Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 21 - 15 novembre 1904

RIVISTA POPOLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali Direttore: Prof. NAPOLEONE COLA.JA.NNI (Deputatoal Parlamento) Esce in Roma il 15 e ~I 30 d' ogni mese Italia: anno lire 6; semestre lire 3,50 - Estero: anno lire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cent. 30 Amministrazione: Co1·so Vittorio Emanuele n.0 115 - NAPOLI Anno X - Num. 21 ABBONAMENTO POSTALE Roma, 15 Novembre 1904 SOMMARIO: Noi: Gli avveu1meuti e g·li uomini: (Civiltà tedesca!... - Le ultime prodezze dei reazionari francesi - La politica interna del gabinetto Inglese e l'incidente di Hull - I gratticapi dell'Inghilterra nel Sud-AfricaIl trattato Anglo-Tibetano - La elezione di Roosevelt) - Statistica elettorale dei partiti popolari - La Rivista: A battaglia finita: Constatazioni e riflessioni - Dott. N. Colajanni : Socialismo e ériminalità (continuazione e fine) - Enrico Grimaldi : I letterati e la politica - John Foster Carr : Gl' italiani negli Stati Uniti - SperimentaUsmo sociale: Le ferrovie inglesi - FrancescoAlterocca: La scuola e la stampa - Mario Pilo : Stelloncini letterari - lUvista delle Hlviste: Paradossi elettorali (Vita Internazionale) - Le finanze di guerra nel Giappoqe (Die Nation) - Il Principe Svintopolk Mirsky (Free <](ussia) - Donne sane (Die Zukunjt) - La questione dell'alcoolismo nel Belgio (Sunday at lJOme) - L'ammiraglio Togo (Century magazine) -'- L'insuccesso di Kouropatkine (Scribner) - La società e il Tramp (Forni[htly) ~ Recensione :.._ lllustrazloul nel testo. · ' ' t:>ittigette lettette e eatttoline ..v..aglia all' 0n. N. '2olajanni = N1\1?0LI. GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI Civiltà tedesca! ... - Il partito pangermanico che vorrebbe costituire un grande impero dal Baltico e dal Mare del Nord all'Adriatico conta i suoi più fanatici partigiani nel Tirolo tedesco. Questi pangermanisti sono intellettualmente dei pazzi furiosi, che credono come in un dogma alla superiorità della loro razza e che guardano con grande disprezzo a tutte le altre che considerano come inferiori. Nel Tirolo si trovano a contatto immediato cogli italiani; donde la frequenza dei conflitti tra tede8chi e nostri connazionali. Un governo che possedesse la più elementare sapienza politica si studierebbe di diminuire le cause di attrito tra i rappresentanti delle due nazionalità che r da tempo sono in lotta pel predominio della propria lingua. Quello che risiede in Vienna , forse sotto la ispirazione dei clericali e dei militaristi, che trovano la loro più schietta personificazione nel vecchio Impe1·at01·edegli impiccati, con ostinazione degna di mentecatti e di delinquenti pare che trovi la sua maggiore voluttà nel moltiplicarle. Perciò costrinse gl' italiani dell' Impero a seguire i corsi di giurisprudenza nella Università d' Innsbrti.ck, la capitale del Tirolo. -Gl' inconvenienti del ,con-tatto--tra studenti italiani e tedeschi si ebbero presto. Per alcuni anni ci furono semplici malumori ed attriti non violenti tra insegnanti e studenti delle due nazionalità ; in questo, che sta per finire la forza brutale prese il sopravvento. I tumulti sanguinosi indussero il mulesco signor Korber, presidente del Ministero austriaco, a provvedere ... austriacamente. Invece di fondare una Università italiana in Trieste , dove troverebbe la sede e l' ambiente naturale, egli e il ministro dell'Istruzione Hartel credettero di riparare a tutto sdoppiando la facoltà e assegnando un locale speciale a quella italiana nella stessa Innsbrti.ck. Il provvedimento contrariava le legittime e ardenti aspirazioni degli italiani, che vogliono la loro Università italiana in terra abitata prevalentemente da italiani come l'hanno i Boemi, gli Ungheresi, i Tedeschi. In ogni modo essi mostrandosi rispettosissimi della legalità, benchè a malincuore, pensarono ad inaugu • ·rare pacificamenta e solennemente la loro separata facoltà e coronarono con applausi le prime lezioni dei professori Galante, Lanza e Lorenzoni. Non l'avessero mai fatto! Gli studenti tedeschi, i . superuomini del pangermanismo, si decisero ad insegnare la civiltà agli italiani aggredendoli brigantescarnente nei 1·estattrants e nei locali dove si trovavano riuniti. I nostri frateili si difesero valorosamente e si ebbe una mischia sanguinosa nella quale molti caddero feriti dall'una e dall'altra parte e ci fu un morto tra i tedeschi - un noto pittore, il Pezzei, cui sono stati resi onori funebri solennissimi , con intervento di trecento signore che portavano delle corone. Noi che amiamo che rimangano pacifiche le relazioni dei due paesi e che non risparmiammo il nostro biasimo al De Gubernatis, che provocò i tumulti di altra volta, non sappiamo adoperare oggi parole abbastanza roventi contro la selvaggia e scellerata aggressione consumata dai tedeschi ; e non sappiamo troyare frasi adatte per bollare come si deve il sindaco di Inns_briick, che ha cercato invertire le parti ed ha denunziato gli italiani come vili assassini in un fiero telegramma al governo di Vienna. Ah ! miserabile ! sono assassini coloro che si difendono ; e come si -devono chiama:re coloro,' che proditariament-e e in 'numera' schiacciante ' assalgono i pacifici cittadini che esercitano un loro diritto nei modi che vengono loro imposti dal governo? I tedeschi non vogliono gl'Italiani ad Innsbrti.ck; e gl' italiani non vorrebbero andarvi. Ma è il governo austriaco che li costringe colla forza ad andarvi ! Se c'è un colpevole, adunque, è il Cancelliere che siede a Vienna e la cui responsabilità è tanto maggiore in quanto, come afferma il Piccolo di Trieste, egli aveva previsto i disordini attuali. - _ La condotta dei tedeschi d' Innsbrti.ck , che si sono abbandonati al saccheggio ed alle devastazioni selvagge.- incoraggiati anche dal contegno del borgomastro e dell'Arciduca Eugenio, comandante del XIV corpo di esercito, che non avrebbero voluto fare intervenire le truppe per impedire la continuazione dei vandalismi dei civilissimi - la loro condotta, ripetiamo ha incontrato il biasimo della stampa europea. Ad onore del vero aggiungiamo che anche i maggiori giornali dell'Impero hanno energicamente riprovati gli ,...,

