522 R I V I S T A P-0 P O L A R E solo per la deficienza delle sue attitudini mentali, ma anche per la profonda miseria della sua cultura. Di tutto ciò egli non è certo colpevole; chi ha colpa è il ministero. Il Pio di Savoia sarebbe un perfetto console qui a Rio de Janeiro, o altrove, dovunque basta ad un console l'inveterata pratica delle « pra-- tiche ». :M:aa San Paulo? Dunque vedete voi, se con l'autorità vostra di deputato o di sociologo vi è possibile convincere il Commissariato a cominciare dal provvedere alla sorte dei nostri di laggiù mandando alle costole di quel Console Generale, un funzionario attivo ed energico, intelligente e cauto, che abbia la più grande deferenza per il Console, e la più grande decisione a non diventare i.l suo zimbeUo. Un fonzionario fresco di studi, capace di attitudini mentali moderne, animato di grande simpatia umana per i nostri derelitti. La spesa non sarebbe grande. Basterebbe abolire l'inntile vice-consolato di Campinas e mandare il giovane conte Aldovrandi in un luogo dove egli possa mostrare con più profitto mondano jl suo bel monocolo, del quale. a Campinas, è costretto , povero dia- ~olo, ad aver vergogna , tanto che lo mette spesso a riposo. Un bravo funzionario del Commissariato a Campinas sarebbe il principio di un'azione a vantaggio dei nostri. Perchè , siamo giusti , che cosa mai può fare il Commissariato se i suoi funzionari non son capaci di illuminarlo ? ♦ Cosicchè la prima cosa per far qualcosa di posi.ti vo a vantaggi.o degli schiavi bianchi ifaliani che sono nello Stato di San Paolo è questa di infondere nel Commissariato il convincimento clie laggiù c'è bisogno di un funzionario fisso, clfrettamente dipendente da Roma, perchè se deve passare sotto le forche del Console Generale. allora è bello e fritto. Per mezzo di questo fnnzionario capace e stabile, il Commissariato a poco a poco saprà almeno a che santi votarsi: vedrà la via, scorgerà la meta, troverà i modi per procedere. State certo che nello Stato di San Paulo ci sono 800,000 italiani che stan male e staran sempre peggio. La nostra influenza numerica è battuta in breccia dalla miseria degli stessi nostri .. La nostra espansione in questo paese compromessa. I frutti di tanto lavoro, di tanti sacrifici., di tante andaùie dei nostri andranno p8rduti per l'Italia, se continui.amo cosi. · Come intendete bene, adesso non serve più raccogliere dati , e far descrizioni unilaterali come quelle di Adolfo Rossi. Mi pare che ci. voglia altro per ravvisare quel che si può tentare in San Paulo per correggere la tristissima situazione in che si trovano i nostri connazionali, per affermare la nostra espansione che in q11ello Stato è bella e preparata in virtù dei nostri emigranti, per servire infine alla più g'rande Italia che si può venir formando in Brasile. C'è adesso bi~ogno di. uscire dalle lamentele inntili, di erua.nciparci. dalle generalità vacue, di. vincere l' inerzia rovinosa, se vogliamo giungere a qnalcosa di. proficuo. So da Roma-e voi lo saprete assai meglio di meche le ultime proposte giunte ·al Commi.ssa1·iato dal Consolato Generale di San Paulo sono inadeguate e mal concepite, e , sopratutto, non escono , appunto, da quelle vacue generalità che ci fan proprio disonore. Bisogna imprendere la colonizzazione vera e propria nello Stato di San Paulo. Va bene. Ma dir questo e dir nìente è proprio la stessa cosa. Su che terre ? E come situate queste terre rispetto ai mezzi di trasporto? E per quali mercati si. aumenterà la produzione agricola dello Stato ? Ecco i problemi concreti. Ho qui davanti a me un vecchio numero del Giornal,e d'Italia. e l'ho religiosamente conservato a testimone del!' assoluta mancanza di criteri esatti del Commissariato dell'Emigrazione. Questo-dice il giornale - ha de0iso di mandare una missione al Brasile per ravvisare se è possibile e conveniente invogliare il capitale italiano a fare investimenti nel sud del Brasile a vantaggio della nostra emigrazione. Anche la Tribuna pubblicò la stessa notizia. Dunque si tratta di una comunicazione ufficiosa. Non e la rivelazione di una assoluta mancanza di. idee concrete ? Ma si che può esse1· possibile. Ma certo che può esse1·e conveniente. Ri tratta di. studiare ben altro. Si tratta di sviscerare quei problemi conc1·eti ai quali ahbiamo accennato. ~ per comprendere questi problemi, e per esporli, e per impostarli rispetto alla situazione dei nostri connazionali di San Paolo, non basta affidarsi al cav. Pio · di Savoia o a un ispettore viaggiante del Commissariato, mandato in visita a San Paolo. Ci vuole invece uno studio assiduo, fatto da persona adatta, che non abbia altra occupazione, e che resti a lungo qni nel Brasile , cominciando dallo studiare il movimento del C<•mmerciodelle derrate agricole , e l' agricoltura del paese, e il sistema dei nostri trasporti, ecc. ecc. Ci vuole un funzionario .fido del Commissariato , e uno specialista in economia. I giornalisti , come il Rossi., e anche com~ il Salemi--Pace, possono restare al caffè Aragno (1). E inutile scomodarli con un viaggio oceamco. Sarei curioso di sapere che cosa ha mai potuto scoprire il signor Salemi-Pace in San Paulo , sotto la direzione del Oav. Pio di Savoia, dato pure, e non concesso, che questi gli abbia consentito, piccinamente geloso com'è, di vedere e di studiare qualcosa. Se il Salemi-Pace é riesci to a lavorare ed a mnoversi vnol dire che è furbo. ♦ Ma intanto i.l Commissariato che cosa fa? Permettetemi che dalle colonne della nostra Rivista Popola1·e io dia un avvertimento disinteressato al Senatore Bodio. Ed è questo: non si metta sulla via di promuovere piccole o grandi imprese di colonizzazione vicino alle fazende di caffè. Se non sbaglio questa è l'idea che informa i rapporti del Console Generale. Ma è sbagliata di sana pianta. Sembra. semplice ed attuabile, e invece di essere semplice è superficiale, invece di essere attuabile, a vantaggio dei nostri, sarebbe solo attuabile a vantaggio esclusivo dei proprietarì di fazende. E mi spiego. I propri~tfl.ri delle fazende di. caffè non vedranno mai di buon occhio la trasformazione di qnesto lavoro servile cui sono impiegati gli italiani, in lavoro libero. E si opporranno decisamente ad ogni provvedimento che miri ad agevolare l'impianto di coloni liberi nello Stato. Intanto lo Stato di. S. Paulo è tri.but:trio degli altri Stati e di. alcuni paesi esteri per la massima parte delle derrate alimentari che sono indispemmbili. ai bisogni della sna popolazione. Ed è superfluo avvertire che le terre dello Stato potrebbero benissimo fornire tutte queste derrate che giungono a Santos dall' Argentin~, dagli Stati Uniti del Nord, e dall'India, magan. Il bisogno della colonizzazione vera e propria , cioè di piccoli proprietari produttori , è sempre più vivamente sentito. Ma la colonizzazione significa la. traMormazi.one del (1) Noi, come sempt·e e con tutti, lasciamo ampia libert_à di giudizio n.i nostri collaboratori; ma senti~mo il dovere dt aggiungere che abbiamo molta stima di A. Rossi e di Salemì-Pace. N. d. R.
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