Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 16 - 31 agosto 1904

RIVISTA POPOLARE 443 successo del traffico; un'altra potente organizzazione: quella commerciale, che deve provvedere a promuovere e regolare lo correnti di esportazione. Questa organizzazione, cho deve generare Case d'esportazione le quali devono raccogliere ed istradare ai porti d'imbarco i prodotti del Mezzogiorno, devono cmare l'imballaggio, esercitare una accurata vigilanza durante il trasporto e regolare le spedizioni e la vendita nei mercati stranieri , può sorgere nell' Italia meridionale per iniziativa di abili ed avveduti commercianti ; e questa iniziativa nell'Italia meridionale, sorgerà indubbiamente o sarà stimolata a svolgersi e ad affermarsi quando vegga aperta innanzi la via meno costosa, la via del mare. Ed ora il compito per la riuscita di una così grande e nobile iropresa non resta che ai meridionali. Le organizzazioni loeali. Camere di commercio, Comizi e Consorzi agrari, Associazioni di agricoltori ecc. si agitino, studino i problemi più vitali che riguardano il Mezzogiorno , li indichino e li facciano conoscere alle popolazioni ed ai poteri pubblici, non siano troppo facili allo scontento e al duro peso del pregiudizio, ma si uniscano per esercitare una azione efficace e duratura. Fin' ora le provincie meridionali sono state abbandonato e trascurate, per colpa dei meridionali stessi i quali si sono venduti a tutti i governi. Il Mezzogiorno è vero, ha avuto parecchi suoi uomini ministri , ma i ministri meridionali sono stati i peggiori. Ora è venuto il tempo di organizzare un serio movimento di rinnovazione in favore del Mezzogiorno, e questo movimento deve partire dagli stessi meridionali i quali devon dar prova di ave:r compreso il principio delle tendenze industriali e commerciali della vita moderna. Dott. A V A CHWA. 111111111111111 I Il li 1111111111111111 li 11111111111111111111111111111111 t li li li I li 1111111111 KIVLST A DELLE KtVISTE ----~---- Alfredo Naquet: Il principio monarchico in Europa. - Beocbè il principio monarchico non esista più io alcuna parte e che lo stabilimento universale della repubblica sia divenuto più indispensabile che mai , sembra che dapertutto le monarchie si consolidino se vi adottano sinceramente il regime costituzionale. Questo fenomeno deplorevole e contraddittorio è dovuto al fatto che i popoli se da un lato perdono il feticismo della regalità, dall' altro perdono anche quello della rivoluzione e manifestano la tendenza crescente di ripudiare i mezzi violenti per limitarsi alla ricerca del progresso pacifico; e che il regime rappresentativo concentra le opposizioni nei parlamenti, che sono sempre conservatori. I capi delle diverse opposizioni attenderebbero troppo lungo tempo il potere se, per accedervi , essi avessero dovuto attendere una maggioranza capace di cambiare la forma del governo. Essi preferiscono , perciò , di accettare i portafogli dalla monarchia e danno consigli di prudenza ; e in ciò sono se- . condati meravigliosamente dalle popolazioni , che, sempre esitanti e nemiche delle avventure, amano meglio conservare uno stato di cose che riconoscono cattivo non sapendo con che co.sa sostituirlo ed avendo paura del peggio. Intanto in altri tempi, non ostante la esistenza del regime rappresentativo in Francia avvennero delle rivoluzioni nel 1830, nel 1848, nel 1870; e allora i repubblicani che si converti vano alla monarchia per acchiappare un portafoalio rimanevano discreditati. Ciò che avvenne ad Emilio Ollivier. Vi sono fattori importanti del cambiamento nella psicologia dei popoli. Il socialismo ha mutato la mentalità generale. I socialisti parlamentari , come i loro predecessori repubblicani formalisti , temono i sollevamenti popolari che rischiano di trascinarli e predicano la calma e il rispetto delle leggi. Dando battaglia sul terreno politico essi facilmente possono rinnegare l' intransigenza dei predecessori. Una classe non è un monarca e la lotta delle classi si presta a combinaziqni alle quali non si prestava la lotta contro la monarchia. Essi dimostrano al popolo che sotto i governi monarchici costituzionali è possibile come sotto le repubbliche di intraprendere e di condurre a termine le riforme sociali; aggiungono che le repubbliche borghesi sono spesso animate da tendem~e sociali tanto retrogradi quanto le monarchie ; e ciò permette ai caporioni del socialismo di avvicinarsi al potere senza incorrere nel discredito in cui sarebbero incorsi i repubblicani con una attitudine simil~. Gli anarchici peccano in