558 RIVISTA POPOLARE anni fa sostencvauo solo il 24· 0 To delle spese degli scioperi ora ne sostengono 1'88 °ro. Questa è b miglior prova della sanità di sviluppo di queste leghe di mestiere. Meglio che dalle cifre complessive, il rialzo dei contributi si rileva dalle cifre dei contributi annuali a testa; cosi mentre dieci anni fa un panettiere pagava all'anno alla sua organizzazione marchi 4,98 paga ora 16,86: un barbiere, allora 3 ,2 5 e ora 29,02 ; un giardiniere 5,44 e ora 15 ,82 e cosl via. Ciò che i sindacati operai hanno ottenuto in questo decennio in elevamenti di salario e in diminuzione d'urari non è disgraziatamente determinabile. Si può avere una statistica degli scioperi, non quella dei loro risultati. Non va del resto esagerata la forza delle organizzazioni per quanto rallegrante ne sia lo sviluppo. Contro di esse si sviluppano in uguale e maggior misura le organizzazioni dei padroni. N' è nata la necessità d' una tattica prudente che ha fatto gridare al pericolo di un addomesticamento dei sindacati operai. Il sistema dei sussidi, s'è detto, e la prosperità finanziaria delle organizzazioni possono indurre l' operaio a conciliarsi con lo stato presente delle cose. Come rimedio si consiglia la propaganda dello sciopero e;enerale. Essa dovrebbe rafforzare la. coscienza rivoluzionaria dei sindacati. Non ve n'è punto bisogno ; sarebbe di''ficile dimostrnre che nelle sfere dei sindacati la concezione delio stato di classe sia mutata. Non è compito dei sindacati di stabilire come debba risolversi il confltto fra capitale e lavoro. Loro compito è di elevare b vita del lavoratore con un lavoro assiduo e minuto a cui vanno guadagnati passo passo sempre nuovi strati di operai. Questo lavoro non sarebbe possibile, se si diffondesse la convinzione che la miseria sia eliminabile con un colpo di mano. La propaganda per lo sciopero generale è il peggior mezzo che possa sciegliersi per rendere lo sciopero generale possibile. (Dte Neue Ze(t, 8 ottobre). ♦ A. Foillée: Le conseg·uenze morali e sociali del darvinismo. - Il darvinismo , il princip.io della lotta per la esistenza, applicato alle scienze sociali è riuscito alle più ciniche e perniciose conseguenze. Si sono visti darviniani, in nome della scienza, sostenere la filosofia dell' assassinio , l' eliminazione violenta dei deboli , l' egoismo brutale e feroce. Dagli individui la lotta si è trasportata tra le nazioni e tra le razze per esaltare la guerra, la morale del ferro e del sangue; d' onde l' imperialismo, l' espansione, la conquista equinlenti al diritto del più forte, la forza sostituita al diritto, l' odio all'amore, la concorrenza all' associazione. Questo brutale e malvagio darvinismo sociale, che trovò in Nietzsche il suo rappresentante art istico e letterario, non ha base nei fatti. La competizione universale può essere eliminata in tutto o in parte. La lotta non dà frutti migliori del!' associazione; non è la lotta, ma l' amore che propaga la specie; e questo amore che presiede :11l'origine della famiglia si purifica, si intensifica, si allarga e si trasmette ai discendenti. Lo stesso Darwin vide la grande irnportanza morale del1' amore pei deboli. Nella vita progressiva dell'umanità, l'educazione, l'invenzione e l'imitazione vanno occupaudo un posto sempre più importante e preponderante. Or:1, nessuno di questi grandi fenomeni è in sè un fatto di lot.ta e d' aggressione; al contrario, essi racchiudono, avanti ogni altra cosa, l' idea dell' accordo e dell' armonia. Quanto alla legge sulla quale i darvinisti sociali insistono tanto la le<Ne d' adattamento all' ambiente, occorre osservare ' ;,t, che e~sa non implica solo e necessariamente la lotta contro l'ambiente ma anche la cooperazione coll' ambiente. L' adattamento all'ambi ente poi si compie_ in maniera diversa a seconda si tratti di animali inferiori o dell' uomo; Pei primi l' adattamento non è che l'effetto d_imod~fkaz~on~ fisiologiche: pel secondo anche, e sopra.tutto, dt mod1ficaz10111 psicolorriclie. Un altro rapporto essenzialmente umano colla uatura" esterna consiste nella produzione economica. L' animale uon è che eccezionalmente produttore; per soddisfare la _sua fame esso deve impadronirsi dei prodotti spontaneamente forni'ti dalla natura. E siccome questi prodotti sono in quantità limi tata, ne risulta, tra gli animali, concorrenza e lotta. Ma un essere cap:ice d' inventare e di produrre è diretto da :dc:-forz.e, di cui le produzioni sono la realizzazione esterna. L' a irnale essendo sopratutto consumatore, la parte che ~sso co;1:.u1112. diminuisce, per gli altri, la possibiliti di consuma- . ione. L' :'.Omo essendo sopratutto produttore , è capace di :uargare '.::,1za 1 pos;;. la produzione al di là dei suoi bisogni. Mano a mano si vede che sta sviluppandosi