634 RIVISTA POPOLARE stru paese è data dal fatto, cho 33 milioni di italiani produ coao assai meno di altrettanta parte di inglesi, di tedeschi o ùi francesi. Ragguagliata a popolazione, la nostra produzione economica è assai minore di quella dell'Europa prog1·edita. Ciò dipende da un.a parte dal fatto che ogni italiano, in media lavora e produce meno e che, dall'altra, il suo lavoro è meno produttivo, perchè si esercita per lo più in condiz1on.i di inferiorità tecnica ed economica. L'aumento del lavoro e del salario è a_nzitutto un problema di produzione. La ricchezza nazionale si svolge quando un paese produce di più, produce meglio o p1·oduce più economicamente. In ciascuno di questi tre casi è naturale che la divisione della produzione fra car,itahi e lavoro dia maggiore impiego e migliori salarii agli operai, perchè, coll'aumento del valore totale della produzione, tende pure a crescere la parte che spetta sia al capitale sia al lavoro, senza che fra essi nascano confflitti di interessi. La questione dei salarii in relazione allo Stato e in secondo luogo u11 problema di distribuzione, potendo benissimo accadere che un sistema vizioso o sfruttatore di contratto di lavoro non assicuri all'operaio una parte equa del valore della pro• d~zione. ~a ciò, trae origine l'indirizzo moderno della legislaz10ne sociale. E tutto un complesso nuovo di doveri sociali ohe compete allo Stato moderno di fronte alle Società anonime . ' a1 tru:sts ed alle borse, le cui speculazioni possono risolversi in grave danno per il lavo1·0 ed il salario della popolazione operaia. In Italia, la questione àei salarii è anche in molta parte un - pro_blema. di popolaz_ione, non solo perchè abbiamo una popolaz10ne più densa dt Stati b~n più rechi di noi, ma perchè il numero degli abitanti cresce continuamente. Lo Stato italiano dovrebbe quindi fare una politica di lavoro assai più attiva e operosa d'ogni altro paese d'JiJuropa mentre è difficile trovare - . ' ' n~.lle na_z'.om progredite, degli esempi di governi più inerti e prn ded1t1 al nulla, di quelli che ia tempo diverso ressero il bel _Paese. Ma collo sviluppo del lavoro produttivo 1levono in Italia procedere di pari passo l'incoraggiamento e la tutela dell'emigrazione e l'attuazione di una politica di espansione marittima e commerciale all'estero. Pe_r u~timo_non è possibile disconoscere che dopo la foga , degli sc10per1, non sempre ragionevoli e giustificati, verificatasi negli ultimi anni, sono· sorti in Italia dei problemi delicati di politica so~iale in relazione agli interessi stessi delle classi lavoratrici. E evidente che un forte movimento dell'opinione puhblica si va pronunciando contro gli scioperi nei pubblici servizii, specialmente per l'acqua, la luce, le ferrovie ed i mezzi di comunicazione, e che per essi occorrono come in_ Inghilterra, delle discipline eque, ma ferme e preci;e. Uno sc10pero nel servizio ferroviario, ad esempio, non solo perturba le condizioni della vita civile e sociafo di un paese ma f , ' acendo mancare il carbone e le materie prime alle industrie . ' sopprime lavoro e salario anche agli operai delle fablJriche che sono costrette a chiudere. In tal caso gli interessi della difesa sociale si accordano con quèlli di una parte notevole delle classi lavoratrici. Ma in uno Stato giu1·idico, infor~ato ai principii del diritto e ~ell'equità, insieme saviamente contemperati, lo sciopero non puo essere che un fatto eccezionale, un episodio doloroso e raro nei rapporti fra capitale e lavoro. Così lo intendono ora le classi operaie inglesi, e ci volle davvero un paese, come l'Italia, che è spesso indietro di venti anni nel ~roo-resso so- . 