Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 17 - 15 settembre 1904

452 RIVISTA POPOLARE A proposito di Buggerru si dirà, si dice: fu il popolo a provocare con le sassate. E noi rispondiamo : per un sasso, o per dieci sassi voi rispondete con le fucilate : con che cosa credete di poter rispondere all'invasore del paese che provocherà con le fuci 1ate? E q11ale dignità rimane a questo esercito - che dovrebbe essere il difensore del paese e dei cittadini - quando voi ne avrete fatto uno strumento di morte per i cittadini stessi? Il direttore delle miniere di Buggerru si compiacque a fare il tiranno, ad assumere atteggiamenti terribili di eroe ; ben altro, è certo, sarebbe stata la sua condotta se egli fosse stato sicuro che in Italia, l'eser<'ito serve a difendere il paese, non ad assassinare gl' inermi . e a fucilare gli scioperanti infuriati. E non ci sarebbe stato luogo per le sassate, se veramente sassate ci furono. Bisogna che nel nostro popolo entri profondamente la convinzione, e che egli la imponga al governo, che s~l popolo non si deve tirare, mai; per nessuna rag10ne. NOTA. - Mentre andiamo in macchina ci giunge la notizia della proclamazione de1lo sciopero generala dopo l' altro efferato assassinio ,li contadini inermi compiuto da un birro sanguinario a Castelluzzo. La proclamazione dello sciopero significa che finalmente il popolo si scuote e impone il suo basta. ♦ La denunzia del Concordato in Francia. - La lotta a coltello fra la revubblica e i suoi insidiatori, sta per avere il suo logico epilogo. Parlando al banchetto di Auxerre il primo ministro francese, Combes, ha fatto chiaramente intendere che" quello strumento di oppressione , quella spada a doppio taglio che è il Concordato sta per essere abolito in Francia. A questo punto era fatale che la Francia venisse per il libero e pacifico svolgimento del suo organismo progressivo. All'ombra del Concordato, e perciò agendo con la influenza di ufficiali del governo i preti insidiarono costantemente la repubblica, checchè possa dire e raccoma11dt1.rePio X ai pellegrini. Per loro essa era ed è la forma sociale incompatibile con le ristrette osservanze del Dogma e con la sottomissione al capo supremo della Chiesa. E tutti gli elementi perturbatori, tutti gli elementi di reazione e di dominio s' erano , più o meno palesamente, schierati con la Chiesa contro la Repubblica. Questo organismo politico che mira ad un rinnovamento economico e costantemente vi tende, che ha bisogno, per poter funzionare sempre meglio, d'una nazione istruita, ~' un popolo di cittadini colti e coscienti, che cercava e cerca di portare ovunque la luce del sapere e i benefici della civiltà , non poteva e non può non essere inviso a quelli la cui forza e il cui potere sono costruiti su la ignoranza e la superstizione. Nè questi, a loro volta, possono accomodarsi ad un regime che, verosimilmente, prepara la società a fare a meno del monopolio e del monopolizzatore, che l'avvia verso una forma di organizzazione collettiva nella quale il potere dell'uno o dei pochi è costituito dalla delegazione e dalla esecuziçme del volere dei più. Certamente la Chiesa è, nella sua costituzione elettiva, un'alta forma di democrazia; ma la sua democrazia si limita qui, alla elezione del capo supremo che in quanto al resto con la teoria della disciplina, della obbedienza . della sottomissione è la negazione assoluta e brutale di ogni aspfrazione e forma democratica. E naturalmente siccome la Francia è un organismo democratico anche più in là della elezione del Capo dello Stato, si sono visti i borbonici, i legittimisti, gli orleanisti, tutti gli uomini fedeli alla reazione schierarsi sotto la bianca bandiera crociata di rosso , e in nome di Cristo e della Vergine cospirare - in verità poco cristianamente - contro la repubblica. E la Repubblica ha dovuto difendersi. A suo tempo, quando ci è parso che la repubblica esorbitasse per eccesso di difesa, noi abbiamo detto la nostra spassionata parola, imperocchè noi siamo più che di ogni altra cosa, amanti del diritto e della libertà; ma oggi che Combes dichiara di volere spezzare i legami che imprigionano ugualmente e Stato e Chiesa, noi plaudiamo alla iniziati va e d'una sola cosa possiamo dolerci, che non sia già un fatto compiuto, nè possa esserlo tanto presto quanto lo desideriamo. Logico è che Combes intenda circondare questa de· nunzia del Concordato, d' una serie di garanzie che permettano alla Chiesa il libero e pieno esercizio delle sue funzioni spirituali, ed in questo troviamo che Combes agisce saggiamente come con poco discernimento agiscono i socialisti francesi i quali vorrebbero che il Concordato fosse denunziato e lasciata poi la Chiesa libera d' intendersi, o meno, co' suoi credenti. Questo sarebbe un fomentare una guerra civile ed un governo, come un uomo, che ha un po' di buon senso non lo può certamente volere. Per queste considerazioni noi plaudiamo a queste intenzioni ed a questa opera di Combes, la quale darà, a suo tempo, ottimi frutti; mentre non riusciamo a comprendere come ci siano dei giornalisti e dei politici che proclamino fallita l'opera perchè i vescovi di Laval e di Digione si siano sottomessi al Papa. Se Combes non avesse previsto tale sottomissione avrebbe dato prova di mancare di ogni accorgimento. ♦ Magistrati delinquenti! - E' supremo interesse sociale che le garenzie giudiziarie ci siano anche pei malfattori; che la magistratura renda giudizi sereni e indipendenti, anche se tali giudizi giovino a persone che ci sono antipatiche. a cause che non ci sembrano buone. Sono questi canoni, cbe non si discutono più; ed in nome di tali canoni rileviamo dal Mattino di Napoli un articolo a firma dell' a vv. Carlo Capo , che porta. per lo appunto il titolo , che abbiamo dato a questo stelloncino. Si tratterebbe di una iniquità e di un fal~o che avrebbe commesso la Corte di Appello nel rendere la sentenza nel processo Casale, Summonte ecc. Noi che non abbiamo alcun legame con questi signori e che li abbiamo combattuti quando spadroneg- - giavano in Parlamento e fuori ci sentiamo nel dovere di protestare contro questi magistrati indegni, di cui si è occupato anche il corrispondente del Secolo , che· ha denunziato la loro viltà e la loro scorrettezza. Lo scrittore del Mattino (N. 0 243) che ne fa i nomi _a lettere di scatola , non esita a proclamarli meritevoli di quella reclusione, a cui hanno essi condannato i suddetti Casale e Surnmonte. Noi crediamo che lo scandalo, per le persone che vi sono implicate e pei giornali che lo denunziano, dovrà provocare qualche provvedimento. Infatti pare che una inchiesta - sarà una delle solite canzonature? - sia stata ordinata dal Guardasigilli. La stampa di ogni colore se ne occupa. ♦ Contro il crumil'agglo degl'italiani all'eatero.- Ciò che rende odiati gli italiani all'estero e la concorrenza nel lavoro ch'essi fanno agli indigeni, facen,. done diminuire i salari. Il fenomeno prima che da altri ampiamente venne documentato e deplorato dal nostro Direttore in un opuscolo, che i socialisti nostri con tanta allegra malafede ostentano d'ignorare, cioè nella: Quistione m·- dente (La concon·enza del lavoro) pubblicata all'indomani di Aigues Mortes quando i patriottardi italiani fecero di tutto perchè si venisse alla guerra colla Francia. La concorrenza nel lavoro in tempi normali è cosa

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==