Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 23 - 15 dicembre 1904

RIVISTA POPOLARE 637 Per ultimo, i servizii publici in Italia non essendo utilizzabili dalla grande massa della popolazione, danno proventi meschini allo stesso Erar·o, il quale spesso ne rimane danneggiato io due modi : in via diretta per il rnin0re reddito, ed in via indiretta per la povertà dell'economia nazionale, che necessal'iamente si riflette ne;Ie c11t1·ate del tesoro. La ripartizione delle imposte lt opm1one generale che il sistema delle imposte in Italia sia gravemente sperequato a carico soprattutto delle fortunr m inoi·i e ·della gente povera- L'on. Giolitti ha più vo!te affermato che il regime tributario italiano è progt·essivo a rovescio. Lo Statuto prescrive che i cittadini concorrano '· nella misurn dei loro averi ,, ai carichi dello Stato. Lo spi1·ito liberale dei tempi nostri tende ad intt'rpretare questa disposizione nel senso che non si intenda soltanto uno1 propol·zione numerica, ma una proporzione econnmica, cioè irr ragione del sacrificio che l'imposta rappresenta pe1· le diverse classi sociali. Ciò conduce logicamente all'i n1_posta progressiva od almeno ad uu si· sterna decressivo a favo1·e delle fortune n1inor1. Invece nn'indaO'in.e accurnta dimostrr1·eliue in Italia che il o regime tributa1io vigente colpisca assai più d11rarnent_e i redditi piccoli, anziché quelli med1i e grandi. Ed è questa una ingius1izia sociale ed un errore politico , chè nè Governi nè Parlamenti seppero finora correggere, malgrado tutte le loro vacue e verbose dichiarazioni di liberalismo. Gli elementi che concorrono alla sperequazione del sistema tributario italiano sono i seguenti : 1° Le tariffe esagerate dei servizii publici, quali la posta, 11 telegrafo, il tefono, le ferrovie, ecc., quali le abhiamo testè esposte; 2° Le tasse governativ•~, esose e disumane, s.opra i generi di consumo, come il sale , il petrolio , lo zucchero , il caffè, il cioccolatte, il thè, ecc.; 3° Le tariffe elevate del dazio d1 consumo, governative ecomunali, che rinchiudono centinaia di comuni e r.he gravemente vi rincarano il costo della vita; 4° Le imposte e le sovrimposte sulle piccole quote dei terreni e dei fabbricati ; 5° Le aliquotd esagerate della 1·icchezza mobile e delle tasse di bollo e regist1·0, corr insulficienti esenzioni dei redditi e delle contrattazioni minori; 6° Le tasse locali sul bestiame, sulle bestie da tiro e da soma, le imposte dt famiglia, di fuocatico e valore locativo, che spesso sono imposte dai cornunì con veri c1·iterii p1;ogressivi a rovescio, a carico della gente minuta. A tutto questo en·oneo edificio di sperequazione tributaria, una sola correzione - piccola ma provvida - abbiamo saputo arrecare in sette anni di finanza in pa1·eggio e di avanzi crescenti : l'abolizione del dazio di consumo sopra i l"arinacei. Dovere urgente di un Governo liberale ed illumi.'lato è oggidì quello di correggere a fondo un così vizioso ed ingiusto sistema tributario. Non è questo, per certo, il còmpito di un giorno, ma se alla benefica riforma non diamo mano ferma e vigorosa, resteremo sempre dove siamo oggi. Appunto perchè si tratta di opera lunga, bisogna cominciarla al più presto. I seguenti confronti faranno comprendere meglio l'iniquità del nostro sistema tributario, Tassa per- quintale sov,·a i principali articoli di consumo. Sale Petrolio Caffè Zucchero Lire Lire Lire Lire Austria 18.76 13.- 89.- 38.- Francia 10.- 9.40 136.- 36.- Germania. 15.- 7.50 50.- 25.- Itali a 35.- 48.- 130.- 67.20 a 99 La tassa sullo zucchero raffinato in Francia fu ridotta a lire 25 al quintale con legge 28 gennaio 1903. A queste tasse governative iu Italia bisogna ancora aggiunge1·e i dazi comunali, che gravano sopra questi articoli, ad eccezione del sale. La conseguenza di queste tasse, più esagerate che alte, si riflette immediatamente nei consumi, che in Italia sono verame1ùe meschini ·e che i11parte rispecchiano a11che la povertà del paese : Consumo medio per abitante all'anno. (in chilogrammi) Sale Petrolio Caffè Zucchero Kg. Kg. Kg. Kg. Austria. 