Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 17 - 15 settembre 1904

RIVISTA POPOLARE 453 cattiva; ma c'è il peggiorativo: il Crumiraggio, cioè: l'offerta di lavoro in una officina, in una industria quando gli operai hanno proclamato lo sciopero. E' un vero tradimento , questa mancanza di solidarietà; ed è strano a dirsi, il c1·umfraggio si può dire sistematicamente organizzato e praticato dalla famosa opera di assistenza di Monsignor Bonomelli e dal suo organo ufficiale La Patria di Friburgo, che venne eloquentemente e inutilmente denunziata dal Cabrini nella Camera dei Deputati (1). Il c1'Umfraggw esercitato dagli operai italiani non solleva contro di essi i soli l~.voratori degli altri paesi, ma gran parte della opinione pubblica specialmente in Germania e in !svizzera. Siamo sicuri, che fatti dolorosi più gravi di quelli di Aigues Mortes e di Zurigo si avranno a deplorare se lo si lascerà sviluppare liberamente. E' da lodare ed incoraggiare, perciò, l'azione spiegata da qualche tempo dal giornale L'operaio italiano che si pubblica in Berlino ed è una specie di supplemento del Co1·1·espondenzblatt l'organo ufficiale delle organizzazioni lavoratrici della Germania. L' ope1·aio italiano non solo pubblica i nomi e cognomi di tutti i crumfri che gli sono noti ; ma ha organizzato una vera crociata per mezzo dei Municipi dei loro paesi di origine. che, prevalentemente appartengono al Veneto. I sindaci ed assessori di tali paesi si sono messi in corrispondenza coll' Operaio, ne diffondono gli avvisi, ne raccomandano i consigli e si adoperano in tutti i modi per impedire che i lavoratori italiani si disonorino esercitando il c1'umfraggio e creando una situazione che si svolgerà. tutta a loro danno finale. · Noi. abbiamo sentito il dovere di unire la nostra modesta voce a quella degli italiani di Berlino, che si sono levati contro i bonomelliani che si sono messi. ai servizi del capitalismo ; e contro l'opera dei bonomelliani, che gode le simpatie del Commissariato per l'Emigrazione si è tenuto un comizio a Chiasso in !svizzera. Noi ♦ Quattro parole al Prof. tabanca.. - Pare. che l'egregio prof. Labanca si sia dispiaciuto di quello che io scrissi nel numero del 15 Agosto di questa rivista, sotto il titolo « Un accattonaggio di nuovo genere » • Me ne duole ma non posso che riconfermare quello che io scrissi aggiungendoci quanto segue per quello che il prof. Labanca pubblicò, pigliandosela con l'on. Colajanni, sul « Giornale d'Italia,, del 31 Agosto p. p. sotto il titolo « Monumento in Roma a G. Shakespeare ~. Ecco: mendicare vuol dire chiedere ad altri ciò che non si è guadagnato : vuol dire anche , chiedere alcunchè per sostentarsi ; vuol dire anche , dimandare altrui sovvenzione per determinato scopo. Ora ei sono delle mendicità onorevoli e delle mendicità vergognose. Fu onorevole Romeo « Mendicando sua vita a frusta a frusta per non essere infame; fu onorevole Provenzano Salvani quando mendicando per salvare la vita all'amico « Si condusse a tremar pe1· ·ogni vena " · e fu una mendicità onorevole quella di San Francesco di Assisi che, secondo scrive San Bonaventura, mendicò da' suoi concittadini di che ricostruire la chiesa pericolante di S. Damiano. E non è mendicità vergognosa quella del vecchio che abbandonato da tutti tende la mano alla carita cittadina; Belisario mendicante cieco, non è vergognoso. E' invece vergognosa quella mendicità che ha per scopo di mantenere un lusso o di sodisfare un _capriccio. Quando l'uomo non può co' suoi mezzi, col suo lavoro procurarsi il superfluo deve sapersene privare; come degli uomini (1) Per debito di lealtà avvertiamo che il