562 RIVISTA POPOLARE eccessi -dei tedeschi d'Jnnsbruck e la politica balorda, se non criminosa, del Koerber. Anche il P1·emdenblatt, giornale ufficioso, non li ba risparmir..ti. Il giudizio della Zeit, l'organo autorevole e liberale di Vienna, è degno di e<isere conosciuto. Essa fece queste savie ed oneste considPrazioni : « In11tilmen té si cercherà nella storia delle lotte nazionali in Austria una descrizione di scene terrificanti come quelle di Clli si ha notizia da Innsbriick. Questo sfogo violento di odii nazionali è senza esempio in Austria. La causa purtroppo è n•)ta. Al Governo, nei suoi imperscrutabili disegni , piacq ne erigere la facoltà italiana proprio in quella città che da anni è teatro di lotte accanite fra tedeschi e italiani. Inutilmente ambedue le nazionalità ammonirono il Governo, inutilmente ambedue protestarono: il Governo doveva scegliere proprio la città tedesca di Innsbrùck a sede della facoltà ifadiana. Sarebbe stato dovere del Governo di prevenire i disordini: ora vediamo come abbia fatto il suo dovere. La notte di ieri di Innsbriick lascierà profonde, forse incancellabili tracce nella · vita politica dell'Austria, forse distruggerà per sempre quell'armonia fra tedeschi e italiani e quel!' accordo che anni fa regnava ancora. Ma non solo la politica interna, bensì anche quella estera dell'Austria è colpita nel suo punto più vulnerabile. Gulochowski era riuscito, con l'aiuto di Biilow e dell'imperatore di Germania, a migliorare i rapporti con l'Italia, ma la novissima fase della questione universitaria italiana manderà a rotoli tutto il lavoro della diplomazia. Que:;ti sono i frutti deJla funesta politica di provocazione • (1). Abbiamo detto che la politica del Korber può esser-e criminosa; e tale egli si sforza di farla credere sospingendo alla guerra i due Stati alleati. Se a tale risultato si perverrà su di lui cadranno le maledizioni delle due nazioni. ♦ Le ultime prodezze dei reazionari francesi. - A misura che in Francia si consolida la repubblica democratica, e che lo spirito repubblicano penetra vie maggiormente nella scuola e nella caserma, i clericali, gl' imperialisti, gli orleanisti che si nascondono sotto l' etichetta del nazionalismo , perdono la bussola ed impazziscono: la violenza e la diffamazione di veng0no le armi predilette cui ricorrono quotidianamente. Combes, presidente del Consiglio e Andrè ministro della guerra sono p1esi di mira a preferenza degli altri ministri; e con ragione perchè a Combes si deve la lotta aspra contro le Congregazioni e contro i gesuiti e ad Andrè }1:1, repubblicanizzazione dell'esercito. Qui più volte fu ricordata la lotta di Combes; e non sempre lodata. Ora viene la volta di ricordare, la lotta , forse più necessaria , intni presa da Andrè ; il 'luale volendo reagire contro trent' anni di partigianeria sfacciata dei vari ministri della guerra in favore degli ufficiali reazionari e nemici delJa repubblica e in danno degli ufficiali sinceramente repubblicani ha or-· ganizzato, colla cooperazione della .Massoneria, una specie di spionaggio per conoscere quali sono le convinzioni politiohe dei medesimi. Se non ci fosse stato l' affafre Dreyfus, che rivelò come e quanto fosse nemico della libertà il corpo degli ufficiali superiori; se non ci fosse stata la disonesta preferenza in pro del!~ carriera degli ufficiali reazionari; se non fossero note le illegali ed antisociali manifestazioni antisemitiche degli stessi ufficiali ; se non si sapesse che essi sono colpevoli del ridicolo tentativo di pronunciamento antirepubblicano che finì colla con· danna e coll'esilio del donchisciottesco D,eroulède e che manifestarono la loro gioia quando alle Corse la fine fieur della degenerata aristocrazia francese insnltò in (l) La stessa Zeit il 6 novembre pubblicava un. articolo del nostro Direttorè in cui si prevedevano i guai ~ià verifica1is1. La Zeit in nota avverte che I articolo delron. Colajanni le era pervenuto prima dei tumulti d'InnsbrUck. maniera triviale il presidente delJa repubblica Loubet-; se tutto ciò non fosse stato, i procedimenti del ministro Andrà. per q nanto suggeriti da buone inten~ioni, sarebbero apparsi degni di riprovazione. Ma che se ne scandalizzassero i reazionari, via! la cosa è somplicemente grottesca. Comunque, l'idea dello spionaggio nell'esercito - e chi non sa eh' è sistematicamente praticato nell' esercito italiano? - e forse anche quella della ingerenza della Massoneria nelle cose del medesimo, suscitarono del malumore anche tra sinceri repubblicani. E se ne ebbero le prove nella diminuzione da una media di quaranta a quattro voti di maggioranza in favore del Ministero Combes, che si verificò nelle ·ultime votazioni della Camera dei deputati. . Il ministero Combes pareva spacciato; a rialzarne le sorti è venuto un masçalzone, il deputato nazionalista d9l secondo collegio di Parigi, il Syveton , che nella sednta del 4 novembre in seguito a vivissime discussioni e ad interpellanze svolte contro il ministro della guerra dai nazionalisti Guyot de Villeneuve Lasies, ecc. pensò opportuno di aggredire e di. colpire proditoriamente e fortemente il generale Andrè, vecchio a sessantasette anni. Non si descrive il tumulto che ne seguì. Tutta. l' Estrema dette del vile assassino al Syveton che fu salvato dal linciaggio dagli energumeni della Destra e dagli uscieri della Camera. Gli fu applicata la censura e l' e::ipulsione temporanea dall'aula alla qùasi unanimità e procurò al Minh1tero una insperata maggioranza di 107 voti. Il gimerale Andrè , nell· interesse della repubblica, si dichiara lieto dell'accaduto e benedice le ferite riportate. Ciò lo mostra degno del posto di combattimento dove si trova e noi gli auguriamo, che possa rimanervi sino a quando l'esercito non sia stato liberato dai nemici palesi ed occulti della repubblica, che ne minacciano sempre l'esistenza. ♦ La politica interna del gabinetto Inglese e l'incidente di Hull.- Non c'è che dire: Balfour è nato, come si dice in 1'oscana, vestito. [l governo che si era inspirato alla politica Chamberlanesca navigava in brutte acq ne; i suoi partigiani diminuivano; le elezioni parziali, nove volte su. dieci, gli andavano a rovescio; insoruma si facevano, sul conto del governo, le previsioni più nere. Già, in vista dei momenti dolorosi delle elezioni. il Balfour aveva con un suo discorso tenuto a Sheffield fatto sentire che il governo cominciava ad abbandonare l'amico al prossimo capitombolo. Gliene doleva, in verità, per0hè le simpatie del Balfour sono per il protezionismo ( a qualsiasi salsa lo vogliono, ma protezionismo) ma il paese façeva troppa. la voce grossa alle proposte di Chamberlain. Or dunque il governo , malKrado i tardi vi atti di contrizione di Balfour navigava male: qnand' ecco l'affare di Hnll. In verità Balfour è nato col :fiocchettino rosso. Non è qui, nè ora, il caso di studiare il fenomeno della tremarella collettiva nella flotta del Baltico e neppure di raffermarci a considerare se questi orsi mal camuffati da soldati di un paese civile, meritino tutti i riguardi di cui è . loro prodiga la diplomazia europea: è bene il caso però di studiare l'incidente di Hull in rapporto alla poli ti ca Inglese in terna. E in verità quell' incidente e questa politica non sembrano avere nessun rapporto diretto fra loro; nè in ogni altro paese che l'Inghilterra lo avrebbero. Ma qni, dove l'opinione pubblica ha tanto potere ed esercita, diremo quas~, una funzione di Stato, l'incidente di Hull ha tanta importanza nello svolgimento della politica interna quanta ne avrebbe avuta, e forse più, se l'incidente si fosse dovuto liquidare a cannonate. Vale dunque la pena di esaminarlo da questo punto.. di vista.

