Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 18 - 30 settembre 1904

498 RIVISTA POPOLARE e< Domandiamo solamente il permesso di aggiungere le nostre alle sollecitazioni venute dall'altra Camera, perchè si vegga modo di ammettere i viaggiatori di terza classe al benefizio dei treni diretti. Suona ancora riverito nella vecchia Inghilterra il nome di James Allport, l'iniziatore delb riforma popubre, che fece ammettere in tutti i treni, senza aumentare i prezzi, i viaggiatori di terza classe ; e se le statistiche dicono il vero, la riforma , che parve ardita , produsse notevoli vantaggi alle Società esercenti )>. Le ragioni di queste nostre domande sono evidenti: noi :1bbiamo in nostro favore: l'equità, il diritto e il tornaconto economico. Le ferrovie non sono soltanto un' intrapresa industriale: sono anche un istituto nazionale ed un servizio pubblico ed è una vera ingiustizia sociale che dal « benefizio dei treni diretti », come ebbe a chiamarlo l' on. Saracco, _siano escluse le classi più numerose e meno agiate, che con i loro sacrifizi tanto concorsero, nel nostro sistema d' imposte, alla costruzione delle ferrovie in Italia. È possibile che i nostri funzionari superiori dello stato e delle ferrovie, riflettendovi, non sentano tutta la scorrettezza e l' odiosità di dire alla classe più numerosa di cittadini e di contribuenti: « Voi, che viaggiate in 3a classe, alimentate il traffico e le entrate delle nostre ferrovie e senza di voi l' intera azienda nostra sarebbe in condizioni disastrose; ma siccome siete poveri e pur troppo anche ignoranti, vi avvertiamo che presentandovi al treno anche col vostro bravo biglietto interamente pagato - e siete yoi che per lo più pagate interamente - se non c'è posto nell'unica vettura che vi destiniamo, vi lasciamo a terra come merci o tutt'al più come bestie ! )) Eppure, tradotto in lingua povera, questo è il vero significato dei fatti. E pensare che ogni giorno tanto parliamo :1 vuoto di democrazia e di umili e che spesso la condizione e la pulizia delle nostre vetture di 3a classe è del tut.to indecente! E ci piace ricordare a titolo di onore che la savia riforma fu già adottata, in via di esperimento , dalla societa delle ferrovie della Sicilia, sulle quali tutti i treni diretti po1tano le terze classi: fatto che stà a provare che le difficoltà tecniche e finanziarie sollevate dalla Perseveranza di Milano, spinte fino alla necessità di cambiare l' armamento delle strade , non sono che scuse partigiane di coloro che non vedono salute che nell'eterno statu_qno. Perchè in fondo è chiaro che tutto si riduce ad un modesto riordinamento del servizio dei treni diretti , che nella maggior parte dei casi non può presentare difficoltà alcuna. Un miuistro dei lavori pubblici od un direttore generale delle ferro vie , dal polso fermo , chiami a consiglio alcuni capi-servizio di idee moderne, ed in pochi giorni sarà concretato l'intero piano del nuovo movimento dei treni. E da oggi al 30 giugno 1905 vi è tutto il margine di tempo occorrente lJominibus bonae voluntatis. Perchè la Perseveranza nel sostenere la sua tesi è anzitutto partita da un' esagerazione: che quasi tutti i nostri treni diretti siano rimorchiati da locomotive della massima potenza consentita dall' armamento e che essa sia per intero utilizzata. Ma per di più la consorella milanese prende le mosse da un'ipotesi così esagerata, ch'essa persino lo sottotace - che cioè sia anche esaurita per la maggior parte delle nostre ferrovie la loro potenzialità per il traffico dei viaggi::ttori. Piacesse a Dio, che cosi fosse, mentre, eccettuate pochissime grandi arterie, il movimento sulle nostre linee è così piccolo , che esse non banno neppure la metà dei treni , dei traffici, e dei prodotti, di cui sono suscettive ! Forse non vi sono in Italia più di tre tratti - Genova - Spezia , Genova - Novi e Bologna - Firenze - sovra i quali il problema può presentare qualche maggiore difficoltà, senza diventare con ciò insolubile. Sempre ai soliti uomini dotati della fermezza di propositi e del buon volere indispensabili a fare qualche cosa di buono e di utile a questo mondo, ripetiamo di nuovo ·che anche sulle no~tre linee più affollate di treni· vi è ancora un buon margine di traffico a cui si potrebbe servire , adottando i metodi ed i congegni in usò sulle ferrovie d' Inghilterra o d'America. - L'esercizio di Stato austriaco, con un traffico superiore al doppio di quello delle nostre due Reti continentali, (Mediterranea e Adriatica) ba pure il servizio delle ierze classi ai treni diretti, e anche con tariffe di molto inferiori :1lle nostre. In Italia la tariffa per i treni diretti è di Cent. 5,80 per chilometro , qualunque sia la percorrenza. In Austria è di soli Cent. 4, 1 3. La tariffa Austriaca ha ancora il vantaggio di decrescere in ragione della distanza, cosicchè per un lungo percorso in 3a classe , si paga circa la metà del prezzo delle nostre ferrovie. L'agitazione a favore delle terze classi nei treni diretti - che era in nostro animo di promuovere - oramai va di per sè. 11 fervore col quale la stampa d' ogni parte d'Italia - a cominciare dalla Gazzetta del Popolo al Corriere della seraha accolta l' invocata riforma, ci rende persuasi che sarebbe inutile egni resistenza che parte dello Stato o di future Società esercenti. Altro quinc!i non ci resta che riunire gli sforzi comuni in un'attiva propaganda, fino a completo successo. Continui di giorno in giorno la stampa quotidiana a far penetrare nelle masse popolari il sentimento della profonda ingiustizia sociale , di cui ebbero finora a soffrire nel servizio dei viaggiatori , e la giusta causa sarà presto vinta, ma sopratutto stiamo ben fermi nel proposito che le terz~ classi debbano essere ammesse in tutti i treni diretti - tranne in quelli internazionali di lusso - in vetture pulite, riscaldate, illuminate ed alle stesse condizioni di percorso delle prime e ddle seconde classi, senza restrizioni vessatorie ed ingiuriose. La Perseveranza, che in prima colonna dedica, di tempo in tempo, ottimi articoli a fine dì additare ed encomiare il forte esempio della vita pubblica inglese , dove i problemi nazionali si agitano davanti al paess, nulla dovrebbe trovare a ridire a noi, ed a coloro che con noi scendono in campo aperto - senza intrighi e senza sotterfugi - a combattere lealmente e proprio all'inglese, per una delle più legittime e sacrosante rivendicazioni popolari. (Nuova Antologia, 30 giugno e 16 agosto). ♦ XXX: Il trattato Inglese col Til>et. - Il Times ha pubblicato le clausole del trattato Inglese col Tibet, salvo le modificaxioni che potranno esservi apportate dal governo Cinese~ ma è certo che il governo Cinese accetterà il trattato tale quale è stato concluso e gli sarà presentato. Durante tutta la questione Tibetana ci sono state due diverse correnti politiche : una di Lord Curzon e l' altra del Gabinetto Inglese. Lord Curzon desiderava soprattutto stabilire rapporti politici, e proponeva la nomina di un residente inglese perm:mente a Lahassa , e intendeva soltanto il miglioramento dei rapporti commerciali come un mezzo per stringere e mantenere rapporti politici. Il governo Inglese sconfessò questa politica e Lord Zandsdale dichiarò il Febbraio di quest'anno, che il governo aveva fatto di tutto per rispettare la sov_ranità della Cina e che si contentava delle dichiara-

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