Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 16 - 31 agosto 1904

RIVISTA POPOLARE bile di più immediato sviluppo nella nostra esportazione, e che di più trova la sua base di coltura nel suolo e nel clima dell'Italia Meridionale, della qualo ne può el~vare iu sommo grado la proprietà, cioè il gruppo degli ortaggi e delle frutta. ♦ Il mercato tedesco ed il mercato inglese delle frutta ed ortaggi. - La quantità di prodotti alimentari richiesta dai principali paesi ouropei è veramente grandissima. L'Austria Uugheria consuma e richiede pat~to, cipolle ·rosse e gialle , fagiuoli ni iu erba , prezzemolo , agli, cavoli cappucci , e carciofi , e ciò in grande qu~ntità ~h~ vien subito consumata da)la piazza. Ma i mercati rnassnni di consumo , speeialmente per la frutta fresca e per gli ortaggi, sono quelli della Gran Brùtagua_ o quelli ùella Germania. L' illìportazioue della frutta fresca nei mor<.;ati della Germania raggiunse nel Hl02 la cifra di qu.li 1. 985. 330 per un valore di L. 35.000,000 , ed in quelli della Grat'. Bretagna ìa cifra di qu.li 2.709.196 per un valore d1 L. 107.250.000. L' importazione degli erbacei freschi (cipolle, cavoli, pomodoro, piselli, carciofi) nello stesso anno nei mercati della Germania fu ùi qu.li 1. 548. 799 per un valore di L. 26. 500. 000, o nei mercati della Gran Bretagna iì valore di queste voci ·raggiunse la cifra di L. 54.215.000. Nel complesso, le importazioni delle derrate ali,nentari nei mercati inglesi e tedeschi raggiunsero nel 1902 una media annua di un miliardo e 215 milioni di lire (900 milioni nella Gran Bretagua e 315 milioni nella Germania). Queste statistiche ci dimostrano l'importanza grandissima di questi mercati, importanza grandissima spocialment~ per l'Italia meridionale cbe ha le condizioni di clima e di terreno favorevoli µer la produzione delle migliori e più gustose varietà di frutta e di ortaggi. Vediamo ora in quale maniera l'Italia partecipa a questo ingente traffico tedesco ed inglese. ♦ L'esportazione italiana di frutta ed ortaggi. - L' esportazioue italiana di frutta e di ortaggi è in continuo aumento e raggiunge un grande valore, ma ben altro sarebbe il valore di questa esporta1,iooe se nei graudi mercati esteri riuscissimo ad occupare, come lo potremmo, uno dei primi posti, nel mentre che, ora oecupiamo quasi l'ultimo. E di vero, di fronte a l. 985. 330 di qu.li di frutta fresca che la Germania importa annualmente l'Italia non partecipa che solamente per qu.li 216.738; di fronte a 2.709.196 che ne importa la Gran Bret11gna, l'Italià non ne mat1da che la mesehinissima quantità di 3.268 qu.li. l~ cosi, nel1' importazione tutale di erbaggi freschi-1.548. 799 qu lie di patate - 1.588.002 qu.li - in Germania, l' Halia non figura che por q.li 154.003 per gli erbaggi freschi e quintali 18~.386 per le patate. Nell'importazione di erbaggi freschi di fronte ad un valore di L. 55.215.000 e di L. 39. 750.000 per le patate n·ella Gran Bretagna, l'Italia non parte~ipa che per L. 173.000 negli erbaggi e L. 3.000 per le patate. Nel complesso delle importazioni delle derrate alimentari nei mercati inglese e tedesco , che raggiungono un valore di un miliardo e 215 milioni , l' Italia non vi partecipa che solamente per 46 milioni di lire. ♦ 'L'esportazione dagli altri Paesi. - Nell' importazione di legumi ed ortaggi freschi nei mercati tedesco ed inglese, sono la Francia, la Spagna, l'Olanda, il Belgio, il Portogallo, la Rumania, l'Ungheria e l'Egitto che hanno il primo posto. La Spagna è la prima nel ·mercato delle cipolle nella Gran Bretagna, q.li 1.097.406, l'Egitto il secondo con q.li 445.651; l'Italia è l'ultima con q.li 2.217. La Spagna resta la prima anche nel commercio àei pomodori freschi in Inghilterra partecipandovi con q.li 123.444, meutre l'Italia rimane l'ultima con q.li 2. 752. Notevolissima è l'importazione di ortaggi e legumi freschi in Germania e in Gran Bretagna , da parte dolla Francia con q.li 6.933.000 in Gran Bretagna, dell'Olanda in Germania con qu.li 824,106 ed in Gran Bretagna con quintali 2.56:i..971, mentre che l'Italia con q.li 122.595 è appeua superiore all'Egitto che ne importa qu.li 30.341 nel mercato tedesco ; è invece l' ultima in qut11lo inglese con 38.075 q.li. Grande importanza ha pure nei S'lpradetti mercati l' importazione delle patate, circa qu.li 2.901.600 nella Gran Bretagna e q.li 1. 