RIVISTA POPOLARE 497 Nòtre éducation nationale, di Gaston BRoCHE, (Paris, Societe Jrançaise d'imprimerie), un'arguta, brillante e simpaticissima conferenza, in cui si propugna la fratellamrn umana nella comune libertà di coscienza e d'azione, e la ne.:essità di predicarla, in luogo del patriottismo chauvin e dell'imperialismo rapace, in tutte le scuole; Il Discorsoinaugurale del monumento al Guerrazzi in Livorno, pronunziato· a nome della Democrazia Italiana da Giuseppe BARBANTI, e una conferenza , pure su F. D. Guerrazzi, tenuta a Catania da Pietro Mrc1-rnu, l'una e l'altra cosa degne dell'uomo cui son consacrate; Croce-Cruci, di A. SA1TTA-MICALl(Messina, Tipografia Guerriera), un curioso dramma bilingue, come le famose tabelle in Dalmazia, cioè italo siciliano; e il Manifesto per la VI Esposizionedi Venezia, dipinto, st:1- -;olta, da Etto1e Tno, pel quale è nota la mia antica e cordiale ammirazione: anche questa graziosa popolana veneziana, che con la mossa caratteristica del paese si tiene con una maoo lo scialletto tradizionale, e con l'altra accenna. quasi, ed invita alla Mostra, è opera degna del pennello nervoso e personalissimo dell'artista ben noto: ma, come manifesto, e per lo scopo per cui fu fatta, non mi piace: trovo l' idea decisamente volgare: fa pensare alla funambola dei circhi, che, dall'alto .dell'impalcato di legno, grida al pubblico plebeo che 1'a contempla: « Venghino, venghino : la spesa. l' è poca, e il divertimento l'è urande ! » ,., Chieti. MARIO PILO U 1111111111111111111111111 ! 1111111111111111111111111li111111111111111111111 lii, 1111111111 RIVl5T A DELLE "IVl5TE ----·~---- Maggiorino Ferraris: Le terze classi ucl treni dirett,i ( r) - Le terze classi in Inghilterra. - Il progresso delle classi popolari, fu detto a ragione, dipende forse più da una serie continua di graduali riforme sociali, che da una sola e grande misura di ordine economico. Si è perciò che giova promuovere anche in Italia quei provvedimenti, che sebbene appaiano , a prima vista , modesti , pure sono, dal1' esperienza degli altri paesi , consigliati per il bene delle classi più numerose. Tra siffatte misure d'ordine sociale che ci pare utile invo- ~are e propugnare con tutto l'animo, non esitiamo ad annoverare l' ammissione delle terze classi nei treni diretti che da tanti anni forma una delle più legittime aspirazioni del popolo italiano. Pcrchè anche nel nostro paese la modesta e pratica riforma ha una lunga storia , che qui giova brevemente ricordare. Siamo forse stati fra i primi a sollevare il problema in Italia, in uno studio che risale agli ::inni ormai lontani della nostra giovinezza (2). Ragioni di siustizia sociale e di tornaconto economico ci parevano ·consigliare del pari questo savio e ragionevole progresso dell'economia ferroviaria del nostro paese. La riforma ci era suggerita dall'Inghilterra e ci consenta il lettore di distaccare pochi brani dalle nostre Note sulle ferrovie Inglesi pubblicate nel 1880-81, a cura della Commissione parbrncnt:ire d'inchiesta sull'esercizio delle ferrovie Italiane. Ventiquattro anni or sono gia cos1 scrivevamo (2): « Non potrcbbesi qui passare sotto silenzio una delle riforme più importanti del servizio passeggeri sulle lince inglesi, cioè l'introduzione delle terze classi nei treni diretti. ( 1) Per :,ssolut'.I manc:,nz:1 di spazio non ahbi:>mo potuto dare prima il riasg1mto di questi due interessanti ,1rticoli. Ln Ri,,istn (2) M,1ggiorino ferraris, Sulh base princip,1le delh economia ferroviarÌ:1 e sul servizio economico delle ferrovie. - Tori no, C:tmillo e Bertolero, 1880. (3) Nl:1ggiori110 ferraris, Note ~ulle ferrovie fnglesi - Negli ~lii dell'inchiest:, sn\le ferrovie it:>liane - C:11ner:>dei Deputati prima Sessione, 1880-81, num. XXXIV, Voi. Il[, Roma, 1881. Codesta