Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 19 - 15 ottobre 1904

530 RIVISTA POPOLARE Quale insegnamento non debbano trarre i capitalisti amerkani da questo insuccesso, lo pensi il lettore. Da~o lo stato presente delle cose, l'esperienza non fa sperare che sia tanto facile di trovare fra gli Americani e fra gli Italo-Americani dei capitali ·per costituire altre Società di colonizzazione italiana agli Stati Uniti. Vi si potranno fondare imprese agricole-commerciali italiane da capitalisti dell'una e dell'altra nazionalità, ma Società italiane di colonizzazione propriamente detta è assai problematico che possano costituirsi. Escludo poi del tutto l'eventualità, vagheggiata dal signor Nathan nell'articolo apparso nell' Antologia, di colonizzare nel Texas. Per colonizzare nel Texas bisognerebbe dapprima disboscarne i terreni, e per ciò fare occorrerebbero troppe energie e troppi denari. Un tentativo ne fu fatto, se non erro, trent'anni or sono ed anche con contadini italiani , ma esso aborti interamente con ingenti perdite di denaro e di uomini Ghe mal sopportarono quel clima a vicenda· torrido e rigidissimo. Ebbi a convincermi con vero rincrescimento che i nostri contadini, emigrando agli Stati Uniti , rifuggono dalla terra che in patria fu loro matrigna , e che poco o nulla rimane in loro dell' agricoltore, il quale si trasforma, come per incanto, in venditore ambulante, fruttivendolo, barbiere, spazzino, lustrascarpe o suonatore di organetto. Il fenomeno esiste, ed esiste principalmente perchè l'ardente desiderio dei subiti guadagni, per quanto tenui, onde sono invasi gli emigranti. è facilmente appagato nei grandi centri abitati, mentre il guadagno che si trae dai lavori campestri , anche quando questi promettono un avvenire agiato e ,_dignitoso , non può essere conseguito che a lunga scadenza. Forse nell'Argentina e nel Brasile questo fenomeno è di minore intensità. Colà il clima, la lingua e le abitudini latine, tanto differenti da quelli dell'America del Nord, sono più conformi ai nostri , e fanno sì che l' Italiano non si trova a disagio e non sogna il rimpatrio a breve scadenza. È quindi probabile che l'esperimento di costituirvi una Società di colonizzazione , intesa a trasformare una parte di quei nostri emigranti in proprietarì di terreni ·;-errebbe coro~ nato da successo e varrebbe forse la spesa di tentarlo. Ad ogni modo, ora per concludere, io dico : « Proteggete la nostra emigrazione; ma astenetevi dal promuoverla , specie là dove già mancano le braccia e dove le campagne, un tempo coltivate , rimangono ogni giorno più deserte e selvaggie. Guardatevi dal far balenare agli occhi dei nostri contadini dei miraggi che poi non potranno non dileguarsi. « Se avete i mezzi , colonizzate; ma colonizzate là dove abbondano gli elementi di successo. Colonizzate poi sopratutto in Italia le nostre povere terre abbandonate. Colonizzatele , perchè il frutto dei sudori degli agricoltori italiani fertilizzi le nostre campagne , e res,i alla madre-patria >>. (Nuova Antologia, r0 ottobre). ♦ Alberto Siidekwn: La questione clelle abitazloui In Prussia. - Il proietto governativo sulle abitazioni pubblicato il 6 agosto contiene le seguenti disposizioni principali sulle case d'affitto, sulle camere dei servi e degli apprendisti , sulle camere d' affitto e sulla ispezione delle case : le abitazioni debbono dare in complesso agli inquilini t:111to spazio che per ciascuna persona vi siano almeno dieci metri cubi d' aria e quattro metri quadrati di superficie del suolo; pei bambini questa misura può essere ridotta; l' abitazion~ deve contenere tante camere da rendere possibile alle persone sopra i r 4 anni di sesso dh·erso , salvo se sono coniugi, di dormire separatamente; le stesse norme quanto alla superficie le a volume d' aria delle camere valgono per i servi e gli