Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 20 - 31 ottobre 1904

l RIVISTA Po POLARE DI Politica, Lettere e Scienze Sociali Diretto1·e: Prof. NAPOLEONECOLAJA.NNI (Deputato al Parlamento) Esce in Roma il 15 e il 30 d' ogni mese Italia ; anno li re 6; semestre lire 3,50 - Estero : anno I ire 8; semestre lire 4,50 Un numero separato Cenr. 30 Amministrazione: C01·so Vittorio Emanuele n.0 115 NAPOLI Anuo X - Num. 20 ABBONAMENTO POSTALE Roma, 31 Ottobt·e 1904 SOMMARIO: Noi: Gli a vveuiment,i e g·li uomini: (Fuugaia elettorale - Per la pace contro la carneficina nell'Estremo Oriente - Gli Stati Uniti cot1tro l'emigrazione europea - La malaria) - La Rivista: Vigilia d'armi - Andrea Torre : Problemi sociali e pregiudizi politici - Dott. N. Colajaoni : Pei nuovi trattati di commercio - Alessandro Ular : Le fortune cinesi - Luigi Marrocco: La fine delle guerre - Giov,annide Gennaro: Socialisti riformisti e radicali - Rivlst,a delle Uiviste: Il servizio militare in Germania, in Francia e in Austria-Ungheria (Die Grenz.boten) - Un decennio di sviluppo sindacale (Die Neue Zeit)-Le conseguenze morali e sociali de,ldarvinismo (Revue des Deux :MondH)- ll risveglio politico della Cina (L'Européen) - La guerra e l'opinione internazionale (Fornightly Review) - Lo czarismo (Vorth ...A.mericanReview) - La rigereraziouc dei ragazzi cattivi (i\llagaz.ineoj Commerce) - Il momento economico e commerciale agii Stati Uniti (Economista d'Italia) - lllustraz1ou1 uel testo. GLI ftVVENIMENTI e GLI UOMINI Fungaia elettorale. - In altra parte della Rivista si accenna alla viltà dei candidati monarchici, che si dichiarano quasi tutti ministeriali. La viltà è pit\ appariscente in taluni, che sino a ieri ostentarano fierezza serbando fede a Sidney Sonnino. Degli ascm·i, che votarono per ogni ministero non parliamo: quella è marmaglia spregevole, che fiorisce con particolarità nel Mezzogiorno e in Sicilia. Più indegni di tali ascari non ci sono che gli elettori, che li mandano alla Camera. E nel Mezzogiorno si assiste alla presentazione in un collegio di quattro o cinque candidati tutti ministe1iali; qualcuno si affibbia da sè l'etichetta di ve1'0 gove1·naUvo, anche quando i funzionari del governo lo trattano come un cane rognoso .... Dato il fatto che molti si presentano come ministeriali in un medesimo collegio, si cowprende che i candidati sorgano come i funghi. C'è chi assicura che per i 508 collegi siano già circa 3000 !• Crediamo la cifra esagerata, ma non molto lontana dal vero. Intanto nell'assenza delle candidature di opposizione costituzionale - e la 'l'rib1.ma che si era affrettata a segnalare come un eccezionale fenomeno qnella del prof. Arangio Ruiz nel Collegio di Augusta, dovette pubblicare una rettifiea .... - hanno la loro ragione di essere le candidature radicali, 1·epubblicane e socialiste, che rappresentano la sola opposizione al governo nel momento della lotta. Tra i 1·adicali siamo assai dolenti del ritiro di Clemente Caldese- animo retto, uomo modesto per quanto colto e intelligente - che speriamo di vedere sostituito da un repubblicano. Sono più numerose che nel 1900 le Ca!Jdidature repubblicane e socialiste: oltre un centinaio le prime e circa trecento le seconde. Il fatto in gran parte si deve allo scioglimento dell' Unione dei partiti popolari: mancato l'accordo ogni gruppo vuol fare la propria affermazione. Tengono il rec01·d e devono esserne lodati, i socialisti : in ogni angolo d'Italia hanno una organizzazione, si affermano senza lasciarsi impressonare dalla paura del ridicolo per una scarsa votazione e mostrano una combattività straordinaria. Per queste circostanze che militano in favore dei socialisti si può prevedere che essi non subiranno perdite numeriche, poichè se qualcuno cadrà in un collegio si troveranno i compensi in altri collegi. ♦ Per la pace e contro la carneficina nell'Estremo Oriente. - Jean Jaurès, il campione nobilissimo dell' umanitarismo , ha pubblicato un magnifico articolo : Confro la g1.te'r 1 ra nella sua Ifomanité del 16 ottobre, che ha ottenuto una eco simpati9a in Europa e nel mondo civile. L'eloquente socialista francese scrive : < L'um~nità incivilita deve forse lasciar continuare senza una protesta di dolore, senza un tentativo di mediazione, l'orribile carneficina che insanguina l' Estremo Oriente? Ciò ch'è spaventevole non è solo che degli uomini siano giacenti a terra a migliaia e a decine di migliaia, attraversati da ferite o immobilizzati dalla morte in attitudini forsennat9 di rabbia eroica. Ciò ch'è piu terribile ancora è che tutte queste carneficine e tutti qnesti dolori siano s~aturati da un conflitto che non può essere scusato da alcuna fatalità storica e che un poco di saggezza e di moderazione avrebbe potuto prevenire. Ma sopratutto, ciò che accusa tutta la razzà umana, ciò che sarà 1 m disonore per la generazione di uomini che va e viene sul nostro pianeta, è che i grandi popoli dati o all'inerzia dell'egoismo più pesante o alle combinazioni astute dell'egoismo più vile, assistono da curiosi a questo spettacolo atroce e non trovano nè una parola nè un gesto per consigliare e preparare la pace » . J ean J aurès dopo aver tratteggiate efficacemente le responsabilità della Francia, della Germania e della Russia, che tolsero brigantescamente al Giappone i vantaggi de1la sua guerra vittoriosa contro la Cina col famoso trattato di Simonosachi del 1895; dopo avere rilevato gli errori politici e finanziari della repubblica francese per la sua alleanza colla Russia - e noi non siamo sull'argomento meno severi di lui - conchiude liricamente: · , Quando tutta l' umanità civile si unirà per detestare questa terra abbominevole e per iscongiurarare i due popoli in lotta a non infliggere agli uomini lo spettacolo odioso di questi sgozzamenti inutili e prolungati, forse questo unanime e. supplichevole .appello della razza umana finirà per essere inteso dai dne combattenti, nell'intervallo delle crisi di furia in cui si dibattono. Non si tratta d'irritare il loro amor proprio con un intervento diretto, che rischierebbe di aggravare e allargare il conflitto. Non si tratta di dare un mandato particolare di mediazione al tale o al tal ~altro popolo, al tale o tal altro governo, che sarebbe sempre sospettato di agire per ragioni egoistiche. Non si tratta di fare delle intimazioni per

