538 RIVISTA POPOL.ARE epu bblicm10 frai:cese, il suo celebre Manuale reu&ulicano dei dirilli deU' uomo e del cittadino, ,-.i giorni nostri , i radicali e repubblicani sono ri- ~masti fermi negli stessi criteri1 educativi, affatto ateorici, e nelle stesse dottrine autoritarie intorno al diritto di liberamente insegnare. Ma nessuna delle idee a cui essi aderiscono e propriamente ed esclusivamente loro. Essi vivono, in fatto di educazione e di civiltà delle medesime idee press' a poco comuni al razionalismo eil al positivismo 1ilosorico e al liberalismo politico, in cui si sono adagiati tutti i partiti politici borghesi, ché non subordina110 il loro pensiero all'autorità della chiesa cattolica, o di qualunque altra Chiesa. 1 socialisti, da parte loro, concepiscono una ricostruzione sociale, ma 11011 ne determinano l'organismo se non in una forma negativa nei rapporti con la società attuale, considerano anzi come fantastico ogni disegno speci1ico della società futura. Essi non hanno quindi cercato mai di delineare un ·architettura scolastica che fosse in relazione col loro disegno di ricostruzione sociale. La scuola nuova, tanto nel suo spirito quanto nel suo meccanismo, dovrà sorgere, per i sodalist~, d~l nuovo sistema_ e dalla nuov:1 dinamica della soc1eta. Certo la coscienza nuova e a11che un fattore della società nuova; ma i socialisti che non negano questa verità, non si sono posti però mai ex professo a indicare in qual modo, con quali mezzi, per quali vie , mercè quali forme di educazione , la scuola può contribuire direttamente alla trasformazione della coscienza borghese, cpme essi dicono, in coscienza socialista. Neanche il socialismo, dunque, ha detto quella parola, fatto quel gesto che avrebbe potuto invogliare gl'insegnanti a preferire la sua politica a quella degli altri partiti. Ma, si dirà, e credo sia stato oeuo, che gli insegnanti non si sono orientati verso i partiti estremi perché questi hanno uno spedfico e ditlereuziale programma politico-scolastico; bensi soltanto perchè essi fanno una politica democratica, cioè, rivolta al_l'elevazion~ materiale e morale delle classi meno agiate; perche fanno una politica di emancipazione dai legami sociali e spirituali l_.)er cui ancora non può svolgersi liberamente la società di giustizia e di pace. Ma anche qui bisogna intendersi bene, sul senso che si dà a q ue.,ta società futura alla cui idea sarebbe inspirata la politica democratica Se e' è chi crede ancora che vi possa mai essere una società di giustizia e di pace, lo creda pure; lo creda p~r (ede; ma non_ so~teu_g~. che la su~ cr~~ denza sia fondata su dati sc1ent1tlc1 o su d1 un analisi del processo storico. Nè la psicologia, nè la sociologia, nè la storia dimostrano un 'unità di processo nell'attività umana e nello svolgimento dell' urnauità; e non dimostrano affatto cr1e vi possa mai essere una concreta società di giustizia. L'astrazione metafisica, sotto vari nomi - Dlosofia della storia, sociologia, ecc. - ha presentato spesso una società utopistica, di sua creazione , come tipo iniziale o finale di società reale; ma per arrivare a tutto questo ha dovuto privare la realtà. psicologica e ~torica ~egli elementi antiteci essenziall e permanenti dal cui contrasto e dal cui reciproco accomodamento risulta la vita sociale. Coteste vedute unitarie del processo storico, in fondo a cui appare la visione della società di pace e di giustizia, no~ sono c~e un'imit_a:'ione incoscien~e del concetto palingenesiaco proprw della teologia cattolica· un'imitazione contraffatta e più povera di logica, s\ntende, perchè se la teologia cattolica può presentare un doppio ci~lo - del~a cre~zi~ne e del ritorno a Dio, - ii suo primo termme e 1ultimo sono dati per fede; mentre che nel :n,iU_enariol_aico \per esempio quello di I~. Sp~ncer), _1112nmote_rrn~ne e _lultimo sono senza sp1egaz10ne, ne d1 fede ne