759.038 io Germania. &~bbooeè la ~~rancia che tiene il primo posto nella Gran Bretagni:\ 1.141.984, di 'poi il Belgio, l'Olanda, e ultima l' Italia con q.li i ·o. È l' Olanda che ha il primo posto io Germania con quintali 5'i9.799; vengono poi il Belgio, la Russia, l'Austria e poi l'lta'lia con q.li 149.263. Completamente esclusi poi siamo dal mercato dei piselli in Germania che viene monopolizzato dalla Russia e perfino dal!' Olanda , da paosi cioè che hanno condizioni· ài clima inferiore al nostro, ohe permette la produzione del pisello in inverno nella Sicilia. · · Nel mercato della frutta fresca, la esportazione 0 cresciuto da tutti i paesi, compresa l'Italia, ma il primato è tenuta dalla Francia, dalla Spagna , dall' Egitto, dagli Stati Uniti d' Ameriea, o dal!' Australia. Gli Stati Uniti hanno mandato nel 190:J nella Gran Bretagna q.li 751.215 di mele, il Caoadà q.li 462,082 ; la Sv_izzora no ha mandato in Ger- . mania q.li 484.458, l'Austria q.li 289. 787; l'Italia invece nulla ha mandato in Inghilterra e in Germania q.li 121.963. E così µer le pere, per le ciliege, fragole, albicocche, sono la Francia, gli Stati Uniti, l'Austria, che hanno il primato. Perfino l'Argentina è riuscita a provvedere di frutta fresca il mercato ingleso, perfino il Belgio e l' Olanda, paesi cho hanno condizioue di clima sfaYorevole per la produzione di queste derrate, mentre clJ.e l' Italia è quasi completamente esclusa. Anche i meloni in Germania pervengono dal Portogallo q.li 9.310, dalla Spagna q.li 5.641, mentre dall'Italia so ne rnandooo solamente 678 q.li. L'uva fresca, qualità pregiate da mensa, nella Gran :Bretagna proviene quasi tutta dalla Spagna , e poi dal Portogallo e dalla Francia. Nei mercati della Germania ne proviene in grande copia dall'Italia q.li 150.611, ma è bene però notare che la quasi totalità di questa derrata è costituita da uva ordinaria per. fabbricare vino,. e che solo una piccoli'ssi ma parte è uva pregiata da mensa, cioè di quella qualità che è ricercatissinia nei mercati esteri e che l'Itali~ per il suo cli ma potrebbe produrre a preferenza. Invece e l'Algeria, è la Spagna che mandano nei mercati inglesi le qualità finissime di uva da tavola; è pArfioo_ il Belgio, che produce l'uva artificialmente nelle stufe, che in questo mercato vince in quantità ed iu valore l'uva italiana. E così siamo vinti dalla Gregia , dal Portogallo , dalla Spao-na e dalla Turchia asiatica nel commercio importantissi~10, e che frutta molti milioni a quelle nazioni , delle uve pas8e e dei fichi secchi, e ciò aYviene in una nazione che possiede i più ampli vigneti del mondo, in una nazione che nelle isole e nelle vaste provincie meridionali produce e può produrre le più abbondanti e migliori qualità di fic~ì secchi, in una nazione che per il suo clima, la sua posizione i suoi terreni è la più adatta nel Mondo, per la produzio~e e per il traffico di tutte quelle derrate di cui abbiamo fatto oggetto del nostro studio. •· Ragioni delle scarse esportazioni- dell'Italia.. - Le principali ragioni della limitata nostra espansione all' e• stero nel commercio delle derrate alimirntari risiedono: nella inferiorità dei nostri prodotti congiunta ai difettosi metodi d' imballaggio; nell'ordinamento e nel costo dei n~str_i tra: sporti ferroviari di unito alla mancanza assoluta d01 s1stem1 di conservazione dei prodotti durante i viaggi. È doloroso dover constatare come in Italia, nella nazione delle frutta e dei fiori nessuna prova si ricorda di sistematica sperimentazione fruttifera , · continuata p~r ~o-~ti .anni. Ancora deve incominciarsi in Italia, osserva 11 G1glioh (1), la sperimentazione sulla concimazione nei frutteti, sopra gli effetti produttivi delle varie guise di potatura , sulla com- (1) Malessere agrario ed alimentare.

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