534 RIVISTA POPOLARE mezzo cli queHta o (Juell'altra diplomazia. Ma è possi-- hile . è 11ecessario, di agire nel senso della ri::1ce, di creare . se ::ii µnò cosj dire, una neee~sità morale di pace. pel' mezzo di una µotente e incessante manifestazione intern::tzionale di umanità, di saggezza e di pietà. » Noi non sappiamo qual i risultati pratici avrà q nesto nobile appello di Janrès e se ia s11a sorte sarà identica a quella dei comizi in favore degli Anneni o degli Ebrei rnssi ; crediamo doveroso, però. il tentare. L'opinione pubblica è una grande forza. Molte ade.sioni vennero a J aurès ; dall' Halia partì la prima e fo di Andrea Costa. Noi nniamo toto co1·cle la nostra. E intanto segnalia1no, come un barlume di speranza , nn ricordo evocato da Sir 'l'hornas Barclay in un'intervista con un redattore della Petite 1·epubliqu13, Egli rammentò che alla pace tra i Boeri e l'Inghilterra si venne in seguito all' inizi:.ti va del1' Olanda . che sulle prime parve in11tile. L'inverno imminente, che nella Manciuria forzerà gli rsercit,i combatt.enti alla tregna e ne centuplicherà le sofferenie, Renza neppure il magro compenso della gloria rnilit,are, li condnrrà allo esame ragionato della realtà e li con8iglierà alla pace. Molto po:-isono e devono fare in questo senso l'Inghilterra e la Francia unite in Europa e che nell'Estremo Oriente rappresentano rispettivamente l' una l'alleanza col Giappone e l' al tra quel la colla Russia. Auguriamoci che tentino e che riescano! ♦ Gli Stati Uniti contro l'immigrazione europea.- Continua negli Stati Uniti la campagna contro l'immigrazione europea; continua nella stampa--,,,--doveil Ward pa risposto all'Austria, con argomenti molto zoppi Cl) - e continua colle pubblicazioni ufficiali tendenziose. Appartiene a questa categoria di pubblicazione q nella che è stata fatta a vVai:;hington sulla immigrazione nella Repubblica delle Stelle nel 1903. La tenden½io- ::iità risulta evidente da questo prospetto, clrn togliamo dall' E'll,rnpéen ( 12 ottobre) aggiungendovi le percentuali: Possedendo Nazionalità Numero Percentuale menodi immigrati Analfabeti analfabeti 30 dollari Percenluale --- Croati e slavoni 32,907 ll, 104 33,68 °1 0 28,318 86,05 °ro 81ovacchi 34,42ì 6,632 J IJ 25 .. 29,!-l03 86.85 ,, Polacchi 82,34:3 22,664 z7,52 ,, ti0,5:58 73,54., Liluani 14,4:32 5,487 38,01 " 9,\:172 69, lo,, Ruteni 9,843 4,595 46,68 ,, 8,247 83.77 ,; Isrneliti 76,203 14,980 19,63 ,, 2!>.02f) 38,09,, Iuglesi 28,451 340 l,19 ,, 5,Sìl 20.63 ,, I rlanclesi 35,366 1,173 3,3l ,, 23.321 65,94 ,, Fiulandesi 18,864 187 0,99 ,, 13,551 71,84,, Scandinavi 79,347 264 0,33 ,, 47)'i86 :50,99,, Tedeschi 71.782 2,438 3,39 ,, 30,Slil -1t,91-J,, Unghct•e,;i 27,124 2,564 \-l,4:1., ?0,~J62 77,28 ,, Italiani del Sud 196,117 84,412 43,04 ,, 135,195 68)12 ,, Totale . 707,206 156,340 22,10 ,, 413,374 62,6!> ,, ·uaggruppamento per nazi::,nalifà in questo prospetto Hon conisponde a quello delle nuità politiche d' onde :;_onopartiti gli emigranti enropei; e' è della conf ns10ne. Così : i Polacchi, gli Ebrei, i Ruteni non si sa se vengono dalla Russia; dall' Aùstria o dalla Prassi a; i tedeschi non sono quelli dell'Impero germanico, ma comprendono anche quelli dell'Impero Austro Ungherese; gli Scandinavi non si sa se vengono d::tlla Norvegia, dalla Svezia o dalla Danimarea; gl' Italiani del Sud devono comprendere anche quelli del Nord. Infatti gli Italiani emigrati nel 1903 per gli Stati Uniti furono in tutto 197,855; e la ::;tatistica Nord-Americana ne indica come italiani del S11,d lUG,117. Ed ora vediamo quali sono le condizioni intellettuali (1) Nella Hivisia Popolare del 15 settemb1·e venne riassunto l'articolo del Warù pubblicato nel u.0 di agosto della North 11 merican nev'iew. ed economiche degli _immila{rati m rapporto agli italiani. Nell' analfabetis1,10 i-;oltanto i Ruteoi col 46,(58 Oto superarono gl' Italiani col 43.04; vengono immediatamente dopo i Lituani ( russi ) col 38,01 e i Croati e Slavoni col 33,68. il minimo analfabetismo lo p1·eseutano i Finlandesi 0,99 e Scandinavi 0,33. Se i Tedeschi figurano col 3,39 peggio degli JJ1glesi 1,19 si deve al fatto che comprendono i tedeschi dell'Austria. In quanto a miseria molti grnppi super:mo gl' Italiani; tra i quali il 68,82 possedevano all'arrivo in America meno di L. 160. I più poveri erano gli Slovancri 86,85; i Croati e Slavoni 86.05; i Ruteni 83777; gli Ungheresi 77,28; ecc. I meno poveri erano gl' Inglesi 20,63; gl' Israeliti 38,09; i Tedeschi 42,99. La media dell'analfabetismo degli immigrati,--22.10 010-non è affatto pericolosa per la compagine NordAmericana; nè tale è la loro condizione economica. Se in media il 62,69 010 degli immigrati non possiede un peculio di L. 150 non è gran male : la grande massa degli operai Nord-Ameri~ani, non osta11te gli alti salari, non avrà 1111 capitale più considerevole. Ad ogni modo negli Stati Uniti s'insiste nel respingere certe categorie d'irnmigrati-gli analfabeti sopratiitto-ed un deputato dellà Pen::iilvania, Adany , ha presentato ai Congresso un nuovo progetto di legge , secondo il quale 80 mila immigrati di qnelli del 1903 avrebbero dovuto essere respinti. Gl'Italiani tra i respinti avrebbero dato il maggior contingente. ♦ Co~1tro la malaria. - Un amico nostro carissimo, ma alquanto meticoloso. ci fa osservare che lo Stellomino della Rassegnn Scientifica del nostro Agresti eqnivalga ad 11na 1·èclame a pagamento in favore del 1' Esanofele. Noi che abbiamo sempre respinto delle proposte del genere pubblicando lo scritto del no.'.)trocollaboratore, della cni dehcatezza siamo garanti, non i::!Ospettammo menomamen t.e che si pote8se scorgere una 1·èclame industriale in quelle poche linee. Comunque, dichiariamo esplicitamente che siamo del tutto estranei all::1.cosa_e ci serviamo della occasione per ricordare dell' altrn ; cioè l' opera della Società per gli St1idi della m(tlm·ùi sorta per iniLiativa lodevolissima degli on. Giu::itino Fortunato e Leopoldo Franchetti, e di eui, per la parte scientifica, è anima l'on. prof. Angelo Celli. Questa Società distribuisce a migliaia e centinaia di migliaia degli opuscoli popolari sui mezzi opportuni per curare e per prevenire la malaria; mezzi tra i quali prevale sovranamente il chinino, ch'è la base dell'esa-- nofele. E la Società non solo ne raccomanda l'uso ~eneroso; ma con insistenza ammirevole ricorda in ogni opuscolo, e lo ripete centinaia di volte, che i con_tadini, i ferrovieri, i cantonieri stradali, ·i guardiani di boni - fiche e degli scavi, gli operai di cave e miniere e di qualsiasi altra impresa o industria nelle zone dichiarate mahuiche hanno diritto al chinino grafoito pe1· garentir'si dalle febbri. Essi debbono chiederlo al medico condotto o all'amministra;::;ione da cui dipendono. Aggiunge che quanti devono cw·c,1·si le febb1·i bisogna siano convinti che tutti i rimedi segreti, gli specili.ci, le pillole miracolose, o bianche, o rosse, o verdi, o uere fanno bene alle volte perchè sono composte con chinino hnono e meritano assai meno fidncia., pe1·chè non si può mai esse1·e ce1-ti della quantità e buona qiialità del chinino. che ne è la parte essenziale. Noi auguriamo alla Società tutto il s11ccesso che i::!