Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 16 - 31 agosto 1904

RIVISTA POPOLARE perder la testa non solo ai grandi capitalisti , ma anche ad uomini minori, e ne è risultato il presente movimento. Le Associazioni di industriali si dividono in due classi; la prima coesiste in quelle il cui oggetto è di combattere le unioni operaie, la seconda ha per scopo di trattare con le unioni. Il motto della prima è « L'industria è una guerra >> quello della seconda è invece: << L'industria è un' affare. )) Le organiz:izioni che combattono si dividtino in due sezioni. La prima consiste soltanto di industriali, la seconda dei cosidetti << Cittadini, >> l'Alleanza dei quali è costituita da cittadini in generale, inclusivi i lavoratori noa organizati nelle Unioni. Queste organizzazioni, quantunque variano largamente, generalmente affamano i seguenti principii: la bottega aperta, non scioperi per solidarietà, non violenza contro i non unionisti, non limitazione ndl'apprendisaggio, noti boicottare, ed alcune vanno anche oltre e si dichiarano contro l' arbitrato, le intese con gli operai , e impedire che gli scioperanti si mettano a contatto con i lavoratori. Le associazioni che trattano con le unioni sono p1u ragionevoli e moderate nelle loro pretese. Una delle più fortunate è quella di Cicago, « L'Associazione dei commercianti in metallo, » che è una organizazione comprendente più di cento manufatturieri, impieganti circa quindicimila uomini. Questa associazione è riuscita a liberarsi dagli scioperi e dalla serrata. L' Associazione dei commetcianti in Metallo chiese ad ognuna delle unioni che avevano i loro uomini impiegati nei suoi stabilimenti , e di queste ce n' erano tre, di nominare un comitato di tre uomini ognuno perchè potessero discutere col comitato delìa Ass~ciazione. Dopo la discussione essi formularono un accordo preliminare, chi sottometteva ogni questione discussa ad un comitato di sei membri, tre appartenenti ::tlle Unioni e tre alla Associazione, stipulando che in caso di disaccordo assoluto, e nella impossibilità di venire ad una d~cisione concreta, h disputa sarebbe risolta dall'arbitrato, e che durante la pendenza della questione, fino alla decisione il lavoro continuerebbe senza pericolo di scioperi, o di serrata. Neppure una volta è stato necessario ricorrere all' arbitrato ; ogni cosa 'è stata discussa e modificata e approvata con un vero spirito di mutua fratellanza. Le basi fondamentali dell'accordo sono quattro; 1° Nessuna limitazione alla produzione; 2° Niente scioperi per solidarietà; 3° Nessuna sospensione dd lavoro in qualsiasi caso o circostanza; e 4° Libertà nell' impiego degli operai. In sE>guitoa queste decisioni e all' accordo creato e mantenuto da queste; là dove erano un tempo frequentissimi gli scioperi; da lungo tempo - dopo l'accordo - non si è più perduta un'ora di lavoro. ♦ Ivanovitch: Il pericolo g·fallo.-Malgrado che da molti scrittori , ed anche dal Dottor Dillon sia messo in ridicolo e non temuto questo pericolo, tuttavia esiste ed è gravissimo e l'Europa non farà punto male a guardarsene. Del resto il pericolo non data da oggi e la prima profezia della irruzione gialla in Europa si deve al rivoluzionario Michele Bakounine. Fu in un congresso internazionale a Ginevra dove assisterono anche Vittorio Hugo, Gambetta ed altri che Bakounine fece la sua famosa profezia, poco tempo prima dello scoppio della guerra Franco-Prussiana. Bakounìne era stato per lungo tempo esiliato in Siberia , nella parte più orrida del paese. Fuggitone si era rifugiato in Cina e di là era andato nel Giappone. Egli vi arrivò durante la crisi del risorgimento, e ne venne via con la convinzione che in meno di cinquanta anni l'Impero Russo dal lato del Baikal sarebbe distrutto e rimpiazzato dai Giapponesi. Prima che molto tempo sia trascorsoegli affermava, la razza gialla avrebbe mangiato l'Europa non - militarista in una salsa alla Giapponese, ed a sua volta il Giappone sarebbe assorbito dalla Cina. Le ide di Bakounine sul socialismo, l' anarchismo, lo zarismo, la velata antropofagia delle città occidentali e il militarismo in rapporto alla razza gialla, pr~sero forma· e furono stampate poco dopo il suo sensazionale discorso di Ginevra. Una società cooperativa, i fabbricatori di merci e gli orogiai di Bìrmingham, la e< Federazione giurussiana » (1) fece le spese di stampa dell'opuscolo di lui. « La teologia politica di Mazzini e l'internazionale >>. Se l'Asia, egli dice incominciando, fosse popolata di bestie feroci, se l'Enropa fosse miuacciata soltanto da una invasione (I) Evidentemente I' autore ignora che la « Federation Jurassienne » era Svizzera e non inglese , e che era una associazione dell' Internazionale e non uua cooperativa. N. d. R. di alcune centinaia di