d1 ragwne. Dicevo, dunque, che l assimilazione o peggio r identificazione dei concetti di società democratica e società di giustizia è un assurdo. Nessun partito politico può dirsi il rappresentante tipico o il rappresentante esclusivo di un'azione che tenda a r·ealizzare l'idea di giustizia. La giustizia è assoluta solo come " idea , giammai come forma sociale. concreta) come fatto sociale. Come forma concreLa e come fatto sociale non è che il risultato provvìsorio della soluzione provvisoria di contrasti ed antite..:;i, sempre rinascenti in nuovi modi e in nuovi contenuti. Non si puo quindi ritenere l'opera speciale di un partito ~ome l'e~p~essi?ne dei _bisogni di tutti, degli interessi e deglt ideali comum ad una collettività. Ciascun partito cerca di approssimarsi nelle sue teorie e nella sua azione a questi ideali, cerca di essere più largo e comprensivo degli altri ed in questo fa consistere la sua speciale fisionomia politica. Ecco quello che avviene in realtà. Ora consideriamo il caso nostro. I partiti così detti conservatori - e la conservazione, è bene chiarirlo, si riferisce al mantenimento e alla garanzia dell'organizzazione sociale libera in cui viviamo, e non già ai mantenimento e alla restaurazione dei vecchì privilegi di classe, che del resto non sarebbero neppure possibili con la funzione della società moderna -, i partiti così detti conservatori perchè non dovrebbero avere interesse ( fermiamoci anche al solo interesse materiale) a volere una educazione diffusa, elevata e solida il più che sia possibile? Il contrario invece è vero. Poichè l'istruzione e l'educazione sono elementi eflicienti di ordine quanto più sono alte e sostanziose. Chi sa, e sa prevedere e sa misurare, non può essere un convulsionario o un sovvertitore; egli agisce con metodo, calcolando , adattandosi e cercando di adattare le cose e gli altri a sè ; è un tempoteggiatore, cioè un conservatore, come noi intendiamo: una persona che non sta ferma, ma neppure si agita per l' utopia assurda, nè sommette la realtà alla visione fantastica del le cose. Il conservatore è un innovatore per sistema, e appunto per questo è avversario della rivoluzione. Gli interessi della borghesia coincidono co·i il bisogno e la necessità di una più larga e più elevata coltura. Ad essa occorre dì sviluppare al massimo geado le attività e le capacità tecniche e pratiche: giacchè aumentare la produzione e produrre al minor costo possibile e allargare i mercati di consumo e vincere le concorrenze - sono per la società attuale un bisogno fornlame1itale. E d'altra parte creare una élite sempre pii1 vasta che sappia comprendere le esigenze del suo tempo, sappia guardare nell' avvenire, sappia dirigere cioè il sistema sociale, è un altro bisogno non meno imperioso e non meno fondamentale del primo. L' impulso ad eliminare le miserie , ad accrescere la ricchezza , ad allargare il benessere·, ad educare intelligenze capaci di comprendere il movimento sociale, a creare coscienze aperte a tutte le ripercussioni e adatte a misurarne il valore: ecco cìò che è proprio della borghesia : cli quella borghesia così detta conservatrice, che vuole il potere aperto a tutti, e vuole evitare la formazione di autorità dittatoriali come quelle che l' utopia socialista sogna e va parzialmente sperimentando. La verità è che sul terreno dei fatti, le democrazie governative, siano repubblicane o monarchiche, e i gover11 i più conservatori , non hanno realizzato in Europa e in America se non un organismo scolastico e un indirizzo educativo che press·' a poco si equivalgono da per tutto: in Inghilterra come negli Stati Uniti, in Germania come in Francia. Non esiste una differenza tra la scuol:t degli Stati democratici e quella degli Stati più conservatori, la quale, si badi, sia dovuta ad un elemento politico
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==