1 t' o ·eia e, perchè nel 1901-903, persino i partiti liberali costituziolnali, auspice il Governo, si lasciassero sedurre dalle vane fallacie. _e ~alle pericolose illusioni della politica degli scioperi. Da c10 s1 scorge che l'economia sociale moderna ha una concezione del problema del lavo1·0 assai più vasta e meno unilaterale, sia dell'economia liberista e capitalistica del secolo passato, sia dell'economia socialistica attuale. L'.ec~nomia liberista del passato, informata ai principii del cap1tahsm~ e della _politica industriale, vedeva il progresso d_elle cl~ss1 la_voratr1ci come un semplice prohlema. di produz10ne, d1ment1cando gli altri fattori, pure così importanti , e sopratutto l'elemento della distribuzione della ricchezza. Alla sua volta, l'economia socialistica contempla i rapporti tra capitale e lavoro, quasi solo come un problema di distribu· zione, e si basa sulla lotte di classe e sull'organizzazione delle Leghe e degli scioperi, come un. mezzo di aumentare la quota del lavoro a scapito di quella del capitale. Ma essa non riflette che in tal guisa è molto facile allontana re il capitale dalla prod11z10ne, e sopratutto il capitale estero, di cui 1Italia ha tanto bisogno, e rallentare così. l'aumento ,iella ricchezza, a danno precipuo delle stesse classi 01,~raie. Lo Stato sociale moderno deve porsi ad un punto di vista meno unilatera-le, affinchè, abbracciando tutti i diversi aspetti del g1·ande problema del lavoro, esso possa diventare un fattore positivo ed efficace di benessere popolare e di ascensione del proletariato. Lo sviluppo della ricchezza nazionale Dovere essenziale dello Stato nell' econ·omia moderna è di valersi di tutti i mezzi di cui può disporre a fine di promuo~ vere il massimo sviluppo della ricchezza, onde accrescere il lavoro produttivo e con esso i profitti ed i salarii. Una siffatta politica di lavoro è necessaria in Italia più che altrove, a causa dell'alta densità della nostra popolazione. Nel nostro paese, senza un·attiva politica di lavoro non si può avere che disoccupazione e miseria. I mezzi dei qnali lo Stato essenzialmente si giova a fine di promuovere la ricchezza generale del paese e il benessere popolare sono : 1 ° 11 perfezionamento dei pubblici servizii; 2° L'organizzazione del credito; 3° L'equa ripartizione nelle imposte; 4° La diffusione dell'istruzione. L'ordinamento dei servizii pubblici è una delle funzioni principali dello stato nel campo economico. La costituzione del Regno d' Italia, nel 1861, trovò molte parti del paese in condizioni veramente deplorevoli , per quanto riguarda lo stato dei lavori pubblici. Triste soprattutto era sotto questo aspetto la condizione delle provincie meridionali. I primi Governi dell'Italia unita ebbero chiaro il concetto che era impossibile il risorgimento politico ed ·economico del paese , se prima esso non aveva un'adeguata dotazione di pubblici servizii. E questo un merito che va loro reso. Dal 1861 al 1900. l'Italia nuova spese in nuovi lavori pubblici la somma di oltre 6 miliardi. Questa somma ingente, equamente distribuita fra le varie parti del paese, attesta q nanto si asi fatto nel primo periodo del nuevo Regno, ed è la più eloquente e chiara risposta a coloro che pongono in dubbio gli inestimabili benefici dell'unità nazionale, soprattutto per il Mezzogiorno (1). Ma l'opera iniziata non è ancora compiuta. Mentre la nazione progrediva, le menti dei suoi reggitori restavano immobili o indietreggiavano. Cosi si accumulavano da un lato oziosi avanzi, mentrè dali' altro si accentuava lo squilibrio fra ricchezza e popolazione e si alimentava il malcontento popolare, tanto da condurre agli sciope1·i, all'aumento dei partiti estremi ed alle rivolte del proletariato dal 1898 al 1904. Le convulsioni pe1·iodiche che perturbano la vita, italiana, con tanto danno del progresso e del prestigio della nazione, hanno la loro prima radice nell'indirizzo profondamente erroneo della politica economica e finanziaria dello Stato, dal 1897 in poi . Bisogna adunque mutare di rotta. Una politica savia e liberale deve anzitutto fare l'inyentario prudente, ma onesto, dei bisogni delle popolazioni, soprattutto delle campagne .e del Mezzogiorno, ed avvisare energicamente ai mezzi necessa1·i per soddisfarli in un numero rag:onevole d'anni. L'Italia rurale ed il Mezzogiorno difettano di strade ordinarie, di bonifiche, di canali e serbatoi d'irrigazione e perfino (1) Erra l' on. M. Ferraris atfel'mand11 the lo Stato spese equamente nelle di verse regioni: il mezzogiorno con ti nentale fu sacrificato. Avrebbe potuto anche aggiungere che 1_, Stato spese. qul:!-s_il _doppio di qu_ello che doveva\ spendere e che al?UUI. mtliard1. h presero 1 grandi ladri: quasi tutti sette11tr1onah. N. d R.
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