422 RIVISTA POPOLARE Giovanni Bo,vio e giL1ridica di ·Giuseppe Ceneri, dalle Assise di Roma? E di questo misconoscìmento dei diritti della storia ne sa qualche cosa q nesta nostra 'rivista, che fu seqnestrata per avere riprodotto -- rip1·odotto, diciamo - alci;ini brani della magnifica Cronaca azzurra di Eduardo Pantano, in cui si rivedevano le gesta degli eroi defunti di Casa Savoia .... Noi, qualche progresso essendosi fatto sulla via della libertà, non disperiamo di vedere riuscire a bene l'agitazione promossa dall'Italia del _popolo. Intanto rimarrà il ridicolo che sulla situazione ha gettato a piene mani la Procura del Re di Milano; e quale sia questo ridicolo lo lasceremo dire ad un giornale monarchico conservatore: al Gio1·nale d'Italia, dove l'anima timorata di D'Ancona ha versato la propria amarezza. « Mentre, scrive l'autorevole diario di Roma, il Mi- « nistero ai pubblica istruzione prepara, a spese dello « Stato, la stampa integrale di tutte le opere - come preso quindi l'epistolario - di Giuseppe Mazzini, il « procuratore del Re di Milano sequestra l' Italia del « Popolo che aveva pubblicata una lettera inedita del « Mazzini! » e Ma, naturalmente , Ja lettera incriminata sarà « stampata, a .suo tempo, a spese dello Stato. In modo « che il procuratore del Re di Milano, per essere eone seguente, dovrebbe sequestrare il volume che con- « terrà la lettera di Mazzini, e dovrebbe quindi agire « contro lo stesso Governo del Re, di cui egli è un « rappresentante giudiziario! 11 La situazione è mrnva davvero ed eminentemente comica. ♦ Scrupoli regali. - Si fa un gran discorrere sul titolo , che prenderà il nascituro e1·ede del trono. Si chiamerà P1·inci_pe di Piemonte , come l' erede del Regno di Sardegna; o P1·incipe di Roma come sarebbe più opportuno che si chiamasse l'erede del Regno d'Italia? Per noi repubblicani la controversia non ha alcun valore e ci fa sorridere; ma non è meno sintomatica l' avversione che si prova in alto a dare al futuro, anzi al probabile-non è detto che non possa nascere una terza femina - erede del trono un titolo che può riuscire inviso al Sommo Pontefice , che si crede ancora il solo legittimo Re di Roma. E' inutile: l'acqua non può trasformarsi in vino; e il sangue che scorre nelle vene dei Sabaudi mm sarà mai sangue di ghibellini fieri e sistematicamente tali. Er<tno assai più ghibellini i Borboni; e lo prova il disprezzo che essi manifestarono sempre per le scomuniche papali. ♦ Lo sciopero generale e il socialismo. - Hubert Lagardelle in vista del çongresso di Amsterdam dove doveva discutersi il problema ha consacrato due numeri (137 e 138) del Mouvement Socialiste uscito testè allo sciopero generale ripubblicando articoli, discorsi e relazioni già pubblicate dei socialisti più eminenti e unendovi le risposte inedite ottenute da alcuni-altri. Nella prefazione il Lagardelle, rivoluzionario e partigiano dello sciopero generale, non nasconde il proprio malcontento pel fatto che la maggioranza dei socialisti si siano manifestati contrari; e lo attribuisce allo studio deficiente della quistione. Se la prende, com'è naturale, col socialismo parlamentare e afferma che « se il pensiero socialista vuole uscire non solo vittorioso ma rigenerato dalla crisi attuale deve rinfrescarsi al contatto delle nozioni rivoluzionarie nuove. Queste nozioni sono di origine proletaria; e tra le migliori del genere é quella dello sciopero generale ». « Il socialismo , poi soggiunge , non trionferà che nella misura in cui il proletariato che n'è il fattore storico, sarà capace di realizzarlo. L' accrescimento della capacità operaia è dunque il problema essenziale del socialismo. E' ·questa una constatazione hanale; ma