> RIVISTA POPOLARE 553 nipossente, basta a fugare le tenebre di tanto b:1io atavico, sinistramente popolato dai milioni e milioni di spiriti che •la cruda barbarie antica vi ha sbalestrato dietro, a traverso la cecità di tante generazioni, a traverso i secoli, - oscurità compatta ass·ordante dei lamenti, dei gemiti, dei singhiozzi di coloro che della propria vita fecero ludibrio nei cosi detti campi di battaglia,, in verità campi di maledizione; e qnesta te~ nebra funesta, spinta· avanti dal soffio ine.:iorabile della civiltà, pressata, non precipita nel baratro della sua fine, scomparsa, dispersa, annientata? Questi i fatti. Queste le considerazioni. Io le ho raccolte con amore da ogni capannello, da ogni luogo pubblico, da ogni casa privata; io, esnltando nel mio intimo, ho distinto in qnesto modo generale di pensare la striscia Incida del progresso civile, il raggio luminoso che viene dall'alto, emanazione divina di una luce del cui splendore si compone la nostra stessa anima : tutto ciò forma il sentimento migliore dell'uomo odierno. Risalta magicamente la gran fede, con la fiducia delle c~se sicnre, e si manifesta con le imagini care di una santa verità intesa e gustata da tutti, con fa velia piana e dolce, ricca degli scatti lirici che prpvengono dal sacro fuoco interno, mentre nella sua via diretta, agevole, luminosa si vede ogni oscuro dileguato via e vi si riscontra un fatto di importanza precipua, quello cioè che la lingua degli animi è una sola, è la lingua universale. Gli è perciò che io, pur leggendo le notizie che for micolano attorno al teatro miserando della guerra rus. so-giapponese, pure mirando con l' occhio sereno dello spirito all'accanimento che ferve B,ttorno a Porto Arthur , e che spumeggia con le flotte , non mi è stato possibile sottrarmi a un desiderio che è il seguente : vedere sommergere anche le guerre insieme· con le navi mitragliate. Ahi, Guerra, la tua consistenza fallace materiata di ipocrisie e di scempi si discioglie alla luce della civiltà come la neve a quella del sole; tu forse finirai di assiderare gli uomini e la terra, e il cielo contemplerà lieti i primi nel tripudio gaudioso del lavor.o e della canzone, l'altra rigogliosa di fecondità e di produzione; e cammineremo spediti, nella luce serena della concordia, affratellati dalla pace universale, sopra un terreno non più irto di asprezze e di troncamenti, ma piano. agevole, ricco di messe, aureo dei bagliori del grano, olezzante di fiori. Ahi, Guerra, tu forse ti risolvi in vana ombra, a somiglianza dello stesso tuo dio: larva fra le larve dell'Olimpo l'inconcludente figliuolo di Gi11none e di Giove, - fratello e sorella qnesti due prima che fossero marito e moglie, - vero parto rachitico e mostruoso perché derivante da consanguinei! Marte, il tuo dio, non poteva in vero essere concepito di botto sol perchè la madre sua si fosse adagiata sopra il fiore additatole da Flora: Marte, come tutti gli ltltri idoli mitologici, nacque composto di falsità gesuitica e di umore bernesco, - il nnlla in forma di bolla di sapone, la inesistenza raffinata con le linee della leggenda, per totale la parodia del huon senso. Questo il tuo dio, o Guerra. E tu? Tu, con esso, formi la stessa ombra immane; qnegli pascolavasi negli amori con Venere, tu fai altrettanto abbeverandoti del sangue degli innocenti. Amore colpevole : Vulcano sorprende ; ma, :i nche q11esto è idolo vano come tutt,i gli altri, e, in sua vece, pnni.sce la spada diritta, lucida, quasi fiammeggiante del pro gresso umano che scintilla di raziocinio , di gi.ustizia, di sentimento, di bellezza, di civiltà. Anche a te, come al tuo dio, nulla più giova lo startene armato da capo a piedi; i tuoi favoriti, simili a quelli del tuo dio, che ebbe nome Alettrione, spuntano anch'essi convertiti in galli dal sentimento della dignità nazionale, la quale pena a fare tutta.via, ufficio di sgabello alla tirannia; e i tuoi tempii, infine, come quelli del tuo dio, diroccano, rovinano in. mucchi meschini di macerie col crepi tìo sordo di un fuoco che si spegne, mentre la poi- · vere lnnalzantesi dagli avanzi si diradn, alla maniera ddle nubi sgombrando l'aria pura, lasciando vedere nettamente lo spe~chio dell'azzurro. Si, o Guerra: la tna forza malefica di esterminio cade sopra di te stessa. Si, o Guerra: su le tue rovine le vicende d' a7.ioni degli uomini si rinno.vano nel :progresso. LUIGI lVlARROCCO 11111 Ulll •,11111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111u Socialistriiformistei radicali ---}~---- In mezzo alfa gazzarra impenitente che tiene in dissesto e dissolve l'Estrema sinistra, con grave jattnra del paese, degno di rilievo, a nostro avviso, è soprntutto il recente tentativo di fonder€\ in unico partito democratico-sociale, con programma fortemente radicale, i due gruppi che fanno capo agli on. Sacchi e Turati. Promotore... idealistico ne è il nostro carissimo Alessando Groppali, il quale tenta saggiare nel campo pratico-politico le inferenze sociologiche dei suoi studi; ed in un opuscolo, (1) scritto a proposito della fondazione di un circolo democratico-sociale, nella sua Cremona, espone di tal fusione il suo concetto informatore. Premette una generale teoria relativistica del partito politico, il quale deve avere « un valore puramente relativo alla condizioni sociali, ai bisogni , alle necessità del momento , che esso intende di valutare e di trasformare alla stregua del suo sistema di idee », senza « mai perdere il concetto della vita vissuta ». Guai se esso « si isola dalla realtà e si condanna a vivere prigioniero delle proprie formnle, ... sagrificando quella a queste! Allora « finisce per trasformarsi in una setta o filosofica o chiesastica,,, mentre « i partiti svolgono nella pratica un'azione tante più efficace e benefica, quanto più l'ordine delle riforme, che essi propugnano, corrisponde ai bisogni più urgenti, alle necessità più vivamente sensibili del momento storico". Da ciò la condanna dei partiti molto avanzati, i quali sono dominati nelJa pratica da una concezione della società in una forma-limite molto al di là da venire, più (1) La crisi dei partiti ed il concetto informatore del Circolo democratico-sociale. Cremona 1904. ·
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