.. RIVISTA POPOLARE 563 Le prime notizie giunte a Londra· erano in verità più che gravissim~. Si _parla':a di _5 ?.att~lli a~ond~~i di una mezza dozzma d1 morti e d1 pm d1 venti feriti. Allora anche i più calmi fra i cittadini Ingle2i cominciarono a. perdere la testa: i giornali jingoisti, imperialisti, chamberlanisti, la persero completamente ed anche quando notizie più precise ebbero ridotto il fatto alle sue vere proporzioni,- due morti, quattro feriti un battello affondato,-essi non diminuirono d'una lin~a la violenza del loro linguaggio. Ma intanto, fatto che merita di essere considerato, i giornali d'opposi zione al governo, i no1.1guerrafondai, i non partigiani dell'eroismo a tutt'oltranza dicevano chiaro: O sodisfazione e scuse o la guerra; e si leggeva chiaro nei loro , edit01·ials ~ che aspettavano al varco il governo. E' un fatto che i valorosi che stanno sulla flotta del Baltico hanno una paura· cane dei Giapponesi; ne vedono, ne sentono, ne sognano dappertutto: che cosa faranno quando li vedranno e sentiranno davvero è difficile dire: il coniglio quando non ha più scampo morde; certo è che le cannonate sulJa flotta pescatrice furono un di quei brutti fatti dettati dalla paura, che hanno sempre conseguenze molto brutte. Questa volta il brutto delle conseguenze era toccato ai pescatori inglesi; era naturale che il popolo inglese e il governo britannico ne volessero sodisfaziene. Per il governo tutto stava nel sapere mantenere la pace, pur ottenendo le dehite e giuste riparazioni. Se il governo Inglese avesse dovuto far pigliare a cannonate la valorosa flotta del Baltico è più che certo che si sarebbero fatte, subito dopo, le elezioni e il governo avrebbe avuto la peggio per mille ragioni, ma prima di tutte perchè l' Editcation Bill -· la legge che mette l' istruzione elementare in mano ai preti della Chiesa Anglicana -- gli ha messo contro i due terzi del paese. Nel Galles, per esempio, le sct1ole del governo son disertate ed i ragazzi mandati nelle scuole aperte dai dissidenti e dai non-conformisti. La Elituazione non rosea per 11 governo poteva diventare assolutamente nera. E intendiamo che il popolo esigeva le riparazioni e le scuse dovute; ma siccome la Russia aveva l'aria di nicchiare, l' opinione pubblica cominciava già a farsi sentire violenta sotto le finestre degli uffici di Downiog street. E i giornali o i capi dell'opposizione · scontavano già il capi tombolo espiatorio. Senonchè i giornali che più consigliavano l'opinione pubblica a pazientare, ad avere fiducia che l' affare si risolverebbe onoratamente per l'Inghilterra, erano quelli stessi che il primo giorno avevano chiesto che- senza stare a sprecare tempo in chiacchierate - si calassero a fondo le navi della valorosa flotta del Baltico: i giornali furiosamente jingoisti, i giornali del governo. Il governo ha avuto così dinanzi a se un certo tempo e ha potuto obbligare la Russia a constatare che la valorosa flotta del Baltico potrebbe oltrechè dei Giapponesi aver paura anche degli Inglesi. E qui capita opportuna una osservazione. Si vuol dire: - L'Inghilterra mostra i denti, ma se dovesse fare davvero non sarebbe pronta-· e fa il giro dei giornali la storiella dell'unica scatola di carne in conserva nei depositi militari di Greenwich. Ora questa è una illusione-forse· un pio desiderioche le altre potenze europee farebbero bene a non coltivare, perchè può essere cagione di spiacevoli sorprese. Comoda all' Ammiragliato e al War offi,ce far dire che non c' è nulla. La rapidità della concentrazione delle due flotte della Manica e del Mediterraneo: la rapidità dell' arrivo della Home fieet alla sua base di operazioni e ~il quasi fulmineo disloco del C1·uise1· squadron ancoratosi alla chetichella nel porto di un Isola Inglese da dove potrebbe con rapidità piombare su Dunquerque: l'invio di due brigate di fucilieri a Queenstown - per una passeggiata - in pieno assetto di guerra; provano che l'Inghilterra potrebbe esser pronta. Ora questi fatti, che nel popolo si sono saputi, e l'aver costretta la Russia - che non aveva .punto voglia - alle scuse e alla promessa di indennizzo e di punizioni , hanno molto giovato al governo. Gli banno tanto giovat) che la sna posizione politica interna, che era scossa, si è raffermata; e mentre prima dell' incidente i giornali dell' opposizione affermavano indispensabili, a breve scadenza , le elezioni generali,· oggi non ne parlano più : cioè si , il Daily Cronicle dichiara che non è ora il momento più favorevole per interrogare il paes~. E questo è sintomatico. Naturalmente alle elezioni nel tempo voluto dalla legge c'è ancora quasi due anni, di qui là può darsi che il governo riperda qnel che ha guadagnato in quindici giorni, ma per ora il Ohamberlanismo, il Jingoismo, l'Imperialismo hanno il disopra e le Trades Unions che si preparavano a buttarsi per conto loro nel mo virnento elettorale ora n;cchiano e , forse , non ne faranno niente. E saranno, certamente, migliaia di voti che l' incidente di Hull , toglie alla opposizione liberale e ai socialisti. Decisamente Arthur I. Balfour è nato vestito. Un' ultima osservazione di ordine internazionale. I buoni rapporti ristabiliti tra la Francia e l' Inghilterra hanno contribtiito a rendere poco pericoloso l'incidente Se q11el trattato di arbitrato che fece sorridere gli scettici non fosse stato sottoscritto, a: quest'ora forse la guerra divamperebbe in Europa. ♦ I gratticapi dell'Inghilterra nel Sud-.&.frica. - Poichè siamo a parlare dell'Inghilterra, continuiamo. Scrivemmo altra volta, a proposito della introduzione della rnano d'opera cinese nel Sud-Africa che questa. vittoria dei capitalisti di J ohannisbourg avrebbe avuto dei brutti risultati per la politica inglese. In verità non credevamo che i fatti ci dessero tanto presto ragione. L'ingordigia degli sfruttatori ha messo fuori dei gangheri anche la pazienza dei cinesi gente, di natnra incredibilmente paziente. E c'era da aspettarselo e non bisogna sorprendersene. La guerra del SudAfrica oltre che essere la lotta per la supremazia politica fra due popoli fu anche la lotta del capitale contro la legge. I boeri impedivano l'emigrazione cinese al Transvaal e nell' Orange. Ave vano messo sn le miniere una tassa-relativamente piccola di fronte a quella imposta dal governo inglese - di cui beneficiava lo stato; avevano regolato con leggi e disposizioni speciali il lavoro nelle miniere, ed anche i Uafri che ci lavoravano, erano protetti dalle leggi. Potevano, se volevano e quando volevano, abbandonare la miniera, dovevano e_sser pagati in danaro, e no_n dovevano essere obbligati a vivere nel recinto delle miniere. Qnesto, benchè la legge facesse loro obbligo