512 RIVISTA POPOLARE per mezzo delle conferenze, degli articoli nei giornali e nelle riviste , dei parnphlets chiari e convincenti. Sebbene in Italia non sia sperabile che si arrivi a creare un grande movimento della opinione pubblica , che possa esercitare una efficace pressione sul Parlamento e sul governo; pure qualche cosa essi possono ottenere specialmente pel fatto , che alla Lega antiprotezionista hanno fatto adesione la grande maggioranza dei socialisti e che si va predicando ai lavoratori, che essi devono la loro miseria e i loro guai al protezionismo doganale. Perciò nulla c' è. di più deplorevole e di più musulmano della sicurezza , in cui si cullano coloro che dalla campagna antiprotezionistica verrebbero direttamente danneggiati; coloro, cui sta a cuore con altrettanta sincerita, quanta ce ne mettono i liberisti nella foro propaganda, il miglioramento delle classi lavoratrici e di tutta la pubblica economia. Alla Lega antiprotezionista italiana mancano gli uomini della fede, della energia e della eloquenza di Riccardo Cobden e di John Bright; ma i loro epigoni, qualche volta lilliputtiani, al difetto di quelle qmilita sperano supplire col lusso delle statistiche e colla eleganza delle rappresentazioni grafiche che riescono spesso ad intontire ed a convertire coloro che non le sanno leggere e non le . capiscono. Mancano sopratutto in Italia le .condizioni speciali che prepararono ed assicurarono il trionfo all' Ant-corn laegue in Inghilterra; ma anche a questa 111ancanza si può supplire colla enunciazione di teoremi, di assiomi, di leggi naturali infallibili , che valgono per ogni tempo, per ogni luogo e per ogni popolo. La Lega antiprotezionisticaitaliana si è messa all' oper::1. I suoi membri hanno tenuto conferenze e pubblicato articoli , nei quali per attirare nel movimento le masse socialiste e lavoratrici si cerca dimostrare che il protezionismo deprime i salari ed i consumi, arresta o diminuisce il movimento commerciale , crea la miseria ecc. E tra gl' indici di questa miseria si pone l'emigrazione. Mi propongo di esaminare uno ad uno i punti principali della dimostrazione che si tenta ; e intendo specialmente rilevare quali siano i veri rapporti tra protezionismo e salari , protezionismo e consumj, protezionismo e movimento commerciale ecc.; ma comincio oggi dall'esporre qual'è il vero significato dell' emigrazione come indice di miseria e questa come conseguenza della besti::i. nern dei liberisti. Comincio dall' emigrazione perche è_ un fenomeno di cui possediamo i dati statistici relativamente esatti e per lunga serie di anni; perchè è un fenomeno , la cui importanza si avverte sopratutto in Italia in questo momento ed è di grande e vera attualità. Esaminerò l' emigrazione nelle sue due forme, permanente e temporanea e nelle diverse regioni d'Italia dal 1876 al 1903 al lume delle statistiche ufficiali. Le tavole delle statistiche ufficiali ci permettono di esaminare l' influenza , che ha potuto ~sercitare il mutamento nella politica doganale avvenuto come si sa nel 1887. L'esame del decorso dell'emigrazione ci dirà se il movimento ascensionale fu deterniinato o non dall' adozione del protezionismo o se ne è indipendente ed è do·vuto ad altre cause. Questo esame non lo porterò su tutti i con1partimenti; ma lo. limiterò ai tre del settentrione ed a quelli del mezzogiorno: nei primi, si svilupparono le industrie ; negli altri si assicura che si verificarono le maggiori perdite pei danni che ricevette l' agricoltura. Nell' emigrazione permanente abbiamo i seguenti salti: il Piemonte passa da 2542 nel 1876 a 12180 nel 1887 ; poscia arriva ad un massimo di 17241 nel 1893; ma discende a 6638 nel 1897 e si arresta a 16332 nel 1903. Nell-a Liguria da 1885 nel 1876 sale sempre sino a 5200 nel 1884; a 4734 nel 1887; il massimo dell' intera serie si ha nel 1888 con 5224 e poscia p~r molti anni si mantiene attorno ai 3500; è a 4320 nel 1903. In Lombardia da 6755 si arriva, dopo sensibili diminuzioni, a 12784 nel 1887 ; tocca il massimo di 18788 nel 1891 - anno della grave crisi industriale -·e discende gradatamente a 4723 nel 1900, per risalire a 7749 nel 1903. Nel Veneto era di 3233 nel 1876, e dopo varie oscillazioni la troviamo a 26239 nel 1887; sale vertiginosamente a 81043 neì 1888 per discendere con altrettanta rapidità a 5541 nel 1889 e risalire l'anno successivo a 68417 e ridiscendere quasi al punto di partenza a 4679 nel 1903. L'ascensione più colossale e più regolare, prima e dopo l' adozione del protezionismo , avviene nel mezzogiorno. Abruzzi e Molise 84 nel 1876 e 12247 nel 1887; avvengono diminuzioni notevoli, sino a 6942 nel 1894, per risalire ad un massimo di 51159 nel 1901 e fermarsi a 39,953 nel 1903. Campania : abbastanza elevato pel mezzogiorno il suo punto di partenza, 1310; sale sino a 20786 nel 1887 ; presenta ascensioni e discese dopo , col massimo di 59,857 nel 1902 ed un minimo di 13196 nel 1889; si ferma a 47294 nel 1903. Paglie : 177 nel 1876; 908 nel 1887 con un minimo di 28 nel 1877; oscilla dopo e monta al massimo di 14180 nel 1901; è a 9177 nel 1903. Basilicata: 1006 nel 1876; sale regolarmente e quasi costantemente sino a 12058 nel 1887 ; discende dopo sino a 7250 nel 1894 e tocca il massimo di 16586 nel 1901 - nel quale anno si arriva ad una emigrazione di 3380 per 100,000 abitanti! :__. e si arresta a 13354 nel 1903. Calabrie: 5;.30 nel 1876; ascensione quasi continua sino a 12938 nel 1887; nel secondo p_eriodo si ha un minimo di 9469 nel 1892 e risale al massimo assoluto di 33121 nel 1903 - con una proporzione di 2387 per 100,000 abitanti. Sicilia: 207 nel 1876; 4148 nel 1887; s::ile quasi ininterrottamente e tocca il massimo di 33594 nel 1902 - 937 emigrati per 100,000 abitanti - e discende a 29646 nel 1903. Nel Regno da 59756 pel 1876 si passa a 127748 nel 1887 ; sale alla cifra altissima di 195993 nel 1888 ; ma ridiscende sino a 104733 nel 1890, a 107369 nel 1892·, a 105455 nel 1894 e arriva improvvisamente, con un aumento di quasi 100000 sull'anno precedente, nel 1901; è a 230,841 nel 1903. ln conclusione nel mezzogiorno, prima de] 1887 aumenta di oltre 14 volte negli Abruzzi in undici anni; e si triplica appena in 16 anni, sino al 1903. Negli stessi periodi si accresce di oltre 15 volte nella Campania nel 1 ° pe"riodo e non arriva a triplicarsi nel 2°. Pu.glie : non arriva a quadruplicarsi nel 1 ° e si decupla nel 2° 'Basilicata : aumenta circa 11 volte nel 1 °; l'aumento non arriva al 30 % nel secondo. SiC'ilia: cresce di 20 volte nel 1 °, e non arriva a tripHcarsi nel secondo.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==