Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 16 - 31 agosto 1904

440 RIVISTA POPOLARE lenta non è tanto possibile, e invece sarà più probabile che lo Stato popolare del lavoro si stabilisca senza allontanarlo mol~o dalle tradizioni sia per quanto riguarda le forme politiche , sia pei mezzi di esecuzione. Sarà indispensabile di rafforzare l'ente Comune per assicurare la realizzazione del socialismo municipale che sembra debba essere la prima tappa nell' evoluzione sociale dell'umanità. Niente concentrazione di poteri e di amministrazione, ma anzi il maggiore decentramènto : e sopratutto far sentire ai nullatenenti i maggiori e immediati vantaggi , per assicurarli alla causa e fare di essj una base solidissima. Menger accetta dal Marxismo il principio d.ella lotta di classe e dice che l'attuale movimento sociale è una lotta fra le classi superiori e le inferiori pel potere politico e sociale, il seguito di una lotta antica , giunta ora al punto culminante~ Cosi essa va risolta con quelle misure già applicate e felicemente nel corso delle lotte passate. Quando i governi si abitueranno a considerare il movimento socialista come una conquista progressiva del potere per le classi non possidenti, quando gli uomini di Stato vinceranno i pregiudizi contro la partecipazione di queste classi al governo e riconosceranno essere giunto il momento in cui l'aumento del potere sociale di una classe richiede l' aumento della sua influenza nello Stato , si avrà ottenuta la prima consecrazione dello stato popolare del lavoro, cioè dello stato socialista. La Francia e l' Inghilterra sono i due paesi nei quali si è più vicini a tale risultato : ma da parte loro è necessario che le classi operaie, crescendo il livello della loro cuitura , si mostrino preparate a quest'evento. Esse, dice Menger, devono prendere per modello i primi cristiani che non fecero rivoluzione, ma per lo sviluppo e diffusione della loro dottrina, per un attaccamento alla loro fede anche in mezzo ai pericoli più terribili , conquistarono a poco a poco una forza si irresistibile che la potenza imperiale dovè piegare davanti ad essi. Per ottenere ciò non basta ripetere i dogmi dei programmi massimi o minimi, ma bisogna riempire dello spirito socialista tutte le manifestazioni della vita mentale, la filosofia, il diritto, la morale, l'arte, la letteratura. Il proletariato per la coscienza che avrà della sua grande missione si asterrà dalla violenza. La storia spinge inevitabilmente il socialismo a divenire un partito medio con una forte tendenza a sinistra. Nel caso di una rivoluzione sociale vittoriosa, la democrazia socialista si troverebbe necessariamente alle prese coll'anarchismo, come i Girondini coi terroristi della Rivoluzione francese. I capi dei Girondini lasciarono la loro testa sul patibolo, ma i principii federalisti, e cio è l'importante, furono cancellati dalla vita pubblica francese. L'avvento del socialismo è fatale e nulla lo potrà impedire. Già nello stato capitalista vi sono non poche istituzioni socialiste , l' istruzione primaria gratuita, la polizia dell'igiene, della sicurezza pubblica, ecc. L'intervento dello Stato sempre più attivo, la municipalizzazione del pane, dell'acqua, del gaz, ecc. la formazione dei trnsts, mostrano le vie per cui va la nostra Società. Ormai lo sfruttamento capitalista ha destato le classi operaie in Inghilterra come al Giappone, ovunque esso si applica e nulla potrà disarmare le forze operaie. L'obbligo scolastico ha reso il proletariato dei <lue mondi capace di concepire l' ideale socialista. Il servizio militare compone di proletari quegli eserciti che devono servire alla difesa dell'ordine costituito. Ora mai lungamente un ordine politico e sociale si è mantenuto quando ha dovuto confidare la Slla difesa a quelli che erano interns~ati a com batterlo. Menger ha cercato di indicare le vi.e per cui si arriverà al socialismo. Il suo libro non è un romanzo , □ è un tessuto di fantastiche previsioni, perchè anzi a base di ogni ricerca egli pone il suo istorismo rigido, analitico. Non· è nemmeno il libro definitivo della civiltà nuova perchè questa civiltà riserva pure i suoi segreti e le sue sorprese e susciterà ben altre cose che nessun libro puo promettere e nessuno riassumed. Menger, in verità, piuttosto pone i problemi e studia le soluzioni verso cui li spingono le attuali correnti che emanano dalle classi non abbiellti. Nessuno potrà affermare quale sarà la definitiva soluzione, perchè questa non appartiene ai libri ma agli sforzi attivi della democrazia , ma noi troviamo intanto in queste pagine cio che più spesso è mancante nella stampa socialista, nei congressi del partito , la gran voce socialista che esce da due secoli di storia , da due secoli di pensiero e di azione, e che Menger cerca trasfondere nelle anime del proletariato internazionale , come lo spirito vivificatore del suo pensiero e delia sua azione, oggi che egli va acquistando la maturità per prendere la decisione della vita politica. E' per questo che il libro di Menger dovrebbe essere nelle mani di ogni socialista, come di ogni uomo che ha lo sguardo rivolto al futuro. G. SALVIOLl lllllfllll lllll 11111111111111111111Il11111111111111111111 lii Il UI 1111111111 Il lii 1111111111 iassegnaftgricola-Economica La produzione l'esportazionedellederrate alimentari dall' Italia meridionale Una reconte ed importante relazione del dott. L. Sabatini, fatta por incarico dell'Unione delle Oam,ere di Commercio, ci fa ritornare Sll questo importante argomento già sfiorato in uno dei numeri precedenti della Rivista. .Lo sviluppo della produzione e del commercio delle der- · rate alimentari, con speciale riguardo ai prodotti della frutticoltura, orticoltura e floricoltura, rappresenta por l' Italia meridionale un grande interesse economico avvenire, su cui è bene che i produttori del Mezzogiorno spingano il loro studio ed indirizzino la loro attività. Fra le correnti d'esportazione italiane quella cho presenta maggioro entità, dopo quella dello materio prime semi-lavorate, è quella dei prorlotti agricoli; 404.075.000 in valoro di fronte ad una esportazione totale di 1.401.863.000 nel 1903. Di questi 404.075.000 circa 177 milioni sono rappresentati dai prodotti alimentari fabbricati (vino, olio, burro paste alimentari ecc.), 80 milioni dai prodotti dell' allevamento o del bestiame, e 132 milioni circa dagli ortaggi, legumi freschi e secchi, frutta fresca e secca. Questi ultimi prodotti , rappresentano quindi circa il 3 l per cento delle nostre esportazioni di gooori alimentari ; e poichè per le condizioni generali del mercato poco abbiamo da fare per il vino e por l'oli) i quali pnr lottando con i prodotti dell' estero e con i prodotti Jei surrogati , si sono imposti e s'impongono al mercato internazionale, nel mentre che il burro , i formaggi , le frutta o legumi io conserva vanno raggiungendo il limite della maggioro esportazione, così noi nel presente articolo non ci ccc:iporemo che del gruppo di prodotti alimentari che è maggiormeo to suscetti-

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