14.5 6.1 l.87 10.8 Francia. 9.:') 9.8 2.19 11.0 Germania 7.9 16.9 2.69 13.7 Italia 6.6 2.2 0.494 3.0 La povertà dei nostri consumi abbassa alla sua volta le en trate delln Stato, come r;sulta dalle seguenti c;fre: Ueddilo rneclio pe,· abitante all'anno. Austria. F'ranéia. Germania . I tali a Sal':l Lire 1.51 0.S!:l 1.17 2.- Petrolio Lire 0.79 0.92 1.28 1.05 Caffè Zucchero Lil'e Lire 1.66 4.12 2.91 3.90 l.44 2.83 0.<H 2.24 Posta a telt>p·. Lire 4.4G 6.93 12.- 2.60 I redditi della Germaaia, tranne che per la posta ed il teleg1·afo, sono al netto delle spese; cosi pure il reddito del sale in Italia è al netto delle spese. Da queste cifre se ne ricavano altre che luminosamente dimostrano quanto sia stolida la politica finanziaria dell'Italia: !letlclico totale pe1· abitante '}Je,· sale, petrolio, caffè I"' zucche1·0 Itolia . L. 5.93 Austria Germania. ,, 6.72 Francia Cosi l'erario nostro è giustamente punito rizzo fiscale ed anti popolare. L. 8.08 ,, 8.62 per il suo indiDal complesso di questi dati - che per quanto risalgano al 1902 sono veri ancora oggidì - scaturiscono alcune verità importanti che è bene porre in luce. Le tasse più produttive per la finanza sono q11elle medie: le imposte estremamente elevate come in Italia, od estremamente miti, come in Germania, danno un reddito minore. ll_confronto fra l'Italia e l'Austria porge dei mirabiii insegnamenti finanziarii. L'Austria non è paese molto pii1 ricco dell'Italia: nella scala della ricchezza, esso è certamente il più vicino a noi, fra le nazioni d'Europa progredita. Eppure per il petrolio, per lo zucchero e pe\· il caffè, l'Austria preserrta consumi medii per abitanti più che tripli dell'Italia: per queste so:e tr~ voci, la finanza aust1·iaca, con aliquotb miti, incassa lire 6.57 all'anno per abitante : quella italiana con gabelle esose non introita che lire 3.93. Que6tO è l'effetto meraviglioso del sistema dì tasse miti, saviamente adottate dal Governo austriaco: il popolo sta meglio e la finanza i;itroita di più, ! Non vogliamo con ciò dire che oggi_, riducendo, di un tratto, le nostre imposte alla metà, sopra questi articoli, si abbia suliito domani un aumento di consumi in ragione ti·ipla, od anche solo doppia, cosicché l'erario non avrebbe nessuna perdita, neppure temporanea. Ma i consumi italiani di petrolio, di zucchero, di caffè, sono cosi ristreLti, cosi meschini , che è impossibile -che non raddoppino, sotto l'impero di tariffe meno disumane. Ed è perciò che siamo ·persuasi che la finanza troverebbe il suo risarcimento in un numero ragionevole di anni, qualora si avesse il coraggio di ridurre gJ•a,dualmente alla metà le tasse sopra il petrolio, lo zucchero, il caffè, ed i coloniali in genere. Più difficile si presenta la soluzione dei proulen1a per quanto concerne il dazio consumo , le piccole quote dei terreni, dei fabbricati e della ricchezza mobile e la imposte locali. Si tratta di grc,ssi cespiti. che nel caso di riduzioni d"imposte non sono suscettivi di ricuperi diretti , come i dazi doganali, (cosicchè una rifor1oa tributaria io codeste materie può solo riuscire di beneficio indiretto alla finanza, col promuovore l'economia nazionale e l'agiatezza popolaro. Ma non per questo crediamo che lo Stato debba continuare inerte _in un regime fiscale che presenta così gravi obbiezioni dal punto di vista della giustizia sociale e del progresso finanziario del paese. La finanza e le riforme. Le riforme da uoi invocate trovano il loro migliore ausilio nella condizione proi-pern del bilancio italiano. La situazione della finanza, qual.unque si fosse, non dovrebbe

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