di cedere sempre il marciapiede all'uomo bianco e di vivere in 1uartieri speciali, di non salire negli stessi vagoni dei bianchi ed imponesse loro altre cento vessazioni del medesimo genere. I padroni delle miniere diamantifere, i proprietari delle miniei·e d'oro , i De Baers. e C.ia vollero la guerra perchè sapevano che il paese soggetto agli inglesi rappresentava, per loro, il più ampio e sfrenato sfruttamento che mai mente infernale di capitalist:t abbia_. potuto immaginare. Oggi il Transvaal e l'Orange son :rovinati, assolutamente, letteralmente rovinati. L'Inghilterra aveva promesso di dare una indennità ai b'.eri perchè potessero ricostruirsi le loro fattùrie, incendiate dai soldati inglesi, perchè potessero ricompe_rarsi il lies'tiarne · parte requisito e parte brutalmente ucciso a fucilate dai soldati inglesi, perchè potessero vivere fino alla seconda raccolta. L' indennità è stata votata e - bisogna dirlo perchè è la verità-e anche spedita nell'Orange e nel Transvaal; ma i boeri non hanno toccato il 9 per cento dei fondi votati e spediti. Al tempo stesso l'Africande1'-bound, la lega boera che durante la guerra fu soppressa, esiste di

564 - RIVISTA POPOLARE fatto ancora, quantunque non riconosciuta legalmente ed anzi proscritta, e gli uomini che la compongono non ::,i lasciano sfuggire una sola occasione per creare imbarazzi all'Inghilterra, aggravare quelli che ci sono già e preparare quello stato di agitazione, quello spirito di opposizione da cui dovrà nascere la rivolta 0he emanciperà la colonia sud-africana dalla supremazia inglese. Fatto curioso e che non deve essere trascurato, mentre, prima della guerra, nella colonia del Capo e nel Natal l' Africander Bound non aveva nessun potere e quasi nessun aderente, mentre quasi due grandi territori ed anche lo stato indipendente della Rhodesia erano fedelissimi alla madre patria oggi il sentimento separatista si fa ampia strada e non tarderà molto tempo che Colonia del Capo e Natal fa. rannno causa comune con le ex-repubbliche boore e vedremo formarsi una colonìa indipendente , la quale si dichiarerà sì Inglese a causa dei vantaggi che potrà trarre e trarrà dall'Inghilterra, ma che all'Inghilterra darà, in ricambio dei vantaggi e della difesa 7 quella che le danno le altre grandi colonie, il Oanadà, l'Australia, la Nuova Zelanda: i dazi protettivi contro la i~portazione inglese. Intanto, aspettando questo bel risultato i capitalisti mettono su le spalle dell'Inghilterra una ribellione da sedare. I cinesi impiegati nelle miniere si sono rivoltati , dimandano la revisione e correzione di alcune clausole del contratto - quelle riguardanti ]a paga - e la stretta e rigorosa applicazione di altre - quelle riguardanti la libertà individuale. E qui bisogna spiegare ai nostri lettori la faccenda della mano d'opera cinese. In realtà il contratto fatto dagli agenti dei capitalisti del Capo con i cinesi lega questi ultimi per ci:n_-queanni, ga- -rantisce loro un, bagno tutti i giorni, il trasporto del loro cadavere in Cina, se muoiono durante questi cinque anni , una paga derisoria, . ed il rispetto deJla loro libertà personale. Arrivati al Capo essi, si sono trovati chiusi in quartieri stabiliti dentro il recinto delle miniere senza che fosse loro permesso di uscirne ; sono stati obbligati ad acquistare tutte le cose necessarie alla loro vita in magazzini stabiliti dalle compagnie minerarie le quali hanno così-in barba alla legge che lo proibisce-instituito il tru,ck-system j per la minima mancanza sono stati ba.stonati, messi ai ferri, chiusi in piccole celle buie; in breve i capitalisti del Sud-Africa, sotto l'occhio, volontariamente cieco, di Lord Milner hanno riorganizzata la schiavitù. Ed i cinesi si son ribellati chiedendo un trattamento più umano, l'abolizione dei castighi corporali e del t?-ucksystem,, la libertà personale e, poichè l'appetito viene mangiando, paga piu alta e una · più breve durata della giornata di lavoro. E per ottenere questo hanno cominciato con lo scioperare - si civilizzano - ed hanno finito per pigliare a picconate gli agenti dei capitalisti. I giornali del Capo accusano gli antichi membri dell' Africancler bound d'avere. provocato la ribellione. Questo non è esatto, nè sarebbe loro stato possibile ; ma che essi non ne sieno lieti e non cerchino di tirarne, contro l'Inghilterra, il maggior pro- :5.tto possibile sarebbe assurdo non pensarlo, specialmente se si tiene conto delle condizioni alle quali i boeri si sottomisero e del modo col quale sono state mantenute dall' Inghilterra. ♦ . Il trattato Anglo-Tibetano.-Il colonnello Joungsband è arrivato, con la sua spedizione, alhi, frontiera dell' India nel suo viaggio di ritorno dal Tibet. Ma, data la incertezza delle· notizie su l' opera di questo colonnello vien la voglia di domandarsi : - Ma c' è davvero un Dalai Lama a questo mondo ? - E ancora. - Ma esiste davvero il Tibet? - Perchè, in ve rità - dati i resultati della sua passeggiata - pare che q nesto colonnello e la sua spedizione sieno andati a fare un giro nella luna. Partirono con un traitato in tasca al quale il Dalai Lama doveva mettere la firma. Viaggiarono per monti e per valli, giorni, notti e mesi arrivarono e il Dalai Lama ..... non c'era più! Ebbero la sodisfazione di constatare che. Lahassa è costruita sopra una collina, che ci sono molti conventi Buddis_ti, e che è una città sporca; ma del Dalai Lama, non videro nemmeno la punta del naso: e doveva firmarè il trattato! Agli annunzi che gli inglesi erano alle porte della città il Dalai Lama prese subi to il volo per altri siti , alcuni dicono che andò a pigliar fresco in Russia, nè la cosa parrebbe impossibile. Visto che il trattato non poteva esser firmato dal Lama, il \ colonnello J oungsband , da uomo di spirito che non annette alla carta scarabocchiata che una importanza relativa, firmò il trattato e se ne tornò tranquilla mente indietro; non senza - a quanto pare - impadronirsi di due punti stràtegici dove saranno costruite fortezze che gli inglesi occuperanno, e non senza far capire al plenipotenziario cinese-un buon mandarino dall'aria ingenua, testardo e furbo - che quando si tratta di pigliare gli inglesi sono il primo popolo del mondo. Il cinese protestò , si dice , a nome del suo governo e dichiarò che la firma del J oungsband non può essere valida almeno :finchèil trattato non sarà firmato dal Dalai Lama, cosa, a quanto pare. ancora assai lontana. Lasciamo lo scherzo. L'Inghilterra, profittando del momento in cui la Russia ha da ripararsi dalle pettinate del Giappone, e da digerire le copiose porzioni di nespole che il piccolo popolo profumato d'ambra le fornisce , ha commesso una bestialità: L'Inghpterra