RIVISTA POPOLARE 493 Patttecipaziodneelladonna l pttogttesso ----@---- È molto ricordato quell'episodio dell'Iliade, in cui il poeta crea con mano maestra la figura di Ettore che palleggia il figlio pargoletto : certo è un episodio commovente di tenerezza paterna. Però la tenerezza muliebre, e i sentimenti gentili che mettono capo alla donna, e nella donna trovano l'espressione più bella, inutilmente si cercherebbero nell' Iliade. È l' Odissea invece che ci fa constatare il grado altissimo di delicatezza a cui era giunta l' anima femminile, aWepoca della composizione del poema immortale, che sui 1era l'Iliade dal lato del sentimento di quanto l'Iliade supera l'altro poema dal lato della grandiosità epica. Le parole che il poeta pone in bocca a Calipso, sono quelle di una donna costretta a separarsi dall' uomo che ama (lJ, che rimpiange di perdere, e al quale augura tutto il bene possibile, sebbene sa di non essere riamata. Ella stessa prepara tutto 1~er la partenza con cura amorevole, e, quantunque senza speranza, così lo apostrofa dolcemente : Così tu parti adunque, e alla nativa · Terra, e alle case dei tuoi padri vai ~ Va', poichè sì t' aggrada. e va' felice. (Odissea Lib. V.) E siccome la gentilezza non può essere unilaterale, ma vuol essere ricambiata, pieno di riguardi si mostra anche Ulisse (in altre circostanze) col sesso femminile, segno che la convivenza era improntata a quell'epoca a tale cortesia, quale un animo femminile ben educato esige dall' altro sesso. Non solo si vede questo nel fatto che Ulisse non si attenta di bagnarsi nel fiume in presenza delle ragazze compagne di Nausica , ma anche nell'invocazione che rivolge a quest'ultima : ..•.. felice su tutti oltra ogni detto Chi potrà un dì nelle sue case addurti D'illustri carca nuziali doni. ..... a te gli Dei, quanto il tuo cor desia, Si compiaccian largir: consorte e figli, E un sol volere in due ! però eh' io vita Non so più invidiabile, che dove La propria casa con un'alma sola Veggonsi governar marito e donna. Duol grande i tristi n' hanno, e gioia i buoni : Ma quei eh' esultan più: sono i due sposi. (Odissea Lib. VI.) Quest'inno alla monogamia è tale da penetrare addentro nel cuore femminile: poichè la monogamia rappresenta un trionfo della donna, ed è certo che, rivolgendosi ad un uomo (il quale, secondo la frase troppo personalmente sincera di un nostro scienziato, « è un animale poligamo » ), Ulisse non avrebbe tenuto a esprimere agli Dei quel desiderio tutto femminile : « quanto il tuo cor desia », dice espressamente il poeta. Che l'uomo si sia acconciato alla vita monogama, più facendo di necessità virtù, che spontaneamente, si vede dalla stessa Odissea, dove si parla della schiava ?he Laerte comprò: (1) Queste sei-arazioni non dovevano essere infrequenti , a un'epo~a in c~1i l_a lentezza ~ell~ navigazione doveva procurare lontam legami ai commercianti. Cfr. BERARD. Les Phéniciens et l' Odissée 1903. Nè cara men della consorte l'ebbe, Benchè, temendo i coniugali sùegni, Del toccal'la giammai non s'attentasse. (Odissea Lib. I.) Ai tempi rispondenti ai poemi omerici , l'uomo era troppo coninvolto nella vita materiale più o meno violenta, per potere rappresentare ·un vero fattore di progresso. È da credere invece che la donna lontana dalle lotte, e già più o meno- emancipata dai lavori faticosi, rappresentava un elemento progressivo. Per lei fiorivano le arti della pace : era lei che •sceglieva secondo il suo gusto i monili e le catenelle che il commercio porta va alle spiaggie greche; era lei stessa che si fabbricava i veli trapunti e tutte quelle meraviglie di eleganza e di finezza che i poemi omerici portano al cielo. L'uomo ne pregia va i prodotti, e ammirando s'affinava; ma in ritardo visibile , poichè nello stesso poema si legge : .... io non so per l'uom gloria maggiore Che del piè con prodezza e della mano, Mentre in vita riman, poter valersi. ( Odissea Li b. VIII.) In quelle antiche civiltà l'uomo, sacerdote e guerriero ( per lo meno nelle classi direttrici , alle quali sempre alludiamo), doveva rappresentare l'elemento conservatore; contrariamente alla condizione attuale, in cui l'elemento conservatore, anzi retrogrado, è rappreHentato dal sesso femminile, che si può paragonare a una palla di piombo al piede della nostra civiltà. La religione avvince la donna (1) , che mantiene per tutta ]a vita le abitudini contratte sotto la direzione della madre: quando dovrà fondare una nuova famiglia 1 le ripete meccanicamente , e così , da madre in figlia, si è sempre allo stat'U quo ante. Questa forza d'inerzia è enorme, al punto da avvincere l' uomo stesso: conosco un professore d'università, spregiudicato e dotto, che arriva ad accompagnare sua moglie in chiesa, non solo una volta alla settimana, ma sino a quindici giorni di seguito, è immancabile nelle processioni, tridui 1 ecc., con evidente umiliazione di sè stesso, e diminuzione cosciente del proprio decoro: suicidio morale tacitamente imposto all' uomo dalla donna, incapace di valutare quale sacrifizio domanda, quanta parte demolisce di una vita intellettuale spesa all' affrancamento del pensiero, e che in pratica si rileva tamg_uam non esse. E siccome non tutti piegano il capo a questo giogo, specialmente chi non ha l'abitudine di transigere coi proprì convincimenti, si ripete ai nostri giorni ciò che si vide già all'epoca di Pericle. Fra una moglie compunta e devota, e una donna spregiudicata e libera, quest'ultima esercita a volte una attraz1one maggiore; mentre la moglie è abbandonata a sè stessa , alle sue pratiche e alle sue devozioni, delle quali il consorte si disinteressa (~). Onde si verifica che quella religiosità, che ordinariamente si crede baluardo della santità della famiglia, è fonte di anti- · (1) Specialmente nei paesi cattolici, in cui l'instituzione della " Vergine - madre ,, è mirabilmente adatta a sfruttare il naturale sentimento della maternità, e con fine intuito è sempre più oggetto di propaganda, così da lasciare indietro il culto del Cristo. (2) Non per omaggio alla libertà delle convinzioni, ma per suo quieto vivere ; magari il suo egoismo gli fa pensare che ciò in certo modo lo garantisce, il che poi è tutt'altro che vero,
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