Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 16 - 31 agosto 1904

RIVISTA POPOLARE 433 guerriere e bellicose , ma melodie insinuanti e dolci che facessero loro dimenticare gli orrori passati, canzoni che li cullassero nel pia.cere disusato della quiete, della vita agiata e pacifica > (1). Di qui il Rossini, musicista della Restaurazione borghese; le sue melodie scrive lo storico citato, Untersteiner, finivano limpide, chiare, ammaglianti, nè avevano altro scopo che quello di piacere per se stesse. I disinganni però non tardarono a sopraggiungere; le genti si accorsero delle parole bugiarde dei governi restaurati e da un capo all' aliro d'Italia la campana della rivoluzione tornò a suonare a stormo, penetrando nell'animo l'ira delle sventure comuni. La patria langniva nel servaggio; la letteratura non poteva essere che patriottica e molti scrittori trasfondevano nel popolo il sentimento della. libertà ed indipendenza per mezzo di poesie, romanzi e drammi (il Manzoni, Guerrazzi, Pellico, Nicolini, Giusti, D'Azeglio, Brofferio, Gioberti, Mazzini ecc.). La musica pure sorse a farsi interprete delle aspirazioni universali. rose, e insieme 1 cuori degli italinni al desiderio della. riscossa; dai tumuli dei morti sorgeva il fiore della redenzione .... Coll'aprirsi delle fazioni guerresche del 1859 fu come si desse le stura ai canti (1). Sovra tutti si elevò, pieno di febbre patriottica, l'inno garibaldino. musicato dall'Olivieri. Al suono di quest'inno sembrava che si scoprissero le tombe, si levassero i •morti e i nostri martiri risorgessero tutti: lo Stiavelli, anche a proposito di questo inno, nota che i soldati di Garibaldi morivano sorridendo poichè pregustavano già la vittoria. E il Mestica nel 1885 scriveva che nell'inno garibaldino l'impeto lirico è di una forza irresistibile; fiera la mossa ed immaginazione , senza eccedere però nella comprensiva delle moltitudini; il ritornello raccoglie in sè e respira tutta l' ira terribile di una nazione armata a rivendicare 1 suoi diritti : Va fnora d'Italia, va fuora che è l'ora, Va fuora d'Italia, va fuora, o stranier. Ancora oggi non v' ha moltitudine che a1 primi squilli di q uest' inno non Ogni nostra regione aveva un inno; si cantavano sommessamente certi stornelli, rispecchianti tutta l'ira che covava nell animo ogni buon italiano contro lo straniero (2). Goffredo Mameli , • il crociato dell'idea » scriveva nel 184 7 il suo inno entusiasta , in un momento di grande febbre per la patria. Quest'inno, rileva lo Stia velli, (3) spinse ilari i soldati di Garibaldi alla lotta disperata contro i Francesi invasori, fece loro men doloroso lo spasimo delle ferite, consolò le loro morti. Quest'inno divenne l'inno d'Italia, l'inno dell'unione e del1' indipendenza che risuonò per tutte le terre e tutti i campi di battaglia della pe• nisola nel 1848-49. Era imIl partito dei positivisti prorompa in spontanei e frenetici applausi, non si senta fremere, fremere fortemente. Anche a riguardo di que · st'inno si può, giustamente, ripetere ciò che Michelet disse della marsigliese : - e Le monde, tout qu'il y aura un monde, le chantera à Jama1s. > possibile, continua lo Stiavelli, che al suono delle note dell'inno di Mameli, la gente non si sentisse ringagliardire tutta ; era impossibile che ogni soldato non si senAl Congressodi Amsterdam Il socialista Russo - La guerra ingaggiata dallo Zar costa la .vita a decine di migliaia di Russi.. .. Il socialista GiapponeseLa guerra ingaggiata dal Mikado costa la vita a decine di migliaia di Giapponesi •..• Insieme - Non facciamo della politica , lasciamo lo Zar e il Mikado dove sono .... stringiamoci la mano e gridiamo: Abbasso la guerra Russo-Giapponese! ( Dal Bruscolo ) tisse un eroe! Un altro inno doveva essere composto nell'anno 1859 « e verso la primavera quando i soli governanti della Toscana non si avvedevano di ciò che si prepara va. ,, Il rinnovamento della stagione apriva i calici delle (1) Untersteiner - op. cit. . (2) Per il Piemonte, V. Dono nazionale, Tormo, 1847; pel Veneto, Lazzerotti, la gloriosa epopea nel 1848 e 49 nei canti politici dei poeti contemporanei e del popolo d' Italia - Venezia, 1886. (3 J G. Stiavelli - Garibaldi nella letteratura italiana-Roma, edit. Voghera, 1901. In Italia Morgari - Hai sentito ? Malgrado la mia attiva propaganda anti-italiana nelle terre cosi dette irredente, il fermento aumenta .... L~rda - E l' Austria ha votato 450 milioni di armamento... Che si fa ? Morgari - L' unica cosa seria da fare è d'invitare un socialista austriaco in un convegno in Svizzera: lì ci daremo la mano gridando : Abbasso la guerra italo-austriaca .... e poi verremo via dicendo male della Svizzera che è repubblicana! Quali giganti alati sorsero, a complemento di tutti codesti inni, i cori del Nabucco e dei 'Lombardi di Giuseppe Verdi, che Aquila dal volo irragiungibile, passò erigendosi un monumento, davvero , ae1'e pe1·ennium. Amante della propria Italia, egli l' accompagnò con bellicose fanfare e con scoppi ed inni di gioia nei giorni del suo riscatto ; le donò i cori febbricitanti ed entusiastici del « Va , pensiero sull'ali dorate> e " Oh! Signor che dal tetto natio: > i quali ripetendosi sulla bocca di tutti, costituivano un incentivo efficace alla lotta. Verdi donò tanfa a!la sua terra, che il nome di lui fini per divenire uno dei simboli fatidici· della sperata unità ed essere chiamato il musicista dell'Italia risorta. L'opera sua di Artista sommo non saprei meglio compendiare che con le parole di Fradeletto , il quale , se la memoria non mi inganna, disse alla Camera dei deputati nel giorno della commemorazione del Maestro, che Verdi del popolo italiano espresse tutta la passione , la passione che erompe (1) A. D'Ancona - Ricordi ed affetti, Milano, Trev1:1s, 1902,

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==