Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 17 - 15 settembre 1904

458 RIVISTA POPOLARE « invece un ordine del giorno per invitare il go- « verno ad intraprendere opportune trattative, ed « a presentare nel più breve termine un progetto· « di legge inteso a modificare i patti predisposti « con la Societa delle ferrovie Meridionali, in modo « da assicurarelo stato economicodella societàmede- « sima e l'adempimentodegli obblighida essa assunti << ( sono io che sottolineo) (1) sotterrando cosi « l'onesto tentativo del Ministero >>. Quell' ordine de] giorno era degno d' un monumento e non può a meno d1 suggerire in chi lo legge il seguente dilemma : quei signori che componevano l'onorevole Commissione, rappresentavano le Meridionali o la Nazione ? Esso stà a provare che gli sperperi favolosi nelle costruzioni e nell'esercizio delle nostre ferrovie non vanno soltanto addebitati alla insufficienza e debolezza della burocrazia , ma che la responsabilità di questo disastro permanente che ci disonora in faccia al mondo intero risale molto più in alto. Della superiorità finanziaria, nell'interesse della nazione, della Convenzione-Spaventa sopra le attuali, mi sono occupato in questa Rivista il 31 luglio 1902, quando dimostravo il risparmio di circa 50 milioni all' anno a beneficio dello Stato; ora aggiungo che lo Stato avrebbe anche risparmiato i 300 milioni circa che con le attuali Convenzioni ha dovuto spendere net materiale mobile senza i noli. .. La prova del resto più flagrante e convincente della superiorità politica e finanziaria del sistema Spaventa, l'abbiamo nel fatto : che è bastato il solo annuncio d' un ritorno al sistema Spaventa, per le future Convenzioni, perchè la stampa, portavoce dell'affarismo, andasse su tutte le furie, con un'unanimità degna di miglior causa, obbligando l'onorevole Balenzano a passare agli archivi i] lavoro preparato da una commissione di funzionari superiori del Regio Ispettorato Generale. Sempre in omaggio e per non andar contro al1' aureo principio dell'esercizioprivato del patrim onio dello Stato , per salvare il contribuenteitaliano dal disastro d'un probabile eserciziodi Stato; il Ministero, nel 1883, non ha riscattato la rete delle Meridionali ; riscatto _che poteva fare a condizioni favorevoli per lo Stato, e che finse di essersene dimenticato , facendo perdere allo Stato parecchie centinaja di milioni a beneficio dei portatori delle azioni, e creando una situazionedi borsa da poter far arricchire gli amici, sempre con l'onesto fine : di salvare il povero contribuenteitaliano dal disastro dell'esercizio di Stato. La non mai abbastanza lodata Relazione Saporito ci fa sapere che presso gli altri Stati - Austria, Germania, Francia, Belgio etc. - mano, mano che si andavano costruendo linee complementari, di poco traffico, si avverti che tenendole come le altre di traffico superiore in esercizio pieno: vale a dire col metodo e gli apparati di sicurezza delle linee principali , riuscivano passive. Perciò si è subito studiato i] modo di esercirle con metodo diverso e si è_ venuti rapidamente al cosidetto esercizio economico. Ed ecco spiegato il perchè, mentre l'Italia perde 189 milioni all'anno nell'esercizio delle sue ferrovie, le altre nazioni , o non perdono , o guadagnano. (1) Relazione del Regio Ispettorato, I volume XXVI. E perchè , domanderà il lettore , non venne introdotto anche in Italia , se non limitatamente, l'esercizio economico ? Ecco : le Società dicono che l'introduzione del regime economico gli era vietata dalle leggi. Il Regio Ispettorato dice: che sono state le Società che non ne hanno voluto sapere fino dal 1896. La Regia Commissione d' Inchiesta dice : che - per quanto dipende dall' ordinamento delle Società esercenti, è da osservarsi che le disposizioni legislative ed i regolamenti non sono d'impedimento all'attuazione di un sistema più economico di quello adottato dalle tre grandi Società. E fra i tre litiganti il povero contribuente, salvato dall'esercizioprivato, paga i 159 miHoni all'anno, che vanno perduti nell' esercizio delle sue ferrovie, appunto perchè queste sono state cedute in esercizio privato. E mi spiego. Lo Stato non ha potuto introdurre l' esercizio economico perchè le ferrovie si trovavano appalt:ae a privati. Le Società non ne hanno voluto sapere perchè non conveniva loro la dimostrazione di fatto, che l' esercizio potesse costare meno , in vista di nuovi contratti. Resta quindi provato che, se non fosse mancata la possibilità d' introdurre il regime economico, si sarebbero risparmiati gran parte dei .159 milioni. Infatti : l'esercizio di stato francese, con un traffico inferiore a quello deJlc nostre due reti conti- · nentali spende assai meno ; fatto che viene a11che a sfatare la famosa scusa : che la causa della proporzionaleforte spesad'esercizio è dovuta alla povertà del traffico. L' esercizio di Stato francese dunque per l' anno 1898 ha avuto un prodotto d' unità di trasporto di 347,505 per chilometro e di• lire 16,471 , con la spesa di 11,562. Le nostre due reti continentali hanno avuto un prodotto di 360,942 unità di trasporto e di lire 21,509,62, con la spesa di 14,721. Dividendo il prodotto francese di 16,471 per le 347,505, troveremo il quoziente di 47 millesimi, il quale rappresenta il prodotto lordo_ per unità di trasporto. E dividendo la spesa francese di 11,562 lire, per le stesse 347,505 unità di trasporto, avremo il quoziente di 33 millesimi, i quali rappresentano la spesa d'esercizio per unità di trasporto. Facendo b stessa operazione su] prodotto e sulla spesa delle nostre due reti continentali, troveremo che il prodotto per ciascuna unità di trasporto è stato di 60 millesimi e la spesa di 41. Ora, moltiplicando i 60 millesimi·per le 347,505 unità di trasporto francesi avremo un prodotto di 20,850,30 ; ciò che vuol dire che se l' esercizio di Stato francese avesse le sue tarifle ragguagliate alle nostre, il suo• prodotto sarebbe stato di 20,850,30 invece di 16,471; ed il suo· coefficiente d' esercizio dal 70 per cento sarebbe disceso al 55. Nella stessa guisa che moltiplicando le 347,505 unità di trasporto dell' esercizio di Stato francese per i 41 millesimi che è costata l'unità di trasporto, presso le nostre due reti continentali, la sua spesa d'esercizio da 11,562 salirebbe a 14,247,70, corrispondente all' 86,40 per cento. Ciò che aritmeticamente significa che , a tarifle

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