uno stato sociale in cui ognuno può consumare senza diminuire la possibilità di consumazione degli altri. « Sta in ciò un ideale progressivamente realiz?.abile, sul quale i socialisti hanno insistito con ragione. Questo ideale stabilisce una .differenza essenziale tra la lotta pel consumo negli animali e l' accordopel consumo nell' uomo. » La forza, di cui i nietzschiani sono i filosofi e i cultori, può essere una debolezza: come per gli enormi animali antidiluviani, che avevano bisogno di troppo nutrimento per poter associarsi e moltiplicarsi. Inversamente, la debolezza può essere una forza: si è visto l'invasione dei grossi topi di Russia portare all' esterminio di tutti i topi grigi , mentre altri topi di dimensioni più piccole poterono - mercè la loro picciolezza - rifugiarsi in buchi strecti e sfuggire così al nemico. La selezione fatale dei superiori, la ·formazione d' una aristocrazia mediante la lotta per l' esistenza, di cui ogn0ra parlano i darvinisti assoluti, sono oramai contestate da moltissimi biologi e sociologi. Nella società umana, come negli animali, l'adattamento all' ambiente significa spesso selezione dei peggiori, regressione, selezione a rovescio. L' apoteosi del vincitore é un pregiudizio che non fa distinzione tra la fortuna ed il merito, tra l' adattamento e l' attitudine vera. Il progresso sociale dell' umanità poi non ha nè deve aver fine la sopravvivenza dei meg~io adatti all' insieme delle condizioni attualmente esistenti, qualunque esse siano, bensì la sooravvivenza di coloro che sono intrinsicamente i mialiori i mialiori socialmente , i più adatti ad un insieme di 1:"' ' n . . condizioni ideali e future. Perchè questa méta sia raggmnta, la rivalilà sociale cede il posto alla mutualità sociale dei servigi ; essa stessa tende ad essere ~na f?n_na di s~rvizio: oanuno ha un interesse finale a che gli altn siano suoi emuli e:::,aumentino la somma dei beni comuni. Il progresso della società moderna, infine è dovuto sopratutto non alla forza brutale , ma alla forza delle idee , le quali di per sè stesse implicano un accordo colle cose e cogli uomini; non una semplice opposizione o una lotta. La forza intellettuale del!' uomo è dovuta-nella massima parte-alla sua stessa sociabilità. Tutto ciò che ha fatto l' intelligenza dell' uonw - specialmente il linguap;gio e la scienza - è un prodotto sociale. Qui è la sociabilità che è la causa della superiorità. Il superuomo è l' uomo sociale. . . I fanatici del combattimento universale obliano che ogm lotta porta ad una perdita d' energia vitaìe, come ogni collisione ed ogni attrito nelle macchi:1e in1plicano una per?ita di forza viva. Appunto perchè la vita tende al suo massnno di sviluppo e d' energia, e~sa deve liberarsi del conflitto p~r adottare un modo cl' azioné che, in luogo di volgere le diverse forze le une contro le altre, le faccia convergere verso una medesima mèta. L' evoluzione non ha lotta nè per fine, nè per unico mez.zc: essa , al contra_rio 1 non la _su?isce che come una necessità più o meno provv1sona, e la sost1tm~ce-dovunqué è possibile - con la cooperazione _e ~a s_olid_arietà Questo è il vero risultato delle osservaz10ni sc1ent1fichc, contro il quale sono impotenti tutti i poemi di Zaratustra. (Revue des deux mondes del 1. 0 ottobre 1904). (1) ♦ Karl Blind : Lo czarismo. - A misura che le forze dello czarismo dec~dono per terra e per mare in Inghilterra si fa strada il tentativo di far comprendere che se essa si volgesse contro la Russia, si avrebbe un alleanza armata tra Lt Germania e l'Impero dello Czar. Questa. opini?ne_in una rivista liberale inalese la espone un Australiano, 11 s1g. Hales, che ha percors~ la Siberia. Questo scrittore perciò decant,l le ricchezze minerali e i boschi della Siberia, propugna la fratellanza tra inglesi e moscoviti. , che adorano lo ~tes~o Dio e souo degni di essere stimati. Non crede che c1 siano vere cause di odio e di divergenza d'interessi tra la Russia e l'Inahilterra e pensa che i nemici tra i due paesi si trovano toltanto nelle classi privilegiate. Eppure in Inghilterra all'epoca della guerra di Crimea i veri opp_ositori dell'ar~i-despot~ Nicolo I si trovarono nella democrazia, nelle classi popolari e nella emigrazione politica europea ! . . . Ma di quali moscoviti parla lo scnttare australiano, d~1 quali si potrebbe coltivare la fratellanza? Quanto. ~tra_na sia questa idea risulterà meglio dall'esame delle condlZIOlll della Russia. Il prof. Reusmer, un suddito russo che insegnò per cinque ( 1 ) Questo articolo è.ell' illustre filos?fo frances~ s~mbr" _un pu~ltO del Socia-_ Jismo: di N. Colajanni. G. RouJnet nelle Re1•ue Soci,il,ste g!1 ha nmprovcr_ato dt copiarlo spesso senza citarlo mai. N. d. R.
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