Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 21 - 15 novembre 1904

574 RIVISTA POPOLARE romanzo o una poesia, un quadro o una statua possano divenire opere d' arte; aazi, quanto più questo spirito d' esame e di critica è sviluppato, tanto più cresce il valore dello scienziato e dell' artista. Questo spirito di esame e di critica sarà pure un derivato morfologico della tendenza alla rivolta - come dice Ramon - tendenza che, a mio parere, innata nell' uomo, si mani· festa in grado maggiore o minore secondo i diversi temperamenti; ma è pur vero che negli scienziati, nei letterati e negli artisti questa tendenza, raggiungendo l' ipertrofia nelle ricerche scientifiche e nelle opere ar_ tistiche, si atrofizza qnasi completamente a riguarào delle ingiustizie sociali e delle brutture umane, talchè un letterato si sdegna più facilmente, a mo' d' esem. pio, per una legge grammaticale offesa o per 11nastonatura estetica, anzichè per cui sommità deve assidersi non il capitalista o l' imperatore, ma l'uomo di genio , il · e superuomo >. Ora data questa piramide sociale , che - alla stessa maniera delle proposizioni coord_inate e subordinate e delle classificazioni filosofiche - s' imprime nella mente del1' uomo di lettere, come può costui volere una vera democrazia, in cui la piramide sarebbe rovesciata e l'uomo di lettere, se di mediocre valore, verrebbe confuso con la massa? L'ordine sopratutto! Il «disordine» -. · cioè un altro regime politico -- riuscirebbe antiestetico e toccherebbe i nervi irascibili dell' uomo di lettere assuefatto ai gesti di parata e alla cosiddetta « signorilità» ... non semplicemente artistica ! Ancora: l' indirizzo reazionario non è semplicemente dettato dalla ragione di non volersi trovare - come sacramenta il Misasi - acun assassinio commesso a scopo di conservazione politi~a. D,,po il voto canto a degli operai ; ma anche e precipuamentt dal fatto che i letterati, studiosi, per necessità , più dell' antico che del moderno, all'antico si affezionano , il moderno sopportano controvo.-• glia e il nuovo più o meno a~orrono, e diventano osti• natamente misoneisti. È un fatto che Dante, nel trecento , sognava l' imperialismo universale con Roma « caput mundi >; che Machiavelli aveva pur Roma a Ed anche per questo riguardo la mentalità del letterato è più propensa a un governo reazionario che liberale, e più a un regime monarchico che repubblicano. " Prima di tntto il lette rato di:ffici imente riguarda gli altri uomini come suoi eguali, per una certa boriosa vanità che lo possiede in maggiore o minor grado, e quindi crede che tutti gli altri debbano limitarsi a fargli la ruota ; è vero che la ruota - se si tratta di I- .? modello; che l' Al.fieri voleva la repubblica, ma in astratto e sul tipo romano e s'inviperì quando i Francesi vollero farla davvero. E cosi l' Ariosto faceva la caricatura del « cacafoco • di Cipersone potenti, di re e ministri - la fa piuttosto lui e canta qa menestrello, per non applicare a sè stesso il detto del filosofo greco omnia mea mecuni; ma negli altri casi disprezza gli umili per ingegno e per quattrini. - E ora staremo a vedere se il nostro deputato manterrà ciò che ha promesso al Paese. - lo, intanto, mi son fatte anticipare cinque lire. (Pasquino) mosco (tale parmi che sia quell'episodio dell' Orlando. Fw·ioso), cioè la caricatura di una nuova invenzione ; Leopardi rimpiangeva le fai questo disdegno per Ja folla è pien,a l'opera di molti scrittori, i quali per principio e partito preso, come nel caso dei « superuomini ~, o per un certo selvaggio egoismo artistico tendono a conservare la produzione d' arte lontana dal contatto delJa folla ignorante e profana. Orazio, che in omaggio all'imperatore scherzò sulla sua fuga dall'esercito repubblicano, cantava sdegnosamente Odi p1·ofanum vulgus et m·ceo; ed il nostro. Oard11cci, che cominciò da giovane a pugnare per la buona battaglia , dopo andò man mano accentuando il suo sdegno per la folla e finì con lo scrivere odi in omaggio ai principi e alle regine, contro cm aveva invocato la Dea: " Deh ! vieni, o Dea, col bianco piè premendo Mitrie e corone ! ,, Appunto da questo disdegno per la folla trae origine il sistema dell' egoarchia e della piramide sociale, alla , vole antiche , e perfino recentemente A. G. Barrili, in uno dei suoi romanzi , si faceva pigliare dalla nostalgia dei viaggi in carrozza, e A. France manifestava nel Jm·din d' Epicm·e una certa antipatia per le macchine e per la meccanica: « ce peuple d'ingénieurs ! > Sicchè i letterati - per servirci in qualche modo dell'immagine dantesca - sono come quelli che vanno di notte e portano il lume· dietro le spalle, solo. elogiando e indicando a modello il passato, senza curarsi di vedere se nell' età moderna ci sia niente di buono, che superi o almeno compensi quello .che c' era di buono nell'antichità. E naturale che anche perciò essi si sentano trasportati con maggior piacere verso la reazione ch_everso la libertà e la democrazia, perchè la reazione pone il suo . programma nel passato e la democrazia pone le sue speram~e nell'avvenire. Altro comma del loro programma è l'imperialismo

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