Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 16 - 31 agosto 1904

424 RIVISTA POPOLARE maggi alla Pm·ola dei socialisti di Ravenna (n.0 251 14 maggio) nella sua semplicità e nella sua severità lascia intendere più di quello che dice. In ogni modo noi siamo lieti che i socialisti di Forli, e per essi il Valmaggi, abbiamo sentito il bisogno di scagionarsi dall'accusa: è un principio di resipiscenza e ci auguriamo che sia duraturo. ♦ La débacle della. Democrazia. Cristiana. - Per i Democratici Cristiani suona ora un brutto quarto d'ora. Si può dire che cominciano a perdere la bussola, senza contare che l' opera degli Emigranti Italiani che per alcuni suoi punti si connette alla Democrazia Cristiana comincia a rivelarsi tanto dannosa all'estero, che per la tranquillità dei nostri connazionali che lavorano in paesi forestieri, il governo sarà obbligato, in un modo o in un altro a intervenire. Questi risultati del resto, potevano essere prevedibili fino dal principio delle agitazioni e dell'azione. Quell' organismo proprietario che è la Chiesa , non può, nè poteva, nè potrà mai schierarsi dal lato degli operai contro i padroni. Certamente, se prestiamo fede ai Vangelj, Gesù non fu mai tenero per i ricchi e per i padroni , e le sue simpatie e le sue parole furono d' amore e d'incoraggiamento per i poveri e per gli oppressi. Ma Gesù e la Chiesa Cattolica - anzi Cristo ed il Cristianesimo in generale - non hanno più nulla di comune fra l0r0, e si potrebbe scommettere che se Cristo tornasse a questo mondo Preti Cristiani e Gover,ni Cattolicissimi, Apostolici , Cristianissimi lo ribadirebbero in Croce e gli salderebbero col cemento la pietra d.el sepolcro perchè non gli pigliasse più la voglia di venirsene fuori. La Chiesa è diventata, e da molti secoli , un organismo possidente e governante quindi, come possidente e come governante, ha interessi assolutamente opposti a qnelli dei nullatenenti o dei sudditi ed è naturalissimo che le autorità imperanti nella Chiesa abbiano voluto mettere un freno alla propaganda dei Cattolici in favore dei nullatenenti. Che diav:olo ! Oreglia, Merry del Val, e compagnia non hanno bisogno - come quel pover' uomo di Pietro - d'andare a pescare per camparsi la vita. L'organizzazione della Democrazia Cristiana che tentava di portare delle forze operaie, q nasi socialistizz,1te, in difesa del cattolicismo contro il socialismo non poteva essere visto di buon occhio dai possidenti del Vaticano e il conte Grosoli ha visto sconfessare la sua azione, e ha dovuto lasciare che fossero, per l'antorità del papa, sciolti i suoi circoli. E, intendiamoci bene, quei circoli, quella organizzazione non avevano nè il carattere, nè le attitudini, nè le volontà francamente aggres~ive del socialismo. Era una organizzazione di buone e domate pecorelle che facevano sovente il krumfro negli scioperi organizz<1ti dalle leghe e dalle Camere del lavoro, che non volevano sentir parlare di abolizione del monopolio, che non in tendevamo per niente ribellarsi ai loro padroni, ed esigere intero il frutto del loro lavoro. Si contentavano semplicemente di considt>rare e dire che, essendo uomini , dovevano essere trattati più umanamente, pagati un po' di più, sfamati un po' meglio. Usavano anche ripetere q11alche versetto del Vangelo che fa a pugni con la si tnazione della Chiesa attuale. E la Chiesa, che non vuole le si faccia toccar con mano quanto è poco Evangelica, la Chiesa proprietaria, possidente, ricca, ha brntalmente soppresso la innocua, ed anche ibrida, organizzazione. In fondo, in fondo l'atto di Pio X non ci dispiace; è venuto a dare la conferma assoluta a ciò che da tanto tempo si dice e si afferma e che la Chiesa ha negato finora: La Chiesa nata per la difesa degli umili e degli oppressi è diventata un organismo di oppressione. Gli Inglesi nel Tibet. - L'Inghilterra ha un pre- . g_ioche manca .a.Ile