Ì merita nello interesse dell'umanità sofferente e della economia nazionale. Sicuro : la questione della malaria, che tra gli Stati civili di Europa oramai affligge soltanto l' Italia, è una vera q uistione economica per le migliaia di morti premature , che determina e per i

RIVISTA POPOLARE 535 milioni di giornate di lavoro che fa perdere. Nello stesso tempo deploriamo che a questa benemerita Società il Mezzogiorno elle ha maggior bisogno della s1ia azione e pnò e deve ritrarne i maggiori vantaggi dia il minore con tributo pecuniario. Sappiamo di grandi latifondisti, le cui proprietà sono devastate dalla malaria, che ~i sono rifiutati a dare qualche centinaio dì lire .... Oh ! i miserabili ! Nel Mezzogiorno, in vece, prodigarono la loro opera sotto l' irnpnlso intelligente di F. Nìtti, in pro della eccellente impre~a la Scuola Superiore di agricoltura di Portici e il giornale Il Pungolo di Napoli. Nor •1111 ltlll lllU t1111111111111, 11111111u11 ••• ••••• u •~• ••••• "''' •• ••• ,.,,, •1 ,,,,,,,. fil lt VIGILIA La riunione dell' Estrem,a sinfgtrn, materialmente e moralmente, riuscì come l'avevamo previsto, una misera cosa. Fu meno numerosa della precedente e vi mancò come grupr,o la parte 'mdicflLe. Doveva essere, nella interpretazione dei promotori della riunione del- 21 settembre l' affermazione di un'azione comune dei tre gruppi e riuscì invece alla procl~mazione solenne, ufficiale, della dissoluzione della Unione dei pm·titi popola1·i. Non ci rammarichiamo molto dell'avvenimento; crediamo preferibile la completa e riacquistata autonomia dei tre gruppi , ad una unione intessuta di ipocrisie, di menzogne e di slealtà. Non ce ne rammarichiamo perchè del resto portiamo ierrna convinzione che se il bisogno se ne presentasse essa si ricostituirebbe, anche contro la volontà dei capi; ed essa sussiste tuttavia, non ostante il suo proclamato ;-;cioglimento, nella presente lotta elettorale dovunque le condizioni locali la rendono necessaria o semplicemente utile alla eompagine democratica. Intanto rileviamo che nella riunione del 16 solamente i socialisti, .cioè il gruppo , che dovrebbe disprezzare maggiormente le così dette rifonnctt,-,, - la grande ed integrale 1·i/onna sar·ebbe rappresentata dall'avvento del coLlettivisnw; - presentò per mezzo di Turati, un testamento politico, come egli lo chiamò, in cui venivano enumerate le ,,·iformette o i capisaldi del prossimo lavoro legislati 10. L'insieme di queste 'rif01·mette non ha niente di straordinariò e di terrificante per la borghesia. Pensiamo che il partito radicale dovrebbe fa'rlo proprio e che non dovrebbe mancal'gli l' ausHic, dei repubblicani evoluzionisti, poichè es ·o è tutto informato a sano evoluzionismo. Con ciò non intendiamo dire che approviamo tutti i capisaldi enuuziati dal Turati; non comprendiamo, ad esempio, il 2° col quale si invoca una legge che disciplini l' intervento della forza pubblica nei confitti popolari. Ma se anche Ferri e l'Av{/nti.' dichiararono di difficilissima formulazione ed anche inutile una legge come fu detto nella riunione di Milano durante lo sciopero, che disciplinasse l'uso e l'ubw,o (sic) delle armi nei conflitti tra capitale e lavoro! Notevole questa circostanza: al Cabrini che nella riunione del gruppo socialista consigliava di fare dello sciopero generale la piattaforma della lotta elettorale rispose Turati che lo riteneva non necessario, nè opportùno, perchè in un programma elettorale non se ne poteva parlare con precisione .... Non sarebbe stato più conforme a sincerità. l'affermare che si riprovava lo sciopero 1 Una nuta giusta. Tutti - socialisti, repubblicani e radicali - muovono guerra al Ministero attuale so· pratutto perchè non ci ha dato rif01"nie. E Cabrini ad osservare: la colpa delle 1nancate 1·iforme non spetta soltanto al Governo ma anche all' Est1·ema, che almeno am·ebbe dovuto lavora1·e di più pe1·ottene1·le. E chi non ricorda che l'Est?-ema fu fiacchissima e che alcuni repubblicani furono dissenzienti nel sostenere l' on. Mirabelli. che con lodevole ostinazione chiedeva il suffragio· universale 1 Le riforme, infatti, ben di raro dai governi furono concesse spontaneamente, specie quando intaccano le istituzioni vigenti ; ma bisogna domandarle ed all'occorrenza imporle. Se domandate dalla grande maggioranza clel paese e non concesse vengono strappate colla rivoluzione. ♦ L'Estrema nella riunione del 21 settembre domandava l'immediata convocazione della Carnera allo scopo di cacciare il ministero. Il ministero ha risposto sciogliendo la Camera. Molti Estremi se ne dìchiararono contentissimi ed affermano di avel'e ottenuto più di quello, che desideravano; a noi sembra che ci sia una bella differenza tra ciò che si domandava e ciò che si ottenne. Ma... chi si contenta gode. Comunque il Ministero può giustificare il provvedimento affermando che si è appellato al paese sul conflitto tra l'Estrema il governo; dovrebbero dichiararsene del tutto soddisfatti gli Estremi, che sinceramente consigliavano le dimissioni in massa per ottenere siffatto provvedimento. La parola, adunque, ora è al paese o a quella piccola frazione del medesimo-come giustamente osserva il manifesto dei repubblicani - che gode del dritto elettorale, cioè: all'8 Oro circa della popolazione totale che discende al 3 Oro in alcuni collegi del mezzogiorno per salire al 20 O[O circa in qualche collegio del Piemonte (minimum: 2,75 Oro a Nicosia maximum: 19,71 ad Oviglia). Governo, opposizione costituzionale, gruppi dell'Estrema si devono naturalmente dvolgere al paese per esporgli le proprie ragioni ed ottenerne un verdetto favorevole. , Pel governo e per la opposizione