voleva stabilire la propria supremazia sul Tibet e in verità il colpo, dal lato politico , non era stupido. L' autorità morale del Dalai Lama , dei monaci Buddisti nel Tibet, nell' India , in Cina , nel Turkestan, in Persia ed anche in molte delle tribu siberiane è enorme. Se l'Inghilterra fosse riuscita ad ottenere dal Dalai Lama un trattato concretato con lui e portante la sua firma avrebbe potuto vantarsi d'aver giocato alla sua eterna nemica il tiro più birbone che le poteva essere giocato; ma così come stanno le cose, l' Inghilterra ci ba rimesso di prestigio e di quattrini. I quattrini, per l'Inghilterra, son cosa insignificante, il prestigio è molto; in ·questo caso è moltissimo; e la perdita sarebbe grave davvero se-come pare - il Dalai Lama si fosse proprio rifugiato oltre la frontiera russa. Ma anche se così non è: certamente la spedizione dell' J oungsband non. è stata tale da pre- · parare buoni resultati per l'avvenire. La violazione del territorio tibetano, sacro per le numerosissime popolazioni Buddiste, è stato un passo falso; più falso ancora è stato quello di tornarsene senza avere ottenuta al trattato la firma del Dalai Lama che era indispensabile. Gli inglesi protestano il loro grande rispetto per il Tibet ed i suoi monaci; ma hanno commesso un errore facendo chiaramente vedere quanta distanza ci sia fra i lor~ atti e le loro parole , e soprattutto facendo pigliare in fallo la loro politica, avveduta quasi sempre, da questi monaci che, protestando la loro affezione all'Inghilterra, l'hanno giocata nella maniera più semplice e più completa. E questo del trattato anglo-tibetiano, rientrato per assenza di uno dei firmatori è uno di quegli scacchi che non si rimediano facilmente nè in breve tempo. E la guerra fra Russia e Giappone non può durare eterna. ♦ La elezione di Roosevelt. - La elezione presidenziale negli Stati Uniti dà ragione a quanto altre volte abbiamo scritto sulla superiorità della costitnzione repubblicana in una risposta alla Stampa. Diamo per ora questo solo annunzio, perchè prossimamente, si occuperà di proposito di questa elezione il nostro Di Palma Castiglione. Nor

RIVISTA POPOLARE 565 STATISTICA ELETTORALE DEI PARTITI POPOLARI 1897 1900 - 1904 Radicali 1 Repubblicani I Socialisti Radicali : Repubblicani I Socialisti Radicali I Repubblicani I So_cialisti Voti Voti Voti Voti Voti Voti Voti Voti Voti ' Piemonte - 582 25250 2620 1552 43811 6658 667 64505 l1ignria , - 432 5281 - 1223 10619 1353 2309 16398 Lombardia . . 22167 10487 21426 35711 15404 34954 34992 5719 58260 Veneto . 4235 3228 10704 10801 6355 12079 23650 2176 20010 l~milia 8515 9240 19378 12798 13790 26306 9698 1815 41902 Romagne - - - -- - - 1767 11087 4257 Toscana. ?409 2201 10476 9381 8490 18654 14044 10669 31800 Marche . - 7048 3581 3645 8422 2609 - 9235 9G52 Umbria. 3906 1842 1315 4915 2326 1885 4589 2451 7686 Lazio - 3132 1893 - 5406 1937 2862 5876 7742 Abru;r,zo. 1Hì7 1490 914 - 1949 1019 2973 612 2085 Campania 676 2245 2543 141 1722 6375 3329 1355 6279 Puglia . - 9306 1770 2604 7745 2034 83Lll 2620 8765 Basilicata - - -- 786 - 72 2138 301 735 Calabri e. - :i.091 954 426 1192 200 - - 4006 Sicilia 1492 1264 2601 4043 2462 2209 9111 6720 10727 .::lardogna 1550 1176 - 2001 1089 183 1895 1559 21~6 ---- ---- ·-- ---- ---- Regno 51207 54764 108086 89872 I 79127 16{946 128300 65171 287202 I A BATTAGLIA FINITA Co:n.statazion.i e ri=flessio:n.i Ali' indomani della lotta elettorale il primo bisogno è quello di fare i conti delle perdite e dei guadagni. I calcoli si devono basare da un lato sul numero degli eletti dei singoli partiti; dall'altro su quello dei voti accordati ai candidati. · Dal punto di vista legale e del fatto parlamentare brutale, ciò che maggiorrnente importa è il sapere quanti furono gli eletti monarchici, repubblicani e socialisti; eletti che si devono dopo sud- . dividere in monarchici ministeriali e di opposizione, radicali o clericali - in socialisti rivoluzionari e riformisti ecc. Il numero dei voti raccolto dai diversi candidati rappresenta una specie di correttivo mor:ale e di ordinario è proporzionato a quello degli eletti. Ser.ve di conforto magro il fatto che un p:utito potè vedere diminuito il numero degli eletti mentre aumentò quello degli elettori. Il conforto dev' essere magro perchè non si riflette che la sconcordanza deriva spesso dal contemporaneo aumento negli elettori d,ella parte avversa. Tal' altra invece può essere indice di un reale aumento nella manifestazione delle forze di un partito quando ]'incremento nel numero degli elettori si verifica in collegi nei quali per lo passato non vi era stata alcuna relativa manifestazione o questa e rasi fatta e si ripetè come semplice affermazione o protesta. L'aumento nel numero degli elettori, perciò, ha un singolar valore pei partiti, che come quello repubblicano e socialista , scendono spesso in lotta per fare soltanto della propag~nda_ e non colla speranza della conquista immediata del collegio.· In altra parte_ della Rivista diamo la statistica elettorale coi confronti tra le ultime e le precedenti elezioni. Per questa elezione il numero degli elettori è quello del primo scrutinio, che più sinceramente rispecchia .la forza rispettiva dei partiti; nei ballottaggi si sono confusi in unica manifestazione quelle dei radicali , dei repubblicani e dei socialisti. Quali i risultati della lotta, rispetto ai tre partiti, ch'erano maggiormente combattuti dal governo? All'indomani del primo giorno di lotta la Tribuna e qualche altro giornale ministeriale si affrettarono a cantare vittoria, specialmente per quella che essi chiamarono decimazione dei repubblicani e dei ra- • dicali. A questo proposito si deve rilevare un fenomeno che solo nell'apparenza può sembrare strano e contraddittorio, di cui ci siamo intrattenuto altre volte onde spiegare il maggiore accanimento, che i monarchici e per giunta ministeriali hanno messo quasi sempre nel combattere i repubblicani più che i socialisti. Il fenomeno odierno per lo appunto è stato questo : mentre tra monarchici e parlamentari - di assolutisti veri non se ne possono trovare che in Russia e in Turchia - da un .lato e repubblicani e radicali dall'altro le differenze sono minori che non tra i cennati tre gruppi e i collettivisti della lotta di classe; mentre i primi anzi potrebbero essere compresi nella grande categoria' dei partigiani del regime rappresentativo ; pure i monarchici ce l'hanno maggiormente contro i repubblicani e i ministeriali in questo quarto d'ora fanno il viso dell'arme di preferenza ai radicali. Ciò avviene perchè a torto o a ragione il collettivismo apparisce troppo lontano e non inspira molte paure _ e invece la repubblica sembra più fattiva e più po~- sibile. Parimenti i ministeriali non sanno perdonare ai radicali l'attitudine di opposizione assunta in occasione dello sciopero generale: attitudine che noi non sapemmo comprendere ed approvare. . _ · · E torniamo ai computi. Immediatamente dopo il primo scrutinio il nostro amico Mirabelli provò nel Roma di Napoli come fosse cervellotica la gioia dei governativi; e i risultati dei ballottaggi hanno '

