Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 18 - 30 settembre 1904

RIVISTA POPOLARE 481 Volendo seguire le buone norme del resto anche non avendola non dovrebbe dimettersi senza discussione e votazione parlament:tre, che darebbe una indicazione alla Corona per la scelta del successore. Il ministero potrebbe sentirsi incoraggiato a non dimettersi !Jerchè sa di godere ancora la fiducia del capo dello Stato ; e della fiducia gli ha dato prova recentissima e signifìcmte conferendo il Collare dell'Annunziata al Presidente del Consiglio. Dunque nè convocazione della Camera, nè dimissioni del Ministero .... Falliti questi due scopi i promotori delJo sciopero hanno trovato una fiche de consolation nella esaltazione di quello che hanno chiam.ato l'esperimento, 1a prova della solidaried e della organizzazione del proletariato. Ma quale erronea cosa esso sia st:1 to lo lasceremo dire per b misura e per l' indole sua ad un socialista rivoluzionario e ad uno riformista: ad Enrico Ferri e :1 Federico Maironi. Enrico Ferri, proprio I ui, in una nota ad un suo articolo pubblicato nell'Avanti! del 25 settembre scrive : « Penso che fu un errore tattico la delibecc razione del Comizio milanese di domenica per « prolungare I.o sciopero fino a mercoledi ». cc Già uno sciopero genera le non si può dirigere « nei comizi, dove le meno ponderate proposte « possono trov:1re accoglienza; ma si dirige d:1 una « Camera del lavoro o d:1 un segretariato centrale, « insomma da un comitato ristretto di perrone ». « Ed uno sciopero generale deve essere breve - « pena il fallimento - dacchè esso deve servire « come affennazione visibile di protesta non come « .. zzo di conquista economica. In politica come « in biologia non esiste la generazione spontanea, e « s~1rebbe troppo comodo se si potesse cambiare il « mondo,con due o dieci giorni di sciopero generale». « Ci vuole ben altro lavoro di educazione, di cc oruanizzazione, di disciplina proletaria ! » Po~remmo sottoscrivere :1 qualcuno delle osservazioni contenute in quest;1 nota preziosa, in Clli lo sciopero generale viene condannato ... perchè durò tre giorni :mzichè uno. Ma all' 011. Perri vogliamo ricordare, oltre il grave inconveniente dell'agitazione non simultane:1, ch'è stato proprio uno degli enti, in cui egli ripone la sua fiducia, a lare la frittata; è stata la Camera del Lavoro di Milano il Deus ex 111achina e della prima proclamazione, e del Comizio e del prolungamento. Comunque, giovava constatare che il capo del socialismo rivoluzionario parl:imentare non è affatto contento dell'esperimento proletario ecc. ecc. Ma n'è soddisfatto Arturo Labriola, eh' è il capo del socialismo rivoluzion:1rio extrap:i.rbmentare. Se cosi pensa Ferri si può immaginare con quanta soddisfazione interiore i riformisti, con Turati alla test:1, abbiano guardato alt' avvenirnento. Abbiamo scritto: soddisfazion€ interiorr, sottolineando questa seconda p:1rola perchè stando alle manifestazioni esteriori i riformisti sono contentoni dello sciopero ... quasi più di Ferri! Ma noi non crediamo alla loro gioia e la riteniamo non sincera. Comunque tra loro c'è st:i.to chi ha parlato chiaro o per maggior coraggio o perchè_ la si_tuazione <lei collegio o·lielo ha imposto. Il nform1st:1 che ha parlato cl~iaro e sincero è stato il Maironi. Il neoeletto di Bergamo ha giudicato lo sciopero generale in questi termini: « Per quel che nello sciopero sono stati il pen- « siero e la mente, lo sciopero è stato di proposito « una rassegna delle forze del proletariato rivolto « ad affrettare il giorno in cui il proletario assuma « la gestione della Camera proletaria , cosi come « questa gestione pare la intendano i trionfatori « del congresso di Brescia >>. « Ma tutto ciò a torto, pare a me, venne chi::i- « mato generoso risveglio. Io stimo delirio la sop- « pressione di ogni servizio pubblico o semipub- << blico, la recisione dei nervi della vita cittadina e « la violenza insignorita della piazza : da ciò 11011 « sarebbe lecito indurre altro fuorchè il più disgu- « stoso fallimento il giorno in cui paresse assumere « carattere di stabibta quello che fu l'incubo di « poche ore e si spense, nonostante il buon volere « dei demagoghi, nelb propria stessa impotenza. << Delirio fu quella rassegna di forze proletarie, « quella ostentazione di bjpedi i11torpiditi, provo- « canti quasi la mitraglia in una posa gladatoria ! « Ohimè! Temo. forte che quella rassegna abbia « rivelato inve(e che domani come ieri, non man- « cherà, se si va di questo passo, la carne da cao- « noni ai cannoni dell'ordine, ed ba rivelato pure « che il proletariato italiano è sempre in quella « minorità individuale a volte a volte generoso, « impulsivo cli cui hanno abusato, abusano i Gracchi « e i Catilina abortiti. « Altro che risveglio se vogliamo chianure le « cose col nome loro ! >> E ci p:i.re che basti dello sciopero generale, che per una stranissima anomalia è fallito nei paesi più avanzati di EL1ropa e nei quali le classi lavoratrici sono più disciplinate e meglio organizzate e si crede che sia riuscito in Italia solo percbè la piazza - come orgogliosamente dicono i suoi paladini - ba comandato, cioè b:1 devastato liberamente per qualche giorno! Veniamo adesso alla posizionè eh' è stata fatta aU' Estre1J1aSinistra eJ :1ll':1Zione che se ne pretende. ♦ Non possiamo in trattenerci dell' atteggiamento imposto dalla ve11tat:1 di anarchismo rivoluzirnrnrio passata sul nostro paese ai partiti costirnzio11ali non delineati nett:1mente. Più che con ervatori e progressisti noi abbiamo ministeriali e antiministeriali; sicchè argomentando dal liJ1gL1aggio dei due maggiori organi della pubblica opinione costituzionale che vedono la luce in Ronu, dopo come prirn:J del saggio di sciopero generale, noi vediamo che la Tribuna considera I' attuale ministero come il migliore possibile in questa v:tlle di bgrime e il Giornale d'Italia come il peggiore immaginabile. 0:1 notare: l'organo dell'on. Sonnino evita con gr:111de cura di man ifestarè appetiti r~azionari ; esso si limita a raccomandare la politica di riforme colle q L1ale spaa disarm:m:: i rivoluzionari e ricondurre le masse ali' amore e alb fede verso il bene inseparabile della patria e del r{',. L'ottimismo 1101t potrebbe essere più completo. E , 'trana coinciden'la, la stessa politica di riforme propugna l:.nrico Ferri con ben altre mire, m:1 intaccando sempre, col propugnarla, la concezione cat,1stro{1c:1 del sociali mo. Ma I' Estrellla, cui maggiorme11te e' interessiamo, cosa pensa; che cosa propone? In veri t.ì 110n è facile riassumere il suo pensiero, le sue proposte; e non è facile non solo perchè la situazione è assai

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==