RIVISTA POPOLARE 469 mola proposta da una de!Je frazioni che dichiara di volersene servire contro l'altra. Ma ciò che principalmente 1·improvero alla ·risoluzione di Dresda, coi suoi lati oscuri coi suoi equivoci, pe--chè essa insiste specialmente sulle formole che restringono l'azione democratica del proletariato, ciò che io le rimprovero è lo attestare , ·10 si voglia o no, lo si sappia o no , una specie di profonda diffidenza verso il proletariato. Si ha sempre paura, per le parole che si ripetono, che esso si corrompa, si adultl:lri , si perda; che nella cooperazione anche momentanea col partito democratico obliasse la sua mozione di clailse. Si parla sempra in questo socialismo internazionale di dare il mondo al proletariato che lo proclama capace di organizzare tutta la società, di rifarla, di condurre la produzione, di dirigere tutta l'umanità verso fini più alti e più mobili, se ne parla come di un proletariato incoerente, minore, debole, mezzo incosciente, incapace di mischiarsi senza perdersi alla vita che lo involge, come un cieco in una città sconosciuta. ( Vivi applausi). i;; per protestare contro ciò ~he respingiamo la mozione di Dresda ed anche perchè essa pretende ligal'e con formule di stretta tattica, necessariamente diverse , l' azione del proletariato universale, in quest'ora specialmente in cui apparisce da innumerevoli sintomi che vogliono porsi in molti paesi dei nuovi pl'oblemi pei quali la classe operaia avrà bisogno di aver riservata la sua libertà di tattica e di azione. In Italia, sarà la iniziata ricostituzione d'un partito radicale che contenderà la democrazia al socialismo, se questo non saprà unirsi all'azione; in Inghilterra sarà il riavvicinamento che comincia tt·a l'idea socialista e le organizzazioni operaie. Bebel diceva l'altro giorno davanti l.t commissione, che ciò che aveva impedito in Inghilterra alla classe operaia inglest:. di andare verso il socialismo esplicito e cosciente, era l'abilità avuta dalla borghesia di concedere successivamente delle riforme al proletariato. l!.':bbene,io non credo affatto - e domando a coloro dei miei compagni inglesi ai quali la mia parola potrebbe dispiacere di non vedervi che. il desiderio di ricercare la verità socia1.ist.a- io non credo che sia la politica delle riforme che abbia impedito l' accesso del pt·oletariato nel socialismo cosciente. ro credo, al contrario, che sia perchè, dalle sue origini, il socialismo inglese non è stato sufficientemente a contatto colla vita pratica, coi bisogni di riforme di quella classe operaia. Fu un gran danno che al tempo della Rivoluzione francese, in Inghilterra, in seguito alla riscossa delle menti , il socialista connmista Godwin, fosse nello stesso tempo un libertario che gittò il disfavore sull'organizzazione politica e l'opera immediata; e più tardi che il gruppo socialista di cui Engels quan, tunque giovane era già il capo, si sia ingannato sull'evoluzione politica e sociale dell' Inghilterra. " Eh ! si, diceva Engels, nella situazione attuale la catastrofe è prossima, la rivoluzione totale colle catastrofi, gl'incendi scoppierà presto in Inghilterra e le riforme stease della borghesia ne affretteranno l'esplosione.,, Ed Engels aggiungeva: " La giornata di dieci ore che la classe bo1·ghese ha dato testè al suo proletariato, precipiterà la rovina dell'Inghilterra. I capitalisti non potranno sopportarne le conseguenze; la crisi si aggraverà e l'Inghilterra si volgerà tutta intiera verso la rivoluzione liberatrice. ,, E fu perchè i socialisti nutrirono tali illusioni; perchè essi hanno creduto che in un giorno di crisi suprema potessero conquistare tutto il potere senza aver cooperato all' opera di riforma. È per ciò che il legame si è rotto tra il socialismo ed i I vasto movimento operaio inglese. Certo , esso è snl punto di rinnovarsi. Non sarà con un isolamento orgoglioso ma con una politica d'azione dir.itta nel senso del socialismo. ( Vivi applausi). Nel Belgio, voi conoscete bene che è possibile che, in due anni, il partito clericale sia rovesciato per l'azione necessariamente convergente del partito liberale e del partito socialista, e, quel giorno, davanti ai nostri compagni belghi si porranno dei problemi di cui non abbiamo, noi , misurato a sufficienza le difficoltà. ed essi doVl"anno soffrire le amarezze e le ingiustizie, subiranno i malintesi e gli equivoci èd io mi auguro che la nostra esperienza contribuisce a sollevarli. (Jvfovimento). La democrazia-sociale tedesca Si, cittadiui, si è imprudente ligare