Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 17 - 15 settembre 1904

456 RIVISTA POPOLARE loro un miglioramento della loro situazione materiale; riteneva del tutto naturale che esse impiegassero a tale uopo l'arma dello sciopero. Siccome egli sapeva che uno sciopero riesce raramente se non è appoggiato da violenze, o, almeno, da minacce era disposto a mostrarsi tollerante su queste fioriture della coalizione. Stava al governo l'apprezzare sino a quale limite poteva lasciar andare tali violenze e tali minacce ; ma i governi nei paesi , nei quali la polizia è assai sviluppata , hanno in ogni istante da risolvere simili quistioni di apprezzamento, cioè quanto la licenza degli uni contraddice troppo alla libertà degli altri. Per non avere tenuto conto di questo modo di vedere di Waldeck-Rousseau e per non averlo avvicinato alle tradizioni autoritarie e discrezionali dei governi francesi , non si comprese sempre la condotta sua durante i diver~i scioperi che avvennero durante il suo ministero. Per le sue origini e per la · sua educazione, Waldeck-Rousseau era il vero borghese francese, agli occhi del quale la grandezza della Francia riposa sulla classe media dei contadini proprietari , degli artigiani e dei piccoli commercianti. La trasformazione capitalista ha rovesciato in un modo cosi strano queste posizioni medie che si considerò spesso come chimerica ogni speranza di restaurarle. Ma ancora bisognerebbe sapere se non fosse possibile di sostituire gli antichi tipi con altri equivalenti? Se la cooperazione di produzion·e potesse prendere un grande sviluppo essa apporterebbe alte classi medie il. rinforzo di uomini di élite presi nelle cJassi lavoratrici ; gli associa ti nelle cooperati ve prospere sono dei piccoli padroni e non dei proletari. In una certa misura (ben mediocre invero) la cooperazione di consumo produce cosl. il risultato di elevare a classe media alcuni lavora tori , che nell'antica economia si sarebbero stabiliti per loro conto. Ed è perciò che spesso si rimproverò alla cooperazione di allontanare i migliori operai dal socialismo. Noi sappiamo che Waldeck-Rousseau era grande partigiano della cooperazione. I sindacati non potevano del pari fornire una diversa soluzione di una importanza ben altrimenti grande? I capi delle Trade- Unions inglesi rassomigliano assai ai capi delle cooperative di produzione assai prospere; essi hanno tutto il carattere di borghesi; basta leggere con qualche cura il libro di P. de Rousiers per convincersi che gli operai delle Trade- Unions hanno cambiato di classe e per vedere per quale ragione essi sono così poco favorevoli alle idee socialiste. Nell' antico sistema di produzione essi sarebbero . divenuti dei capi d' industria; · essi oggi sono divenuti mercantidi uomini e danno, a prezzo discusso la mano d' opera ai capitalisti. Essi devono tener conto delle esigenze dei loro uomini e servono così da cuscinetti tra i padroni e gli operai. In Francia i sindacati. non rassomigliano affatto alle Trade-Unions e i loro capi non avrebbero avuto l'occasione di sentire grandeggiare in loro l' anima borghese se fossero stati abbandonati a loro stessi; ma la borghesia è alleata a loro : il Musée Social fondato dal Conte di Chambrun e l'Office du travail hanno per missione d'imborghesire i capi dei sindacati. Al Musée Social Waldeck-Rousseau avrebbe p~tuto vedere colla sua esperienza personale quanto è potente la molla della vanità quando è bene impiegata : si attirano degli operai, si mettono nelle Commissioni, si domandano a loro dei rapporti; si fanno loro presiedere delle riunioni , nelle quali si trovano dei professori. Perchè non sviluppare questi preziosi inizi o facilitare la formazione di una nuova borghesia-operaia ? Waldeck-Rousseau tentò di realizzare tale programma e con tale scopo chiamò Millerand al Ministero del Commercio (1); questi sembra che abbia compiuta la propria missione con molta abilità. Se ne avrà un idea leggendo in un libro di Leon di Seilhac il racco□ to di una festa data il 22 giugno 1900 ; il ministro aveva invitato degli operai; madama Georges Renard, dalla quale appresi la narrazione , ricorda quale gioia infantile e quale orgoglio_ ingenuo provavano gli operai invitati : Uno di essi avendo qualche difficoltà colle persone che facevano il controllo alla porta, rispondeva con allegrezza e autorità: « Ma infine, signore, quando si è l' invitato del Ministro non si devono subire le vostre vessazioni (tatillonneries) » (2). Si potrebbero raccogliere a centinaia gli aneddoti dello stesso genere. Nei dipartimenti i prefetti di Waldeck-Rousseau inaugurarono una nuova maniera di trattare i capi dei Sindacati ; essi li trattavano alla stessa stregua dei Presidenti delle Società di Agricoltura e delle Camere di Commercio. Essi li facevano entrare nel mondo borghese ; e il governo tentò di dar loro un posto nella sua gerarchia ufficiale creando i Consigli del Lavoro. I socialisti combatterono vivamente questa creazione che non è riuscita; ma che sarà ripresa qualche giorno. Sul terreno della politica sociale Walde_ck-Rousseau fu più felice che sugli altri; le ·condizioni ge- . nerali lo favorivano e si potè sostenere che egli aveva assestato un colpo mortale al socialismo. Io non credo che si debba esagerare le cose sino a tal punto; ciò che è certo si è che egli lo danneggiò , almeno , tanto quanto Jaurès ; e non è dir poco! Ma non è questo il momento di affrontate incidentalmente una quistione cosi grossa quanto quella della degenerazione del Socialismo : il fenomeno si è prodotto dapertutto ad un tempo; ciò che prova che gli uomini non ne sono tanto responsabili quanto lo si aflerma nelle polemiche. . GEORGES SOREL ( 1) lo non so se fu in vista di questo programma, concepito secondo le idee del Musée Social, che si cambiò il direttore dell' Office du Travail e si nominò un uomo del Musie Social; ma è possibile. (2) Le monde socialiste p. 308 citato dal giornale La Suisse del 26 luglio 1900. 111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111111 Dellapoliticaferroviariataliana ---~---- Esaminando la politica ferroviaria italiana si riceve l'impressione_: che se lo Stato avesse costrutto direttamente le sue ferrovie le avrebbe costrutte più solide spendendo meno. Ma anche per le costruzioni, come per l'esercizio, fin dall'alba del risorgimento politico prevalse l'affarismo, affermatosi con la legge del 1865, con ]a quale si vendeva alla Società Alta Italia la rete degli Stati Sardi per 200 milioni.. .

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