Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - annno X - n. 24 - 31 dicembre 1904

RIVI~TA, POPOLARE 655 ricchezza, sul- reddito e sulla imposte. In quanto a fiscalismo l'Italia sùpera tutte le altre nazioni! Come la quota bassissima della Svizzera, e del1' Austria e della Spagna non può aggravare il giudizio, perchè neJla quota del reddito assorbita dalle imposte non sono comprese quelle pei corpi locali; cosi le cifre elevate per la Germania e per la Gran Brettagna non devono farci inorgoglire nel confronto. Le entrate della Germania iofatti non sono date tutte da imposte; ma vi danno un largo contributo i redditi patrimoniali ,e le ferrovie dello Stato, le spese del cui esercizio ingrossano artifizial mente il bilancio all'entrata e all'uscita. In quanto all'Inghilterra si sa che nel suo bilancio ora si rispecchiano le tristi conseguenze della guerra del Sud Africa, che lo hanno fatto più che raddoppiare rapidamente. Se poniamo il paragone con un ano~ a bilancio normale, ad esempio col 1897-98 si trovano che le entrate dello Stato e dei corpi locali non ammontano ad otto miliardi e 765 milioni; ma a meno della metà: a 4,332,899,100 __ di Hre italiane. Ancora nell'enorme bilancio dei corpi. locali, quasi ugu,lle a queUo dello Stato: - sterline 88,359,795 pei primi e sterline 93,356,169 pel secondo - ben 56,684,692 sterline figurano nel~e entrate dei corpi locali come redditi delle imprese dell'acqua, del gas e della luce elettrica e rimborsi per migliorie private eseguite dalle autorità locali, c.he non hanno che un rudimentale riscontro nei bilanci dei corpi locali italiani. La pressione tributaria inglese in tempi normali, quindi non si può considerare che del 12 °/0 - molto vicina a quella della Francia, che nei suoi armamenti ha avuto la preoccupazione ossessionante delle revanche e doppia cl.i quella italiana. Lasciando da parte la Francia, il cui organismo amministrativo tributario si avvicina di più al nostro, e continuando il paragone coll'Inghilterra ~ol suo bilancio di guerra e coi miliardi delle imprese municipalizzate, infine, risulta questo: dal reddito di ogni inglese in L. 922 sottraendo il 24,04 °1 0 per imposte restano pei suoi bisogni L. 701 nette; dal reddito di L. 359 di ogni italiano sottraendo il 23,68 °1 0 per lo stesso titolo non restano pei bisogni della vita che L. 275 ! Questo reddito netto 1i ogni italiano, veramente, straordinariamente meschino ed umiliante, si eleva a L. 681 in Francia. E' evidente, a1unque, che il primo e il più urgente dovere dei governanti è quello di diminuire la pressione tributaria. La diminuzione renderà più umana la vita degli italiani e renderà possibile l'aumento deHa capitalizzazione che alla sua volta si tradurrà in quello aumento della produzione, che è necessario in modo assoluto se vogliamo avere una ricchezza ed un reddito da ripartire, meno irrisorii di quelli attuali. 4° Nella presente discussione è oziosa, assolutamente oziosa, la ricerca delle cause della presente formidabile pressione tributaria, che desola e intristisce la vita italiana; essa può servire soltanto per aggravare la responsabilità delle classi dirigenti che hanno speso male, che hanno sperperato disonestamente o stupidamente la scarsa ricchezza italiana. Si pensi a due soli capitoli della azienda dello Stato: alle costruzioni ferroviarie ed alle spese militari e si vedrà che c'è ragione di condannare inesorabilmente quanti sinora hanno governato l'Italia._ Nelle ferrovie lo· Stato ha speso circa cinqu~ miliardi e n~ezzo. · .. , .. Non si es:lgera ritenendo che almeno un miliardo. e mezzo avrebbe dovuto e potuto risparmiarsi. In quanto alle spese militari, senza tener conto dei 500 milioni all'incirca della Colonia Eritrea, ritenendo esatti i calcoli del generale Marazzi ~- _e nessuno sinora li ha smentiti o corretti - in ba~e alla spesa dell'esercito austriaco si avrebbero potuto risparmiare altri quaranta milioni all'anno che_ per quarantaquattro anni, <lacchè esiste l'Unità d'Italia, formano la bella cifra di un altro miliardo e 760 milioni. Esercito e ferrovie, quindi, rappre~entano una maggiore spesa di tre miliardi e 260 milioni, che salirebbero ad una cifra assai più alta se si aggiun · gessero gli sperperi della marina e degli altri dic~- steri e o l'interessi composti. Ma se questi tre 1111liardi e b260 milioni non fossero stati spe~· è cttto che oggi noi avremmo nel bilar..:io un t..~~edenza di circa 150 milioni all'anc , che permetterebbe sgravi e trasformazione tributaria enormemente benefica. Se ciò non è la responsabilità va tutta agli uomini di destra e di sinistra, che sinora han no avuto in mano il timone dello Stato; non ryiccola è qt:ella dei funzionari in generale, che sino à ieri furono i servitori più devoti di tutti i ministeri. Noi disgraziatamente, però, non possiamu fare che non sia ciò che è é dobbiamo forzatamente discutere, proporre ed agire in base a ciò che è. La realtà è questa e non è del tutto triste : abbiamo un avanzo nel bilancio dello Stato di circa 50 milioni all'anno ; potrebbe arrivare --- ma non· immediatamen te - a 90 colle riforme militari, rinvigorendo e non diminuendo la forza difensiva dello Stato; ed arrivera sicuramente a 100 quando, mantenendosi saldo il bilancio dello Stato e migliorando le condizioni del mercato finanziario europeo, potremo fare la conversione. 5° La democrazia rimproverò sempre alle (lassi dirigenti e agli uomini di governo di avere sacrificato l'economia nazionale al pareggio aritmetico del bilancio dello Stato ; il sacrifizio fu fatto aggravando quella pressione tributaria che fu esposta, ch'è schiacciante in senso assoluto ed in senso relativo. La democrazia fu sempre concorde nelle sue varie frazioni - socialisti, repubblicani e radicali - nel deplor:!re e biasimare tale sacrifizio della economia nazionale, senza dichiararsi mai, però esplicitamente in favore di un regime di deficit, che si sarebbe ripercosso sempre sinistramente sulla economia nazionale. Ora è venuto il momento di potere contentare quelli che si preoccupano del pareggio aritmetico del bil.ancio dello Stato e gli altri cui sta a cuore la prosperità della economia nazionale. In qual modo si può avere la conciliazione? Devolvendo a benefizio dei contribuenti gli avanzi del bilancio; mantenendo la promessa cento volte fatta di diminuire la pressione tributaria senza intaccare menomamente la solidità dello stesso bilancio. La democrazia tutta - socialisti, repubblicani e radicali: la ripetizione è un bisogno polemico - ha fatto colpa al governo <li non aver finora mantenuto la promessa solenne degli sgravi; ma la democrazia quasi tutta - sinora,· tranne Labriola, nes-

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