RIVISTA POPOLARE 647 Ma ci sembra che l'Europa dovrebbe preoccuparsi più dei sentimenti umani e della umanità, che dei be' gesti e dei desideri eroici, ed imporre il termine della g-uerra più atroce che abbia, fino ad oggi, insanguinato il mondo. Ma l'Europa vile, gelo::ia e vile, gode nel vedere fiaccata la potenza del colosso russo, e indebolito il piccolo popolo che si è affacciato alla scena del mondo con tanta forza e con tanta energia e lascia perpetuarsi le inutili stragi le carneficine, l'orrore con9acrati alla sna imbecille e inumana viltà. Eppure verrà giorno che l'Europa sarà severamente punita; e piangerà, ma sarà tardi, il suo vile egoismo. E sarà quando RuBsi e Giapponesi, persuasi che il loro vero nemico non è il Rnsso, il Giapponese, ma l'Europeo, faranno alleanza - questo sarà fatalmente in un tempo più o meno lontano - e si divideranno l'Asia ; la Russia é l'Asia e lo sarà per lungo tempo ancora - e la rovesceranno su l'Europa odiata, su l' Europa egoista , su l' Europa vile. E allora sconteranno i ne·poti l'egoismo e la gelosia degli avi che lasciano oggi prolungarsi una lotta inutile , ingiusta e feroce. E saranno allora tempi di pianto; ma troppo tardo pianto e pentimento vano. NOTA - Il ritardo dovnto alle feste di Capo d'anno, con cui esce questo numero ci fa aggiungere una p:-nola agli ultimi tel;,grammi che annunziano la resa di Porth-Ar.hur. La guerra vol!!el'à rapida alla sua fine i Avremo la rivoluzione in Russia i Forse! Ma checchè si pensi alla guerra in genere e di questa russo-giapponese in ispPcie, di fronte alla l't'Sistenza eroica di Stoessel e dei suoi sol<la::.i esce spontaneo il grido di ammirazione. Orrore e gloria ai vinti I -♦ Le riforme in Russia. - e Ho letto con profonda soddisfaiioue » scrii:;se di suo puguo lo czar al margine di un telegramma speditogli dopo un banchetto tenuto dai reazionHi. Ed il telegramma non chiedeva riforme, ma il mantenimento dello statu quo, cioè della autocrazia, della forca , delli:t galera , della Siberia, della censara alla starn pa ed al libero pensiero, delle sciabolate cosacche e di tutto quel contorno di vessazioni, di brutalità e di tirannide che forma il governo di Nicolò II. « Trovo audace e sconveniente il modo di agire di questo presidente. Le q!listioni di amministrazione pnbblica non sono di competenza del Zemstow, di cui la legge ha limitata la sfera d' azione. ') - scrisse su di un altro telegramma l'an tocrate. Ed il telegramma era del Presidente del Zemstow del governo di ~rchernigon che esponeva allo ·czar le domande di quei consigli, relati ve a tutta una serie di quistioni di ordine pubblico. Dopo queste due note al margine che rivelano il vero animo di Nicola II, e che ce lo mostrano non già tentennante tra i consigli di Pobiedonostzev , della imperatrice , di Muravieff e di quanti altri vogliono la reazione ad oltranza ed i consigli di De Witte, dell'imperatrice madre, di Svietopol-Mirsky, che sono partigiani di nna politica se non addirittura costituzionale, per Jo meno di un metodo di governo meno tirannico, non è esatto il çlire che lo Czar si trovi in uno stato d'incertezza. Le note in vece ci mostrano che lo czar non vuol cedere nessuno di quelli che ei crede suoi diritti naturali , che vuol governare da despota perchè nella mente piccina di lui non c'entra altra idea che quella che Dio ha creata la Russia e i Russi per farne un dono ai Romanoff, i quali possono disporne a loro talento. E dopo ciò possono prendersi sul serio le riforme, o meglio le promesse di riforme elencate nell' ukase intitolato Pe1·f'ezioncimento delle istituzioni dello Stato 1 Certamente le agi taz ioni per le 1 iforme chieste dalle classi colte ed elevate della popolazione , il fermento sviluppatosi nelle principali città, la poca sicurezz1:1. che offre l' esercito, minato