apprendisti; altre norme regolano l' affitto ai camere e letti, la divisione degli appartamenti, il modo delle latrine ecc. L'ispezione nelle città con più di 100,000 abitanti va esercitata da uno speciale ufficio d::Jle case. La << miseria delle case » a cui questo progetto di legge vuol riparare è antica, ma il capi.talismo l'ha aggravata. Le case a disposizione del ploteriato son troppo poche e perciò di troppo alto prezzo. Le statistiche delle principali città industriali tedesche danno una perceotua;e minima di case vuote tra quelle accessibili ai proletari. Quasi la metà della popolazione di Berlino, Breslavia, Magdeburgo, Halle, Posen, Rixdorf, Gòrlitz si agglomera in case di una sola stanza riscaldabile o di una stanza e cucina: di tali « abitazioni >) circa la quinta parte erano abitate da sei persone e più, sino a dieci 1 Gli affitti di queste piccole abitazioni di una o due camere riscaldabili variano nelle maggiori città industriali da 150 a 3 50 marchi e più. · Ed è il caro degli affitti che spinge i proletari a subaffittare le loro già 'insufficienti abitazioni e a sceglierle in soffitta o nelle Kellèrwohnunge1:, le case-cantina, sotto il livello della strada. Dal punto di vis_ta di una progredita igiene sociale tutte le case nei cortili interni, nelle grandi città, sono condannabili; e a Berlino queste case rappresentano il 47,66 °/0 di tutte · 1e case abitate e accolgono il 45,80 °/0 della popolazione. Tale situazione è parsa finalmente intollerabile anche alla nostra burocrazia. Ma è caratterisLico ch'essa cominci la sua opera di riforma. con un,1 captatio benevolentiae rivolta ai Ynnker. « Occorre approfondire la questione - dice la memoria che accompagna il progetto - se un miglioramento delle abitazioni cittadine· non influisca ad aumentare la corrente migratoria della popolazione campagnuola verso le cittii. d'industria ». Una tale preoccupazione deve paralizzare il riformatore; la riforma non deve andare tant'oltre da danneggiare i Yunker ! Quello che, malgrado ciò, vien osato ha due scopi: favorire il sorgere di piccole abitazioni rispondenti alle necessità della igiene e alla capacità delle borse proletarie; favorire almeno nelle camp:1.gne e nei sobborghi delle città la costruzione di piccole case in opposizione al sistema ora dominante delle condotte « caserme d'affitto ». A tale scopo si accordano facilitazioni e sgravi a questo genere di costruzioni. È dubbio che la legge riesca a una riforma di qualche importanza; ma in ogni caso il beneficio yerrebbe (;Omprato con la piena abdicazione delle autonomie locali in fatto di edilizia a favore dell'intervento poliziesco. . È certameutc giustificata la sfiducia che il governo· nutre ed esprime nella citata memoria contro i comuni ; in essi regnano una crassa politica di interessi .e una vergognosa ottusità in materia sociale, poichè un odioso privilegio assicura il potere ai proprietari di case. Ma appunto per ciò una politica ~dile fatta sul serio dovrebbe cominciare dall'abbattere nei comuni il privilegio dei proprietari di case e di fondi. Credere di correggerlo rafforzando la burocrazia poliziesça è una illusione. La polizia non può essere che uno strumento delle classi dominanti. Date ai comuni un suflragio democr,1tico , abolite il suffragio di classe , e avrete allora davvero creata la base di una riforma delle abitazioni. Così, come in quasi tutti i campi dell' attività politica in Prussia ogni tentativo di riforma anche nella politica edile va a urtare contro la signoria di una classe arretrata sostenuta da un suffragio privilegiato. E lo Stato prussiano è condannato :1.llasterilità. ( SocialistricheMonatshefte, settemb.). ♦ Ernesto Haeckel: I miracoli deHa vita - Per la· nostra concezione monistica tutte le sostanze sono « animate »

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