Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 17 - 15 settembre 1904

RIVISTA POPOLARE 471 si diversi stadi sociali ha sviato il giurista a concludere che essi siano fissi, fondamentali. Solo dal punto di vista della lotta di cla5se è possibile di capire la storia del diritto punitivo. Allora appar chiaro perchè per esempio in India e in Egitto gli sconfinamenti di casta fossero posti fra i delitti più gravi e perchè il diritto penale dell' antichità trattasse di versa mente i servi dai liberi e gli « honestiores » di-;ersamente dagli « humiliores ». E ancora il diritto medioevale con i suoi spaventosi processi di stregoneria non apparirà basato su puri errori di superstizione. Mutando i sistemi, mutavano gli interessi da proteggere. Marx ha scritto: « Nel momento in cui in Inghilterra si cessò di bruciare le streghe si cominciò a impiccare i falsificatori di banconote». Tale concezione dialettic:i. della storia del diritto penale è rimasta straniera ai moderni criminalisti. Eppure anche l'odierno diritto penale è solo comprensibile dal punto di vista della lotta di classe. La S-tessa scuola sociologico-criminale ci offre la prova che questi delitti cardinali sono pure in grandissima parte il prodotto dei fattori sociali, è anzi il suo merito d'aver posto ciò in rilievo; ma ha arretrato di fronte all' ultimo logico patto ; che cioè la criminalità prodotta dalla sodetà capitalistica non è eliminabile se non con lo sciogliersi di que!ìta stessa società; il passo al socialismo. Cosi anche queste nuove scuole <<positive» e scientifiche studiando il delinquente, cioè il contravventore di certi articoli di codice destinati a difendere certi interessi, servono in fondo una classe; e antropologi e sociologi · sono anch' essi ideologi della società capitalistica! (Die Neue Zeit, ro e 27 agosto). ♦ 'R..,obertDe C. Ward: La restrizione della Emigrazione. - Il problema della emigrazione è essenzialmente un problema dell' avvenire, per conseguenza le statistiche attuali non possono essere considerate come aventi una grande importanza. Se la nostra recente emigrazione si assimila facilmente o no agli elementi indigeni questo può essere saputo soltanto da quelli che vi hanno rapporti intimi e continui. Tutto fa prevedere che l' emigrazione in America, e specialmente agli Stati Uniti, non farà che aumentare, a meno che venga votata ed applicata una legislazione restrittiva; e questo ci è risultato dall'aumento del traffico transatlantico. Nuove linee sono state aperte, dmante l'anno, dai pùrti del Mediterraneo, dall'Austria, da Odessa, e dai porti Asiatici. Tutto ciò tende a provare che la popolazione povera nel Sud dell'Europa e nell'Est dell'Asia è in aumento. I nostri padri che videro nella decade dal 1820 al 1830 una emigrazione totale di 128393 anime, non avrebbero creduto possibile che si avesse in un'anno una immigrazione di oltre un milione di uomini; e tutto ci fa prevedere che fra dieci o quindici anni avremo una immigrazione annua oltrepassante i due milioni. Ora se abbiamo già un problema della emigrazione it.aliana ed ebrea ; che cosa sarà quando ospiteremo in paese 3 milioni di Ebrei russi e 5 milioni di Italiani ? Senza coi1tare che i dati attuali ci danno il diritto dì temere che fra qualche anno l' emigrazione asiatica, sorpasserà in numero anche l'emigrazione Italiana. Il generale Walker disse giustamente l'immigraiione continuerà finchè ci sarà un dislivello _ economico fra le condizioni della popolazione americana e quella della più miserabile comunità all'estero. In quanto alla possibilità di assimilazione della popolazione straniera, non si può avere una più valida opinione di quella espressa in una serie di risoluzioni mandate al Congresso dai Comitati Ass·ociati dì Beneficenza degli Stati Uniti. Queste risoluzioni affermano che è impossibile rendere m•igliori le condizioni economiche delle classi diseredate finchè ogni piroscafo porterà - ignoranti ed inabili a competere sul mercato del lavoro per la conquista di quegli impieghi che sono offerti agli ignoranti e agli inabili. Che il problema della educazione generale è resa molto più difficile quando ogni anno arrivano centinaia di migliaia di analfabeti, i cui figli s'avviano alla carriera di cittadini americani uscendo da famiglie ignoranti ed avendo vissuto in un ambiente deleterio e corrotto. E' evidente che non siamo atti ad assimilarci la immigrazione estera, e che questa niente fa per essere assimilata dal momento che vediamo un giudice di New- York rifiutare l' iscrizione di cittadinanza a sessanta persone dichiarando che chi ha vissuto cinque anni in un paese senza riuscire a comprenderne e parlarne la lingua non ha diritto a fruire dei vantaggi accordati dalla legge ai cittadini del paese. Un altro fatto