essa costituisce il punto di partenza del socialismo rivoluzionario. Che bisogna intendere per capacità? Si tratta puramente e semplicemente di una quistione di forza: il giorno in cui la classe operaia sarà solidale, unita, omogenea , essa sarà ca.pace moralmente e materialmente di rovesciare l' insieme delle istituzioni e delle idee tradizionali dello Stato borghese e di sostitnirvi le istituzioni e le idee proletarie coi tipi nuovi di vita sociale che esse comportano .... » « Dire che lo sciopero generale è una utopia, è dire che il socialismo è irrealizzabile ..... Se i socialisti rivoluzionari sono ben sicuri che· il regime capitalista non scomparirà dolcemente ; se essi credono alla :uecessità di gettarlo fuori dalle sue rotaie per abbatterlo definitivamente ; se essi sono persuasi che le teorie pseudo-socialiste della collaborazione delle classi e della pace democratica e sociale sono nefaste al movimento operaio; se essi pensano che il trionfo del proletariato è subordinato allo sviluppo della sua energia creativa, del sentimento della sua responsabilità e della sua forza; se essi vogliono mantenere intangibile la coscienza della rottura di ogni legame tra le classi, dell'abisso che le separa , delle lotte senza quartiere. che combattono; - essi riconosceranno che lo sciopero generale è una delle idee più feconde a cui possa ritemprarsi il socialismo in pericolo. » Così pensa il Lagardelle; e i socialisti rivoluzionari francesi in generale sono con lui. Qualcuno che ha grande autorità anche in Francia, sebbene non appartenga al partito parlamentare, è di contrario avviso. · Paul Lafargue, ad esempio, scrive: « La rivoluzione sociale non può venir fuori da uno sciopero generale, come lo pretendono i suoi sostenitori, perchè la riforma economica o politica, che mette in movimento le masse operaie, una volta ottenuta, esse sono soddisfatte e ritornano sotto il loro giogo .... Lo sciopero generale non porta nei suoi fianchi la rivoluzione; è al contrario la rivoluzione che produrrà lo sciopero generale ». J ean J aurès è più esplicito nel respingerlo. Anche assumendo un carattere rivoluzionario non crede che esso possa riuscire a fare capitolare il sistema capitalista; nè gli pare possibile che possa scoppiare contemporaneamente in tutti i punti. Van Kol, l'eminente socialista olandese lo ritiene inutile. E' possibile la sua riuscita quando il popolo in maggioranza è socialista; ma allora non è necessario ricorrere allo sciopero generale: si fa addirittura la rivoluzione sociale. Il socialista rivoluzionario russo, Plekhanoff scorge nello sciopero generale una preparazione, uno strumento di propaganda e non un mezzo per compiere la rivoluzione. Lo spagnuolo Pablo Iglesias giudica poco seria la rivoluzione fatta per mezzo dell'incrociamento delle braccia; lo respinge Enrico Ferri; lo considera come una utopia anarchicheggiante il Vandervelde; non riesce a farsene nna idea adeguata il nord-americano Simons; e lo giudica una fantasia infantile di operai male or· ganizzati lo svizzero Greulich. Lo sciopero generale, che ha i suoi partigiani in Italia, perciò venne condannato dai socialisti più eminenti di ogni paese e venne respinto a grande maggioranza, come aveva previsto Vandervelde, dal Congresso di Amsterdam. ♦ Un fatto significante al Congresso Socialista Internazionale di Amsterdam. - Quali saranno i risultati della lotta ingaggiatasi ad Amsterdam fra socialisti riformisti e socialisti intransigenti vedremo più tardi, e ne diremo allora la nostra opinione, tanto più che chiuso il Congresso vedremo 9-uale s~rà l'. atteggiamento che assumerà la parte rimasta m mmo-
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