Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 21 - 15 novembre 1904

... I l R I V I S T A ·p O P O L AR E 583 chezza, di salvarsi l'un l'altro, ma inetti ad agire, inetti a lottare, inetti a vivere, destinati infine ad aspettare che Iddio li liberasse dai triboli , ad àspettare la morte pacificatrice, solo quando il giorno della liberazione fosse venuto ». * E romanzo di morte è anche il quinto, di questa Biblìo- _teca della Nuova Antologia: ma di morte per burla, stavolta. li fu Mattia Pascal, di Luigi PIRANDELLOè, ìnfat i una delle consuete bizzarre fantasie del fecondo umorista siciliano, che si leggono alternando la schietta risata l'.0n l'emozione patetica, e la scrollata di spalle che desta l'assurda panzana, alla intensa illusione d' assistere a scene di vita reale: questo Mattia è un origina le che, malcontento della moglie e disperalo della suocera , scappa di casa e sparisce, senza nessun piano prestabilito: arriva a Montecarlo, gioca, vince, si fa un peculio; intanto, al suo paese si trova un cadavere d'annegato, sfatto, sfigurato: lo credono lui, suicida, e lui legge la notizia nei giornali , e non la smentisce; la moglie si rimarita; e dopo due anni lui torna .... e voi potete figurarvi che partito può .trarre da una simile situazione uno scrittore della forza del Pirandello. Io dico soltanto, che avevo letto , con molta ilarità,{il romanzo nell' «Antologia >>, aspettandone con impazienza, di quindici in quindici giorni, i fascicoli; e che l'ho riletto con gusto , quasi tutto, anche ora, ma, pel diverso stato dell' ani mo, ricercandone le pagine più profonde e più meste, e ricevendone un' impressione tutta nuova , tutta intima, tutta delicata. Tito MARRONE,un altro siciliano, ave\1a già stampato, a Palermo ed a Trapani, quattro volumi,<< Cesellature>,, « Sicilia»,« Le gemme e gli spettri », « Le rime del commiato»; ma a me, lo confesso, il suo nome e il suo valore furono ri \Telati per la prima volta, improvvisamente, da queste Liriche (Roma, Tip. Artero) che ho sotto gli occhi, e che ho lette e rilette ad alta voce, con. crescente mera viglia e taluna con vero e caldo entusiasmo: varie e ricche di metri e di ispirazioni, sonanti di musica, ardenti di sole, vive d'immagini, queste <<Liriche »·sono senz'altro frn le migliori che ci abbia dato la nuova fioritura poetica di cui s' allietan le lettere nostre contemporanee: i più eletti poeti nostri potranno infatti averci e' ato qualcosa d' equivalente a qnesti versi del Marrone <<Alla fortezza, Fontana di Trevi, La morte dei Centauri, La danza di Fauno, Sopra una bibbia, Il monte, I molini, L'antro del ciclope, Laus fontis, Sole d'inverno, Le memorie, Primavera d'ottobre»: ma nulla, o ben poco, proprio ben poco, di superiore. Leggete « Fontana di Trevi», per esempio, ~ ditemi se esagero: « Oggi, dicembre levasi al mattino in veste di serena prima vera, e stempera con mano più leggèra l' azzurro sopra il marmo tiburtino; e il sole, con un suo_ riso divino, tocca la mitra, gli angeli, la nera iscrizione in aulico latino, d' onde papa Clemente ancora impera. Nicola Salvi, la tua fonte versa, come l'acqua alle conche, al nostro cuore un gran flutto di gioia e dì potenza: l' anima già nel tedio sommersa riacquista l'antico suo valore, per la pontificai munificenza ». Poeta meno maturo e meno sicuro , ma che conosce la nobiltà dell' arte sua ed è consapevole , delle esigenz~ della sua tecnica , e che • se giovane, potrà qufodi fare ancor molta strada, è Aristide Marino GIANELLAd;al cui volumetto Suora Luce (Torino, Streglio) riporto a titolo di saggio questa ~ Calma », che mi sembra una delle migliori poesie contenutevi : ~ L'unghia dd vento a Torme con un notturno assalto ghermt le nubi: in alto s'aprono \1Ìve forme. Il cavo azzurro splende di tremule facelle; quanta armonia di stelle muta e tranquilla pende I