costituzionale pare che abbia parlato soltanto il Presidente del consiglio, cui si attribuisce la redazione della Relazione al Re, che precede il decreto di scioglimento della Camera. Diciamo che ha parlato per l' uno e per l' altra in quanto che dei monarchici del Centro, che fan capo a Sonnino, quest'ultimo si è fatto sentire fiocamente e dichiarandosi partigiano di radicali riforme e di larga libertà; nè quelli di Destra, che riconoscono Di Rudini per capo hanno.pubblicato un qualsiasi programma concreto da contrapporre a quello del Ministero attuale. Ciò che costituisce un difetto organico nella vita costituzionale italiana; d'onde scaturisce quella manifestazione di suprema viltà nei candidati mona·rchici che si dichiarano tutti, o quasi ministeriali : manifestazione che con gioia maligna venne stigmatizzata dall'ufficiosa Tribuna. La viltà nei canòidati è vera e innegabile; ma una attenuante essi possono invocarla e nel silenzio di coloro che dovrebbero contrapporre il programma del1' opposizione di Sua Maestà a quello del Ministero; e nella eccezionalità del momento attuale che a molti fa proclamar·e, con sincerità o con artifizio, la necessità dell'unione delle forze monarchiche contro il pericolo reale o immaginario del sovversionismo. Questa seconda attenuante trova un addentellato in qualche accenno della stessa Relazione del Ministero al Re. 11 Ministero che non è venuto allo scioglimento della Carnera per fare omaggio all'Estrema o per pi1,ura della medesima, per tornaconto: perchè ha creduto favorevole il momento agli interessi propri, è stato il primo a parlare colla cennata relazione. Il Giornale d'Italia, i repubblicani e i socialisti ne hanno detto corna. I radicali, se deve giudicarsene dal linguaggio del Secolo ch'è il loro maggiore

536 RIVISTA POPOLARE ed autorevole organo, non ne sono del tutto malcontenti. Considerato del punto di vista monarchico e mi-- nisteriale esso è quale poteva essere nelle condizioni presenti; è chiaro è preciso e sfida gli apppuntì vaghi e11 indeterminati dei sonniniuni, che non si sa quali alte ,;edute sintetiche volevano trovarvi. Repubblicani , radicali e socialisti potrebbero dichiararsi soddisfatti della esplicita dichiarazione che i criteri . prevalsi-per merito delI'ostru.zionismo, giova sempre ripeterlo - nel 1901 in fatto di libertà !:ial'anno scrupolosamente rispettati; e dell'altra non meno importante sull'esercizio di ~ tato delle ferrovie. Tutti invece devono deplorare le dichiarazionioni altrettanto esplicite sulla intagibilità delle spese militari. La dichiarazione sull'esercizio ferroviario di Stato, però non ha trovati consenzienti i socialisti; i quali la potente contraddizione vorrebbero spiegare accusando il ministero di proporlo per fa1·epassare delle leggi, che mirino ad impedire uno sciopero dei. ferrovieri. Ciò facendo qui si mostrano sincet'i, ma inabili. Non comprendono che nel paese che ragiona lo sciopero dei f erro\'ier·i , che può essere capriccioso e disonesto, non viene guardato con simpatia alcuna. In quanto alla intangibilità de11espese militari, pur troppo si deve riconoscere che la brutta causa ha fatto 1!elle conquiste nella opinione pubblica per colpa degli organizzatori dello sciopero generale e di co - loro, che tengono sospesa sulla vita economica e sociale della nazione come una spada di Damocle la minaccia dello sciopero ferroviario ! ♦. ,. Se l'opposizione costituzionale dcll' antica maniera collettivamente è assente nella lotta attuale, vi fanno vigoroso atto di presenza i tre gruppi che costituivano rEstrerna si'nistra sù:t coi rispettivi manifesti, sia colle candidature poste. Il manifesto del partito raclicale è incerto, come incerta è la sua attidune verso il Ministero, come incerta è la sua tendenza tra la repubblica e la monarchia. Date le premesse , che stabilirono alcuni radicali; data la condanna dello sciopero generale, cui sono arrivati molti, anche obtorto collo ; data la mancanza di distinzione netta tra i suoi desiderata e quelli del Mil'istero, i radicali avrebbero fatto meglio a dichiararsi ministeriali tout rourt: tanto essi sono sospettati tali in fondo dell'animo loro dagli antichi alleati repubblicani e socialisti. Ciò facendo avrebbero dato un esempio di coraggiosa sincerità eù avrebbero an<.;he reso più facile e più sicuro un Ol'ientamento riformatore e liberale- del Ministero. La parola dei l'epubblicaui, clw sono i più loo·ici nell'opposizione perchè non mirano soltanto arl ~bbattere un Ministero, ma qualche cosa che sta più in alto avrebbe potuto essere più netta e più tagliente e si risente con certezza cli quell'imbarazzo in cui si è trovata tutta l'Estrema di fro1:te alle c;onseguenze dello sciopero genarale, che pesano ::mi repubblicani in quanto nuocciono e che vengono disonestamente sfruttate a loro esclusivo benefizio dai socialisti in quanto possono giovare. Eccoci, infine, al manifesto dei socialisti. Ha delle arie guascone e ùi sfida a tutto il mondo borghese; parla in nome del proletariato si dichiara soddisfatto delle dissoluzione dell' Estr·ema e il solo vittorioso perchè in seguito allo sciopero vede fatalmente ricondotta tuLta la vita politica della nazione sul terreno della rigida lotta di classe, salvo, poi, ad invocare la cooperazione di classe, anche tra i non at!ìni, dove si sente debole e a1:dare in cerca di voti pei candidati pericolanti. P iacenzà informi! Cade nel grottesco attribuendo all'indirizzo del governo ... la non avvenuta riduzione degli interessi del debito pubblico. . · Queste le 11ost1·eimpressioni sintetiche sui manifesti-programmi dei pal'titi che ::;cendern1rno in lotta il giorno 6-13 novembe nei (;Omizielettol'ali. Sapremo tra pochi giorni quale ac;coglienza farà ad essi il paese. I I I I I I I Il I t • t t 'f '• •' 1 ' • 't 1 ' • '• 1 •'" • •' • • • 't • • • • t "t • • i • • • • I t •., • I I• • I I''" • 1 • • • • , • f t 4 1 11 I I f 1 P11oblemsoicialie pttegiudizpiolitiei A proposito del Conqressodei Professori T. Il terzo congresso degli inseg·nanti che ,.;;'è tenuto a Roma nel mese sc;orso ha destato maggior rumore che i due precedenti Congressi di Firenze e <li C1·ernona non per gli a1·gomenti professionali che ha discussi, ma per il carattere politico che ha voluto far ;tssu mere alla Federn.zione. . Però pl'ima di occuparmi del problema politico, credo utilr. richiamare I' attenzione sopra due temi che