536 RIVISTA POPOLARE ed autorevole organo, non ne sono del tutto malcontenti. Considerato del punto di vista monarchico e mi-- nisteriale esso è quale poteva essere nelle condizioni presenti; è chiaro è preciso e sfida gli apppuntì vaghi e11 indeterminati dei sonniniuni, che non si sa quali alte ,;edute sintetiche volevano trovarvi. Repubblicani , radicali e socialisti potrebbero dichiararsi soddisfatti della esplicita dichiarazione che i criteri . prevalsi-per merito delI'ostru.zionismo, giova sempre ripeterlo - nel 1901 in fatto di libertà !:ial'anno scrupolosamente rispettati; e dell'altra non meno importante sull'esercizio di ~ tato delle ferrovie. Tutti invece devono deplorare le dichiarazionioni altrettanto esplicite sulla intagibilità delle spese militari. La dichiarazione sull'esercizio ferroviario di Stato, però non ha trovati consenzienti i socialisti; i quali la potente contraddizione vorrebbero spiegare accusando il ministero di proporlo per fa1·epassare delle leggi, che mirino ad impedire uno sciopero dei. ferrovieri. Ciò facendo qui si mostrano sincet'i, ma inabili. Non comprendono che nel paese che ragiona lo sciopero dei f erro\'ier·i , che può essere capriccioso e disonesto, non viene guardato con simpatia alcuna. In quanto alla intangibilità de11espese militari, pur troppo si deve riconoscere che la brutta causa ha fatto 1!elle conquiste nella opinione pubblica per colpa degli organizzatori dello sciopero generale e di co - loro, che tengono sospesa sulla vita economica e sociale della nazione come una spada di Damocle la minaccia dello sciopero ferroviario ! ♦. ,. Se l'opposizione costituzionale dcll' antica maniera collettivamente è assente nella lotta attuale, vi fanno vigoroso atto di presenza i tre gruppi che costituivano rEstrerna si'nistra sù:t coi rispettivi manifesti, sia colle candidature poste. Il manifesto del partito raclicale è incerto, come incerta è la sua attidune verso il Ministero, come incerta è la sua tendenza tra la repubblica e la monarchia. Date le premesse , che stabilirono alcuni radicali; data la condanna dello sciopero generale, cui sono arrivati molti, anche obtorto collo ; data la mancanza di distinzione netta tra i suoi desiderata e quelli del Mil'istero, i radicali avrebbero fatto meglio a dichiararsi ministeriali tout rourt: tanto essi sono sospettati tali in fondo dell'animo loro dagli antichi alleati repubblicani e socialisti. Ciò facendo avrebbero dato un esempio di coraggiosa sincerità eù avrebbero an<.;he reso più facile e più sicuro un Ol'ientamento riformatore e liberale- del Ministero. La parola dei l'epubblicaui, clw sono i più loo·ici nell'opposizione perchè non mirano soltanto arl ~bbattere un Ministero, ma qualche cosa che sta più in alto avrebbe potuto essere più netta e più tagliente e si risente con certezza cli quell'imbarazzo in cui si è trovata tutta l'Estrema di fro1:te alle c;onseguenze dello sciopero genarale, che pesano ::mi repubblicani in quanto nuocciono e che vengono disonestamente sfruttate a loro esclusivo benefizio dai socialisti in quanto possono giovare. Eccoci, infine, al manifesto dei socialisti. Ha delle arie guascone e ùi sfida a tutto il mondo borghese; parla in nome del proletariato si dichiara soddisfatto delle dissoluzione dell' Estr·ema e il solo vittorioso perchè in seguito allo sciopero vede fatalmente ricondotta tuLta la vita politica della nazione sul terreno della rigida lotta di classe, salvo, poi, ad invocare la cooperazione di classe, anche tra i non at!