466 RIVISTA POPOLARE deremmo che, come sono esposti i salari, ossia i redditi dei lavoratori, cosi fosse iniziata l'indagine sulle spese, ossia sui modi d'impiego del reddito, per poter spingere lo sguardo bene in fondo nella vita economica della maggioranza del popolo. È vero che è difficile procurarsi i bilanci delle famiglie operaie , per l'incuria che si ha nel segnar le proprie spese e per la riluttanza a comunicarle, ma crediamo che d'intesa colle camere di lavoro qualche passo potrebbe muoversi. Si getterebbero cosi i fondamenti di una stati stica sui consumi popolari, tanto necessaria a risolvere numerosi problemi di eco~omla pura e di politica economica e finanziaria. Si guardi , per citare un solo esempio, la schiacciante conclusione a cui arriva il Prof. De Viti esaminando un singolo bilancio domestico: una famiglia di braccianti del Basso Emiliano su 500 lire di salario annuo paga L. 100.75 di dazi doganali e fiscali. E si ritiene ohe il bracciante sia il tipo del cittadino italiano, che non paga -imposte (1). ♦ Lo slancio dato all'ufficio del lavoro dipende da tanti fattori, ma certo non andiamo errati attribuendo una gran parte di merito al direttore dell'ufficio. e In tutte le sfere-scriveva il Cabiati-dalle più pratiche alle scientifiche, tutto dipende, nell' andamento d' una azienda o di un istituto, dall' impulso, che vi sa imprimere una mente sola: quella direttrice (2) ». Ed è P' oprio una gran fortuna, per l'ufficio del lavoro, di aver a capo un uomo come il prof. Giovanni Montemartini. Teorico benemerito dell'economia pura, [egli possiede lo sguardo sintetico, che consente di ben abbracciare e disciplinare i complicati fenomeni del valore e i fenomeni del salario, che ne sono una sottospecie. Osservatore pacato e obbiettivo, egli é abituato a considerare i fatti per quello che dicono, senza pregiudizi di scuola. Questa obiettività si rispecchia anche nel campo della politica economica, ov'egli si tien lontano dalle esagerazioni individualiste e dalle utopie collettiviste , e preconizza nella società futura la coesistenza delle due specie di imprese, individuali e collettive; concorrenti fra loro e dotate di uguali gradi marginali di produttività. E quel che più conta, egli è animato da una dolce e sincera simpatia verso le classi operaie, che manca a molti burocratici miopi ed egoisti, onde può prevedersi che darà vita ai numeri, e che attenderà con fervore costante a illustrare e documentare i bisogni delle genti lavoratrici. Nella nostra Italia, per troppe ragioni povera ed esangue , un fioco la • mento si leva dagli uomini malnutriti e affranti di fatica: sia esso rampogna all' ingiustizia, biasimo allo errore , impulso alla lenta rimozione di q tH:,llecause umaue, che falcidiano insieme la produttività e la ricompensa del lavoro. U~IBERT() RICCI (1) De Viti - La politica commerciale e gl' interessi dei lavo,·ato?'i: nel " Giornale degli Economisti ,, (Luglio 1904, pag. 49-50). Studio in ogni riguardo magistrale. . (2) Oabiati - I 1n-imi mesi di vita dell'ufficio del lavoro overnativo in. " Riforma 1ociale ,, (Gennaio 1~, pag. 37). Socialismo e Repubblica ( I discorsi di Jean Jaurès) In Italia i discorsi pronunziati da Jean Jaurès al Congresso di Amsterdam contro la mozione di Dresda ed a difesa della tattica dei riformisti francesi non seno noti che pel tanto che hanno voluto farcene conoscere .... i suoi avversari monarchici ed i suoi avversari socialisti rivoluzionari amorfi o appolitici; vale a dire che essi sono male conosciuti e peggio apprezzati. Ora quei discorsi-uno pronunziato dinanzi alla Commissione preparatoria e l' altro nella seduta plenaria del Congresso in cui si votò sulla mozione di Dresdasono interessanti per tutti i repubblicani, che si trovano a contatto o in conflitto coi socialisti di ogni gradazione per la difesa sostanziale che vi è fatta del metodo repubblicano e dell'opera compiuta dai riformisti francesi per salvare la repubblica, che considerano giustamente come il terreno più adatto per la evoluzione sociale e pel miglioramento del proletariato. L'interesse non può venir eim inuito dallo inesatto apprezzamento sull' azione del partito 1·adicale italiano. Noi perciò crediamo di fare opera utile riproducendolo dall' Iiiimanitè del 1.9 e del 21 agosto i brani più salienti dei due discorsi del grande socialista francese. I. Che cosa divenite, o Congressi internazionali, a misura che il partito socialista penetra profondameute nella vita di ciascun popolo f Divenite un parlamento internazionale, ma un parlamento internazionale che è tentato a legiferare per i paesi più diversi, per i più ditfert1nti ambienti , e che deve apportare in questa determinazione internazionale della tattica la medesima prudenza che apporterebbe nella sua legislazione, l'indomani della vittoria universale del socialismo , un parlamento socialista internazionale che dovesse regolare vita ed azione di paesi tanto numerosi e tanto vari di razze, di temperamento, d' abitud;ni , quanto Io sono tutti i paesi che rappresentano qui l'unità della speranza socialista nella diversità delle civiltà. La nostra opera repubblicana Bisogna dunque essere prudenti e se io avessi bisogno d'uaa prova pitl precisa o la troverei nei malintesi innumerevoli che si sono prodotti qui a proposito della recente politica del partito socialista in Francia. Si, malintesi multipli e voi, cittadini Kautsky e Bebel permettete che vi dica che allorché si pensa, che si legifera che si agisce, da filosofi, da politici, si guardano e ai giudicano gl' insiemi. E voi, invece di giudicare un cammino d'insieme, dei risultati d' insieme ottenuti dalla frazione che voi criticate tanto aspramente, l'avete giudicata su qualche particolare di cui io non disconosco la gravità ed il significato, ma che non bastano per dare ad una politica tutto il suo carattere. Si, è deplorevole, detestabile che cet•te personalità sieno scivolate in un governo borghese, che vi siano nella polizia delle sopravvivenze di brutalità della polizia imperiale; ma se voi volete giudicare l'opera d'insieme, l'opera enorme e feconda che abbiamo realizzata in sei anni, vedrete che essa è caratterizzata da qualche grande tratto. Dapprima, noi abbiamo contribuito a salvare la repubblica (Risa proteste). Ho detto e mantengo, ho detto al proletariato sociallata francese, davanti al quale renderemo i conti gli uni e gli altri e ripeterò a voi che abbiamo contribuito a salvare la repubblica. E se una frazione dei socialisti francesi ha perduta la memoria, se qualcuno dei nostri compagni non si ricorda più di quei giorni detestabili di sei anni fa, in cui clericali, monaci, generali da colpi di Stato, cercavano di far rinascere le guerre di religione , la guerra tra le razze, e preparavano in piena via un colpo di Stato insolente, se quella frazione lo ha Òbliato , la coscienza umana non lo ha dimenticato, non lo ha dimenticato la coscienza del proletariato nnivenale. (Vi~i applausi).
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