è sorta la idea della legislazione diretta, imposta, con le forze proprie, dalle organizzazioni operaie. Il Congresso di Genova, con le sue deliberazioni sulla legislazione sociale e - principalmente - accogliendo la superba affermazione rivoluzionaria ed antimilitarista della Camera del Lavoro di Milano, ha affermato che i lavoratori italiani sono una forza politica ed hanno una coscienza politica. Il passo prossimo dovrà essere, necessariamente, il foggiarsi gli organi appropriati a questa funzione politica, e la nomina diretta dei propri rapprerentanti, i 'l uali siano alla sola dipendenza del movimento di classe. Il passo prossimo sara, in altra parola, la fu. sione ed il riassorbimento del partito socialista, da parte del movlmeuto rivoluzionario italiano. Il Congresso di Genova non è giunto a ciò: esso ha riaffermato, ctnzi, il concetto del neutralismo operaio, di fronte alle varie specifiche organizzazioui politiche. Ma è un neutralismo soltanto formale. Il Congresso è tutto profondamente penetrato di spirito socialista : esso accettò, nei suoi ordini del giorno, la proprietà collettiva e il metodo della lotta di classe. Il « neutra - lismo » è stato piuttosto una concessione alla unità del . movimento economico, che altro. Le cose avranno ragione delle parole, e saranno esse che divideranno gli elementi, o piuttosto che li uniranuo. Altrove, non è valsa alcuna dichiarazione di nentra~ lità ad impedire il formarsi dei sindacati gialli, e, già da noi, non erano rappresentati al Congresso, e non partecipano al nostro movimento operaio vero e proprio che socialisti-in maggioranza schiacciante-anarchici e repubblicani. Gli anarchici devono considerarsi piuttosto come una nuance del movimento socialista, che eome una scuola a parte: i repubblicani partecipano al movimento operaio per la strana miscela di claesi che compone il partito repubblicano in Italia : essi sono, quasi tutti, più socialisti che repubblicani, e sono destinati, fatalmente, ad e8sere trascinati dal movimento. Con il Congresso di Genova, quindi, il movimento operaio entra decisamente nel 1uovimento socialista, e si prepara a prenderne il posto: fieramente, come dimostra la solenne promessa di lotta al governo, se esso attenterà alla libertà e alla vita dei proletari, che è stata l'atto più solenne compinto dal Congresso. È così che l'energia sana, rude e forte spazzerà via la teoria campata in aria e scissa dalla pratica, e metterà a tacere, per sempre, i· desideri ed i piani bene ar<;}hitettati di coloro che, non consci delle fatiche e dei dolori dei proletari, si affannavano a cercare ausilio e cooperazione dai suoi naturali nemici. I combattenti del proletariato si preparano a dare
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