Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 21 - 15 novembre 1904

566 RIVISTA POPOLARE dimostrato, almeno pei repu bblic,mi, essere <lessa un verofumopasseggero come quello della LucreziaBorgia. Nel primo scrutinio infatti si erano perduto sette collegi - Milano, lesi, Ancona, Parma, Genova, Castellammare e Livorno; ma c'erano state due nuove elezioni di repubblicani-quella del D.r Numa Campi a Rocca S. Casciano e dell' avv. Auteri Berretta a Catania e una doppia elezione, quella di BattellL Coi ballottaggi abbiamo avuto un'altra doppia elezione, quella di Pantano) abbiamo ripreso il posto conteso di Rovigo, di Roma , di Rimini e guadagnati quelli di ForH, di Ravenna e di Massa. La decimazione degli invisi repubblicani, quindi, a conti , fatti è soltanto un pio desiderio. Dei tre gruppi del1' Estrema quali erano numericamente al momento dello scioglimento della Camera il solo repubblicano ritorna intero. La Tribuna che dice il contrario farnetica; e a quel signor Borgese, che si è affrettato a suonare le campane a morto sul gruppo repubblicano si può rispondere: crepi l'astrologo. Nel primo scrutinio i radicali non subirono alcuna perdita numerica ; anzi ci sembra che guadagnarono un seggio. Di fronte a Mangiagalli, Pennati, Caratti, Roccafermo, Altobelli, Palatini e Tamburini caduti c'erano Borghese, Manfredi; Romussi, Moschini, Rochira, Turco, Nitti e Fera nllovi eletti. Nei ballottaggi hanno visto cadere dei vecchi, Girar~ini, Silva, Manzato; ma tra i D uovi eletti ci sono· Mira, Vicini e Fazi. Nella seconda votazione mentre i repubblicani ripresero le antiche posizioni e non furono diminuiti i radicali, benchè molti dei loro siano rimasti soccorn benti, invece furono battuti sonoramente i socialisti: ventotto di essi nientemeno erano in ballot• taggio, ma appena tre, Cabrini a Milano , Noè in Messina e F~rri a Portomaggiore, riuscirono a spuntarla; e tra i caduti delb giornata ci fu il r ofri ch'era un uomo di valore. Ferri non riusci a Roma, benchè l'avversario che si trovò di fronte fosse tra i più deboli che si abbia il cosidetto partito del- }' ordine; tanto eh' è stato messo alla berlina dalla stessa Tribuna. I socialisti, però, hanno ragione di rallegrarsi per lo aumento straordinario di voti ottenuto, benchè a tale aumento si debba fare la tara. In Sicilia ad esempio , il valore personale di qualche candidato, come il Marc:hesano, sospinse alcuni milionari autentici a votare per lui; altrove, a Reggio Calabria, nella provincia di Siracusa e in vari altri collegi il desiderio di fare un dispetto al deputato uscente e la speranza di dargli il gambetto con un socialista per poi ripigliare il collegio con un uomo proprio spinse monarchici, conservatori e reazionari a votare pei più autentici sovversivi. Cosi si vide un Caflare] li, che fu il candidato di Di Rudinl nel 1897 , caldeggiare la candidatura di Alessandro Tasca pur di far fare un capitombolo a Cirmeni. Nè il fenomeno si limita al mezzogiorno: in una corrispondenza dell'Avanti! (9 novembre) si confessa che i monarchici in buon numero hanno votato pel socialista Masini per antipatia a Muratori. Queste elezioni poi hanno ratificato meravigliosamente le osservazioni antiche nostre sulla ridicola fabbrica a vapore delle coscienze nel mezzogiorno. A Bari il migliaio circa di voti ottenuti altra volta da Ferri si residuano a 260; le migliaia di voti di Corato per Barbat~, pe_rimpedire che l3ovio ponesse piede nel collegio natio, si ridussero a 260 per Francia; la campagna diHamatoria di Salvemini contro Pansini a Molfetta procura appena 121 voti ,id un uomo éome Ettore Ciccotti. Più sinceri e più genuini, invece , sono stati i voti ottenuti dai repubblicani. Questo partito non è di moda. Chi cerca facile popolarità si appiccica l'affisso di socialista; chi spera avvicinarsi al potere s'inscrive tra i radicali come nel 1876 s'inscrivevano alla sinistra. D'onde alcune fioriture fuori stagione di radicali , che fanno ridere o suscitano il disgusto in chi ne conosce i precedenti. E' giustizia avvertire, però, che male si farebbe a computare come voti repubblicani i quattromila ottenuti da Pantano e da Colajanni nei collegi di Giarre e di Castrogiovan ni. ♦ Sbrigatici della statistica dei risultati delle elezioni generali e riserbandoci di esporre in ultimo il significato complessivo delle medesime. dobbiamo fermarci su alcuni fenomeni che le hanno accompagnate, la cui conoscenza giovera pel giudizio definitivo. Una parola sui metodi adoperati dal governo e dai candidati nella lotta. Non verseremo mo! te lagrime, per quanto la cosa non sia afta tto di nostro gusto, sulla corruzione esercitata dai candidati. E' fenon1eno antico e diremo quasi universale: ha proporzioni gigantesche negli Stati Uniti; tali le ebbe anche in Inghilterra. Per frenarla in Italia forse riuscirebbe assai opportuna la recente legge inglese, che esclude dalla deputazione per un non breve periodo - per due legislature, se non erriamo,-i candidati, la cui elezione venne annullata per corruzione. Il provvedi.nento riusci efficace nel paese classico dei borghi putridi; potrebbe giov,1re anche nel nostro dove i. c.rndidati ali' ultima ora telegrafano di comprareporci a qualunqueprezzo. E' cosa, però, del tutto italiana - almeno per le proporzioni - la ingerenza del governo nelle elezioni e che non è superata se non in Ispagna, dove, perciò , q ualu~que g9verno riesce ad ottenere una enorme maggioranza. Ragioni di spazio non ci consentono di lumeggiare le numerose forme dell'ingerenza, che vanno dall' innocua e ridicola croce di cavaliere alla promessa d:impieghi, alla piccola soddisfazione d'interessi locali e di vendette personali, alla pericolosa impunità e alle agevolezze accordate a malfattori specialmente nel mezzogiorno e in S_icilia. Illustrammo altra volta il Caso Mirri e non occorre ritornarvi su. Ma :n queste elezioni si è mag~ giormente sviluppata una forma d'ingerenza del governo, ch'è b più detestabile e che potra avere, se continuata, conseguenze perniciose nell'avve·nire: parliarno dello intervento dei soldati nei locali dove si vota o nei dintorni a scopo d' intimidazione dei pusilli e - peggio ancora - per proteggere i bravi dei candidati del governo reclutati nella mala vita e che hanno agito sfacciatamente violando tutte le leggi, falsando il responso delle urne. Questo intervento delle truppe è stato veramente abbominevole a Napoli e a Castellammare di Stabia contro un socialista , Cicc9tti , e contro un repubblicano, Rispoli, Aggiungiamo che se il vociare assordante dei socialisti della Vicaria ed un balordamente minaccioso manifesto della Borsa del Lavoro di Na- ,J

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