566 RIVISTA POPOLARE dimostrato, almeno pei repu bblic,mi, essere <lessa un verofumopasseggero come quello della LucreziaBorgia. Nel primo scrutinio infatti si erano perduto sette collegi - Milano, lesi, Ancona, Parma, Genova, Castellammare e Livorno; ma c'erano state due nuove elezioni di repubblicani-quella del D.r Numa Campi a Rocca S. Casciano e dell' avv. Auteri Berretta a Catania e una doppia elezione, quella di BattellL Coi ballottaggi abbiamo avuto un'altra doppia elezione, quella di Pantano) abbiamo ripreso il posto conteso di Rovigo, di Roma , di Rimini e guadagnati quelli di ForH, di Ravenna e di Massa. La decimazione degli invisi repubblicani, quindi, a conti , fatti è soltanto un pio desiderio. Dei tre gruppi del1' Estrema quali erano numericamente al momento dello scioglimento della Camera il solo repubblicano ritorna intero. La Tribuna che dice il contrario farnetica; e a quel signor Borgese, che si è affrettato a suonare le campane a morto sul gruppo repubblicano si può rispondere: crepi l'astrologo. Nel primo scrutinio i radicali non subirono alcuna perdita numerica ; anzi ci sembra che guadagnarono un seggio. Di fronte a Mangiagalli, Pennati, Caratti, Roccafermo, Altobelli, Palatini e Tamburini caduti c'erano Borghese, Manfredi; Romussi, Moschini, Rochira, Turco, Nitti e Fera nllovi eletti. Nei ballottaggi hanno visto cadere dei vecchi, Girar~ini, Silva, Manzato; ma tra i D uovi eletti ci sono· Mira, Vicini e Fazi. Nella seconda votazione mentre i repubblicani ripresero le antiche posizioni e non furono diminuiti i radicali, benchè molti dei loro siano rimasti soccorn benti, invece furono battuti sonoramente i socialisti: ventotto di essi nientemeno erano in ballot• taggio, ma appena tre, Cabrini a Milano , Noè in Messina e F~rri a Portomaggiore, riuscirono a spuntarla; e tra i caduti delb giornata ci fu il r ofri ch'era un uomo di valore. Ferri non riusci a Roma, benchè l'avversario che si trovò di fronte fosse tra i più deboli che si abbia il cosidetto partito del- }' ordine; tanto eh' è stato messo alla berlina dalla stessa Tribuna. I socialisti, però, hanno ragione di rallegrarsi per lo aumento straordinario di voti ottenuto, benchè a tale aumento si debba fare la tara. In Sicilia ad esempio , il valore personale di qualche candidato, come il Marc:hesano, sospinse alcuni milionari autentici a votare per lui; altrove, a Reggio Calabria, nella provincia di Siracusa e in vari altri collegi il desiderio di fare un dispetto al deputato uscente e la speranza di dargli il gambetto con un socialista per poi ripigliare il collegio con un uomo proprio spinse monarchici, conservatori e reazionari a votare pei più autentici sovversivi. Cosi si vide un Caflare] li, che fu il candidato di Di Rudinl nel 1897 , caldeggiare la candidatura di Alessandro Tasca pur di far fare un capitombolo a Cirmeni. Nè il fenomeno si limita al mezzogiorno: in una corrispondenza dell'Avanti! (9 novembre) si confessa che i monarchici in buon numero hanno votato pel socialista Masini per antipatia a Muratori. Queste elezioni poi hanno ratificato meravigliosamente le osservazioni antiche nostre sulla ridicola fabbrica a vapore delle coscienze nel mezzogiorno. A Bari il migliaio circa di voti ottenuti altra volta da Ferri si residuano a 260; le migliaia di voti di Corato per Barbat~, pe_rimpedire che l3ovio ponesse piede nel collegio natio, si ridussero a 260 per Francia; la campagna diHamatoria di Salvemini contro Pansini a Molfetta procura appena 121 voti ,id un uomo éome Ettore Ciccotti. Più sinceri e più genuini, invece , sono stati i voti ottenuti dai repubblicani. Questo partito non è di moda. Chi cerca facile popolarità si appiccica l'affisso di socialista; chi spera avvicinarsi al potere s'inscrive tra i radicali come nel 1876 s'inscrivevano alla sinistra. D'onde alcune fioriture fuori stagione di radicali , che fanno ridere o suscitano il disgusto in chi ne conosce i precedenti. E' giustizia avvertire, però, che male si farebbe a computare come voti repubblicani i quattromila ottenuti da Pantano e da Colajanni nei collegi di Giarre e di Castrogiovan ni. ♦ Sbrigatici della statistica dei risultati delle elezioni generali e riserbandoci di esporre in ultimo il significato complessivo delle medesime. dobbiamo fermarci su alcuni fenomeni che le hanno accompagnate, la cui conoscenza giovera pel giudizio definitivo. Una parola sui metodi adoperati dal governo e dai candidati nella lotta. Non verseremo mo! te lagrime, per quanto la cosa non sia afta tto di nostro gusto, sulla corruzione esercitata dai candidati. E' fenon1eno antico e diremo quasi universale: ha proporzioni gigantesche negli Stati Uniti; tali le ebbe anche in Inghilterra. Per frenarla in Italia forse riuscirebbe assai opportuna la recente legge inglese, che esclude dalla deputazione per un non breve periodo - per due legislature, se non erriamo,-i candidati, la cui elezione venne annullata per corruzione. Il provvedi.nento riusci efficace nel paese classico dei borghi putridi; potrebbe giov,1re anche nel nostro dove i. c.rndidati ali' ultima ora telegrafano di comprareporci a qualunqueprezzo. E' cosa, però, del tutto italiana - almeno per le proporzioni - la ingerenza del governo nelle elezioni e che non è superata se non in Ispagna, dove, perciò , q ualu~que g9verno riesce ad ottenere una enorme maggioranza. Ragioni di spazio non ci consentono di lumeggiare le numerose forme dell'ingerenza, che vanno dall' innocua e ridicola croce di cavaliere alla promessa d:impieghi, alla piccola soddisfazione d'interessi locali e di vendette personali, alla pericolosa impunità e alle agevolezze accordate a malfattori specialmente nel mezzogiorno e in S_icilia. Illustrammo altra volta il Caso Mirri e non occorre ritornarvi su. Ma :n queste elezioni si è mag~ giormente sviluppata una forma d'ingerenza del governo, ch'è b più detestabile e che potra avere, se continuata, conseguenze perniciose nell'avve·nire: parliarno dello intervento dei soldati nei locali dove si vota o nei dintorni a scopo d' intimidazione dei pusilli e - peggio ancora - per proteggere i bravi dei candidati del governo reclutati nella mala vita e che hanno agito sfacciatamente violando tutte le leggi, falsando il responso delle urne. Questo intervento delle truppe è stato veramente abbominevole a Napoli e a Castellammare di Stabia contro un socialista , Cicc9tti , e contro un repubblicano, Rispoli, Aggiungiamo che se il vociare assordante dei socialisti della Vicaria ed un balordamente minaccioso manifesto della Borsa del Lavoro di Na- ,J

