RIVISTA POPOLARE 653 cavilla Font·rna. Le mie conoscenze dirette mi permettono di affermare che in molti paesi agricoli di Sicilia i salari discendono a 60 centesimi; ed è pur noto che molti anni or sono non erano più elevati nel Veneto, come risulta dal magnifico volume consacrato ai Contadini del Veneto da Emilio Morpurgo. I lavoratori della terra, poi, non solo devono lottare coi salari bassissimi, ma anche colla disoccupazione ( 1). I ferrovieri, invece, hanno raggiunto salari: 1° che si avvicinano a quelli più elevati delle industrie italiane; 2° che poco si differenziano da quelli dei salari degli altri Stati. E i ferrovieri non vivono sotto la spada di Damocle della disoccupazione. Il pane pei loro figli può essere scar o ; ma è sicuro ! L'osservatore imparziale, l'osservatore che segue le vicende dei concorsi e che ha notizia delle migliaia di domande per impiego che pervengono alla Direzione delle linee ferroviarie italiéme, giudichera serenamente che la situazione dei funzionari dello Stato e dei ferrovieri è veramente privilegiata di fronte a quel la delle classi sociali nelle quali vengono reclutati gli uni e gli altri. Si dirà che il privilegio è magro, perchè stipendi e salari relativamente ai crescenti bisogni della vita ed anche rispetto a quelli di altri paesi sono bassi, sono insufficienti ; e si dirà il vero. Ma noi dobbiamo metterli io rapporto alla condizione delle moltitudìni, che non riescono a farsi una nicchia, per quanto piccola, nel campo del privilegio. Se privilegiata non fosse la condizione dei funzionari e dei ferrovieri rispetto al resto della popolazione italiana noi vedremn10 regolato il reclutamento loro dalla legge dell'offerta. e della domanda. Se la loro condizione fosse non dico peggiore , ma uguale, a quella degli altri citt~dini, che devono vivere del loro lavoro, noi vedremmo appena appena SC)Stituti nei quadri i posti rimasti vuoti. E invece!. .. Invece per ogni posto non si esagera memomamente affermando che si presentano almeno cinquanta concorrenti; e per acchiapparlo i concorrenti non risparmiano preghiere, intrighi, imbrogli, pressioni dirette e indirette ; pregano , scongiurano, minacciano, com muovono col quadro fosco della desolazionè della propria fa miglia , che dovrebbe tramutarsi miracolosamente in meglio non appena si conseguirebbe il posto agognato ! La condizione dei funzion:i.ri e dei ferrovieri, adunque viene dimostrata privilegiata rispetto agli altri cittadini, che vivono di lavoro, non solo dal confronto delle nude cifJe, ma anche dall' elemento inorale che viene somministrato dalla febbre ardente con cui si lotta tra i concorrenti per raggiungerla, E il privilegio risulta : dall'altezza maggiore dei sabri e degli stipendi, dalla pensione e s~pratutto dalla stabilità e dalla sicurezza dell' imp1ego.. Funzionari e. ferrovieri, a chi volesse condannarli in perpetuid alle condizioni prèsenti - e sono tra coloro che ciò non vogliono : l'ho dimostrato a (1) La grande sproporzione tra i salari delle industrie e quelli dell' agricoltura si riscontra anche in Inghilterra. Ivi mentre tra gli operai urbani sono frequenti i 5alari da lire 5 a 10 al giorno nell'agricoltura di poco sorpac;sano le lire 2. In 67 fattoriè d'Inshilterra e Galles dal 1850 al 1902 i salari si elevarono da 9 scelliui ~ 4 denari per settimana a 14 scellini e 7 denari ( :Memoranda ecc. p~g. 269 ). fatti e non a parole - solo perchè le altre élassi sociali si trovano in condizioni d'inferiorità potrebbero rispondere : tanto peggio per loro I Noi, non vogliamo imitarle nell' adattamento animalesco e nella raHef;nazione; noi vogliamo migliorare e conformarci alla legge generale della evoluzioneproiressiva I Il ragionamento non farebbe una grinza se coloro, che realmente al medesimo intonano la propria condotta, tenessero il dovuto conto delle essenziali circostanze di fatto dell'Italia. Ora sta in fatto che se in Italia i lavoratori tutti di ogni specie, intellettuali e manuali, si content;tno di stipendi e salari insufficienti ciò non cleri va da volontario adattanient() a condizioni inferiori di vita o da asinesca rassegnazione; si sa inve0e, che da qualche anno in qua essi si agitano energicamente. Ma i loro sforzi non sono coronati da un successo proporzionato alla loro intensità per cagioni fatali, di c-ui si ha l'indicazione e la direttiva più sicura in questa circostanza : stipendi e sabri quasi dapertutto stanno in rapporto diretto colla quantità di ricchezza e di reddito complessivo. Massimi la ricchezza totale e il reddito totale nella Gran Brettagna; elevatissimi gli stipendi ~ i· sa· ari. Il viceversa, pur troppo, viene illustrato dal1' Italia ! Con ciò non s'intende e non si può negare, che non sia iniqua la distribuzione della ricchezza e del reddito tanto nella Gran Brettagna qu;,n to in Italia e cht a correggerla non debbano convergere tutte le energie democratiche sincere di socialisti, di repùbblicani e di radicali. L'azione~ correttiva. dello Stato nella distribuzione della ricchezza e del reddito, che ho sempre caldeggiato e che trovò un difensore nel Tivaroni in questa stessa 'Rjvista , se si vuole che riesca più facile e più proficua per tutti dev'essere integrata dalla politica , che promuova la maggiore produzione della ricchezza e del reddito. Sarebbe magro davvero il conforto che si proverebbe se ad una collettività ricca, nella quale la disuguale e ingiusta ripartizione assicurerebbe al peggio trattato , una quota di reddito sufficiente per soddisfare i più impellenti bisogni umani, si dovesse contrapporre un' altra collettività povera , nella quale tutti, in nome della giustizia e dell'uguaglianza, si troverebbero peggio trattati dell'infimo membro della prima. Certo i contrasti stridenti nella condizione delle varie classi sociali e la loro percezione sempre più facile e più viva sono causa sicura di delitti, di ribellioni, d'infelicità psicologica. Ma l'uguaglianza nella miseria non consente l'elevazione continua del tenore di vita, l'evoluzione progressiva. · In Italia per l'appunto c'è la disuguag 11 1nza ingiusta, non maggiore di quella che si riscontra negli altri Stati; forse molto minore. Ma il male più grave e le sofferenze più acute derivano dalla somma di ricchezza troppo tenue, dalla somma di reddito troppo scarso, che si deve ripartire tra tutti i suoi fioli. Ricchezza e redditi - io parte è stato rigorosa~1ente documentato colle cifre - sono minimi nell'Italia del Mezzogiorno, in tutta la zona agricola. E dell'agricoltura tra noi vive oltre il 51 °lo della popolazione totale del Regno! Quanta sia la miseria di questa zona agricola si potè gia argoment;lre dalle brevi notizie sui salari; e che questi , special mente nel mezzogiorno , non siano il prodotto del malvolere dei pochi e della
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