Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 20 - 31 ottobre 1904

542 RIVISTA POPOLARE Non la meritano le spiegazioni. Dissero gl' illusi, che l' esportazione diminui nel 1901 e 1.902 perchè venne meno la produzione. Ma come spiegare la graduale diminuzione - e sempte forte - dal 1897 al 1900? Nel 1900 ci fu realmente uno scarso raccolto; la ripercussione del fenomeno potrebbe vedersi nella esportazione dello· stesso anno; poichè si sa che il prodotto della vite, specialmente dalle Puglie, si esporta sotto forma di uva, di mosto, di vino di cui appena è terminata la fermentazione. Perciò entro gli ultimi tre mesi dell' anno. Figurarsi! I produttori di San severo, che strillano più di tutti, nella loro sapientissima preveggenza non pensarono a fornirsi mai di botti !! Questa fenomenale loro buddistica indifferenza è resa più deplorevole dal fatto che non solo io predicavo e documentavo ciò che doveva avvenire ed è avvenuto, da oltre tre anni; ma che localmente un membro del Comizio agrario, il signor F raccacreta aveva insistito sulle medesime previsioni. Lo scarso raccolto del 1900, dunque, può spiegare la diminuzione nella esportazione dello stesso anno e non spiegherebbe le diminuzioni dei due anni precedenti. Ma nel 1901 sopraggiunse quella, che fu chiamata b triste vendemmia cioè la vendemmia triste... perchè tr_oppo abbondante, di cui mi occupai nella Rivista del 15 ottobre 1901. Ebbene: perché non ritornò la esportazione alle proporzioni del 1897 ? perchè il copiosissimo raccolto del 1901 - superante di circa dieci milioni di ettolitri quello medio - non si ripercosse sulla esportazione del 1901? E' chiaro: la spiegazione non è solo zoppicante; è addirittura campata in arìa: destituita di base positiva e logica. Non vale di più il conforto, che si vorrebbe trarre dall' aumento considerevole verificatosi nella esportazione del 1903. Esso fu artifì.cioso, straordinario, dovuto esclnsivamente alla speculazione febbrile, da cui furono invasi gli esportatori e gli importatori in vista del prolungamento della clausola sino a tutto dicembre 190 3 e che si ebbe dopo la denunzia del trattato e in seguito all'accordo provvisorio concluso , non ricordo bene se in settembre o in ottobré di detto anno. C' é un dato, che voglio chiamare elegante, che dimostra il carattere eccezionalmente artificioso e di speculazione di quell' aumento notevole; ce lo somministra la comparazione della esportazione nei primi otto mesi dell' anno dal 1900 al 1904, eh' è stato pubblicato or ora dalla Direzione generale delle Gabelle. Dal 1.0 gennaio :1 tutto agosto l' esportazione di vino italiano in botti in Austria-Ungheria fu la seguente: 1900 ett. 640,489 - 1901 ett. 269,957 1902 ett. 303,393 - 1903 ett. 397,826 - 1904 ett. 61,810. Se io mi dissi la pena di commentare queste cifre offenderei i lettori della 'R_ivista. Tutti si possono accorgere che la esportazione nei primi otto mesi del!' anno rispecchia esattamente quella dell'intero anno dal 1900 al 1902. Il distacco enorme avviene soltanto negli ultimi quattro mesi del 1903. Mentre la differenza tra la esportazione totale e quella dei primi otto mesi fu di ett. 220,471 nel 1900: di 277,828 nel 1901 ; di 244,568 . nel 1902; sale straordimiriiunent~ a 5781471 nel 1904. Così in questo ultimo anno , negli ultimi quattro mesi si ha il caso unico di una esportazione più che doppia di quella verificatasi nei primi otto mesi; viceversa negli altri anni i' esportazione dei primi otto mesi fu più del doppio di quella degli ultimi quattro. Si scorge, dunque, a luce meridiana, che il volere credere o far credere, argomentando dall' aumento del 1903, che nell'avvenire la esportazione del vino italiano si sarebbe maotènuta elev,1ta come prima, o è una illusione di menti deboli o è un inganno tentato da persone disoneste. La conclusione di q nesto esame è dolorosa , ma va esposta senza reticenze : Con o senza la clausola di favo re la esportazionedel vino italiano -in ..AustriaUngheria avrebbe subita una continua diminuzione. E mi piace aggiungere, che anche l' Avanti I che ce l'ha a morte col governo e che ha ingiustamente attaccato l' on. Eduardo Pantano riesce alla identica e precisa coochiusionc mia; cui tro pervenuto tre anni or sono. ( Avanti! del 29 settembre 1904 ). II. la quistione del vino è tra le più importanti nei o uovi trattati di commercio ; ma non è la sola. Ai negoziatori ed alla loro opera ;-tl governo ed al Parlamento, si sono rivolte aspre critiche perchè non hanno provveduto a mutare il regime doganale; critiche, che riguardano tutto l'indirizzo della politica doganale e ·che vengono specialmente dé}lla scuola liberista, i cui principii da taluni vengono applicati e difesi colla passione dei più accecati settari. L'Avanti I si è fatto il portavoce delle critiche in senso liberista non solo ai trattati, ma anche ai negoziatori e specialmente ad Eduardo P;-tntano. A lui con una leggerena, che rasenta la mala fede rimprovera di chiuderegli occhi dinanzi alle giuste protestedel lvlezzogiornoe credere di eliminare con le su.e parole lo scontento , che colrì si va diffondendo, affermando che l' agevolazione dell' agricoltura meridionale fu mira principale dei negoziatori italiani. (N. 0 del 30 settembre). Nulla di più ingiusto dj questa accusa. Se L' Avanti I ha ricouosciuto esplicitamente che la clausola di favore pel ·vino era morta perchè fargli una colpa del non essersi rinnovata? Data la morte di q nesta famosa clausola si vedrà subito se Pantano e Mìraglia e i negoziatori italiani fecero tutto il possibile in favore dell' agricoltura meridionale; e che lo abbiano fatto risulterà da uno deì punti della discussione sulla critica ali' indirizzo generale della politica doganale· italiana. Tale critica co:,Ì viene formulata c.iall' Avanti! (N.v del 29 settembre). « Era stato provato, con molta serietà scientifica « e con documentazione statistica molto soddisfa- « cente, che una delle cause della depressione me- « ridionale era da ricercare appunto nel protezio- « nismo industriale nordico: e che gli sbocchi alla « ricchezza segnatamente agricola del Mezzogiorno « si dovevano conq uist,He con l' arma liberistica « delle riduzioni di tariffe per i manufatti e per i « prodotti industriali esteri: io una parola con la « perequazione del Nord e del Sud nel trattamento « dog~nale. >> « Il Sud non invocava liberismò pei << pretezionismo pei meridionali: voleva il << doganale per tutti, anche perchè il dazio nordici e liberismo sul oran v O

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