Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 20 - 31 ottobre 1904

RIVISTA POPOLARE 535 milioni di giornate di lavoro che fa perdere. Nello stesso tempo deploriamo che a questa benemerita Società il Mezzogiorno elle ha maggior bisogno della s1ia azione e pnò e deve ritrarne i maggiori vantaggi dia il minore con tributo pecuniario. Sappiamo di grandi latifondisti, le cui proprietà sono devastate dalla malaria, che ~i sono rifiutati a dare qualche centinaio dì lire .... Oh ! i miserabili ! Nel Mezzogiorno, in vece, prodigarono la loro opera sotto l' irnpnlso intelligente di F. Nìtti, in pro della eccellente impre~a la Scuola Superiore di agricoltura di Portici e il giornale Il Pungolo di Napoli. Nor •1111 ltlll lllU t1111111111111, 11111111u11 ••• ••••• u •~• ••••• "''' •• ••• ,.,,, •1 ,,,,,,,. fil lt VIGILIA La riunione dell' Estrem,a sinfgtrn, materialmente e moralmente, riuscì come l'avevamo previsto, una misera cosa. Fu meno numerosa della precedente e vi mancò come grupr,o la parte 'mdicflLe. Doveva essere, nella interpretazione dei promotori della riunione del- 21 settembre l' affermazione di un'azione comune dei tre gruppi e riuscì invece alla procl~mazione solenne, ufficiale, della dissoluzione della Unione dei pm·titi popola1·i. Non ci rammarichiamo molto dell'avvenimento; crediamo preferibile la completa e riacquistata autonomia dei tre gruppi , ad una unione intessuta di ipocrisie, di menzogne e di slealtà. Non ce ne rammarichiamo perchè del resto portiamo ierrna convinzione che se il bisogno se ne presentasse essa si ricostituirebbe, anche contro la volontà dei capi; ed essa sussiste tuttavia, non ostante il suo proclamato ;-;cioglimento, nella presente lotta elettorale dovunque le condizioni locali la rendono necessaria o semplicemente utile alla eompagine democratica. Intanto rileviamo che nella riunione del 16 solamente i socialisti, .cioè il gruppo , che dovrebbe disprezzare maggiormente le così dette rifonnctt,-,, - la grande ed integrale 1·i/onna sar·ebbe rappresentata dall'avvento del coLlettivisnw; - presentò per mezzo di Turati, un testamento politico, come egli lo chiamò, in cui venivano enumerate le ,,·iformette o i capisaldi del prossimo lavoro legislati 10. L'insieme di queste 'rif01·mette non ha niente di straordinariò e di terrificante per la borghesia. Pensiamo che il partito radicale dovrebbe fa'rlo proprio e che non dovrebbe mancal'gli l' ausHic, dei repubblicani evoluzionisti, poichè es ·o è tutto informato a sano evoluzionismo. Con ciò non intendiamo dire che approviamo tutti i capisaldi enuuziati dal Turati; non comprendiamo, ad esempio, il 2° col quale si invoca una legge che disciplini l' intervento della forza pubblica nei confitti popolari. Ma se anche Ferri e l'Av{/nti.' dichiararono di difficilissima formulazione ed anche inutile una legge come fu detto nella riunione di Milano durante lo sciopero, che disciplinasse l'uso e l'ubw,o (sic) delle armi nei conflitti tra capitale e lavoro! Notevole questa circostanza: al Cabrini che nella riunione del gruppo socialista consigliava di fare dello sciopero generale la piattaforma della lotta elettorale rispose Turati che lo riteneva non necessario, nè opportùno, perchè in un programma elettorale non se ne poteva parlare con precisione .... Non sarebbe stato più conforme a sincerità. l'affermare che si riprovava lo sciopero 1 Una nuta giusta. Tutti - socialisti, repubblicani e radicali - muovono guerra al Ministero attuale so· pratutto perchè non ci ha dato rif01"nie. E Cabrini ad osservare: la colpa delle 1nancate 1·iforme non spetta soltanto al Governo ma anche all' Est1·ema, che almeno am·ebbe dovuto lavora1·e di più pe1·ottene1·le. E chi non ricorda che l'Est?