I• 432 RIVISTA POPOLARE il Vaticano che, nella repressione cercò la sua salvezza. Paolo III restituì l'antica inquisizione e l'intolleranza, acciecata dal fanatismo, giunse alle pompe lugubri degli auto da fè. Accanto alla repressione sorse la compagnia di Gesù, per opera del ferito di Pamplona; ma la migliore riaffermazione della sua potenza , la Chiesa non poteva non ~rovare che nella musica. Palestrina comprese lo spirito del suo tempo e nella sua musi<m la chiesa romana èbbe la migliore glorificazione del cattolicismo. « Egli fu l'antesignano di quella stupenda e numerosa scuola d' autori italiani, che segnirono le sue aspirazioni e ideali e le cui numerosissime composizioni sono con quelle di Palestrina il modello della vera musica da chiesa. Lo stile di tutte queste è quello che da Palestrina ebbe il nome e che ha sua impronta la semplicità unita alla maestà e grandiosità, una eterea altezza priva d'ogni sensualità e reminiscenza mondana, una serenità serafica, che trasporta in regioni .più alte , la perfezione della forma e della misura, escluso ogni elemento drammatico o, per dirla con espressione più adatta all'epoca nostra come sentimento di soggettivismo , come s' addice alla chiesa cattolica che domanda che l'individuo non pensi alle cure terrene, ma si unisca in un rapimento di fervore e speranza alla comunità dei fedeli , (1). La Riforma aveva già fatto un bel,_passo sulla via dell'acquisto della dignità umana fino allora repressa dalla superstizione teocratica; le menti di Cartesio, Bruno, Galilei sorsero a gettare nuovi lampi di pensiero sociale e scientifico. Il libero esame, introdotto da Lntero e da Calvino, divenne un'arma preziosissima ai grandi pensatori per sovvertire l'ordine delle cose allora esistenti. Il benessere dell' umanità sofferente e la pubblica felicità furono, in quel tempo, il principale soggetto degli studii e dei discorsi di tutti, e le di versa parti dello sci bile si fecero concorrere al conseguimento dei miglioramenti sociali. La letteratura, unendosi alla filo:mfia, rivolse i suoi attacchi contro i difetti e gli abusi della Chiesa, del governo 1 dell' amministrazione della ginstizia , di tutto- l'ordinamento civ.ile e sociale. · La Francia diventò il centro del grande movimento intellettuale e Voltaire, lVIontesqnie:1,Rousseau ne furono i principali antesignani. In essa, com'è risaputo, verso il 1799, esistendo più che altrove una contraddizione aperta tra le condizioni di fatto e le aspirazioni universali e il ·governo non volendo o non sapendo comprendere le nuove idee e secondarle, scoppiò la rivoluzione. La Francia si trovò, ben tosto, tra mille pericoli interni e mina~ciata all' esterno dall' Austria che voleva ingrandirsi e dalla Prussia che sperava di aggiungere nuov.i trofei a quelli di Rosbach. La notizia della guerra con la Prussia, solennemep.te dichiarata nell'assemblea 20 aprile 1792, fece sentire la necessità di avere prontamente un inno di guerra. Il 8indaco di Strasbourg, Dietrich, quattro giorni dopo, parlando della guerra col giovane capitano, Rouget de Lisle, disse : « Voyons, Rouget, vous qui etes poète et musicien, faites-nous q uelche chose qui mérite d'etre (1) Un.tersteiner - op. cit. chanté. , Il dì seguente, Ronget faceva già accompagnare al piano da una nipote del Dietrich, il nuovo canto di guerra. « Ce fut, - dice Michelet - comme un éclair du ciel; tout le monde fut saisi , ravi, tous reconnurent ce chant entundu pour la première fois. Tous le savaien t, tous le chantèrent , tout Strabourg , toute la France. Le monde, tant qu' il y aura un monde, le chantera à jamais. • · I Marsigliesi, -nel 30 giugno dello stesso anno, entrarono in Parigi cantando il nuovo inno guerresco, noto, appunto, sotto il nome di Mm·sigliese.... Allons, enfants de la patrie, Le jour de gloire est arrivé; Contre nous de la tyranaie L'étendard sauglant est leve. Aux armes, citoyens ! formez vos l>ataillons, Marchons, qu'un sang impur abreu".e nos sillons ! Dalla storia delle guerre della Francia si apprende l' entusiasmo che la marsigliese suscitava nell' animo dei combattenti «Nous nous sommes battus un contre dix. mais la Ma1·seillaise combattait à nos cotés » scriveva un generale; e ..u..n altro: « Envoyez-moi des hommes et nn exemplaire de la J.lfm·seillaise, et répond de la victoire. » E, difatti sulle alture di Valmy, tra le cannonate, essa echeggiava, combattendo accanto dei Francesi, vincitori dei Prussiani .... - Viva la patria - Kellermann, levata La spada in tra i cannoni, urla, serrate De' sanculotti l'epiche colonne. La marsigliei;e tra la cannonata Sorvola, arcangel de la nova etate, Le profonde foreste de le Argonne (1). Alla vittoria di Valmy seguiva la Convenzione. a q nesta il Direttorio e da ultimo il Consolato, dal cui rapido succedersi doveva sorgere l'epopea napoleonica a sbalordire, col violento suo turbinio, e governi e popoli. La musica per opera del Cherubini e dello Spontini sintetizzò questo movimento sociale: col primo si rispeQchiarono le idee radianti di libertà, i principi della rivoluzione ; col secondo si estrinsecò l' idea del Corso con la sua grandiosità marziale e col suo culto brutale della forza. Anche Napoleone cadeva e nessuna voce di pianto si elevava; i popoli, osserva Felice Cavaìlotti, ch'egli traevasi dietro a forza sui campi di battaglia, da un capo all'altro d'Europa, avevano salutato il giorno della grande rovina come l'alba del loro ripose. Parve un istante, perchè non aveva poBto mente ai nuovi bisogni e alle nuove idee sopravissute alla catastrofe, che la società , fino allora violentata da una forza sn periore, rientrasse naturalmente e spontaneamente nel letto di prima. Le plebi, istupidite e sbalordite dal frastuono degli avvenimenti, erano passate, dal gi_ogodi Francia sotto il giogo dei vecchi re. « I loro orecchi non volevano più udire canzom (1) G. Carducci - Rime nuove - ça ira (sonetto Xl).
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