senso opposto. Essi sono ardenteme1;1te r~v.o~uzi<?nari_ma non har:no che disprezzo pei movimenti poht1c1 dai quali, a loro avviso, traggono profitto i soli borghesi. E' un profondo mutamento rivoluzionario della società Che essi perseguono e non un cambiamento nelle forme Politiche. Ma non vi sono s,ate mai delle rivoluzioni sociali nel senso reale della parola. Le società non si trasformano che incoscientemente sotto l'influenza delle necessità economiche, o coscientemente sotto l'influenza delle minoranze attive che profittano dell'esaltazione determinata dalle rivoluzioni politiche per realizzare considerevoli progressi nell'ordine sociale. Le sommosse della fame, comparabili ai nostri giorni alle guerre servili di Roma antica non riescono che alle Jacqueries s~nza risultato , che spesso allontanarono dallo scopo , cui Sl mira. Posto fra gli anarchici , che gli dimostrano l' inutilità di ogni sforzo rivoluzionario il cui obbiettivo immediato non sia la soppressione della proprietà e i socialisti riformisti che gli raccomandano la pazienza e l'evo! uzione pacifica, il popolo si allontana sempre più dai repubblicuni borghesi. Ne risultano che questi ultimi vengono privati dell' azione, che essi esercitavano altra volta sulle masse; che non hanno più la potenza di mantenere l'agitazione antidinastica di una volta; che non vogliono neppure provocarla spaventati come sono dei progressi del socialismo sotto tutte le sue forme. Perciò le monarchie non essendo più attaccate che in un modo accademico si consolidano, quantunque, dato lo sviluppo della scienza, esse divengano ognora più arcaiche. Esse si consolidano tanto più facilmente in quanto che i monarchi hanno profittato delle lezioni dell' esperienza abbandonando la tendenza all' assolutismo eh' era lo scoglio dei loro antenati. I vecchi monarchi resistevano ostinatamente a tutte le rivendicazioni dei loro sudditi e finivano per provocare delle insurrezioni che li abbattevano ; quelli odierni cedono nel momento in cui giudicano che un movimento nella opinione puablica diviene abbastanza potente da essere pericoloso ; e cosi la tempesta si calma. In questa guisa il .socialismo è divenuto l'alleato involontario e il sostegno delle monarchie; ma il loro consolidamento costituisce un ostacolo alla realizzazione di un nuovo ideale sociale; le monarchie sono uo impedimento alla formazione di un organismo internazionale come lo desiderano i socialisti I È necessario, adunque, che anche nell'interesse del socialismo le monarchie scompaiano; ma perchè ciò avvenga è indispensabile di creare nei diversi paesi uno stato di animo tale, che equivalga ad un potenziale permanente di esplosione._ Questo stato di animo è soltanto colla propaganda repubblicana inc~ssante' che si riuscirà a fare nascere. E quindi se i socialisti, dove esiste la repubblica, fanno opera logica non trascurando i progressi relati vi e le riforme successi ve che costituiscono quasi l'embrione della società futura; se è ammissibile che , per facilitare l'avvento di questa società essi cooperino coi governi borghesi, questa cooperazione dovrebbe essere loro assolutamente interdetta nei paesi monarchici. In questi ultimi , come dapertutto , essi hanno senza dubbio il dovere di accettare le riforme strappate ai governi, ma non devono mai avvicinarsi alla dinastia; ma non devono recedere mai dalla loro intransigenza repubblicana, anche se questa ritardasse certi progressi relati vi. Epperò si può giustificare l'attitudine di Jaurès perchè la Francia è repubblicana; quella di Pablo Iglesias, di Turati e di Bernstein non si pu6 giustificare perchè essa conduce al disarmo di fronte alla monarchia (L' Europèen, I 3 Agosto). ♦ Ray Stamard Baker : La g·uerra fra capitale e lavoro. - Il nuovo movimento della « Associazione degli industriali » agli Stati Uniti, è fonte di utili ed interessanti osservazioni. Lo sciopero dei minatori di antracite nel 1902 diede ai capitalisti degli Stati Uniti una lezione morale del proletariato organizzato. La morale fu questa: Il capitale deve organizarsi a rovinare. Il risultato è la presente organizazione capitalista, contro le unioni operaie. Questa è dovuta a due cause : prima , il riconoscimento dell' immenso valore della orgaoizazione , e secondo, la vivida realizazione dei danni che possono essere recati da ciò che può e.sser chiamato <~ l'unionismo gonfiato ». Stupidi scioperi , piccole angherie, boicottaggi assurdi e violenza brutale da parte di unioni mal dirette, hanno fatto

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