Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 23 - 15 dicembre 1904

618 RIVISTA POPOLARE GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI Una parola giudiziosa. - Siamo certi che nessuno ci taccerà di troppa tenerezza per il governo e spe cialmente per l'on. Giolitti. Lo combattemmo, lo combattiamo e lo combatteremo in tutto quanto farà che non ci parrà esser fatto bene. Ma al tempo stesso, abituati come siamo, a riconoscere ad ognuno nn merito quando lo abbia, non possiamo trattenerci dal segnalare una breve frase pronunziata dall' on. Gio. litti, e della q nale non possiamo che dargli lode. L'on. Giolitti, rispondendo in senato all' on. Guarnieri ha detto che questa nostra è un'epoca di grandi mutamenti, e che dovere del governo è, tanto quanto è possibile, disciplinare questo mutamento per tema di peggio. Sta bene e prendiamo atto. L'on. Giolitti avrebbe potuto anche aggiungere-e lo aggiungiamo noi per comodo del senatore Guarnieri e d'altri che pensano come lui - che il mutamento è , fatale, radicale e profondo, che volerlo impedire con la violenza è dargli modo di avvenire proprio con la violenza e con maggior dolore. La legge di ev.oluzione presiede agli organismi sociali come a quelli naturali e porta seco cambiamenti di forme e di istituzioni che volere impedire è follia. Nel lento ma incessante mutare delle cose, si è affermata oggi una nuova forza che fino ad ieri non ebbe che un effetto negativo sull'andamento sociale: il proletariato. Questa nuova forza dimanda non solo di essere riconosciuta, ma anche di agire in seno alla società e di agire per se, iu modo tntto nuovo, orientando le istituzioni'" e le forme antiche a nuove consuetudini e piegandole a servire nuove necessità. Non è qui il caso di vedere quali nuove forme di istituzioni economiche e politiche si sostituiranno alle antiche nel mutamento, e nepp11re d'indagare quanto e fino a qual punto sieno adattabili e trasformabili le forme e le istitnzioni odierne: il fatto innegabile è che si trasformano, il fatto fatale è che il mutamento si produce ed è onore dell' on. Giolitti averlo riconosciuto ed affermato in pieno Senato; e dobbiamo dargli lode d'aver detto chiaramente che bisogna secondarlo per non esserne travolti. Fi1to a qual punto questo sia possibile lo dirà l'avvenire : in ogni modo tntto il mutamento che potrà essere compiuto senza dolore sarà un tanto di guadagnato per l'umanità malgrado che l'on. Guarnieri non lo desideri. ♦ A proposito d'immagini e di libertà -Noi siamo lontani ·ancora da quella ideal libertà che fu sogno di Mazzini, e che è aspirazione costante e desiderio profondo delle anime nostre; tutta via non ci saremmo mai immaginati che nelle nostre popolazioni, anzi in una delle più vantate come civiltà e cortesia, potessero dormire - ed essere a certe ore ridestati - 8ensi di barbara violenza e di oppressione e di odio alla libera manifestazione delle idee quali abbiamo veduto agire a Firenze in occasione delle luminarie per il c.:inquan tenario del Dogma della Concezione. Noi non possiamo essere tacciati di clericalismo. Consideriamo che la religione, tale quale è oggi praticata, è un ammasso di superstizioni e di rregiudizi radicali che devono poco a po00, con la educazione e la diffusione d' una più alta morale, essere sradicati dall'anima del p1)polo.Ma consideriamo anche che ogni cittadino ha diritto di manifestare liberamente la propria idea, qualunque essa sia, e di affermare la propria religione, se ne ha una, e la propria fede , quando l' ha, anche pubblicamente. E questo diritto di affermarsi pubblicamente, riconosciuto a tutti, eguale per tutti, da tutti rispettato, noi lo riconosciamo come uno dei fondamenti della libertà. Come troviamo_ logico e giusto che sieno permesse .le · manifestazioni monarchiche, repubblicane , socialiste, anarchiche an che, troviamo che è giusto e logico sia riconosciuto a! cleric;:i,li il medesimo diritto. Come troviamo logico che i monarchici mettano corone alle tombe dei re e facciano luminarie per le feste reali , e i repubblicani portino corone ai monumenti di Mazzini e di Garibaldi e dei grandi repubblicani, e consideriamo giusto che questo diritto sia egual. mente riconosciuto a loro e ai socialisti e ai clericali e a tutti coloro che credono dovere avere una qualunque manifestazione di fede o di opinione o di religione da fare. Ma questo riconoscimento non può essere che il resultato~ di una profonda educazione alla libertà, della coscienza dei diritti della propria libertà e del rispetto della libertà altrui. Ci duole che, proprio a Firenze, sieno avvenuti degli incidenti che ci danno diritto a pensare che in fatto di sentimento e di rispetto della libertà, in Italia e specialmente a Firenze, si e ancora molto lontani. E per un .popolo che vuol essere civile questa è una bruttissima e dolorosa constatazione. ♦ Ideologia li barista e pseudo-democratica ! - - Non siamo dispregiatori degli ideologi e non proviamo am·• mirazione per Napoleone I che con loro ce l' aveva a morte ; ma per u11a volta almeno ci permettiamo di adoperare questa parola in senso ironico. Il nostro amico Eugenie Chiesa, cui mandiamo rn questa occasione le più sincere congratulazioni per la sua entrata a Montecitorio pel collegio di Massa Carrara, con logica diritta e per mantenere l'armonia tra le parole e gli scritti del cittadino con gli atti del rappresentante del popolo, si è fatto promotore di una mozione in favore . della soppressione del dazio sul grano nel gruppo parlamentare repubblicano. Pare che per istrada la mozione si sia allargata e che l' Esfrema sinistra tutta si voglia fare iniziatrice di un largo movimento in favore del liberismo in tntti i rami della produzione nazionale , facendo propri i criteri di una allegris;;ima Lega per la libertà econimica , che vorrebbe scimmiottare il movimento celebre dell' Ant-corn league. Alla Lega italiana mancano molti amminicoli ; e tra gli altri manca questa bagattella : degli uomini, che rassomiglino a Riccardo Cobden ed a John Bright. La Lega ha, però, due organi u:ffiziali, se non quotidiani : La libertà economica del Giovannini e Il Gio'rnale degli Economisti. A noi preme occuparci del µrimo, perchè col Giovannini abbiamo comuni i principi politici e il metodo per isvolgerli ed applicarli. L' on. Chiesa , abbiamo detto , segni i criteri della Lega nel farsi promotore della mozione succennata, quantunque egli sappia che non pochi del gruppo parlamentare repubblicano - Valeri, Zabeo, Pozzato, Colajanni , Auteri Berretta ecc. - siano favorevoli al mantenimento del dazio sul grano. Per la parte politica, ch'è la sola, cui oggi vogliamo accennare, ripetendo ciò che più volte abbiamo scritto , le ragioni dell' insuccesso della mozione del 1901 e quelle per la ripresentazione della medesima adesso, sono state esposte dal Giovannini nei seguenti termini nel n.0 del 18 novembre della sna Libe1·tà economica : « Sebbene le mozioni libero-scambiste o temperanti « il protezionismo italiano che furono discusse nella « passata legislatura non abbiano ottenuto l'approva- « zione dell'Assemblea, nè snscitato nel }Jaese una « feconda e continuata agitazione, non si pnò dire che 4 la questione sia morta. Ciò avvenne principalmente « perchè il Parlamento italiano, figlio di un suffragio « ristretto (la percentuale del nostro elettorato è infe- '

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