528 RIVISTA POPOLARE la moda; nelle altre si provvederebbe :uunentando il numero delle operaie. In un sol caso è discutibile la proibizione assoluta: nelle industrie delle conserve di pesce nelle quali la .materia prima non può accantonarsi per molto tempo, giunge irregolarmente e vi la varano solo le mogli de·i pescatori. Su questo punto forse vi saranno delle difficoltà non molto facili a vincere. Accanto alla quistione del lavoro notturno delle donne vi è quella del fosforo bianco e della biacca. Questi due prodotti sono -veleni potentissimi. Il bianco di biacca produce il saturnismo: le coliche di piombo, la pa1alisi, la morte. E non fa solo vittime dirette, ma anche la progenitura è colpita dei terribili effetti della intossicazione paterna. Più terribili sono gli effetti del fosforo bianco, che genera la necrosi. Ora per il fosforo bianco esiste un succedaneo inoffensivo: il f~sforo rosso o il sesqui ·solfuro di fosforo ; per la biacca l'ossido di zinco - ed intanto non si impiegano! Appena qualche Stato ha proibito il fosforo bianco - la Francia, la Danimarca, la Svizzera, i Paesi Bassi. Ma in tutti gli altri non si è fatto nulla. In tutti i paesi poi , la quistione della biacca resta inso 1 uta per l'opposizione degli industriali concorrenti. Occorre perciò un' intesa internazionale ed è da sperare che il prossimo congresso saprà trovarne la formula. Due altre quistioni saranno poste per la prima volta al congresso di Basilea: quella del lavoro a domicilio e quello dei tratt:lti internazionali del lavoro. ( L' Européen, 24 settembre 19_04). ♦ ,. Saverio Fava: Le colonto agdcole italiane nel1'Ainerica tlel No·r<l. - In un .suo rapporto al Commissariato dell' emigra,done, il nostro· :1ddetto commerciale a Washington espone la necessità che vi è di frenare l'eccessiva ;iRRlomerazione di nostri emigranti nelle città dell'Unione americana e come mezzo propone la cost_ituzione, fra gl'Italiani i\1i stabiliti e fra gli stessi Americani, di Società di colonizzazione, le quali, fornendo i capitali uecessarii, e favorite moralmente e materialmente dai due Governi, rendano possibile la trasformazione di una parte dei nostri emigranti io proprietarii di terreni. Per rendere possibile la trasformazione di una parte dei nostri emigranti in proprietarii di terreni agli Stati Uniti, ebbi :1 co1n·incermi che occorreva prima di ogni cosa di far loro trovare allo 1sbarco un Ufficio di patronato con una Sezione di collocamento, detta Labor 13ureau. L'Ufficio di patronato, per guidarli nelle molteplici e complesse formalità sancite dalle Tmmigration Laws, « leggi sull'immigrazione>>, per essere ammessi a sbarcare. La Sezione di collocamento, per additar loro le località dove vi è ricerca di lavori manuali, industriali ed agricoli, con la indicazione delle paghe, dei vi veri e del clima, nonchè le località dove troverebbero terreni da acquistare e sotto quali condizioni. Quest' Ufficio di patronato con la sua importante Sezione di collo.:amento avrebbe avuto per effetto immediato di sottrarre gli emigranti alla rapacità d' ingordi speculatori , in gran parte italiani, usi a sfruttarli fino alla miseria. Esso avrebbe potuto in seguito man mano completarsi con l'apertura di un ospizio di ricovero per gli operai còlti da infortunii sui lavori , e con la istitu:r.ione di una Cassa di risparmio per uso degli emigranti, b. quale assumesse anche il compito delle loro rimesse in Italia. Pel momento era mio intendimento di attuare l'Ufficio di patronato e di collocamento: 1 ° con una somma di 8000 dollari, pii'.1di 40 mila lire, che offriva generosamente a questo scopo il compianto banchiere Caotoni, oltre ad uno stabile per uso degli emigranti; 2° facendomi autorizzare