RIVISTA POPOLARE 427 energicamente contro le insane affermazioni dd Guesde !... Noi speriamo di potere avere un pò più di spazio nel prossimo numero per potere dare gran parte del discorso di J ean Jaurès; oggi dobbiamo occuparci delle dichiarazioni di Bebel. Fu egli contrario o favorevole al principio repubblicano ? Fu equivoco; e l'equivoco suo fu più nel la sostanza che nella forma. Che le sue dichiarazioni siano state equivoche risulta da diverse circostanze. Quasi tutti i giornali d' Italia, com presa L' Italia del popolo, hanno affermato, che egli abbia parlato contro la repubblica. Furono malamente informati i nostri diari? Non compresero bene il tedesco di Bebel o la traduzione francese che ne fece Vanderveld o i loro corrispondenti ? Può darsi. Ma chi era presente ad Amsterdam e comprendeva benissimo l'una e l'altra lingua, il belga Fournemont, ben conosciuto tra noi , affermò nettamente in pieno congresso che il discorso di Bebel era stato anti-repubblicano , ed era riuscito ad una difesa della monarchia in Germania, e ad un'accusa della repubblica in Francia, benchè provocasse le proteste di Vandervelde e di molti altri , che asserirono il contrario. D' onde il contrasto nella interpetrazione di un discorso fatto da due uomini del valore di Vandervelde e di Fournemont, che avevano sentito colle proprie orecchie? Dal fatto incontrastabile che la forma era stata repubblicana e la sostanza monarchica o almeno impeciata di quell' amorfismo politico che credevamo una caratteristica dei socialisti italiani, ad eccezione di alcuni redattori dell' Avanguardia Socialista di Milano e della Propaganda di Napoli (1). L'uno dette importanza alla forma e l' altro alla sostanza. Il contrasto tra l'una e l'altra fu evidente. Sacrificando un poco alla forma Bebel aveva affernrn to: « Noi siamo repubblicanie non l'abbiamo tnai negato;noi invidianio la repubblicaalla Francia... Ma si sta meglio sotto l'Impero in Germania. In Germania la libertà dello sciopero e dell'associazione è completa; le truppe non intervengono contro gli scioperanti; il regime fiscale vi è migliore ; i socialisti vi esercitano una maggiore influenza e vi strappano maggiori riforme sociali, che sotto la repubblica io Francia >). Ed a questo non si limitò il Bebel; ma in lui fece capolino la vecchia anima germanica e volle anche negare ogni merito ai repubblicani francesi anche nel passato non prossimo. « Voi, egli disse, vi vantate di possedere il suffragio universale ; e questo ve l' ha restituito Napoleone 3° dopo il colpo di Stato. Voi vi fate beli.i della repubblica; e questa ve l' ha data Bismark facendo prigioniero il vostro Imperatore.... )) Ci arrestiamo qui, perchè la filosofia della storia di Bebel è tanto volgare e calunniosa che in tale uomo ce la possiamo spiegare soltanto con una improvvisa recrudescenza di chauvinisnie tedesco. Questo potè essere linguaggio da socialista; ma da socialista alldeutsche.r... di quelli che designano gli (1) Anche nel penultimo numero dell'Avanguardia (13 agosto) c' era una vigorosa risposta a Filippo Turati, che aveva messo uno storto giudizio contro la repubblica in bocca a Carlo Marx. italiani col dispreziativo nomignolo di J(atzelmacher (fabbricanti di gatti di gesso) e che se riconoscono che Dante fu grande, egli è che se lo appropriano e ne fanno un .... tedesco ! - Bebel non mancò di promettere ai francesi di far loro conoscere la vera repubblica ; quella della Germania. Ma dichiarò loro che devono avere la pazienza di attendere sino a tanto che i socialisti ottengano nelle elezioni sette milioni di voti. Aspetta cavallo che l'erba cresca .... E in attesa che cresca l' erba repubblicana in Germania per potere ammirare Ja repubblica delle repubbliche, la repubblica delle razze superiori e dei superuomini, noi vedremo i monarchici italiani andare a pescare nell'arsenale di Bebel i fulmini logici per annientare la propaganda repubblicana in Italia. La Rivista •Hll II IU •oli; 111111 IIU 11111 .CHI 111!111111 IIHI lii 111111111111 !Ulllllll lll l• IIII I IIIII Verso lo scrutiniodi lista Si è fatta dalla Tribuna la proposta di ritornare allo scrutinio di lista; e dal giornale che caldeggia la proposta si argomenta, che l'on. Giolitti sia favorevole alla medesima. Che cosa guadagnerebbe il paese col ritorno a questo sistema di scrutinio? che cosa vi guadagnerebbe la democrazia? e sopratutto : segnerebbe l' inizio di un risanamento della nostra vita politica ed un progresso sulla via della sincerità e del consolidamento d~l carattere? Ecco tante domande alle quali non è facile dare risposta adeguata e recisa. Il collegio uninominale e lo scrutinio di lista hanno i loro lati buoni e cattivi e non si potrebbe fare un taglio netto a favore dell'uno o dell'altro. L' uno e l' altro sono stati in vigore e in Francia e in Italia e i vari partiti, conservatori e liberali di ogni gradazione, volta a volta li hanno esaltati o biasimati. In Francia dallo scrutinio di lista si · ritornò al collegio uninominale per recidere i nervi al boulanaismo; in Italia, invece, si procedette alla analoga riforma per com battere il confusionismo. Ricordiamo per un monumento quale fu lo spettacolo, che dettero gli elettori collo scrutinio di lista in tre elezioni generali dal 1882 al 1890. Dove i partiti politici erano ben delineati come nella provincia di Milano, di Mantova, di Ravenna, di Porli, di Torino e in generale in quelle del Piemonte, della Lombardia e deìl' Emilia, gli elettori dettero il voto alla lista del proprio partito e vi si afl:ermò legittimamente la maggioranza reale in un senso o in un altro. Altrove le cose procedettero diversa men te : furono i candida ti, di ordinario gli ex deputati, appartenenti a tutti i colori che si unirono e si coalizzarono tra loro: le votazioni avvennero in base a scambio di voti tra gli antichi collegi uninominali. L' antico deputato di destra promise l' appoggio del proprio collegio al1' antico deputato di sinistra, anche al repubblicano o al socialista; e viceversa. I consigli provinciali per lo più rappresentarono il caucus e furono gli intermediari dello accordo, assumendo una influenza politica, che loro non spettava a tutto danno della loro legittima funzione amministrativa.
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==