Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 20 - 31 ottobre 1904

RIVISTA POPOLARE 551 -. da macchina di lavoro essa pnò trasformarsi in strumento di guerra. Quando, invece delle attuali searamuccie economiche, si daranno le grandi battaglie, si pern;erà, un po' tardi in occidente che invece di affidarsi alla forza distruttiva dei cannoni sarebbe stato meilio opporre nna nuova organizzazione della ricchezza bianca a qntste f'o1'tune gialle. che ci minacciano senza esistere e che ci schiacceranno senza appartenere ad alcuno. A quelli che intravvedono l'azione fatale di questo pen·colo giallo , a quelli che intravvedono che esso tende a spogliarci dei noHtri beni più sac1·i, cioè dei nostri dividendi e dei nostri salari, io consiglierei da qui a venti anni, di farsi naturalizzare cinesi e di farsi ammettere come collaboratori in una di queste fortune collettive. per ritornare a calpestare le strade di Parigi. Perchè per evitare ]e e1uozioni violenti e dispiacevoli della lotta, importa prendere di buon'ora il partito del nemico - se esso è il più forte. ALE SANDRO ULAR 111111111111IlI111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 La fine delle gu_erre Così è: - La guerra va oramai considerata come il mostro virulento della civiltà umana. Sì, la guerra è l' ult.imo segno della degenerazione atavica, in contrasto evidente con lo spirito della civiltà odierna. Una affermazione siffatta, spontanea, proclatuata ad alta voce dall' artista che vive nella serenità dei snoi ideali purissimi, dove i luccicori veri di un~ esistenza che mira al perfezionamento umano si eleva al disopra di tutte le sozzure che guazzano nel circuito dell'egoismo malefico e degli interessi vili; una tale affermazione, dico, non può essere che ]a schietta conseguenza di una riflessione vagliata al lume dell'intelletto spassionato e quindi a quello di una logica ineluttabile. Strano : essa trae origine da quella fonte medesima da cui i miserabili e inconsci fautori delle guerre tirano fuori, all'impazzata, argomenti in senso contrario·, e , s' intende, a favore di quelle idee bellicose da cui emana l'odore acre del sangue degli innocenti, - cioè della stessa recrudescenza di essa guerra; ma mentre la prima mette in luce ciò che vi è di puro e di cristallino nella fonte simbolica, gli altri .... oibò! disseppelliscono dal limaccio più profondo, dall'ultimo strato di melma il fango fetido generatore di miasmi. Una separazione proficua ci s'impone con necessità: la mano benefica scevra l'acqua limpidB, e lascia che i ricercatori morbosi di anomalie godano turpemente di quella mota, di quella poltiglia, di quel vecchio cumolo di immondizie velenose. La guerra è una anomalia. La guerra è un composto ibrido di rimas11gli barbarici, di avanzi d'atavismo, un impasto degli istinti be stiali della prima età ; orrido vecchiume di una società che non poteva reputarsi a gran vanto il merito di muovere i primi passi nella via del progresso e dell'incivilimento, merita solo di essere condannata in eterno nel museo speciale dei ferra vecchi inutili dalla impronta del tutto preadamitica. Di essa si può dire t ciò che accadde al dramma ateniese nei carri di Susa-. 1 rione e di Tespi : vagò sempre, sopra tutto, da un impero ad u11 altro; ma la via che percorreva per questo s no andar gironi era lastricata di ossa umane, colorata · dal vermiglio dt--1sangue, appestante del grave tanfo di putredine facente le veci di profumo. Q11ando Sll di essa scioglieremo il De Profundis? A un rilievo ne succede un altro; è q uistione di,diversità : a traverso i secoli della. lotta ur~ana per il miglioramento degli stessi uomini, mentre il problema lo! del perfezionamento rimane ti1ttavia il nobile ideale• ciei b11onì, abbian10 veduto all'ara dei pagani succedete l'altare dei cristiani : e chi può dire che cosa si vedrà nell'avvenire, nella successione inevitabile che compie la società con le sue fasi di evoluzione'? Intauto, oggi constatiamo. Chi non ha osservato la fiammella di una lucerna ad olio, prossima a spegnersi per mancanza di alimento? Per 1111 àttimo <:,' è da ingannarsi: la estremità del lucignolo pare raccoglia forze tali da j}luminare di gran ten1po, ma non è così: repentinamente ravvivata, la luce risplende Yivacissirna, emana degli ultimi guizzi veementi e annega. nel buio. Proprio qnando pareva che dovesse abbao·liare moriva o ' . Lo stesso JJUÒ agevolmente notare l'osservatore accurato rispetto all'intierire e al rincrudire della guerra· nell'e::;tremo oriente: il suo fiammeggiamento inaspet · tato non potrebbe es::;ere l'ultima vibrazione convulsiva. della sua vitalità esaurita? La sua ferocia rinnovellata .L. ancora una volta, ad onta dei passi giganteschi dati dalla umanità verso la via della pace universale, non potrebbe essere l' ultinio raccoglimento infelice delle sue forze ha:,tarde che si risolvono a un tempo nel ridicolo e nel sinistro'? I:11pa.::;totremendo! Tra le guerre ehe la :,tori a ricorda, questa vuol essere una delle più nere; tra gli e:,terminii che il genio malefico del distruttore può vagheggiare , questo vuol essere il più copioso; tra i bagliori foschi degli animi pravi, alimentati dallo ::;pirito del male a segno da osare di pretendere di oscurare Dio, sorgente di vita e di benes- :,ere, questo vuol essere il più bieco nel suo corrnscare rossastro, lnccicante dei riv·erberi del sanKue: dinanzi alle centinaia di uomini che s'impiccano e si fucilano a coronamento dell'opera nefanda , che, d'altra parte, compiono i cannoni e le lllaccbine divoratrici di carne umana, Eschilo, in ispirito , fogge impotente e si nasconde nell'interno delle roccie. Che cosa è questo? È l'ultimo guizzo del mostro, l'ultimo rantolo, l'estremo anelito? È egli morto? Augnriamocelo. Di leggieri è da notare, volgendo lo sguardo attorno, che non pure il dotto, il sociologo, il filosofo, il letterato, lo scienziato, lo studioso, ma anche il semplice operaio, il q11ale,a soccorrere la deficienza intellettuale della mente incolta chiama soltanto il lume della logica, si trova dinanzi a una verità santa che oramai sente di non potere più tradire; e questa verità è ebiara come la luce benefica dell' astro maggiore, ci inonda in tutto il corpo, ci riscalda, ci ravviva: essa c0n8iste nel fatto che la guerra è l'assassinio più vile

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