a disporre di un legato lasciato alla Colonia di New York da un benemerito nostro connazionale il sig. Massa : 3° capitalizzando un'altra somma di 6000 lire largite agli emigranti bisognosi dal 1~inistro Crispi ; 4° e finalmente con la creazione di una unica Società coloniale di beneficenza, i di cui componenti contribuissero con l'opera gratuita e con una tangente mensile alla protezione degli emigranti. Allora non esisteva il fondo vistoso che la. tassa sugli emigranti in partenza dall'Italia, tassa che in parentesi fui il primo a proporre al nostro Governo, mette oggi a sua disposizione. Ma sia per le solite rivalitù coloniali, sia perchè trattava.si non solo di opera gratuita ma anche di contribuzione di obolo, i maggiorenti della colonia di New York, che per ben due volte radunai presso di me per intendersi, non mi dettero nel 1883 il loro concorso. Ammaestrato dalla triste esperienza che nessun assegn:1mento poteva farsi sull'opera gratuiq e disinteressata di quei maggiorenti, non potei dar seguito ai suggerimenti dati dal ministro Blanc cou apposite circolari ai nostri agenti all' estero di provocare appunto quel concorso coloniale da me già invocato invano. Preferii invece gi esporre in via amichevole ed ufficiosa i miei intendimenti al signor Carlyle che a quel tempo era segretario del Tesoro, e ne riportai il più completo assentimento. Con un:1 sua lettera di car:Htere personale, pubblicata nel Libro Verde del 1894, egli mi concesse infatti gratuitamente una vasta sala convenientemente arredata, sita nello stesso locale dell'Am1i.1inistraziooe federale di Ellis ~sland, per stabilirvi l'Ufficio italiano ·di patronato e di collocamento << con due impiegati scelti da me e sotto la mia direzione personale )). Quando tutto fino nei più piccoli dettagli fu ~ccordato fra me e il segretario del tesoro, dal quale dipende agli Stati Uniti il servizio del1' immigrazione, solo a.llora ue inrormai il ministro Blanc con un telegramma che apre il Libro Verde dell' ~urna predetto, e dice a un dipresso cosi: « Non avendo potuto ottenere il concorso dei maggiorenti della colonia di New York per fondare in quel petto un UAìcio di patronato per i nostri emigranti, chiesi ed ottenni dal Governo f~derale il locale hecessario per l'impianto di questo nostro Ufficio ad Ellis Island >>. Quale fu il snccesso cli questo Ufficio, interamente da me creato ed organizzato, e che non aveva precedenti di sorta nè agli Stati Uniti ·nè in altri porti esteri dove si dirige b nostra emigrazione ? Più dettagliatamente potrebbe dirlo il cav. Egisto Rossi che designai al Governo americano come capo di quel!' Ufficio e ne adempì con zelo le funzioni sotto la mia immediata ed esclusiva direzione. Noterò che l' Uffìcio costava al nostro G·overno solo 30 mila lire annue, nelle qu:1li vennero anzi comprese quelle del legato Massa di sopra accennato. Con questa tenue somma l'emigrante, ignaro della lingua, veniva ufficiosamente assistito presw il tribunalè di esame nelle eventuali contestazioni sollevate più o meno legalmente contro il suo sbarco; era sottr,,tto alle Crodi orgazizzate dei cambisti per l'acquisto della moneta americana, alle note insidie degli :tccaparratori del lavoro, a.Ila rapacità degli agenti ferroviarì e cli navigazione che lo avviavano per vie diverse, più lunghe e più costose del biglietto di transito gié acquistato in Italia; si provvedeva a che si ritrovasse il suo bagaglio smarrito; si ricercavano per lui i parenti o gli amici che per legge dowvano rispondere della. sua onoratezza. In quanto alla Seziune di collocamento, che io di~isava dì ammettere all'Ufficio di patronato, non mi fu dato di attuarla
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==