milioni di leoni e tigri affamati , il pericolo sarebbe certamente grandissimo; ma incomparabilmente meno grave di quello creato da cinquecento milioni di uomini affan:1ati, che si moltiplicano con grande rapidità, affluente su noi. Or non fossero che bestie feroci l' Europa, troverebbe per mezzo della sua scienza il mezzo di distruggerle. Ma cinquecento milioni di uomini, in un paese dove le culle son sempre piene, uon possono essere distrutti o asserviti dalla razza bianca. La Rus,;ia dovrà sopportare il primo urto, e ci soccomberà sotto, il Giappone comincia con l'assimilarsi la scienza europea e fare il più che potrà. Non passeranno quaranta anni, dopo che avrà inco·ninciato a fare da. sè, che la Russia sarà scacciata dal Nord dell'Asia. Le orde cinesi seguiranno. It cinese preferisce far danaro al fare la guerra. Questo non ci deve o~curare il fatto che ci sono razze sub-militari in quei;to enorme Impero. Non ci sono più terribili canaglie dei pirati cinesi, e non più abili marinari in qudla specie di navigazione alla quale si dedicarono i danesi nell' antico tempo. Ogni cinese è capito da un capo all'altro dell' impero; gli europei non hanno una lingua comune. U 11 parlamenta foderale europeo, sarebbe ora una Babele; un'armata federale europea, abbastanza unita per respingere il flusso della invasione gialla è impossibile. Date queste condizioni e questo stato di fatti la conclu~ sione che se ne può trarre non può essere altro che assai sconfortante per l'Europa. Due abili uomini illuminati , uomini di stato di grande esperienza, uno dei quali diresse la politica estera di Francia, il Pole Mieroslowsky e Barthelemy Saint Hilaire, temettero la razza gialla, ma sotto la condotta della Russia. Entrambi pensarono che la Cina è, in massa, incapace di uno sforzo militare, ma ricca di tribù combattenti. Con un simile serbatoio di forze a sua disposizione la Russia può dettare la legge all'Europa. Senza la direzione della Russia la Cina . è priva dì ogni efficacia e di ogni influenza. (Contemporary ~view, Agosto 1904). ♦ D. E. Tobias: Bianchi e neri agli Stati Untti. (r) (Opinione di un negro). - Il problema dei bianchi di fronte ai neri negli Stati Uniti è vasto e complesso ed ha costato alla nazione americana tanto sangue e danaro quanto nessun altra questione. I bianchi negli Stati Uniti ed in tutta l'Europa hanno emesse varie teorie sulle cause e le condizioni naturali che generano le difficoltà dovunque la razza bianca e quella di colore si trovino a contatto e lottino per la eguaglianza sociale, politica e religiosa. . Data l' antipatia manifesta degli Anglo-Sassoni per i negri si troverà perfettamente logico con un discendente della razza. africana trapiantata agli Stati Uniti perori dinnanzi all'Europa la causa della sua razza iniquamente trattata dagli Europei e da.i loro dipendenti negli Stati Uniti di America. È perchè i miei antenati ed io stesso abbiamo sofferto sotto la dominazione dei bianchi che posso invocare il mio sentimento personale e la mia personale esperienza e mi credo adatto a spiegare alla luce dei fatti agii europei ~ special~ mente ai francesi ciò che bisogna intendere per qu1stione d1 razza bianca e di colore agli Stati Uniti e quali rimedi possano suggerirsi per risolvere un problema che apparentemente presenta gravi difficoltà. . _ · . Nacqui nella Carolina del Sud circa trentaquattro anni fa (dico circa poichè la mia nascita non fu mai registrata ) da padre e madre schiavi liberati dJpo la guerra cominciata dal 1861 e finita 1865. Quantunque non sia stato trattato come bene mobile, nella realtà posso dire di non essere rnai .stato libero nella Carolina del Sud e non lo sarei nemmeno oggi se ritornassi al mio paese natio. Nacqui dunque in tempi in cui l' atmosfera politica e sociale negli Stati Uniti era satura dello ~pirito di libertà. Mio padre non sapeva nè legg~re n~ scrivere ma era uomo di un'intelligenza eccezionale. I bianchi del Sud hanno detto ed affermano ancora oggi che uomini di colore analfabeti hanno reclamato il loro acceSSù alle funzioni politiche immediatamente dopo la guerra civile. Ciò avvenne per qualcuno, non per tutti. Mio padre. non ~hiese funzioni politiche e votò sempre per la lista repubblicana! mai pe' negri. E votò pei bianchi poichè come schiavo_ s1 era abituato a concepire i bianchi meglio adatti a compiere le funzioni pubbliche. Mio padre mori tre anni dopo che io avevo appre~o a leggere e seri vere bsciando tre figli di cui io era il magg10re. (1) Pubblichiamo oggi, non avendolo per ragioni di spazio potuto nello scorso numero , questo interessantissimo articolo scritto da un ne~ro : e anche per ragioni di spazio siamo costretti a dame la fine nel prossimo numero.

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