RIVISTA POPOLARE 56'i poli poteva dare pallide parvenze di legittimità allo spiegamento eccezionale di forze per assicurare la riuscita di un candidato come il nobile Enzo Ravaschieri, che ignora cosa sia la politica e che sarà egli stesso sbalordito di essere ritenuto un uomo politico come il Ciccotti; non si può aflatto affatto trovare la benchè menoma giustificazione allo intervento delle truppe ed alle infludite -_riolenzeche si sono commesse in Castellammare per fare cadere il Rispoli. Il contrammiraglio Aubry, se è un soldato ed un uomo di onore, come crediamo, dovrebbe vergognarsi di fregiarsi della medaglia di deputato ottenuta per mezzo dei soldati , delle guardie di questura e dei camorristi, che ne hanno fatto di tutti i colori per fare ri1irare dalla lotta i sostenitori del candidato repubblicano. Tutto il nostro biasimo, adunque , al governo che ha adoperato i peggiori metodi elettorali della Spagna; ma non possiamo affatto ammirare la prudenza di coloro che si ritrassero dalla lotta per la paura delle estreme violenze. In questa guisa essi ·si mostrarono com battenti di pasta frolla, combattenti gelatinosi, la cui condotta tanto prudente da confinare colla viltà incoraggerà tutti i governi a ripetere i procedimenti deplorati dell'attuale per fare passare la propria volontà su quella degli elettori. I governi a regime rappresentativo, anche alquanto incerto come il nostro, non arrivano mai all'estrema violenza quando incontrano qualche resistenza·. La fiacchezza dei meridionali, infatti, ha consentito a tutti i ministeri di fare nel mezzogiorno le elezioni come rÌJai si attentarono a farle nel Settentrione. Ed un governo che fa esso .le elezioni distrugge con ciò la ragion di ~ssere del regime rappresentativo perchè annulla il controllo agendo in guisa che i giudicabili, i ministri, si scelgono essi stessi i giudici, i deputati. Ci fermiamo su questa azione militaresca del governo per biasimarla con tutte le nostre forze e non ci scandalizziamo , come se fosse una novità deplorevole, della lettera che il candidato monarchico Arigò diresse al Sottosegretario di Stato per gl'interni richiedendo il viaggio gratuito degli elettori lontani da Messina. Pur troppo si è fatto sempre cosi! ♦ Le elezioni ultime danno agio· a fare alcune considerazioni d'indole morale proprie per la Sicilia. lvi c'erano tre candidature che richiamavano l' attenzione .Pubblica : quella di Nasi, di Palizzolo e di Aguglia. A Trapani avvenne la rielezione plebiscitaria del~ l' ex ministro della Pubblica Istruzione rifugiatosi all' estero perchè sotto processo e sotto mandato di cattura. In attesa dell' esito del processo e per altri motivi d' indole personale delicata noi sinora abbiamo scrupolosamente taciuto sul Caso Nasi, procurandoci anche qualche rimprovero d,l amici cari. Ma non possiamo oggi nascondere che la votazione plebiscitaria per l' on. Nasi, per quanto determinata da generosi sentimenti, che dominano gli elettori del luogo , ci ha fatto penosa impressione per l'ombra che getta sul buòn nome della Sicilia. L'epistolario di Virgilio Nasi ha provato che ci sono stati ministri indelicati e sperperatori del denaro pubblico alla Minerva, ma non ha dimostrato che abbiano commesso i reati di cm è accusato Nunzio Nasi. Noi saremo lietissimi se la sentenza del magistrato competente li dichiarerà insussistèn ti ; ma sino a quel giorno la vo.:azione plebiscitaria di Trapani rimarrà come un fenomeno passionale_ morboso. A Trapani, poi, l' entusiasmo per Nasi è stato accresciuto a mille doppi, della condotta iniprudente del Prefetto Gaieri ; cui si deve anche in buona parte il sanguinoso episodio di Castelluzzo. Fu confortante invece la votazione del 1 ° Collegio di Palermo. Raffaele Palizzolo, che aveva fiutato il vento con mossa abile aveva ritirato la propria candidatura ; ma la ma,_fi.a l vorava per procurargli un attestato di stima e di fiducia dei suoi vecchi elettori. Non venne : egli cadde miseramente con poco più di 200 voti mentre il suo competitore Di Stefano ne ottenne circa 1600. Meno male! La mafia battuta a Palermo , però, . prese la sua rivincita a Termini lmerese. Ivi il collegio fu percorso dal suo capo più famigerato , che, coll' appoggio del governo, sostenne b candidatura dell'on. Agugl:a , esulato in Sicilia dal suo antico collegio per volontà del!' on. Tittoni , che volle vedere a Montecitorio il suo amico Principe Scipione Borghese. E' stato grave errore dell'on. Giolitti, -eh' è ministro del!' interno e che_ deve provvedere alla pnbblica sicurezza, la condiscenza verso il ministro degli esteri, cui non dev'essere ignota la mafia per le radici ·che ha trapiantate negli Stati Uniti. E il trionfo dell'on. Aguglia -- poco importa se questi non ne ha colpa diretta - in Sicilia e nella provincia di Palermo viene interpetrato come una gloriosa levata di scudi delle classi criminose, complice il gover.10 ! Ci sanguina il cuore facendo questa constatazione d' indole politico-morale sulla Sicilia; ma abbiamo creduto nostro dovere il farla senza preoccuparci menomamente se essa riuscirà gradita o sgradita ad amici o ad avversari. Spettava a noi il farla - a noi che non poche volte abbiamo assunto la difesa della perla del Mediterraneo; e dovevamo farla anche per assegnare la parte di responsabilità che spetta al governo nel pervertimento politico-mora.le che si è fatto palese in una zona dell'isola. ♦ Da un fenomeno regionale , che ha la sua influenza perturbatrice sulla vita della nazione riportiamoci a due altri di carattere generale: alla transitoria ricostituzione del!' unione dei partiti popolari e allo intervento ufficiale dei clericali alle urne. Alla vigilia dei ballottaggi La Tribuna allarmata maledettamente pubblicò articoli, che non brillarono per la logica e per la serenità sulle zone gri)e e sui trasformismi di nuovo e pessimo genere. Le zone grigie erano r,lppresentate, agli oc-:hi dell'autorevole giornale di Roma, dai radicali e dai repubblicani, dalla cui scomparsa si rallegra% con troppa fretta perchè si erano resi invisi a tutti dimostrandosipericolosipiù di tutti;meno sinceri e meno caerentidi tutti. Il nuovo e peggiore trasforniismo consisteva nell'appoggio, che si prot~Jettevano reciprocamente socialisti, repubblicani e radicali nei ballottaggi, ricostituendo, almeno per quel dato quarto d'ora, l' unione dei partiti popolari.