con troppo ristrelte formule tattiche il proletariato universale nell'ora in cui gli sorgono davanti nuove quistioni. E quando i socialisti tedeshi portano, d'avanti al Congresso internazionale, la loro mozione di Dresda, quando vogliono trasformare le regole di tattica, forse provvissoria, da essi adottate nel loro paese, cedono ad una funesta illusione; essi imaginano che .la concezione politica e socialista della Germania, colla quale sono alle prese, possa servire di misura uniforme, di regola inflessibile, di livello imperioso all'azione del socialismo di tutti i paesi. Ebbene , poicliè prendendo di mira, con mozioni di tattica, la poli1ica interna dei diversi paesi siamo stati obbligati, noi socialisti francesi - e non ce ne lagniamo - a spiegare la politica interna del nostro paese, i nostri compagni della democrazia socialistica tedesca mi riconosceranno il diritto-giacchè siamo qui in un dominio socialista di uguaglianza - di parlar liberamente della loro situazione interna. lo dico che, senza che essi ue dubitino, ttniversalizzaudo, internazionalizzando la loro moziÒne di Dresda, essi comunicano al socialismo internazionale lo spirito d'incertezza, d'esitazione, di cui, nell'ora presente, sono impregnati. In questo momento, ciò che pesa sull'Europa e sul mondo, sulla ga1·anzia delle puubliche libertà, sul progresso del socialismo e del proletariato, ciò che pesa su tutto· il progresso politico e sociale dell'Europa e del mondo, non sono i pretesi compromessi, non sono le avventurose esperienze dei socialisti francesi uniti alla democrazia per salvare la libertà, il progresso, la pace del mondo, ma è l'impotenza politica della democrazia socialista tedesca. (Sensazione profonda). Certamente, voi siete un grande ed ammirevole pa1·tit1>che ha dato al socialismo internazionale, non tutti i pensatori, come sembra dirsi talvolta, ma qualcuno dei più potenti pensatori; che ha dato al socialismo internazionale l'esempio di un'azione continua, metodica, di una organizzazione graduale e possente, che non indietreggia davanti a nessun sacrificio, che non si lascia sgominare da nessun asBalto. Voi siete nu gran partito, voi siete l'avvenire della Germania, uno dei piil nobili e più gloriosi part!ti dell'umanità civile e pensante. Ma nella vostra apparente possanza politica, cosi come è misurata di anno in anno dalla cifra crescente dei vostri suffrJ.gi, e dei vostri mandati, tra questa forza apparente e la forza reale d'influenza e di azione vi ha un contrasto che tanto più comparisce quanto maggiormente aumenta la vostra forza elettorale. Ah! si, l'indomani ili _quelle elezioni di giugno che vi dettero tre milioni di voti ecco ciò che appariva a tutti chiaramente : che voi avete una forza ammirabile di propaganda, di reclutamento, d'arruolamento, ma che nè le tradizioni del vostro proletariato nè il meccanismo della vostra costituzione, vi permettevano di lanciare nella azione di utilità e di realtà, nell'azione politiea, questa forza apparentemente colossale di tre milioni di voti. Perchè ì Perchè i due mezzi di azione essenziali del proletariato v1 sfuggono ancora: voi non avete nè l'azione rivoluzionaria, nè l'azione parlamentare:., ( Qui il presidente .[1•oelstra, scorsa la mezz'ora stabilita vuol dare la pa1·ola a, Bebel, tra, le proteste di quasi tutta la, sala ohe vuole ohe seguiti il Ja,urès. Allora il Presidente, senza consultar l'assemblea perohè non v'è opposizfone, acconsente alla proposta di Sigg che vuole si conceda un quarto d'ora di più a Ja,urès e Bebel. Jaurès oontiuua) : Impotenza della Democraziasociale Ringrazio il Congresso tutto , senza eccezione per avermi concesso un sur,plemento di t.empo e terminerò nello spazio asi;egnatomi. Io dico che il vizio essenziale della mozione di Dresda che e'ra sfuggito ai nostri compagni socialisti tedeschi, è questo: che essa tende ad applicare le regole di azione o piuttosto le necessità d'inazione che s'impongono uell' ora attuale alla democrazia socialista tedesca. Io dicevo che le due leve per le quali il proletariato può agire sul mezzo politico e sociale gli mancano attualmente. Parliamo prima della tradizione rivoluzionaria del proletariato. 11proletariato tedeseo ha avuto ammirevoli sacrifici. Esso non ha, storicamente, una tradizione rivoluzionaria. Non è stato lui a conqu1stat·e sulle barricate il suffragio universale. Lo ha ricevuto dall'alto e se non si può pensare a strapparlo a coloro elle T hanno conquistato
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