Vaga nel ciel come una bianchissima dolcezza, raggia una tenerezza di luci: ecco la luna· Dietro l'accesa cresta de le moutague sale, giù stendesi l' eguale canto de la sua fesrn; ed ogni cosa appare tacitamente bella nel fascino di quella malinconia lunare ». * Quand'io ero scolaretto di ginnasio a Reggio di Calabria, una raccolta di versi_ di Pietro Paolo Parzanese vi era adottata come libro di lettura: sicchè il solo titolo, Studii sul Parzanese , del volume del professore Domenico SANTORo, edito a Chieti da Nicola ]ecco, bastò a ridestarmi nei sensi e nel pensiero tutta una folla d'immagini, di ricordi, d'emozioni, di pensieri di quella mia lontana ed, ahimè, in ma,- sima parte obliata adolescenza. Leggendo , poi , ogni pagina evocava più preciso e determinato un momento, un. luogo, una persona, i maestri, i compagni, i miei, la mia casa, la mia vita ....: Pare che qualcosa di simile provasse pure l'autore scrivendo , giacchè egli dichiara nella prefazione di essere stato incitato a questo lavoro dal desiderio di conoscere più da vicino un poeta, del quale il nome e. parec..:hi canti gli furono famigliari fin dalla prima fanciullezza. Mai, dunque, più perfetta rispondenza di questa, poteva desiderarsi fra l'animo del lettore e quello dello scrittore; nè mai ( mi è e;rato sogginngere subito) potevo augurarmi io a mia volta un cosi completo soddisfacirn~nto d' ogni mia curiosità intorno al poeta dei miei primi sogni. E dico di proposito « intorno· al poeta>>, anzichè <<intorno all'uomo», perchè quello che il Santoro ha voluto fare ed ha fatto , non è punto uno studio biografico, ma uno studio critico nel vero senso della parola , cioè un largo ed esauriente esame dell' opera compl~ssiva del poeta, non inquinato, contro la moda odierna, da alcuna indiscreta e importuna indagine sulla sua persona, che non sia fondata su ciò eh' egli stesso volle spontaneamente rivelarne ai contemporanei ed ai posteri. Quesw libro , dunque , non apologetico a modo di tanti che se ne fanno da gente che facilmente s'infatua del proprio eroe, nè , d' altra parte, inspirato a quella critica pessimista che in ogni uomo che esca dal grigio dell' anonimo e del1' incognito vede un· soggetto da clinica psicopatica, anzi da clinica generale, e poco meno, ancora, che un degenerato di tutte le facoltà fisiche e psichiche, e quindi uno scampato per miracolo alla galera o alla forca, questo libro, dico, esamina e giudica con esemplare imparzialità e serenità tutta l'opera del poeta e dell'oratore: e recando a riprova citazioni abbondanti e caratteristiche, arriva a concludere che il Parzanese poeta ondeggiò , col suo tempo , tra il classico ed il romantico, non senza un che di rudè, di primitivo, d'arcaico, che gli veni\1a dal suo paese, dalla sua razza, dal suo isolamento; che errò nel seguire, aozichè la sola e naturale inspirazione sincera, lo sterilizzante preconcetto dell' arte moralizzatrice e missionaria ; e che poi , come oratore sacro , fu assai disuguale, a sprazzi di viva luce e ad ombre di stanca retorica; ma che trasse da un sicuro possesso, non della lettera solamente, ma dello spirito epico e lirico della Bibbia, i suoi materiali , integrati di sani elementi classici latini e italiani, assimilati da una vigile e calda fantasia d'artista, vivificati dal contatto con h realtà quotidiana, dall' attrito coi problemi urgenti dell'ora. ~ Io non ho avuto occasione, sin qui, di sentire in teatro L'albergo dei poveri di Massimo GoRKI: ma credo che difficilmente potrei riportarne un'impressione più profonda e terribile , di quella che mi ha data la lettura in volume dell'eccellente versione fattane <la Cesare Castelli e stampata da Roux e Viarengo: è tutto il mondo corrotto e degenerato della Russia odierna, quello che passa pei quattro atti del

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==