568 RIVISTA POPOLARE Noi non abbiamo esitato a riprovare il servilismo dei radicali e dei repubblicani verso il gruppo socialista ; noi siamo stati apertamente contro lo sciopero generale. Ma noi del pari siamo tra coloro che avrebbero voluto lungamente e sinceramente duratura l' Unione dei partiti popolari, che avrebbe potuto tra• sformare in meglio le condizioni dell'Italia, in attesa della verificazione d_ella pregiudiziale repubblicana e dell'altra più remota collettivista. I socialisti, ufficialmente, non vollero saperne di tale Unione; e la ruppero colla sistematica denigrazione dei repubblicani, coll' attribuire a sè stessi ogni merito e col riversare sugli altri tutte le colpe e tutte le responsabilità, col proclamare come cri-. terio assoluto la lotta di classe contro monarchici e repubblicani, in teoria se non in pratica. La distinzione è necessaria perchè a fatti s' invocò e si ebbe la cooperazione di socialisti e borghesi-col- !' arlecchinescoaggroviglioborghese, come gentilmente lo chiamò l' Avanti! - non solo dove meno sono delineati i partiti p·olitici ed è scarsa l' educazione politica , come in Sicilia e nel Mezzogiorno ; ma anche nel Centro e nel Settentrione come a Macerata, a Piacenza, a Bergamo, a Genova; e ciò non solo nei ballottaggi , ma anche a primo scrutinio. · Si verificò, quindi , ciò che si prevedeva : i capi avevano proclamato la tattica intrar1sigente in nome della teoria ; i soldati in nome del buon senso la misero da parte. L'Unione che s'imponeva in nome del progresso sociale e del bene d'Italia non avrebbe dovuto essere rotta mai, lasciando salve le aspirazioni verso i rispettivi ideali dei repubblicani e dei collettivisti; venne ricostituita di fronte al pericolo di una vera decimazione dei tre gruppi parlamentari. E l'Unione con uno slancio davvero ammirevole venne prima che dagli· altri proclamata dai socialisti e seguita dai repubblicani e dai radicali. Imponevasi l'Unione perchè i tre gruppi che avevano in ballottaggio ben cinquantacinque candidati29 socialisti , 7 repubblicani e 20 radicali - senza di essa li avrebbe visto rimanere tutti a terra, mentre mercè sua trionfarono 3 socialisti, 6 radicali e tutti e 6 repubblicani. Fu sinceramente mantenuta la parola data? E' sicuro che i socialisti la mantennero; pare che non siano stati altrettanto disciplinati i repubblicani a Sampierdarena, a Genova ed a Jesi. E noi lo deploriamo vivamente, pur rendendoci ragione del risen- , timento che non potè essere comple~amente domato nell' animo dei repubblicani esulcerato per tante offese ricevute dai socialisti. Si manterrà nello avvenire l'Unione? Ci pare difficile ; e le difficoltà verranno dalla parte dei socialisti, che non sapranno rassegnarsi a rinunziare ai metodi di lotta, che sono divenuti carne della loro carne. Ma sull' orizzonte oramai si è affacciato un pericolo , a cui noi sinora non credevamo , ma che ora è un fatto innegabile: il non expedit è morto ed i clericali sono intervenuti nella lotta palesemen te, ufficialmente. Non sono intervenuti soltanto i democratici cristiani, che per bocca di Don Murri e _dialtri, mordevano il'freno pontificio e bruciavano dal desiderio di scendere in lizza ; ma anche i ve- .scovi _sulla cui più pura ortodossia non c'è da elevare sospetti. A Milano i clericali avevano fatto trionfare Cornaggia; si erano afl:ermati su uomini propri a Napoli, nelle provincie di Bergamo, di Brescia, di Venezia, sin dal giorno 6. Ma nel giorno dei ballottaggi si vide anche il vescovo di Novara raccomandare il Podestà ad Oleggio ed altri liberali altrove. Caratteristico il caso del Podestà , che fu uno dei più fedeli zanardernani e partigiani del divorzio; è evidente, dunque, che la paura del socialismo fece tacere tutti gli scrupoli l' interesse economico si sovrappose a quello religioso ! Checchè sia del futuro gruppo parlammtare clericale, che comprenderebbe quattordici deputati e che secondo un telegramma del Messaggero, che vorremmo credere ironico, sarebbe presieduto dal Macola; siano o pur no vere le manifestazioni di gioia di Papa Sarto all' annunzio della vittoria di Santini in Roma, è innegabile ehe il non expedit è stato tolto. Quali conseguenze potrà avere l'importante avvenimento sulla delineazione dei partiti in Italia e su tutta la nostra vita politica non possiamo dire incidentalmente. Ce ne occuperemo di proposito altra volta. Sin da ora , però , è lecito presumere che se i clericali , anche camuffati da democràtici cristiani. interverranno sistematicamente nelle lotte elettorali, questo avvenimento servirà di vera pietra di paragone per distinguere sul serio i progressisti dai reazionari e dai conservatori e stabilirà delle unioni, che avranno ben più Junga durata di quella che le necessità del momento imposero ai radicali, ai repubblicani ed ai socialisti nei ballottaggi del 13 novembre. E sin da ora si deve ricordare alla Tribuna che il nuovo trasformismo che essa adesso deplora - cioè l' Unione dei partiti popolari - fu caro a Giuseppe Zanardelli e rese possibile il ritorno al potere di Giolitti. Che cosa non direbbe ora l'antico deputato di Brescia, se fosse vivo, di fronte a quel trasformismopiù veroe maggiore, che risulta dagli abbracciamenti nefandi e mostruosi tra progressisti e clericali? ♦ Ed ora al significato delle elezioni. Chi ha vinto; quale la direttiva indicata dal paese alle classi dirigenti ed agli uomini di governo ? Le vanterie dei giornali ufficiosi e dei conservatori sono oramai dimostrate infondate dalle cifre, più che dalle chiacchiere. Il governo si era appellato :11paese contro l'Estrema Sinistra per l'ordine del giorno del 21 settembre, che proclamava l' indegnità del suo capo ; il governo aveva preannunziato la disfatta dei tre gruppi parlamentari , che la componevano. Ma non riuscì nell'intento; anzi il suo fu un fallimento reso più clamoroso dalla sicurezza del risultato preannunziato , dalle condizioni in cui si svolse la lotta , dai nuovi fattori che impensatamente discesero in campo. Infatti dei tre gruppi della Estrema il socialista, che va fiero di avere visto quasi duplicato il numero dei voti dal 1900 al 1904, torna appena diminuito di un paio di deputati; i repubblicani non ne perdono alcuno; e soltanto i radicali, cioè l'ala avanzata dei monarchici , perdono sei o sette deputati . Colla perdita complessiva di una deçina di deputati

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