altre nazioui europee; persegue c10è la sua pohtrna con una costanza, una pazienza, una perseveranza e sopratutto una continnità d'azione degna veramente del premio che , tosto o tardi, essa riesce sempre ad ottenere. E' anche giustizia riconoscere che dove l'Inghilterra alza la sua bandiera conquistatrice, o stabilisce il suo protettorato ivi, se vi trova il suo tornaconto, porta forme di civiltà più alta, e metodi amministrativi che migliorano, general· mente, le condizioni economiche del paese , ed elevano gli abitanti a concetti di vHa più civili - o almeno simili a quello che noi siamo abituati a considerare come nostra ci viltà. Se sia poi civiltà, la nostra, è cosa che potrebbe essere discussa ed anche , in molti casi, negata. Contro questa nostra affermazione, della superiorità civilizzatrice dell'Inghilterra, si potrebbe portare l'India che Dadabai Nahoroj dichiara esosamente sfruttata dall'Inghilterra, e che Hyndemann, il noto capo socialista, afferma derubata ogni anno di 30 milioni di sterline come fu rilevato da noi altra voi ta colla parola dello stesso Hyndemann e come dimostra l' Hobson. Tuttavia è giusto riconoscere che le carestie sono un male secolare nell'India, che l' occL1pazione inglese ha rispettato, come rispetta dovunque, la religione, ed i costumi degli abitanti meno il barbaro caso del Sutti, il rogo delle vedove, energicamente soppresso dagli inglesi - e che le ricchezze Hlosofiche e letterarie delle biblioteche e delle pagode indiane sono state religiosamente rispettate dagli inglesi, che hanno dato all' Europa il mezzo di conoscere le idee ed il pensiero etico e socia!e di q 1u gli antichissimi popoli. Messo a confronto con la condotta del.le nazioni europee a Pechino , la cond.otta dell' Inghilterra è lodevolissima e non ha confronto che nella condotta dei militari ed ufficiali italiani, cbe a Pechino, meno spiacevoli eccezioni aspramente e severamente stigmatizzate in Italia, non rovina• ono e non rubarono niente. E' noto che i soldati russi penetrati nell' Osservatorio Imperiale di Pechino spezzarono e fracassarono gli strumenti astronomici per pigliarsi gli ornamenti di argento e di bronzo che gli rivesti vano , spezzarono preziosi vasi nel Cimitero degli Imperatori per impa- . dronirsi delle gemme che vi erano incastonate; i tedeschi saccheggiarono una biblioteca e se la portarono a Berlino, i francesi rubarono un po' di tutto, dalle suppellettili della Imperatrice alle cose d'arte delle case private. Non è ancora spenta la memoria di quel vescovo-in verità poco cristiano, anche se molto cattolico-che spedì in Francia una splendida e copiosa collezione di rarità rubate ai palazzi, alle tombe, alle case cinesi. L'Italia, l'Inghilterra, il Giappone rimasero a mani nette di queste profanazioni e fn a tutto onore per loro. Si puo dire, se vogliamo trovarci la punta dell'interesse, che il GiapJJone lo fece perchè gli conveniva; ma l'Italia e l'Inghilterra lo fecero percbè, in verità, sono i soli dµe popoli veramente civili, od almeno più civili d'Europa, almeno intendendo la civiltà come una abitudine al ri8petto delle opinioni, delle credenze e delle cose altrui. Ora si osa dire: - Il Tibet doveva cadere un giorno o l'altro nelle mani degli europei, la barriera che chinde il misterioso pae~e doveva essere abbattuta, e l'affascinante paese patria e centro del. Buddismo doveva entrare in contatto del mondo. Noi, a vero dire, non vediamo la necessità di tutto questo, anzi, francamente, la neghiamo. Noi con~ideriamo che la cosiddetta civiltà coloniale è fatta di oppressione , di violenza, di sfruttamento e di vizio come al Congo. nel Seneo·al, nell'Africa Tedesca; di alcool e di acquavite 5 come nelle isole dell' Asia e in America; di Bibbia - che non è il libro piu morale di questo mondo - come un po' dappertutto; di superstizione

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