dalla propaganda liberale e sociaiista, il contegno ribelle, quantunque ancora rispettoso, degli Zemstows che minacciano di divenire gli Stati gene1·ali della Russia, hanno messo nell'animo di Nicola quella paura che fece , troppo tardi, concedere dai Borboni la costituzione. Ed egli cede ai consigli dei liberali e promette riforme solo perchè pensa che per non perdere tutto gli conviene concedere un poco. Il resqritto dello czar tocca i seguenti punti: in-· chiesta e riforma sui contadini; .resp0nsabilità dei funzionari·; allargamento dei poteri del Governo locale; sistema delle assicurazioni per gli operai; attenuazione delle leggi eccezionali contro la libertà personale; sanzione del principio dell'uguaglianza religiosa; riconoscimento degli stranieri e degli indigeni ; attenuazione delle leggi contro la libertà di stampa. Ma nessuna riforma veramente liberale è concessa: non l'abolizione del passaporto interno, non freni agli abusi polizieschi, non completa libertà di stampa e di associazione, non l'istruzione obbligatoria. E giustamente le promesse imperiali, a qnanto pare, hanno prodotto poca o nessuna impressione anzi sono state accolte con parecchia diffidenza. Ciò specialmente perché mentre era promulgato l'ukase che contiene forse più restrizioni mentali che promesse, 1rn comunicato del governo, minaccìoso, era emanato contro i giornali, i zemstows e le persone che chiedono riforme, dichiarandoli respo11sabili davanti all::t legge. E che l'ukase sia stato preso sul serio soltanto dai giornali governativi, lo dimostra il grandioso banchetto liberale di Pietroburgo nel quale con 760 voti contro 1 si votò nna mozione J.·eclamante la cessazione della guerra, « cosa che la Russia non potrà ottenere finchè non avrà un regime costituzionale• ; lo dimostra l'aggiornamento a tempo indeterminato dei zemstows del governatorato di Mosca, vero sciopero legislativo a.vvenuto perchè d'ordine del governo centrale era stata aggi unta al verbale una dichiarazione diversa dalla mozione approvata nelle sedute prece denti ; lo dimostrano le agitazioni che non cessano e l'uccisione del governatore del Caucaso, avvenuto sulla pubblica via, nonchè la citazione per danni fatta dalla municipalità di Mosca alle cosacche imprese della polizia nelle ultime dimostrazioni. In ogni modo il rescritto imperiale dettato dalla paura è 1m sintomo del periodo convulsionario che traversa la Rnssia e le carezze ai contadini, contenute nell'u kase rivelano il vecchio sistema dei tirannici governi as::;oluti: accarezzare la massa bruta per contrapporla in ogni eventualità alle classi colte ed evolute della popolazione che costituiscono il vero pericolo pel governo autocratico. L'ora della crisi è viciua e coloro che hanno promossa l'atrocissima gueera col Giappone pagano il fio della loro iattanza. Le riforme, in Russia si avranno e non per conce8sione dello Czar, ma per volontà di un popolo intero che vede soffocata ogni sua energia, ogni slancio, ogni iniziativa dalla inflessibile volontà di un sol ,,omo; di un popolo convinto che le riforme concesse dall'alto possono esser date con una mano e tolte dall'altra e che le riforme politiche che restano e diventano di ritto intangibile sono quelle strappate ai tiranni dalle concorde volontà popolare. ♦ L'Ufficio del lavoro degli Stati Uniti all' Esposizione universale di Saint Louis. - Il N.0 54 (settembre 1904) del Bulletin of the Bureau of Labor di Washington è un volume di 511 pagine oltre alcune centinaia di fotografie, di diagrammi e di piante fuori testo. Riassume tutte le precedenti pubblicazioni dello stes::;o Bureau of Labor e venne esposto nell' ultima Esposizione Luigiana come la chiamano in Americ~. Basterebbe sapere che esso contiene m riassunto
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