sono stati piuttosto accennati che trattati dal Congresso: la laicità della scuola e la libertà d'insegnamento. Per il primo problema e per il secondo il Congresso ha accettati generalmente i pregiudizi correnti, che oramai divcnta110 tradizionali, piuttosto che compiere, od anche iniziare, un esame spregiudicato, ampio e soliilo delle quistioni. Così oggi è di moda proclamare la laicità della sc;uola, se: za determinare però in che cosa debba veramente consistere. Ed è di moda intendere la libertà di insegnal'e 11el senso che soltanto le .scuole organizzate dallo Stato possano e debbano. avere il monopolio dell' inseg11amento. Io creùo invece che le due quistioni sia·no molto più complicate e difficili di quello clw abitualmente si creda, e che meritino pet·ciò , anzi esigano , ulla discussioLe veramente liberale e quindi profonda, che fi11ora non è stata maturata da coloro che f'acilmenle improvvisano su c;otesti argomenti. lo avrei voluto, o che il Congresso avesse intrapresa, con la necessaria preparazione, l'analisi di tali problemi, ovvel'o piuttosto che ripetere la vecchia fraseologia anticlericale , avesse messo da parte per oggi argomenti così vasti, proponendosi di studiarli in altra riuniolle. Allora, a propo ·ito della 1aicità della s~uola, si sarebbe dovuto esaminare non il ·nudo dato negativo, cioè la soppressione dell'insegnamento religioso, ma piì1 di tutto il pr"bblerna positivo,cioè che cosa sostiluil'e all' insep:namento religioso, quale inspirazione, qual contenuto, qual forma dare alln coscienza della gioventù. E' un problei'na altissimo e fondamentale, cl1e non può essere trascurato da chi vuol parlare scl serio della laicità della scuola, ma è anche un pl"Oblema concepito dalla maggior parte di colloro che ne parlano con molta superficialità, e, diciamoao pul'e, con molta incoscienza. Basti ricordare che qu si Lutti i fautori dell'educazione laica, credono che sia sufliciente sostituire all'insegnamento religioso l'insegnamento formale e precettistic;() di una morale sell7.a Dio e senza credenza nel soprannaturale: un catechismo naturalistico e razionalist.ico, insomma , in lno~.rodel catechismo religioso ! Costoro non sanno, evidentemente, il v::ilore reale delrelemento religioso e dell'elemento razionalistico; e soltanto per qÙestn credc)no che il precetto razionale si possa mettere al posto cli quello religioso, come un termine che equivalga un altro ..Ma il precetto religioso in tanto ha la sua efficacia sulla coscienza in quanto si riattacca ad una credenza, in quanto cioè è una specie di segno abbreviato di un contenuto spirituale che riempie tutta l'anima. 11 precetto razionalistico non risponde , al con trar io, a

... RIVISTA POPOLARE 537 nessuna credenza che preceda e domini il precetto stesso; dunque non può avere e non ha lo stesso va !ore reale del primo. E' un rlato isolato, formale (ma non nel senso hegeliano), esteriore, suggerito da un altro, imposto per a1mlisi, non assorbito per sintesi e integralmente. L'insegnamento rli una morale naturalistica e razionalistica non· può bastare da sè a dare un contenuto e una forma ideale alla co:cienza; non può bastare da sè a dare carattere laico alla scuola. Occorre altro: cioè tutto un altro sistema scolastico: un sistema in cui la coltura cliventi in ogni sua parte su()'o·estionedi modi di sentire e di vivere; un sistema in r:,c~1lai j:;ostanza delle materie insegnate diventi una principio per l'attività spirituale; un sistema in cui la storia, la letteratura, le a1·ti, le scienze, la (ilosolia siano ciascuna a suo modo e per la sua parte un richiamo alJe potenze fondamentali dell'individuo, un indicazione (negli insegnamenti che vi si prestano) dei rapporti tra l'utilità e la giustiz(a erl 1111 avviamento ad agire secondo quell'iuspirazione che si p_rova essere il risultato dei migliori movimenti uma111. lo mi sono occupato, altre volte, di questi problemi e cioè di una riforma radicale della s,;uola che segni la trasformazione del metodo e del contenuto dell'insegnamento; me ne sono O<.;cupatoan<;he in quella conferenza di Ravenna, che parecchi congressisti mi hanno fatto l' onore cli ricordare nelle loro recenLi discussioni di Roma. Ed ho dovuto conchiudere che la laicità della scuola non rima11e se non una semplice frase, quando non corrisponda a tutto un mutamento complesso ed essenziale del modo di intendere la coltura e del modo di insegnare. Per altro verso, l'altro problema della libertà di insegnare si connette a tutta una serie cli problemi sociali, giuridici e politici. Ha lo Stato il diritto di monopolizzare l'insegnamento ? Se lo Stato potesse ess0 re e Cosse i I genuino e integrale rappresentante della società civile, non vi sarebbe dubbio che il monopolio della scuola sarebbe un suo diritto ed un suo dovern. Ma lo · tato è quel rappresentante genuino ed integrale? E può essel'lo? Ed è veramente la socibtà ci vile una ed omogenea nei suoi bisogni e nel suo s_piri to ? E se questa omogeneità ed unità non esistouo e non possono esistere, come lo ~tato può attribuirsi il diritto della rappresentanza di una cosa che non è, e parlare, agire, imporsi in nome di· tutti, mentre non rappresenta che una parte e qualche volta se non sempre una rninoranza? Ed in nome di che cosa, lo Stato può sopprimere il diritto dei paùri di famiglia a dare l'indirizzo che essi credano buono e giusLo ai loro Ogliuoli ? E in nome cli che cosa può farsi arbitro delle differem~e e dei contrasti di ct0 eùenze, di idealità , cli bisogni sociali che sono speciJici ai varii gruppi della nazione? Io accenno soltanto. Ma è evidente che ciascuno <li questi interrogativi l'iassume un insieme di qui- (::tioni capitali, ardue a risolvere, impossibili a risolvere in senso esclusivo e dogmatico. Eppure, attribuendo allo Stato il monopolio della scuola, ossia negando di fatto la libertà d'insegnare, si ammette implicitamente che lo Stato po•;sa avere una sua dottrina, una sua coscienza, un suo dogma morale e sociale. li che è un 3.ssui·do;anzi è il massimo degli assurdi, 1.;heil Congresso del libero pensim·o - anch'esso recentissimo in Roma - non ha inteso: non ha inteso, dico fra paeentesi, in tutte le sue discussioni, ma specialm8nte quando ha cercato di fermare una so1°ta di dogmi laici, che Ernesto Haeckel (fìlosofan1!0 a s:10 modo) ha creduto cli potere anche formulare in maniera clefìnitiva ! ! Queste