-· RIVISTA POPOLARE 569 l'Estrema materialmente può considerarsi decimata. Ma moralmente il governo non può gloriarsi della vittoria: l'ha ottenuta combattendo con tutte le sue forze contro tre gruppi divisi etl"ostili tra loro; l'ha ottenuta coll' aiuto dei clericali di cui sino a ieri si vergognava e che i liberali sinceri dovranno ripudiare domani. Se l'Estrema non ha fatto le perdite, che si erano preannunziate dal governo e se questo moralmente può considerarsi come il vero sconfitto si potrà dire che di fronte agli elementi democratici sia stato giustificato lo sciopero generale? Le. elezioni hanno dato torto a noi che lo abbiamo esplicita-: mente biasimato? Non esiteremmo a confessare che le urne ci hanno dato torto se ciò fosse avvenuto; ma ci sono stati episodi e localizzazioni di sconfitte , che ci dicono che noi ci siamo bene apposti biasimando lo sciopero generale. A Milano, a Genova, a Torino dove ·è più evoluta la coscienza politica, dove sono meglio organizzate le forze proletarie e democratiche, dove si credevano invincibili i socialisti sono caduti Maino, De Andreis, Pellegrini, Chiesa, Nofri; a Milano, a Genova, a Torino è avvenuta la reazione più vigorosa e vittoriosa contro socialisti e repubblicani; ed a Milano, a Genova, a Torino per lo appunto si spiegò in tutto il suo furore lo .sciopero generale. A Milano sopratutto durante il periodo elettorale, la Camera del lavoro, assurgendo alle fantastiche proporzioni del Club dei Cordeliers, che in demagogia superò quello famosissimo dei Giacobini, sotto la inspirazione degli anarchici fu votato un ordine del giorno ingiurioso per la rappresentanza nazionale e che degradava i deputati alla parte vergognosa di sue marionette; a Milano, quindi, fu più colossale la sconfitta dei socialisti e dei repubblicani e la reazi0ne vittoriosa dei conservatori (1). Epperò tenendo conto dei risultati complessivi a . noi sembra che il paese abbia preso sul serio la formula del ministero : nè reazione, nè rivoluzione. Sta ora al governo provare che essa non fu lanciata come semplice esercitazione rettorica. Per pro- (r) L'ordine del giorno della Camera del Lavoro presieduta dal Braccialarghe fu il seguente : « Delibera di negare l'autorità o il diritto a qualsiasi deputato di parlare dentro o fuori il parlamento in nome del proletariato, se alla convocazione della Camera non si serviranno del mandato •parlamentare per imporre -le dimissioni di Giolitti, finchè non si discuta e non si approvi una legge, che stabilisca il non intervento della forza armata nei conflitti fra capitale e lavoro e nei pubblici comizi. « Invita tutte le Camere del Lavoro a votare il presente ordine del giorno. » La sconfitta eon molta sincerità è stata confessata dall'Italia dd Popolo che, in omaggio ad un rivoluzionarismo vuoto di contenuto o con contenuto anti-repubblicano , inneggiò allo sciopero generale. Appena conosciuti i risultati della città il giorno 7 essa scrisse: « Giungono i primi risultati: ora d'attesa e già di qualche riflessione ». « E' la sconfitta di ogni audacia rivoluzionaria ». « Lo sciopero generale ha ripiegato l'anima elettorale milanese ». « Noi non declameremo, nè mancheremo di rispetto a questa ribellione collettiva della città in cui viviamo. Mettiamo l'una dopo l'altra le cifre con dolore, ma senza amarezza e senza sdegno ». . . . . . . . . . . . « E battuto sarebbe anche Arturo Labriola, il quale non solo è distanziato , ma pare abbandonato - se le prime Sezioni sono sintomo esatto - persino da quella folla proietaria che pure l'acclamava nei giorni decorsi ». varlo non deve tardare un. istante a distaccarsi dai clericali. Se ci6 non facesse tradirebbe le r~1gionidi essere della Terza Italia e spalancherebbe la fossa .. a qualche cosa che non é affatto un beneinseparabile della patria ! La Rivista 111111111111111111111111111111 li lii lllll li lii I IIII IIIIIIIIII IIIII II lii li lii lllll 1111111111 ~ocialr~t,,o e ci-rt,,ir,alità ----~---- (cont. e fine v. n. I, .2, 4, 8, I J e r8 anno X). VI. Non posseggo statistiche sulle comunità americane con organizza;done più o meno socialistica; se le possedessi , pur· riportandole , accorderei ad esse una scarsa importanza per i motivi accennati in principio: sono il prodotto di una selezione artificiale; sono esperimenti in microscopiche proporzioni e per lo più si riferiscono a gruppi semplici e non complessi, ehe vivono di agricoltura e di rudimentali industrie. Perciò cogli ultimi dati sulla Russia potrei dire che la trattazione dell'argomento sarebbe terminata. Le induzioni che si potrebbero trarre dai fatti permetterebbero con sicurezza una conclusione negativa: la propaganda, la diffusione delle· dottrine socialiste non esercita alcuna influenza peggioratrice sulla delinquenza. Non sarebbe piccolo il significato di questa conclusione negativa dal punto di vista delle controversie attua li e delle tendenze che quà e là si accennano o si sono esplìcate nella legislazione penale. Ma per parte mia non esito ad affermare che si può pervenire ad una conclusione positiva; ad ammettere, cioè, che la propaganda socialista ha esercitato una influenza sanamente educatrice, e perciò miglioratrice delle condizioni della criminalità. Un'ultima ricerca corrobora il mio avviso e non credo di esorbitare dal tema facendola. Non conosciamo l'archetipo di una società organizzata socialisticamente; come si disse, anzi, quanti credono di essere cultori e propugnatori del socialismo scientifico sfuggono alla delineazione 'di una ideale e futura organizzazione socialista per non incorrere nella taccia di utopismo. Però tutti conoscono le aspirazioni fondamentali dei socialisti, Je finalità che essi sperano di raggiungere coll::i trasformazione economica e politica da loro vagheggiata. Ecco le principali: l' uguaglianza almeno n_el punto di partenza; mezzi per tutti per lo sviluppo integrale delle attitudini naturali; organizzazione familiare basata sul libero consentimento dei membri della medesima ; massima libertà politica ; rapporti pacifici all' interno del gruppo e cogli altri gruppi; coltura intellettuale diffusa; sana educazione integrale iniziata nella famiglia e completata-non contraddetta - negli ambienti concentrici della medesima; benessere economico, che assicuri a tutti la soddisfazione dei bisogni fondamentali, se non la ricchezza; elevazione in genere dello standard of life. Ci sono . dei popoli , presso i quali alcuni , se non tutti, di tali desiderata hanno raggiunto un considerevole sviJuppo e vi è sicura la elevazione continuata dello standard of life? Se ci sono e se presso di essi si è potuto constatare la diminuizione
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