che ostacola l' assimilazione è che le correnti di immigranti vanno a ricongiungersi alle colonie, ai gruppi di loro connazionali già stabiliti in paese. Questo fa che essi non hanno continui e stabili rapporti con i cittadini americani, e per conseguenza il totale della emigrazione e della popolazione americana non hanno nessun effetto su la loro assimilazione agli elementi paesani. Un problema assai serio da considerare e quello della delinquenza in rapporto alla emigrazione. La Commissione Generale Industriale degli Stati Uniti ha potuto pubblicare una statistica dalla quale si rileva che il maggior numero dei delitti nel paese è commessa dai figli di emigranti, e che la delinquenza fra questi è molto maggiore che fra gli emigra~ti stessi. Ora il problema di questi figli· di emigranti, che sono cittadini americani, e danno una tanto alta percentuale di delinquenti, dà seriamente a pensare. Un altro fatto assai spiacevole è il pericolo di epidemie che è permanente con la emigrazione povera. Bisogna non dimenticare la infezione del tracoma del quale si sono notati quarantamila casi dovuti soltanto a. stranieri dell'Europa meridionale e orientale. E' vero che il numero dei bambini di emigranti che dai 5 ai IO anni frequentano la scuola è superiore al numero dei bambini della popolazione indigena; ed è anche vero che la percentuale degli analfabeti fra i figli nati agli Stati Uniti da genitori emigranti è inferiore alla percentuale dei figli, in medesime condizioni , dei cittadini americani , ma è una giustificazione dello scomodo di avere una immigrazione ignorante il fatto che i figli di queste centinaia di migliaia di analfabeti venuti dall'estero saranno più tardi un elemento utile alla nazione. E' fuor di dubbio che noi dobbiamo le maggiori cure al nostro popolo e questo di educare una enorme popolazione di stranieri, è uno di quei problemi che possono essere chiamati stupefacenri. In quanto all'influenza politica della emigrazione, se è vero che la parte che viene dal mezzogiorno e dall'oriente d'Europa non esercita una dannosa influenza in paese , per il fatto che non esercita il voto , è ugualmente un fatto che non è desiderevole nè opportuno avere una grossa parte della popolazione che rimane estranea alla vita politica. Finalmente i partigiani della emigrazione illimitata dicono che essa è un fattore dello sviluppo e del benessere economico del paese. Sarebbe vano negare che gli stranieri hanno dato molto alla ricchezza dello Stato ma è illogico dedurre da ciò che l'emigrazione ha diritto di continuare per l'avvenire come per il passato. I grandi capitalisti che si son sempre opposti alla legislazione contro l'emigrazione, considerano che il la varo a buon mercato è un vantaggio , ma mentre da un lato è vero che la mano d'opera a basso prezzo è profittevole al padrone, è lecito dubitare se la sia egualmente dal punto di vista e dal lato della comunità. Il risultato del lavoro straniero che necessita il lavoro delle donne e dei bambini e l'opera degli uomini mal pagati aumenta direttamente il numero di quelli che, tosto o tardi, hanno bisogno dei soccorsi delle autorità e società cittadin~. In ultima analisi si può affermare che il lavoro economicamente a buon mercato, non è socialmente economico. Il commissario per l'emigrazione di New-York afferma che la maggioranza degli emigranti che passano per Ellis Island ( il porto di approdo , e lo sbarco derli emigranti a New- York) sono incapaci di migliorare in modo alcuno le popolazioni e le condizioni economiche delle popolazioni degli Stati Uniti del Sud, e sono incapaci mentalmente e fisicamente di andare ad abitare territori non progrediti del paese. Non sarebbero logiche nè possibili forti limitazioni ·alla emigrazione e neppure una legge che la proibisse, ma bisognerà certamente provvedere con una legge a diminuire il numero degli emigranti che arrivano ogni anno, e questo potrà esser fatto, escludendo dalla ammissione allo sbarco tutti gli emigranti analfabeti. Questa limiterebbe l' emigraziene al più piccolo numero possibile, aumenterebbe in Europa l'interesse nella educazione, e non permetterebbe l' ingresso in paese a quelli che non hanno almeno l'arma elementare nella lotta per la vita_. In fondo la questione che interessa e deve interessare il paese è sapere quanti figli americani non sono nati per dato e fatto della pressione forestiera su l' andamento economico del paese; poichè è fuor di dubbio che la inferiorità delle nascite in America è provocata dal fatto che i cittadini americani non vogliono esporre la loro prole alla concorrenza forestiera, e per conseguenza i figli della popolil.zione americana non nascondo e la popolazione americana non è aumen-

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