Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 21 - 15 novembre 1904

568 RIVISTA POPOLARE Noi non abbiamo esitato a riprovare il servilismo dei radicali e dei repubblicani verso il gruppo socialista ; noi siamo stati apertamente contro lo sciopero generale. Ma noi del pari siamo tra coloro che avrebbero voluto lungamente e sinceramente duratura l' Unione dei partiti popolari, che avrebbe potuto tra• sformare in meglio le condizioni dell'Italia, in attesa della verificazione d_ella pregiudiziale repubblicana e dell'altra più remota collettivista. I socialisti, ufficialmente, non vollero saperne di tale Unione; e la ruppero colla sistematica denigrazione dei repubblicani, coll' attribuire a sè stessi ogni merito e col riversare sugli altri tutte le colpe e tutte le responsabilità, col proclamare come cri-. terio assoluto la lotta di classe contro monarchici e repubblicani, in teoria se non in pratica. La distinzione è necessaria perchè a fatti s' invocò e si ebbe la cooperazione di socialisti e borghesi-col- !' arlecchinescoaggroviglioborghese, come gentilmente lo chiamò l' Avanti! - non solo dove meno sono delineati i partiti p·olitici ed è scarsa l' educazione politica , come in Sicilia e nel Mezzogiorno ; ma anche nel Centro e nel Settentrione come a Macerata, a Piacenza, a Bergamo, a Genova; e ciò non solo nei ballottaggi , ma anche a primo scrutinio. · Si verificò, quindi , ciò che si prevedeva : i capi avevano proclamato la tattica intrar1sigente in nome della teoria ; i soldati in nome del buon senso la misero da parte. L'Unione che s'imponeva in nome del progresso sociale e del bene d'Italia non avrebbe dovuto essere rotta mai, lasciando salve le aspirazioni verso i rispettivi ideali dei repubblicani e dei collettivisti; venne ricostituita di fronte al pericolo di una vera decimazione dei tre gruppi parlamentari. E l'Unione con uno slancio davvero ammirevole venne prima che dagli· altri proclamata dai socialisti e seguita dai repubblicani e dai radicali. Imponevasi l'Unione perchè i tre gruppi che avevano in ballottaggio ben cinquantacinque candidati29 socialisti , 7 repubblicani e 20 radicali - senza di essa li avrebbe visto rimanere tutti a terra, mentre mercè sua trionfarono 3 socialisti, 6 radicali e tutti e 6 repubblicani. Fu sinceramente mantenuta la parola data? E' sicuro che i socialisti la mantennero; pare che non siano stati altrettanto disciplinati i repubblicani a Sampierdarena, a Genova ed a Jesi. E noi lo deploriamo vivamente, pur rendendoci ragione del risen- , timento che non potè essere comple~amente domato nell' animo dei repubblicani esulcerato per tante offese ricevute dai socialisti. Si manterrà nello avvenire l'Unione? Ci pare difficile ; e le difficoltà verranno dalla parte dei socialisti, che non sapranno rassegnarsi a rinunziare ai metodi di lotta, che sono divenuti carne della loro carne. Ma sull' orizzonte oramai si è affacciato un pericolo , a cui noi sinora non credevamo , ma che ora è un fatto innegabile: il non expedit è morto ed i clericali sono intervenuti nella lotta palesemen te, ufficialmente. Non sono intervenuti soltanto i democratici cristiani, che per bocca di Don Murri e _dialtri, mordevano il'freno pontificio e bruciavano dal desiderio di scendere in lizza ; ma anche i ve- .scovi _sulla cui più pura ortodossia non c'è da elevare sospetti. A Milano i clericali avevano fatto trionfare Cornaggia; si erano afl:ermati su uomini propri a Napoli, nelle provincie di Bergamo, di Brescia, di Venezia, sin dal giorno 6. Ma nel giorno dei ballottaggi si vide anche il vescovo di Novara raccomandare il Podestà ad Oleggio ed altri liberali altrove. Caratteristico il caso del Podestà , che fu uno dei più fedeli zanardernani e partigiani del divorzio; è evidente, dunque, che la paura del socialismo fece tacere tutti gli scrupoli l' interesse economico si sovrappose a quello religioso ! Checchè sia del futuro gruppo parlammtare clericale, che comprenderebbe quattordici deputati e che secondo un telegramma del Messaggero, che vorremmo credere ironico, sarebbe presieduto dal Macola; siano o pur no vere le manifestazioni di gioia di Papa Sarto all' annunzio della vittoria di Santini in Roma, è innegabile ehe il non expedit è stato tolto. Quali conseguenze potrà avere l'importante avvenimento sulla delineazione dei partiti in Italia e su tutta la nostra vita politica non possiamo dire incidentalmente. Ce ne occuperemo di proposito altra volta. Sin da ora , però , è lecito presumere che se i clericali , anche camuffati da democràtici cristiani. interverranno sistematicamente nelle lotte elettorali, questo avvenimento servirà di vera pietra di paragone per distinguere sul serio i progressisti dai reazionari e dai conservatori e stabilirà delle unioni, che avranno ben più Junga durata di quella che le necessità del momento imposero ai radicali, ai repubblicani ed ai socialisti nei ballottaggi del 13 novembre. E sin da ora si deve ricordare alla Tribuna che il nuovo trasformismo che essa adesso deplora - cioè l' Unione dei partiti popolari - fu caro a Giuseppe Zanardelli e rese possibile il ritorno al potere di Giolitti. Che cosa non direbbe ora l'antico deputato di Brescia, se fosse vivo, di fronte a quel trasformismopiù veroe maggiore, che risulta dagli abbracciamenti nefandi e mostruosi tra progressisti e clericali? ♦ Ed ora al significato delle elezioni. Chi ha vinto; quale la direttiva indicata dal paese alle classi dirigenti ed agli uomini di governo ? Le vanterie dei giornali ufficiosi e dei conservatori sono oramai dimostrate infondate dalle cifre, più che dalle chiacchiere. Il governo si era appellato :11paese contro l'Estrema Sinistra per l'ordine del giorno del 21 settembre, che proclamava l' indegnità del suo capo ; il governo aveva preannunziato la disfatta dei tre gruppi parlamentari , che la componevano. Ma non riuscì nell'intento; anzi il suo fu un fallimento reso più clamoroso dalla sicurezza del risultato preannunziato , dalle condizioni in cui si svolse la lotta , dai nuovi fattori che impensatamente discesero in campo. Infatti dei tre gruppi della Estrema il socialista, che va fiero di avere visto quasi duplicato il numero dei voti dal 1900 al 1904, torna appena diminuito di un paio di deputati; i repubblicani non ne perdono alcuno; e soltanto i radicali, cioè l'ala avanzata dei monarchici , perdono sei o sette deputati . Colla perdita complessiva di una deçina di deputati

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