-ema fu fiacchissima e che alcuni repubblicani furono dissenzienti nel sostenere l' on. Mirabelli. che con lodevole ostinazione chiedeva il suffragio· universale 1 Le riforme, infatti, ben di raro dai governi furono concesse spontaneamente, specie quando intaccano le istituzioni vigenti ; ma bisogna domandarle ed all'occorrenza imporle. Se domandate dalla grande maggioranza clel paese e non concesse vengono strappate colla rivoluzione. ♦ L'Estrema nella riunione del 21 settembre domandava l'immediata convocazione della Carnera allo scopo di cacciare il ministero. Il ministero ha risposto sciogliendo la Camera. Molti Estremi se ne dìchiararono contentissimi ed affermano di avel'e ottenuto più di quello, che desideravano; a noi sembra che ci sia una bella differenza tra ciò che si domandava e ciò che si ottenne. Ma... chi si contenta gode. Comunque il Ministero può giustificare il provvedimento affermando che si è appellato al paese sul conflitto tra l'Estrema il governo; dovrebbero dichiararsene del tutto soddisfatti gli Estremi, che sinceramente consigliavano le dimissioni in massa per ottenere siffatto provvedimento. La parola, adunque, ora è al paese o a quella piccola frazione del medesimo-come giustamente osserva il manifesto dei repubblicani - che gode del dritto elettorale, cioè: all'8 Oro circa della popolazione totale che discende al 3 Oro in alcuni collegi del mezzogiorno per salire al 20 O[O circa in qualche collegio del Piemonte (minimum: 2,75 Oro a Nicosia maximum: 19,71 ad Oviglia). Governo, opposizione costituzionale, gruppi dell'Estrema si devono naturalmente dvolgere al paese per esporgli le proprie ragioni ed ottenerne un verdetto favorevole. , Pel governo e per la opposizione costituzionale pare che abbia parlato soltanto il Presidente del consiglio, cui si attribuisce la redazione della Relazione al Re, che precede il decreto di scioglimento della Camera. Diciamo che ha parlato per l' uno e per l' altra in quanto che dei monarchici del Centro, che fan capo a Sonnino, quest'ultimo si è fatto sentire fiocamente e dichiarandosi partigiano di radicali riforme e di larga libertà; nè quelli di Destra, che riconoscono Di Rudini per capo hanno.pubblicato un qualsiasi programma concreto da contrapporre a quello del Ministero attuale. Ciò che costituisce un difetto organico nella vita costituzionale italiana; d'onde scaturisce quella manifestazione di suprema viltà nei candidati mona·rchici che si dichiarano tutti, o quasi ministeriali : manifestazione che con gioia maligna venne stigmatizzata dall'ufficiosa Tribuna. La viltà nei canòidati è vera e innegabile; ma una attenuante essi possono invocarla e nel silenzio di coloro che dovrebbero contrapporre il programma del1' opposizione di Sua Maestà a quello del Ministero; e nella eccezionalità del momento attuale che a molti fa proclamar·e, con sincerità o con artifizio, la necessità dell'unione delle forze monarchiche contro il pericolo reale o immaginario del sovversionismo. Questa seconda attenuante trova un addentellato in qualche accenno della stessa Relazione del Ministero al Re. 11 Ministero che non è venuto allo scioglimento della Carnera per fare omaggio all'Estrema o per pi1,ura della medesima, per tornaconto: perchè ha creduto favorevole il momento agli interessi propri, è stato il primo a parlare colla cennata relazione. Il Giornale d'Italia, i repubblicani e i socialisti ne hanno detto corna. I radicali, se deve giudicarsene dal linguaggio del Secolo ch'è il loro maggiore

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