ìni, dove si sente debole e a1:dare in cerca di voti pei candidati pericolanti. P iacenzà informi! Cade nel grottesco attribuendo all'indirizzo del governo ... la non avvenuta riduzione degli interessi del debito pubblico. . · Queste le 11ost1·eimpressioni sintetiche sui manifesti-programmi dei pal'titi che ::;cendern1rno in lotta il giorno 6-13 novembe nei (;Omizielettol'ali. Sapremo tra pochi giorni quale ac;coglienza farà ad essi il paese. I I I I I I I Il I t • t t 'f '• •' 1 ' • 't 1 ' • '• 1 •'" • •' • • • 't • • • • t "t • • i • • • • I t •., • I I• • I I''" • 1 • • • • , • f t 4 1 11 I I f 1 P11oblemsoicialie pttegiudizpiolitiei A proposito del Conqressodei Professori T. Il terzo congresso degli inseg·nanti che ,.;;'è tenuto a Roma nel mese sc;orso ha destato maggior rumore che i due precedenti Congressi di Firenze e <li C1·ernona non per gli a1·gomenti professionali che ha discussi, ma per il carattere politico che ha voluto far ;tssu mere alla Federn.zione. . Però pl'ima di occuparmi del problema politico, credo utilr. richiamare I' attenzione sopra due temi che sono stati piuttosto accennati che trattati dal Congresso: la laicità della scuola e la libertà d'insegnamento. Per il primo problema e per il secondo il Congresso ha accettati generalmente i pregiudizi correnti, che oramai divcnta110 tradizionali, piuttosto che compiere, od anche iniziare, un esame spregiudicato, ampio e soliilo delle quistioni. Così oggi è di moda proclamare la laicità della sc;uola, se: za determinare però in che cosa debba veramente consistere. Ed è di moda intendere la libertà di insegnal'e 11el senso che soltanto le .scuole organizzate dallo Stato possano e debbano. avere il monopolio dell' inseg11amento. Io creùo invece che le due quistioni sia·no molto più complicate e difficili di quello clw abitualmente si creda, e che meritino pet·ciò , anzi esigano , ulla discussioLe veramente liberale e quindi profonda, che fi11ora non è stata maturata da coloro che f'acilmenle improvvisano su c;otesti argomenti. lo avrei voluto, o che il Congresso avesse intrapresa, con la necessaria preparazione, l'analisi di tali problemi, ovvel'o piuttosto che ripetere la vecchia fraseologia anticlericale , avesse messo da parte per oggi argomenti così vasti, proponendosi di studiarli in altra riuniolle. Allora, a propo ·ito della 1aicità della s~uola, si sarebbe dovuto esaminare non il ·nudo dato negativo, cioè la soppressione dell'insegnamento religioso, ma piì1 di tutto il pr"bblerna positivo,cioè che cosa sostiluil'e all' insep:namento religioso, quale inspirazione, qual contenuto, qual forma dare alln coscienza della gioventù. E' un problei'na altissimo e fondamentale, cl1e non può essere trascurato da chi vuol parlare scl serio della laicità della scuola, ma è anche un pl"Oblema concepito dalla maggior parte di colloro che ne parlano con molta superficialità, e, diciamoao pul'e, con molta incoscienza. Basti ricordare che qu si Lutti i fautori dell'educazione laica, credono che sia sufliciente sostituire all'insegnamento religioso l'insegnamento formale e precettistic;() di una morale sell7.a Dio e senza credenza nel soprannaturale: un catechismo naturalistico e razionalist.ico, insomma , in lno~.rodel catechismo religioso ! Costoro non sanno, evidentemente, il v::ilore reale delrelemento religioso e dell'elemento razionalistico; e soltanto per qÙestn credc)no che il precetto razionale si possa mettere al posto cli quello religioso, come un termine che equivalga un altro ..Ma il precetto religioso in tanto ha la sua efficacia sulla coscienza in quanto si riattacca ad una credenza, in quanto cioè è una specie di segno abbreviato di un contenuto spirituale che riempie tutta l'anima. 11 precetto razionalistico non risponde , al con trar io, a
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