importantissime quistion i il Congres!';o dei Professori ha sfìorate molto leggermente ; ma lia conchiuso, ciò non ostante, con voti, che sono la ripetizione di pregiudizi dottrinali oramai anch'essi vecchi e che nacquero da teorie filosoOche un i laterali, insuffìcienti, impotenti ad esprimere le vere realtà sociali. Il. Ed ora, alla quistione politica. Il Congres~o ha voluto ad ogni costo e modo (giam mai questa frase ha risposto più propl'iamente alla realtà) votare un ordìne del giorno che è stato detto di orientaniento verso l'Estrema sinistra o verso i partiti popolari. Ed ha voluto con questo voto affermare che solo l'Estrema si11istra può risolvere i I problema della riforma ilella scuola e quello del miglioramento economico degli insegnanti. Il conoTes::;o ha voluto. fare ins?mma una dichiarazione p~lil.ica, che essendo esclusi va delle altre tendenze politidrn, è stata come una dichiarazione di guerra a tutti queg\i insegna~ti che non consen_tono~1egli atteg~iarnent1- che claltronde sono cosi vart ed opposti-· dei partiti popolari. E perchè tutto questo? Perchè questa volontà di esclusione e di lotta verso moHa parte degli insegnanti che appartengono ad altri partiti non estremi1 I fautori della delibernzione autoritaria e coercitiva non sono arrivati a spiegarlo in termini chiari e precisi; si sono limitati a disegnare vao·amenle qualche impropria teoria politico-sociale, se~za dirn apertamente lo scopo che si proponevano e se11z;1 giustHicare in modo determinato e concreto, la deviazione dal programma puramente professionale. Prima del vot1>e dopo io scrissi nel Gionwle d' ltali,1, e in una lettera che fu letta al congre~so, ohe il voto sul!' orientamento degli inseo·nanti era equivoco, ingiusto, dannoso; e non poss~ che coufermare qui quello che dissi allora. La cleliber,lzione del Congresso poteva spiegarsi con una ragione cli fatto, se l'Estrema sinistra o qualche sno gruppo ave.;;serodimostrato di avere un programma didattico ed economico per la scuola. Ma tutto questo è lontanissimo dal vero. L'Estrema, come i,1 generale anche gli altri partiti politici, 11011 si è mai preoccupata specificamente di mettere insieme un cornpless1> di idee organiche intorno a ciò che dev'essere la scuola e l'insegnamento, sui rapporti tra scuola e trasformazione sociale, tra e<lucazione intellettuale e morale e rinlluvamento politico. Se avesse fatto qualche cosa in questo senso, e se l' a-;esse fatto essa sola, io avrei capito il voto dei professori, quantunque avrei dovuto non giustilicarlo. Non avrei potuto in ogni caso giustificarlo, perchè il problema ùel rinnovamento intellettuale e morale, il problema clell'edL1cazio1Jedella coscienza, non può essere assorbito e tanto meno identificato in una particolare azione di partito, elle è necessaria111ente opportunista e co11tingente. Ma niente di tutto ciò ha fatto n1Jstrcma: e nonchè aver eseguito un disegno, non l'ha 11eppure p1·eparato o accenmtto in alcuna maniera. La ragione di fatto per il voto riel Cono-Tessodunque . o non esiste. Yia vi è forse una ragione ideale che abbia mo.·so i Congressisti nel loro orientamento ? umt ragione ideale, 11011 a<::tratta e inafferrabile s· intende, bensì determinata e positiva? Ko; neppu1'e quesca rarrione . o sussiste. L'Estrema si divida in tre gl'uppi principali: il radicale, il repubblicano e il socialista. 1 rad.<.;ali e i repubblicani sono, dal punto rii dsta economico (' sociale, borghesi (tranne quald1e solitilria dubbia eccezione) non meno borghesi clei liberali mode1'ati e democratici. E certo non hanno, e non hanno dimostrato, un concetto della funzione della scuola nella società che differisca eia quello degli aJtr·i bo!'ghesi. Dal 1~48, in cui, per citare un esempio clas.;:.ico, Carlo Renouvier· seri se, per ù1caeico del g;overno

538 RIVISTA POPOL.ARE epu bblicm10 frai:cese, il suo celebre Manuale reu&ulicano dei dirilli deU' uomo e del cittadino, ,-.i giorni nostri , i radicali e repubblicani sono ri- ~masti fermi negli stessi criteri1 educativi, affatto ateorici, e nelle stesse dottrine autoritarie intorno al diritto di liberamente insegnare. Ma nessuna delle idee a cui essi aderiscono e propriamente ed esclusivamente loro. Essi vivono, in fatto di educazione e di civiltà delle medesime idee press' a poco comuni al razionalismo eil al positivismo 1ilosorico e al liberalismo politico, in cui si sono adagiati tutti i partiti politici borghesi, ché non subordina110 il loro pensiero all'autorità della chiesa cattolica, o di qualunque altra Chiesa. 1 socialisti, da parte loro, concepiscono una ricostruzione sociale, ma 11011 ne determinano l'organismo se non in una forma negativa nei rapporti con la società attuale, considerano anzi come fantastico ogni disegno speci1ico della società futura. Essi non hanno quindi cercato mai di delineare un ·architettura scolastica che fosse in relazione col loro disegno di ricostruzione sociale. La scuola nuova, tanto nel suo spirito quanto nel suo meccanismo, dovrà sorgere, per i sodalist~, d~l nuovo sistema_ e dalla nuov:1 dinamica della soc1eta. Certo la coscienza nuova e a11che un fattore della società nuova; ma i socialisti che non negano questa verità, non si sono posti però mai ex professo a indicare in qual modo, con quali mezzi, per quali vie , mercè quali forme di educazione , la scuola può contribuire direttamente alla trasformazione della coscienza borghese, cpme essi dicono, in coscienza socialista. Neanche il socialismo, dunque, ha detto quella parola, fatto quel gesto che avrebbe potuto invogliare gl'insegnanti a preferire la sua politica a quella degli altri partiti. Ma, si dirà, e credo sia stato oeuo, che gli insegnanti non si sono orientati verso i partiti estremi perché questi hanno uno spedfico e ditlereuziale programma politico-scolastico; bensi soltanto perchè essi fanno una politica democratica, cioè, rivolta al_l'elevazion~ materiale e morale delle classi meno agiate; perche fanno una politica di emancipazione dai legami sociali e spirituali l_.)er cui ancora non può svolgersi liberamente la società di giustizia e di pace. Ma anche qui bisogna intendersi bene, sul senso che si dà a q ue.,ta società futura alla cui idea sarebbe inspirata la politica democratica Se e' è chi crede ancora che vi possa mai essere una società di giustizia e di pace, lo creda pure; lo creda p~r (ede; ma non_ so~teu_g~. che la su~ cr~~ denza sia fondata su dati sc1ent1tlc1 o su d1 un analisi del processo storico. Nè la psicologia, nè la sociologia, nè la storia dimostrano un 'unità di processo nell'attività umana e nello svolgimento dell' urnauità; e non dimostrano affatto cr1e vi possa mai essere una concreta società di giustizia. L'astrazione metafisica, sotto vari nomi - Dlosofia della storia, sociologia, ecc. - ha presentato spesso una società utopistica, di sua creazione , come tipo iniziale o finale di società reale; ma per arrivare a tutto questo ha dovuto privare la realtà. psicologica e ~torica ~egli elementi antiteci essenziall e permanenti dal cui contrasto e dal cui reciproco accomodamento risulta la vita sociale. Coteste vedute unitarie del processo storico, in fondo a cui appare la visione della società di pace e di giustizia, no~ sono c~e un'imit_a:'ione incoscien~e del concetto palingenesiaco proprw della teologia cattolica· un'imitazione contraffatta e più povera di logica, s\ntende, perchè se la teologia cattolica può presentare un doppio ci~lo - del~a cre~zi~ne e del ritorno a Dio, - ii suo primo termme e 1ultimo sono dati per fede; mentre che nel :n,iU_enariol_aico \per esempio quello di I~. Sp~ncer), _1112nmote_rrn~ne e _lultimo sono senza sp1egaz10ne, ne d1 fede ne d1 ragwne. Dicevo, dunque, che l assimilazione o peggio r identificazione dei concetti di società democratica e società di giustizia è un assurdo. Nessun partito politico può dirsi il rappresentante tipico o il rappresentante esclusivo di un'azione che tenda a r·ealizzare l'idea di giustizia. La giustizia è assoluta solo come " idea , giammai come forma sociale. concreta) come fatto sociale. Come forma concreLa e come fatto sociale non è che il risultato provvìsorio della soluzione provvisoria di contrasti ed antite..:;i, sempre rinascenti in nuovi modi e in nuovi contenuti. Non si puo quindi ritenere l'opera speciale di un partito ~ome l'e~p~essi?ne dei _bisogni di tutti, degli interessi e deglt ideali comum ad una collettività. Ciascun partito cerca di approssimarsi nelle sue teorie e nella sua azione a questi ideali, cerca di essere più largo e comprensivo degli altri ed in questo fa consistere la sua speciale fisionomia politica. Ecco quello che avviene in realtà. Ora consideriamo il caso nostro. I partiti così detti conservatori - e la conservazione, è bene chiarirlo, si riferisce al mantenimento e alla garanzia dell'organizzazione sociale libera in cui viviamo, e non già ai mantenimento e alla restaurazione dei vecchì privilegi di classe, che del resto non sarebbero neppure possibili con la funzione della società moderna -, i partiti così detti conservatori perchè non dovrebbero avere interesse ( fermiamoci anche al solo interesse materiale) a volere una educazione diffusa, elevata e solida il più che sia possibile? Il contrario invece è vero. Poichè l'istruzione e l'educazione sono elementi eflicienti di ordine quanto più sono alte e sostanziose. Chi sa, e sa prevedere e sa misurare, non può essere un convulsionario o un sovvertitore; egli agisce con metodo, calcolando , adattandosi e cercando di adattare le cose e gli altri a sè ; è un tempoteggiatore, cioè un conservatore, come noi intendiamo: una persona che non sta ferma, ma neppure si agita per l' utopia assurda, nè sommette la realtà alla visione fantastica del le cose. Il conservatore è un innovatore per sistema, e appunto per questo è avversario della rivoluzione. Gli interessi della borghesia coincidono co·i il bisogno e la necessità di una più larga e più elevata coltura. Ad essa occorre dì sviluppare al massimo geado le attività e le capacità tecniche e pratiche: giacchè aumentare la produzione e produrre al minor costo possibile e allargare i mercati di consumo e vincere le concorrenze - sono per la società attuale un bisogno fornlame1itale. E d'altra parte creare una élite sempre pii1 vasta che sappia comprendere le esigenze del suo tempo, sappia guardare nell' avvenire, sappia dirigere cioè il sistema sociale, è un altro bisogno non meno imperioso e non meno fondamentale del primo. L' impulso ad eliminare le miserie , ad accrescere la ricchezza , ad allargare il benessere·, ad educare intelligenze capaci di comprendere il movimento sociale, a creare coscienze aperte a tutte le ripercussioni e adatte a misurarne il valore: ecco cìò che è proprio della borghesia : cli quella borghesia così detta conservatrice, che vuole il potere aperto a tutti, e vuole evitare la formazione di autorità dittatoriali come quelle che l' utopia socialista sogna e va parzialmente sperimentando. La verità è che sul terreno dei fatti, le democrazie governative, siano repubblicane o monarchiche, e i gover11 i più conservatori , non hanno realizzato in Europa e in America se non un organismo scolastico e un indirizzo educativo che press·' a poco si equivalgono da per tutto: in Inghilterra come negli Stati Uniti, in Germania come in Francia. Non esiste una differenza tra la scuol:t degli Stati democratici e quella degli Stati più conservatori, la quale, si badi, sia dovuta ad un elemento politico

RIVISTA POPOLARE 539 prevalente in un senso o in un altro. li fatto conferma dunque la teoria; e la teoria che ho accennata non fa che esprimere l'elemento logico dei f~ttti. III. Ma se nessuna ragione di fatti e nessuna ragione ideale spingevano i Profe8sori ad un' affermazione politica esclusiva e ad un orientamento verso i partiti popolari ( che , non bisogna dimenticarlo, come btoccv non esistono più; e non hanno mai rappresentato altro, del resto, se non un'alleanza negativa), perchè i Prof'es8ori vollero quell'aflet~mazione e quelJ' orientamento 1 Qualcuno ha risposto: per un calcolo economico; perchè i Professori hanno pensato _che soltanto la pressione dell'Estrema potesse indurre il Governo a dare quei sette od otto milioni che occ01·1·O11p(1el miglioramento degli stipendi (1). Ma anche questo calcolo, se esso risponde veramente alla verità, io credo che sia sbagliato. Prima ùi tutto, perchè chiedere - e questo solo può l' Estrema - non significa ottenere. Secondo , perd1è l'Estrema crea un contr·asto ingiusto, tra spese che essa dice improduttive (le spese milit.