Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 23 - 15 dicembre 1904

RIVISTA POPOLARE 629 un miglioramento nella nostra politica 10ternazionale. Nell'interno poi, noi sappiamo troppo bene di che lagrirnegrondi e di che sangue il pareggio finanziario e pur riconoscendo che una finanza assestata è condizione necessaria di prospera condizione economica , noi possiamo dichiararci contenti finchè profonde e radicali riforme sollevino la nazione dalla sua do.lorosa depressione attuale. GUSTAVO DEL VECCH[O 11111111111111111 Ili 11111 Il lii 11111 Il lii 1111111111111 Il 1111111111 Il lii 1111111111111111 li I Il problemdaelladistribuzione ----~---- Nel n 11 mero 50 della rivista « Il Regno », il signor A. Libretti in un suo articolo intitolato « Il problema della produzione » dice che « fin qui la borghesia italiana si è lasr.iata trascinare dal socialismo ed. ha compromesso gli interessi suoi e quelli del proletariato: essa si è affaticata in tentativi di un riformi,;mo sociale imtempestivo ed ha dissipato un grande tesoro di energie senza risultato. E l' on. Ettore Sacchi , costringendo in poche parole quanto altri uomini,, più di lui consapevoli dei bisogni del nostro paese, avevano ampiamente dimostrato. disse che urge fra noi il problema della produzione delle ricchezze e non quello della distribuzione. E ricordò che di distribuzione delle ricchezze parlano e vogliono si parli i socialisti, mentre il buòn senso esige che si faccia quistione di produzione in un paese, come il nostro, povero e di lenta evoluzione economica » • Queste parole meritano Dopo lJ fiasco 1 ---;_~:;.;:;-'"•,--r-~ . : l'I"!~ ~! ~: ~~· ~~:-~-~;'i. À ,i'. :•"'· ;/ .\,',,J.. ' . [ - Eh 1mia cara, credi che sia facile entrare in quella camera come nella tua?! davvero un commento, perchè esse non rispecchiano l'opinione di un solitario, ma quella di parecchi studiosi, per i quali, nelle condizioni attuali della vit!.l, italiana, ogni applicazione di riformismo sociale deve essere combattuta, perché non ba e non può avere altro risultato tranne quello di togliere agli uni per dare agli altri , rovinando tutti. In qnesta posizione teorica si trovano d'accordo (gli estremi si toccano!) così i conservatori del Regno come il prof. Arturo Labriola; il quale nel suo libro « Riforme e rivoluzione sociale > scrive precisamente così: e Noi siamo interessati al massimo sviluppo della ricchezza. Ora come le misure di protezione doganale si risolvono in una distruzione di ricchezza, cosi può accadere per alcune leggi di protezione operaia. Il paternalismo cristiano-sociale e il filantropismo sociali.stico di certi riformisti possono pregiudicare con gli interessi del capitalismo quelli della produzione > • Non c'è che dire·, adesso è tornato di moàa il liberismo economico, ché dai suoi fautori viene presentato come una chiave buona per tutte le toppe, come· il rimeàio universale per i mali della società, come una specie di tot dell'Economia. Non c'è disordine sociale che non possa trovare sollievo, se affidato alla più ampia libertà, non esiste azione dello Stato che non debba riuscire sicuramente · dannosa. Lo Stato cerca esso di assicurare l' operaio contro le conseguenze degli infortuni , delle malattie , della invalidità e della vecchiaja? Lo Stato ha torto - risponde il liberismo-perchè così con i danari di tutti viene in ajuto di una sola parte della popolazione, perchè cosi alla spogliazione che i protezionisti della industria e del commercio compiono a danno dei consumatori, esso aggiunge una nuova spogliazione commessa dagli operai a danno di tutti. La Stato tenta di limitare entro ragionevoli confini il lavoro delle, donne e dei fanciulli , che conduce alDopo la vittoria - Le farà impressione entrare alla Camera? - Non è l'entrare che mi preoccupa ... mi preoccupa il. ... sedere. (Pasquino) se non le compagme che ai loro impegni? l'esaurimento delle genera- · zioni presenti e di quelle future ? Lo Stato manca di criterio - è la risposta liberista - perchè al giudizio di convenienza sulla durata del lavoro ~he viene formulato dagli stessi interessati fa subentrare il suo, senza considerare che a ragione un operaio può preferire un soldo di più di mercede a mazza ora di meno ·ai lavoro. Lo Stato guida e protegge l'emigrazione dei lavoratori, esigendo che le navi per gli emigranti soddisfacciano a determinate condizioni di sicurezza e di igiene e che non possano esercitare il trasporto degli emigranti danno garanzia di far onore - Lo Stato è asino e furfante-tuonano i liberisti, perchè così impedisce la concorrenza delle compagnie estere, che sola può seriamente ribassare il prezzo dei noli. -- E' molto facile di scorgere che i due concetti fon· damentali che stanno a base di questi e di simili sofismi, sono i seguenti: 1.0 Data la libera concorrenza, ogni scambio assicura a ciascuno dei contraenti la massima utilità possibile. 2.0 Lo Stato, accrescendo la spesa degli imprenditori per arrotondare i redditi degli operai, impedisce il risparmio e scoraggia l'attività degli imprenditori stessi. Di fronte a questa tesi noi sosteniamo che lo Stato per esercitare la sua funzione di tutela sulla società può e deve in determinate condizioni spostare in fa. vore dell' operaio quella ripartizione della utilità che

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==