riforma fu coraggiosamente iniziata nel 1872 dalla Midland per opera e merito del suo abile direttore signor James Allport, e dovette di buono o di mal grado essere adottato àa varie Compagnie al Nord del Tamigi, che trovansi in concorrenz:1 colla Middland. Attualmente sono affatto eccezionali i treni , anche direttissimi che partano per il Nord e che non contengano carrozze di terza classe e senza aumento di prezzo sul biglietto ordinario. Dal 1872 ad oggi - dal giorno in cui le terze classi erano introdotte nei treni diretti , fra la maraviglia generale delle popolazioni per opera di James Allport, che l' InRhilterra considera e ricorda come uoo dei suoi pubblici benefattori per le provvide 1itorme da lui attuate - sono oramai trascorsi più di trent'anni. Possiamo quindi presentare poche cifre che illustrino le conseguenze della riforma, che stiamo esaminando, sulle sole linee dell'Inghilterra, escluse la Scozia e l'Irlanda. Nel 1870 i viaggiatori di terza classe erano il 68 per cento elci passeggeri e dav:11.10il 43 per cento delle entrate viaggiatori : Nel 1900 i passeggieri di 3a classe danno il 90 per cento dei passeggieri ed il 73 per cento delle entrate viaggiatori. Le terze classi in llalia - L'ammissione delle terze classi nei treni diretti in Italia fu oggetto di speciale esame nelle lunghe discussioni sollevate in Parlamento ed in Paese dalle coll'venzioni ferroviarie del 1885. Si credette auzi in allora che la questione fosse risolta, perchè io Italia si crede sempre che basti scrivere una disposizione di legge per risolvere un problema, mentre solo i fatti contano. La legge sulle convenzioni ferroviarie del 27 aprile 1885, all'art. 13 delle tariffe La proporzione dei passeggieri di 3a classe cresce da 68 a 90 per cento e quella delle entrate dal 43 al 73 per cento l Ma ciò che v' ha ancora di più notevole si è che questa profonda e benefica rivoluzione si è compiuta, segnatamente nel decennio 1870-1880, senza punto alterare le basi del bilancio delle Società esercenti, le quali continuano a ricavare dai viaggiatori pressochè lo stesso introito per trenomiglio e lo stesso prodotto percentuale. Persino rl reddito netto del capitale rimane quasi costante fino al 1890. Infatti, pel 1870 ha prodotto L. 4,30; per il 1880 L. 4,32 e per il 1890 L. 4,02 per ogni cento lire. così dispone: « Il trasporto dei viaggiatori di 3a classe nei convogli diretti ha luogo soltanto con quelli che saranno indicati negli orari ufficiali ed alle condizioni ivi rispettivamente stabilite ». Alla sua volta, l'art. 27 del contratto d'esercizio stabilisce che « gli orari dei treni viaggiatori e misti e la classificazione dei treni stessi saranno determinati dal Ministero dei lavori pubblici, sentite le proposte e le osservazioni del concessionario >>. Dal combinato disposto di questi articoli , pareva ed era chiaro , che l' introduzione delle terze classi nei treni diretti dovendosi fare con gli orari approvati dal Ministero elci lavori pubblici, potesse oramai considerarsi come cosa certa, salvo quei temperamenti di tempo necessari per la fornitura del materiale occorrente e per un riordinamento graduale del servizio dei trc:ni diretti. Siffatte aspettative parevano tanto più fondate, pcrchè alle molteplici richieste di ammettere le terze classi nei treni diretti corrispondevano gli affidamenti del Governo, largo di promesse pur di ottenere l'approva?:ione delle convenzioni. Ed erano così vive queste insistenze, che l'autorevole relatore del Senato, l'on. Saracco, nella relazione presentata ;1 nome dell'Urfìcio centrnle, cosi si esprimeva (1): ( t) Rehzione cieli' on. Sa racco a nome ,\ell' Ufficio centrnle del Senato presentai:> nel!:\ tornata del 9 marzo 1885 (n. 175 - A).
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