-1,ri)e le spese per la pubblica istruzione. Contrasto ingiusto, perchè chi vive nel nostt'o tempo , non può astr-arre dalle condizioni del tempo stesso. Tutti gli Stati a11mentano i loro armamenti; I' Italia. non può diminuil'li, senza rinunziare ad essere una grande Potonza; senza rinunziare cioè al prestigio che è connesso alla forza materiale. Un'antitesi tea forza materiale e f'orza morale, come quella che vorrebbe pone una parte dell'Estrema è pericolosa oltre che illogica. Un socialista veramente consapevole dei bisogni dei_tempi nostri, Antonio Labriola, vide e fece notate sempre la deficienza del!' azione socialista a questo proposito: fece notare, appunto nel Giornate d'Italia, che lo Stato italiano ha bisogno di esser forte pet' valere qualche cosa, ha necessità di uua imponente forza militare per crearsi nuove influenze ed espansioni nel mondo. Ed io aggiungo che la ricchezza, l' intellettualità, l'energia ideale, la missione morale llOn p,)ssono essere oggi, data la situazione dell'Italia., senrn un'effìcace forza militare che sia come il e;orpo resi tente e operativo dello spirito civilizzator·0. L'Estrema, o alcuni degli estremi. pongono rlunque la quistione dell'aumento degli stipendi agli insegnanti sulla base di un dilemma insostenibile e inaccettabile. Invece di cercare i m·'zzi in una riforma del sistema finanziario, gli estremi hanno sernpliflcato il problema, riducendolo all'assurdo. La riforma del sistema finanziario può invece e deve effettuarsi; a questo che è il solo modo per rendere più equi. tra gli altri, i compensi agli ins:1gnanti, i rappresentanti dei partiti popolari dovrebbero lavorare con intensa continuità e con chiari propositi concreti. :vra allora l'opera loro piuttosto che opporsi a quella degli altri partiti ne dovrebbe essere un complemento quando occorre, e in ogni caso una collaborazione forte e sincera. · Però il calcolo degli insegnanti sarebbe sbagliato anche per un'altra ragione; perchè l'E'tf'ema non è concorde sulla precedenza da dare ai vari interessati che chiedono miglioramenti. I socialisti in gran parte credono che il primo aiuto debba da1°siagli operai delle industrie e alla creazione o trasformazione economica di quegli istituti da cui può trarre vantaggio il proletariato agricolo. I socialisti piìi intransigenti considerano anzi gli insegnanti come una classe quasi parassitaria dello ,·tato ! e non riconoscono in essi (l) A questopropo:silonella :·elazionedeli'on. Giolittial Re per lo scioglimentodellaCamerasi parla della '· indignazione sollevatanel paese daila inconsiùel'ata leggerezzadi alcuni che si otfe1·sero cli seg11ireq11é'pl artit0 che loro pclrmettesse maggio1·e stipendio. ,, quei diritti a mig1ioramenti, che attribuiscono soltanto ai produttori diretti di ricchezw. materiale. Nè gli insegnanti sono una classe sociale od una classe economica, come equivocamente alcuni di essi . hanno mostrato di crerlere. La classe, in senso s.ocialistico , ( e non vi è altro senso .... tranne quello buroc1·atico), rappresenta un insieme di interessi e di esigenze a cui si oppongono altri interessi ed altre esigenze. Ebbene, quali sono le esigenze e gli interessi sociali ed eco11omiciparticolari degli insegnanti verso cui stiauo in ragione antitetica ;..lltre esigenze ed altri interessi? Un'opposizione, una reciproca negazione così fatta non esiste. Non può esistere perciò una politica collettiva degli insegnanti che operi con lo scopo della lotta di classe. Se il voto del Congresso di Roma fosse stato ispirato da un semplice calcolo economico, sarebbe stato dunque un calcolo sbagliato. E sarebbe stato non soltanto un et>rore politico, ma anche un errore morale. Un et'l'Ore morale, poichè gli insegnanti non possono, senza alterare e diminuire la loro funzione compless·1.di educatori , prendere un atteggiamento politico che sia consigliato spe1:ificamente da una ragione di utilità materiale: cioè l'aumento degli stipendi. Essi non sono semplicemente operai, ma qualche cosa di più e di diverso. Non sono degli esecutori meccanici o anche direttori di un meccanismo, bensì sono r!ei :1roduttori e creatori di forze spirituali. E come lo Stato deve considerare nella loro funzione oltre alla fatica materiale, anche l'ufficio intellettuale e morale che esercitano, cosi essi non debbono considerare separatamente il problema dell'utilità materiale che ricavano dell'insegnamento, dal problema e dall'ufiicio ideale e tecnico dell'insegnamento medesimo. Sarebbe stato molto più imponente, io credo, un movimento degli insegnanti che fosse stato diretto ad ottenere insieme una riforma dell'insegnamento e una più elevata valutazione del loro lavoro: più imponente, perchè più proprio a quello che essi rappresentano, e più efficace perciò a farne apprezzare il valore dallo Stato e dal pubblico. 11 voto del ongresso di Roma rimane dunq_ue un fatto ingiustificato da qualunque punto si o·uardi. Esso si può considerare come il prodott,) co1~plesso di due correnti che si sono confuse: una comune alla maggioranza dei P1·ofessori, persuasi che per ottenere uu aumento di stipendio non vi fosse modo migliore che affidarsi alle insistenze del!' Estrema Sinistra; l'altra., speciale ad un'attiva minoranza, la quale ha mirato a far convergere l' assoe;ia,zioneprofessio1ale nell'indirizzo assunto ria altre a-;sociazioni, che è t1°a di attesa minacciosa e di opposizio e più o meno dissimulata od aperta alla poliUca generale dello Stato. E 11Onvoglio dire con questo che tutto il movimento sia stato spontaneo e cosciente; bisogna ammettere invece che m(l]to è pure dovuto all" 1:mitazione di ciò e;he sta avvenendo in ltalia (la alcuni anni in qua: imitazione la. quale si risolve in una spinta fortissima anche quando è pii.t inavvertita. · Voglio accennare mfine ari una quistione che non è stata posta, a quanto mi pare, in modo chiaro e 1weciso. Si è detto che un' associazione prof'es~ionale che non abbia un carattere politico è qualche co ·a c!1e si sottrae alla vera opernsità della vita pubblicR che la politica, in un modo o in u.naltro, invade tutto; <.;ho l' apolitir:isnio è un assurdità, e cosi di seguito. Ma. se questi concetti fossero giusti , la politic;t non dovrebbe neppure rimanere estranea alla direzione e al èontenuto dell"insegnamento. Una pregiucliziale politica dovrebbe informare di sè la coltul'a. e rorlllcazione: la qual cosa sarnbbe una tal ·violenza contro la verità e i diritti della libertà intellettuale cl1e non può discutersi nemmeno. Le Associazioni professionali non possono ricevere

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