.. RIVISTA POPOLARE 581 La scuola e la stampa -~--~---- La Rivista Popolare diede sempre ospitalità agli scritti riguardanti la scuola. L'alto interesse nazionale e sociale della pubblica educazione, gl' interessi moralr ed economici dei mae·stri e dei professori non potevano non trovare in questo periodico come una libera palestra per la libera discussione che fa strada alle nobili idee e isterilisce le altre. Ora essa accoglie invece una speciale rubrica destinata a proiettare in brevi riassunti le discussioni della stampa - della stampa scolastica in ispecie - sulle più vitali questioni educative, didattiche, politiche ed economiche relative alle scuole ed agl'insegnanti. Seguendo le tradizioni della Rtvista Popolare e gli ordini precisi del suo direttore , i riassunti di - << La scuola e la stampa >, - saranno rigorosamente obbiettivi ; saranno il terreno più disadatto alla meschina esposizione delle meschine vanità di questa nostra professione della penna, la quale non deve e non P.otrebbe mai in queste colonne, diventare un mestiere. Nè soffietti, nè invettive, adunque; ma la pma cronaca della scuola in relazione alla stampa. I nomi degli autori degli articoli saranno indicati in parentesi, siano essi dei veramente chiarissimi, degli « sconosciuti ai portalettere» o dei ... così.così. Cosi intesi, la modesta nostra rubrica incomincia con questo numero. Il suo compilatore non si fa illusioni. Egli ha una sola speranza : quella di non riuscire del tutto inutile ai lettori, fra i quali abbondano solerti soldati e provati amici della scuola. ♦ La stampa scolastica italiana, la quale fu in quest'ultimo ventennio la rimorchiatrice instancabile e la fedele interprete della numerosa classe magistrale, è ormai in un periodo meritatamente fortunato del suo sviluppo. Torino, Milano, Firenze e Roma contano ben nove grandi riviste ricche di redattori e collaboratori operosi e valenti. Il Sii vestri prosegue a Torino il suo lavoro perseverante a prò della scuola e dei maestri nella vecchia <( Unione dei 11iaestri >> fondata dal Pozzi e che egli dirige con fortuna da vari anni. Ed a Torino anche prosegue le sue publicazioni la battagliera « Staffetta scolastica » del prof. Miraglia. A Milano vivono sempre vita florida << Il Corriere delle _maestre», del Fabiani, e la« Scuola», che ha rinnovato quasi tutta la sua redazione~ Ad esse si unisce ora la « Tribuna scolastica, intorno alla quale si è raccolta tutta la vecchia redazione della « Scuola ». I « 'Diritti della Scuola» hanno trasportato trionfalmente le loro tende a Roma, a Campo Marzio, sopra « le Venete », · il ritrovo convivale degli onorevoli. Dico trionfalmente perchè tutta la stampa d'ogni colore ha plaudito al fatto augurale, che accresce forza e simpatia alla già poderosa popolarissima rivista. Anche Roma ha la sua nuova rivista nella « Scuota moderna >) del Corti, una resurrezione lungamente meditata del « '.l(jnnovamenioscolastico». Ac~anto ad essa cc•ncinua sempre le sue pubblicazioni « Il Nuovo educatore», del Veniali, sincero amico della scuola a dei maestri. Firenze ha sempre la sua aristocratica << 'R._assegnsacolastica» ' fiera del suo bel passato, fidt!nte nell'avvenire, diretta dall'illustre prof. Giannitrapani. Altri periodici scolastici vanno e vengono per la penisola, ma non tengono poste in prima fila. Fra i buoni che lasciarono desiderio di sè fu << La smola dell'avvenire » del Caccialupi, cui mancò la lena non per negligenza del suo valente direttore. Non trascureremo le riviste puramente scientifiche, i 'Bollettini » ed i giornali politici quando abbi.mo articòli professionali interessanti e che ci sia dato avere sott'occhio. ♦ Queste sono le forze che tengono il campo. Gli argomenti di attualità abbondano. Il Congre5so de' maestri a Perugia con la successione Credaro, in persona dell'on. Caratti, quello dei professori a Roma col famoso ordine del giorno Barbagallo e i rumori e le scissure che ne derivarono; il prossimo Congresso degli ispettori scolastici - che farà sentire l'alto lamento di questa classe benemerita tanto male" trattata, tanto bene canzonata - fornirono e forniranno i soggetti per decine e decine di articoli. Fuori di questo campo, oltre importanti questioni vanno occupando la stampa scolastica: primeggiano fra esse· il Monte pensioni dei maestri e le scuole italiane all'estero. Intorno al primo ha un articoletto, invocante una riforma urgente, il 1° numero dei 'Diritti (Quirita) ; intorno al secondo, la Scuola moderna pubblica un'intervista ( Tiberitto) col Direttore generale Comm. Scalabrini. L'Unione cli Torino ha un articolo - << La coscienza scolastica >>- inneggiante al valore ed ai resultati morali dei Congressi, che conclmle: - « Né servi, nè ribelli, ma uomini li- « beri, che, consapevoli della loro ci vile missione di educa- « tori , chiedono all' oblioso governo la riforma delle scuole « italiane ». In un altro - « I 'Delitti dellascuola » - biasima « la criminosa consuetudine di prolungare, contro ogni principio pedagogico e igienico , l' :111110 scolastico fin nel (cuore dcll' estate». ♦ Sono questi gli articoli v1st1 10 un rapido sguardo ai periodici , piovuti sul mio scrittoio con un diluvio di stampe d'ogni grandezza e colore. A quest'altra volta una rivista delle riviste, senza cappello e.... con più corpo. ( Roma). FRANCESCO AL TE ROCCA 111111111111111 I IIII 11111 IIII I I li li llll I lllll Il lii 11111111111111111111 I li ll'llll, 1111111111 ~TB~èONCINI èBTTBR~RI XXI. Enrico Panzacchi - GuglielmoFelice Damiani - La storia di due anime - li fu Mattia Pascal - Un nuovo poeta - Suora Luce - Studi sul Parzanese - L'albergo dei poveri - Parole d'un ribelle- Le buoneusanze- La via ·della fortuna. Scrivo nel giorno dei Morti, e il pensiero mesto mi corre al morto recente, ad Enrico PANZACCHI.Figlio del popolo, e del popolo bolognese, il Panzacchi ne era, fisicamente e spi-• ritualmente, uno dei più belli, più completi e più tipici esemplari: alto, forte, quadrato , eretto, sereno, faceva pensare, incontrandolo, al magnifico gigante ignudo di cui va lieta e superba la bruna città delle torri; la cattedra di estetica gli competeva, direi quasi, per diritto divino: più ancora che per ciò che sapeva e che sapeva insegnare , quel posto gli era dovuto per ciò che sentiva e faceva sentire, anzi per ciò che era egli stesso , per ciò che la sua potente persona rappresentava ed esprimeva. Panzacchi era infatti il buon gusto fatto persona : l'equilibrio, l'armonia, la temperanza incarnati in un uomo: onde il suo amore placido e uguale, senza esclusivismi settari e senza fanatismi chiusi, per tutte le cose belle della natura e dell' arte , della vita e del sogno ; onde la sua competenza sicùra e tranquilla a gustare ed a giudicare le magie d' un paesaggio e gl' incanti d'una signora, le finezze d'un quadro e gli splendori d'una lirica, le rnelodie d'un melodramma e le sugge$tioni d'un monumento, la maestà d' un'opera clas-
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