Rivista popolare di politica lettere e scienze sociali - anno X - n. 16 - 31 agosto 1904

RIVISTA POPOLARE 431 Non intendo mettere in luce i singoli lati di questa tesi, perchè mi manca l'ingegno e la coltura anche per tentarlo : bisognerebbe· da nna parte sapere a fondo la storia della ci viltà e della musica, e dall'altra tutta la sociologi.a e psicologi.a. Fa duopo, però, eh' io accenni la traiettoria che ha seguito il mio pensiero per giungere alla conclnsione che il musicista contemporaneo deve manifestare l'arte sua dirigendosi ~mlla collettività iirnann , sul popolo , lasciando ad altri di seoprire e spazi:u:e sui più lontani cieli e orizzonti immensi dell' arte masicale. ♦ Richiamo la storia. - La musica, considerata dono prezioso elargito all'umanità dagli dei (gli Indiani l'ascrissero a Brama, ad Iside ed al dio 'rhot gli Egizif.ni, i Greci a Mercurio) fu ben tosto presa a servigio della chiesa , che intuì in essa il mezzo più atto a esprimere i sentimenti· che commovevano l' animo dei credenti, le loro gioie, le loro speranze e i loro dolori. La Chiesa, che al tempo della conquista dei barbari, si trovava già costitni.ta a capo della società, cercò di dominare le menti e dilatarsi per grande opera à ei missionari , i q nali si diffondevano su tutta qnanta Europa. Con la religi9ne ess~ faceva loro importare e insegnare la musica e l'effetto~ prodotto sull'animo dei popoli barbari, invasati dalle nuove idee religiose, non poteva essere che notevole. La Ohief<a accresceva sempre più la sua potestà: «dell'impero trasse a sè qnanti più ordinamenti fu possibile, onde avere in sè stes::;a lilla costituzione già sperimentata e autorevole ; della popolazione romana assunse la difesa , per unirla ai propri interessi e avere seguaci devoti» (1). E al costituirsi dei monasteri., essa potè fare della musica q11asi un monopolio esclusivo. Nella quiete delle celle claustrali, scrive l' Untersteiner, in mezzo alle inospiti vallate , infestate da bande di mala gente, o _nelle piani1rc deserte , interrotte da pochi casolari di gente vassalla, il u1onaco trascriveva e ci conserva va le opere dei dassici, poeta va inni religiosi e scriveva con infinita pazienza qnei magnifici antifonari dalle grandi jniziale miniate, dimentico del mondo a maggior gloria di Dio (2). Talchè, pure la musica, a guisa delle altre arti fu dapprima colti ~ata dalla Ohie·sa che di essa si servì come arma possente contro la forza paganà contrastante il dominio dello spirito cristiano. Come Max Nordau dice che il sacerdote sulla volta d0l suo duomo e il monaco su quella del suo refettorio, volevano avere davanti agli occhi immagmi che ricordassero loro le dottrine di cui erano i propagatori, sì che il popolo , . entrando nella basilica , colpito dalla rappresentazione della passione dei martiri , degli orrori dell' inferno e delle delizie del paradiso , venisse ribadito nella sua fede , vedendo coi propri occhi e toccando colle proprie mani le èose insegnate dalla religione (3); così si domandava R.lla musica suoni che (1) C. Calisse - D. 0 Ecclesiastico, 1° vol. (2) Untersteiner - Storia della musica. (3) Max Nordau - op. cit. servissero a infondere maggiormente nell' animo del popolo la religione, suoni di amore e di speranza, espansioni dell'anima accesa dal fuoco della Fede. Gregorio Magno, visto l'importanza di qnest' arte per I' open\ della propaganda religiosa, ad essa portò la sua attenzione e il contrib11to del sno ingegno: basti ricordare il canto che da lui prende il nome. Ma col risveglio intellettuale , seg11ito alle prime spedizioni in Oriente, un nuovo alito di vita si diffuse in Europa. Alla prece divina si unì la canzone profana : i conviti e i festini nei casteìli baronali furono rallegrati dalla musica. Essa· ricreava i banchetti luculliani, ove il trovadore cantava le imprese eroiche del signore del castello e dell'avolo di questi; accompagnava le danze animate delle leggiadre castellane dagli occhi scintillanti di ebbrez7,a lussuosa e dalle vesti di broccato, adorne di mo11ililucenti; e 'cantava canzoni di amore. Musica.serva, senlla alcuno concetto morale, destinata a .ricreare gli 'ozii dei ricchi feudatari , vani, leggieri e sardanapaleschi. Era serva come le arti plastiche; i signori dei castelli , i re ordinavano le tombe pompose deU' avo potente, sotto forma di semidio, i quadri di battaglie e di vittorie nelle pareti delle loro sale, il dipinto del padrone in atto di comando minaccioso, sfogando, in tal gnisa, la loro ambi7,ione e dando al popolo l'idea ognor più sfacciata della loro presnnta superiorità. Riassumendo, l'arte più gentile ebbe anch'essa per l11ngbi Hecoli la, funzione di servire la religione e le caste dominanti. Le note musicali , per lnngo tempo, non trovarono altro shocco che il tempio o il palazzo; gli artisti non trovarono altri mecenati che i papi o . . .. 1 pnnc1 p1. Frattanto l' evoluzione delle idee continuava la sua mania incessantt~: il Rinascimento sorgeva ad eserc1tare la sua efficacia anche sull'arte musicale. In Germania Martin Lutero si opponeva alla vena i ta delle indulgenze indi allo ilidulgenze stesse, iniziau do con le sue novantasette tesi, affisse nel 31 ott0hre 1517 alle porte della Cattedrale di Witteuberg, diveunta ben tosto la Roma del protestantesimo, l' opera del la sua riforma. Lutero comprese l'importanza che .la mnsica avrebbe esercitata a favore dell' opera sua: la coltivò assiduamente costitnendo il tipo del corale protestante. E per avere un concetto di quanto fosse appagata l'aspettazione di Lutero in rapporto a eodes ta efficacia. giova ricordare che un gesuita disse che la m11sica luterana aveva mandato in perdizione più anime assai di tutti i sermoni e libri di Lutero Rtesso. Si potevano , osserva lo storico Untersteiner, brllciare e lihri e bibbie, mandare al rogo i propagatori della nnova fede , ma non soffocare i canti che s'innalzavano dovunque e dovllnque infiammando i cuori. In R11ff e ·\Valther Lutero ebbe collaboratori validissimi; canti di fede e di convinzione, accesi di entusiasmo per la nuova religione, diffusero sempre più il lnteranesimo negli angoli più remoti. della Germania, che in Bach e Handel segnò iilustri. rappresentanti della musica protestante. L'eco dei rumori di questa riforma :finì per atterrire

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