480 RIVISTA POPOLARE del.la distruzione , che per l' assenza di ogni scopo confessabile, rimane come l' espressione della malvagità bestiale, nè più nè meno che l'assassinio del Godola precedentemente ricordato? Circostanza ancora più grave~ la prepotenza, la violenza, la bestialità non sono state soltanto nella plebaglia sfrenata, che potè permettersi il lusso di sentirsi e di agire liberamente; ma furono anche nell'elemento direttivo, nella Carnera del Lavoro di Milano, che non potendo altrimenti, i suoi sentimenti spiegò, adoperando un linguaggio insolente ed emettendo l'ukase contro la stampa che sollevò lo sdegno unanime in tutti i partiti. Gli episodi, che accompagnarono lo sciopero ebbero un carattere diremo cosi, geografico; che può provocare un certo compiacimento nei meridionali, ma che deve addolorare maggiormente gl' italiani. Infatti le devastazioni furono minime a Napoli, m~rncarono nel resto del mezzogiorno e in Sicilia; prevalsero nel settentrione più colto e più evoluto. Questo il fatto nudo e crudo. 2.0 I difensori dello sciopero dicono : in ogni grande movimeuto politico, in ogni rivoluzione sono inevitabili certi inconvenienti più o meno gravi, più o meno selvaggi ; e si ebbero - di gran lunga maggiori - nel 1789-93 ecc. L'osservazione solamente in parte è giusta; poichè se. è vero che nelle rivoluzioni non mancarono mai i malviventi, che cercarono di pescare nel torbido, è innegabile del pari che nei momenti solenni di palingenesi politica e sociale si infiammarono ed eccitarono i sentimenti più nobili ed elevati e si ebbero prove uumerose di altruismo, di solidarietà, di generosità, di rispetto per la vita e pei beni altrni. Nulla di simile nei casi recenti, sebbene nemmeno i danni siano stati cos1 grandi come vorrebbero dare ad intendere conservatori e reazionari antichi e recenti. Anche limital1 questi danni e queste devastazioni sono deplorevolissimi perchè indicano una tendenza, che ci potrà fare assistere a guai maggiori e sopratutto perchè non hanno la contropartita esuberante del bene. Ogni grande movimento politico violento produce· fatalmente degli inconvenienti; ma l'arma che ferisce ordinariamente risana : ad una rivoluzione segue una somma di bene, che com pensa ad usura, supera il male. Quale il bene ottenuto in questo caso? Uno solo, decantato ed esaltato dai promotori dello sciopero ed anche da radicaH, da repubblicani e da socialisti riformisti , che si associano al coro per paura di perdere i voti e la popolarità: si è fatta palese la gr.rnde solidarietà della classe lavoratrice e si è acquistata la convinzione, che maggiori cose si potranno ottenere per l'avvenire ripetendo in grande l' esperimento ultimo ed assegnandole uno scopo, che al primo esperimento mancò. Noi in verità non sappiamo se la manifestazione di solidarietà tra i lavoratori sia stata così completa ed armonica come si afferma e se essa sarebbe riuscita tale qualora i fucili e i cannoni avessero fatto sentire la loro voce e i soldati non avessero dato lo spettacolo di una pazienza e di una abnegazione rarissime, infinitamente ammirevoli. E qui apriamo una parentesi. Deì contegno serbato dalle autorità politiche e militari e dai soldati sopratutto siamo lietissimi. Se le une e gli altri lo avessero tenuto sempre uguali non avremmo avuto Buggerru, Castelluzzo , Giarratana ecc.; non sarebbe nato nemmeno il pretesto dello esperimento di sciopero generale. Noi pensiamo che l'intervento armato dei pubblici poteri avrebbe potuto togliere la soddisfazione del successo immediato· ai promotori dello sciopero; ma avrebbe bagnato di sangue le nostre più belle e più grandi città ed avrebbe seminato germi innumerevoli di risentimento e di odio. I reazionari (L!gli stessi esperimenti del 1893-94 e del 1898 in Italia, come di cento altri simili in Francia e altrove non si sono ancora convinti che i trionfi della violenza non sono duraturi ed utili? Noi ne siamo tanto convinti, eh-:: la violenza vorremmo esclusa o ridotta ai minimi termini anche per conseguire i nostri ideali. Chiudiamo ia parentesi e ritorniamo a domandare: quale la contropartita del bene che si è avuta a compenso del male dell'ultimo movimento? Nessuna; e quel che è più: non ce ne poteva essere perchè manco allo stesso movimento qualunque serio , elevato e grandioso obbiettivo. Quello meschino, sproporziona dssimo al mezzo adoperato, la dimissione del ministero, non fu ottenuto. Che un obbiettivo elevato e grandioso mancasse lo ha confessato Arturo Labriola, ch'è tanto entusiasta dello sperimento fatto , che se ne mostra addirittura ubbriacato, e della mancanza accusa gli altri; sopratutto Filippo TuratL Se questo grande obbiettivo, la rivoluzione, che non avrebbe potuto essere che politica, ci fosse stato noi avremmo compreso ed anche potuto approvare lò sciopero generale, questo grande mezzo rivoluzionario, che staccato dal fine determinato e proporzionato non può condurre che alla tragedia inutile o alla farsa indecente. Ed abbiamo avuto un po' dell'una ed un po dell'altra. 3,0 Data la riconosciuta assenza di una grande finalità rivoluzionaria nell'uso di un grandioso mezzo rivoluzionario rimane evidente la sproporzione tra il fine e i mezzi adoperati per raggiungerlo. E questa sproporzione appare più evidente inquantochè il fine modestissimo, come fu avvertito, pare ché debba mancare completamente. I fini precipui del movimento pare che avrebbero dovuto essere due; la convocazione anticipata della Camera e le dimissioni del Iviinistero. Si può anche ridurli ad uno solo : alle dimissioni de] ministero, cui si mira attraverso alla convocazione della Camera. Intanto nè la Camera sarà convocata nè il ministero pel momento sembra deciso a rassegnare le dimissioni. I promotori dello sciopero se avessero voluto essere logici per ottenere la convocazione avrebbero dovuto continuare lo sciopero e l'agitazione rivoluzionaria conseguente, sospendendo la vita economica , politica e intellettuale del paese con grande gioia di tutte quelle belle cose che si chiamano teppa o 1nafia,barabismoo ca·morra.... In questo caso sarebbe stato naturale, anche astraendo dalle tradizioni illiberali del governo italiano, che invece della convocazione della Camera si sarebbe avuto lo stato di assedio prima e lo scioglimento di queJla dopo. In quanto alle dimissioni del Ministero non era sperabile che fossero venute spontanee dato l'uomo che lo presiede .... Il ministero non crede di dover dare le dimissioni perchè crede di aver fatto il proprio dovere e di avere ancora la maggioranza.
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