RIVISTA POPOLARE 619 « riore a quella dei paesi più civili !), inquinato dalla « corruzione elettorale , mancipio degli interessi pro- « dnttori che rappresenta con danno di tutto il paese, « non poteva - come avvertiva nella Camera stessa « l'on. Panta leoni - legiferare l'omaggio benefico alla <I libertà. Ciò avvenne perchè la DeuJOcrazia divisa iQ « qnisquiglie, spesso personali o secondarie, non seppe « congiungere la lotta contro la reazione politica a « quella che dt3ve rivolgersi contro il privilegio econo- <I mico, chò è alla prima coevo • . « La democrazia deve, dunque, risollevare questo « problema e farne il martello che, battendo sull'opi- « nione pubblica, ne accenda la scintilla animatrice di « una grande e feconda, quanto legale e pacifica,, agi- « tazione. « La democrazia - che con Mazzini , Cattaneo e « Cernuschi difese il libero scambio quando il socia- " lismo era protezionista o indifferente ai due sistemi « - deve nuova men te sventolare la gloriosa bandiera « della libertà economica, la q nale sovrasta ed è prin- « cipio insieme delle vere rivendicazioni operaie. ~ E - sopratutto - deve lumeggiare il carattere « politico del problema ! • « Il libern scambio involge qniodi il problema po- « litico dell'Italia nostra; e se la democrazia non sarà « compresa dell'importanza del problema e non saprà « vigorosamente combattere per il suo trionfo -. dovrà « segnare il suo atto di morte , perchè si sarà mo- « strat,a inetta di frou te ai più urgenti problemi del « paese . ed incapace di alleviare veramente le soffe- « renze dei lavoratori». In questi brani c'è la quintessenza della rettorica liber1Hta dei nostri amici repubblicani; c'è la famosa solidarietà. tra tutte le libertà ; c'è la connessi0ne tra suffragio ristretto e dazio sul grano; ci sono tntti gli anacronismi degli ideologi assoluti pei quali la diversità di tempi, di ìuoghi e di condizioni conta un fico secco. Tutto ciò che c' è può éssere una bella cosa, anzi un. bel sogno ; ma, ha un piccolo difetto : è campato in aria ed in contraddizione stridentissima coi fatti.... . Noi ci siamo altre volte occupati del lato economicosociale del protezionismo italiano ed avremo occasione prossirna d'intrattenercene di nuovo. Noi oggi vogliamo soltanto rilevare l'antitesi spietata . inesorabile tra i do~111idei liberisti repubblicani italiani e i fatti. Contro la verità evidente, lampante come la luce del sole, si ardisce affermare che il protezionismo do. gana,le tra noi impera perchè il suffragio è 1·ist1·etto. Numi del firmamento ! Come si può dimenticare che sono precis;:imente i grandi Stati a suffragio non largo, ma universale - cioè la Germania, la Francia e gli Stati Uniti - per lo appunto i più prvtezionisti nel campo agricolo e nel campo indnstriale? La democ1·azia è liberista .... Ma proprio a farlo apposta anche la piccola e democratissima Svizzera si è messa snìla via del protezionismo. E il Lanr, uno dei suoi negoziatori pel trattato di commercio con noi, ci ha messo l' entusiasmo di un apo~tolo nel difendere dazi più gravosi sui nostri prodotti agricoli Di liberismo non volle saperne nemmeno contro concessioni sui prodotti industriali del proprio paese all'entrata in Italia. E la Svizzera µer la sua po<sizione geografica, per la natura del clima e del suolo, per l' indnstria fiorentissima dei forestieri, per la stessa piccolezza del territorio è lo Stato che non dovrebbe mai pensare a difesa doganale ... di ciò che non produce e non produrrà mai. A filo di logica, e se fosse vera e necessaria la solidarietà tra regime democratico e libè:rismo, la storia contemporanea questo solo insegnerebbe: la monarchica Inghilterra e il reg~me pretino del Belgio sono più democratici della repubblica francese, svizzera e nordamericana ..... Che ne dicono i nostri buoni amici repubblicani, che ci tengono tanto a contrapporre la democrazia di quelle repubbliche col privilegio delle monarchie? Ai nostri repubblicani, infine , vogliamo dedicare questo brano di un discorso di Loubet, pronunziato in Arras il 22 maggio 1903, e che tolgo dalla importante relazione del depntato Klotz sul bilancio dell' agricolt11ra della repubblica francese µer l'esercizio 1905. « Liberiscambisti, protezionisti, proibizionisti, disse • il presidente della Repnbblica, sono parole che non 4: hanno più che un interesse storico. « Non torneranno più i tempi, in cui queste parole « serviranno a nuove discussioni. Un paese vicino e < amico, l'Inghilterra. marcia esso stesso - forse con « nostro poco benefizio - verso il regime, che la Francia « si è dato in modo definitivo, or sono dodici anni. « Per me non sono ancora con vinto che si debbano • aprire le barriere, che si debbano sopprimere i dazi. « Se d' altronde io lo fossi , il 99 °/ 0 dei membri « del :Parlamento mi darebbero torto. L'industria ,., agricola è per la Francia la prima di tutte , senza • eccezione. Agricoltori voi potete continuare l'opera « di pace! ~ Il deputato Klotz accettando pienamente le parole del presidente della Repubblica aggiunse che non sentiva il bisogno di commentarle. Noi dobbiamo soltanto aggiungere che l'industria agricola è per l' Italia più importante che per la Francia e che si commette un gravis:-:imo errore volendola stremare ancora più di forza, in nome della rettorica e della ideologia. Ai repu bblica,ni , che vogliono continuare a farsene i campioni intanto consigliamo a non fare stra.zio della verità continuando a combattere il protezionismo in nome della democrazia e del suff1·agio universale. Faranno opern, più conforme ai fatti difendendo il liberismo in nome del 1·egzme monarchico e del 'regime ristretto q11al' è quello che vige in Inghilterra. Continuando a battere questa via essi perderanno, se mai ne hanno avuto, ogni seguito tra gli agricoltori, come lo hanno perduto nella media borghesia urbana facendo l'apologia dello sciopero generale. ♦ Dopo il processo Olivo. - Non bis in idem dice un adagio latino, ma la Corte di Cassazione sembra averlo diruenticato, e quel che è peggio la dimenticama favorisce una sfacciata e pericolosissima violazione della legge. I giurati di Bergamo hanno dato alla Corte di Cassazione una lezione tanto severa che parrebbe non dovere essere dimenticata. Invece la Corte di Cassazi,me, dietro appello del P. M. di Alessandria rinvia H. nnovo giudizio un tal Benzi Angelo, accusato di omicidio e dai giurati assoluto dopo affermazione che egli fu l'autore del delitto. Veramente queste manomissioni della legge sono quanto mai pericolose poichè se dalla magistratura suprema che deve essere la guardiana scrupolosa della immobilità della legge nello spirito e nelle forme viene l'esempio della violazione; chi oserà negare ai singoli <·ittadini il diritto di violare e d'infrangere, a loro volta e quando loro con venga , la leg·ge o di interpetrarla :.,;econdoche meglio a loro convenga? Creare i precedenti che nella violazione Jella legge implicano la negaziorn:; della libertà è minare la base su la quale riposano i diritti dei cittadini e la stabilità dello stato. Se questo possono considerare gli anarchici i quali sono nemici della legge -notiamo passando che anche essi, negando la legge coercitiva, ammettono però la stabilità dei patti liberamente contrattati ed accettatise questo dunque può piacere agli avversari della legge in genere, non deve però piacere a, quei cittadini - e sono i più - i quali intendono la legge non
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