direttore della Patria ha cercato di scagionarsi dell' accusa in una lettera alla Tribuna di Roma. così dei popoli. Dissi, lo ripeto, l'Italia può benissimo stare senza statue, se per averne deve chiederne , o chiedere agli stranieri il denaro per potersele fare. Ora questo appunto è quello che il Prof. Labanca fa, e vorrebbe che facessero i giornali e i giornalisti italiani. Ma giornali e giornalisti fanno da sordi , dal che io mi compiaccio poicbè consiè ero che, almeno per ora, non tutti gl' italiani hanno perduto il senso della dignità e l'orgoglio del loro pae::ie. Che il sig. Morrison Moore dia 1000 sterline, o una. o niente , iniziando la proposta noi non ci abbiamo niente a vedere. Egli è inglese, invita inglesi ed è libero di fare,· come inglese, quel che gli comoda - nei limiti, ben inteso, dell'onesto e del possibile - ma che anche degli italiani si mettano col comitato e chiedano, agli inglesi, i quattrini per farsi una statua di Sbakespeare : questo non va , proprio non va , nè punto nè poco e quantunque io riconosca che il prof. Labanca ha molti meriti , mi trovo obbligato a dire che tutti quei suoi meriti non gli danno il diritto di far fare una figuraccia al nostro paese . .Lui, per conto suo, personalmente è libero di farne quante gli pare non quando pretende parlare a nome degli italiani; allora egli non deve oltrepassare certi limiti che sono eguali per tutti i figli d' Italia senza distinzione d'opinione politica, di confessione religiosa o di condizione sociale. Di quale azione dignitosa e 1·ispettosa mi va egli contando? Non 1,:enteche quel rispettosa, applicato alla richiesta di italiani ad inglesi del denaro per una statua a Shakespeare, toglie proprio ogni dignità alla richiesta? Io non ho punto voglia di dar lezioni al Prof. Labanca, ho ben altro da fare; scrissi e ripeto che sarebbe bene che su questo soggetto la si facesse finita e questo perchè io mi trovo parecchio umiliato di .questa elemosina che italiani , ingalluziti dal dono dell'Imperatore Gugiielmo, chiedono a sudditi inglesi. E questo senza voler punto mettere in dubbio gli b.tti e meriti del Prof. Labanca, e senza volerlo offendere: per la verità di quel che penso e di quello che mi par giusto e doveroso per un italiano , niente di più. A. AGRESTI NOTA. - Mi associo pienamente alle parole dell' Agresti, che non possono essere cancellate dal linguaggio alt~zzoilo del prof. Labanca. N. Colaja,nni 1111111111111 li 111111111111111111111 li li lllll lii lllll li I I lii I 1111 •ti 111111111111 lllll lllll Lamortedi Waldech-Rousseau ----~---- Dieci anni fa la morte di Waldeck-Rousseau sarebbe stata considerata dalla grande maggioranza dei francesi come una sventura nazionale; si sarebbe deplorato che un uomo tanto ben dotato fosse scomparso prima di dare tutto ciò che egli poteva dare. Oggi si è constatata una singolare indifferenza attorno al suo cadavere ; senza dubbio i giornali hanno pubblicato un numeto considerevole di articoli sul defunto ; ma ciò si deve al fatto che la morte era avvenuta nella stagione nella quale mancano le notizie à sen.sation. Secondo l'opinione generale Waldeck-Rousseau era gia uno scomparso e non vi era più posto per lui sulla scena politica. L'opinione pubblica aveva accolto altrimenti la fine di Gambetta ed anche quella di J ules Ferry; frattanto nel momento attuale in cui c' è tanta penuria di uomini di Stato seri , quanta in nessun altra epoca, la perdita di un Waldeck-Rousseau avrebbe dovuto essere avvertita cosi vivamente come quella dei suoi predecessori. Questa indifferenza si spiega in parte col fatto

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